In un club privè

Era più di un anno che stavamo assieme e nonostante la differenza di età, o forse proprio per questo, avevamo un rapporto fisico veramente appagante e completo. Con l’andare del tempo ognuno di noi esternava all’altro le proprie fantasie soprattutto nei momenti di sesso sfrenato, niente ci era precluso e le fantasie galoppavano con noi. Fu così che cominciai ad insinuarle la possibilità di fare una esperienza in un club privè. Passarono altre settimane e finalmente un fine settimana me la vedo arrivare in camera perfettamente truccata come solo lei sapeva fare, con un abbigliamento intimo che avrebbe fatto vedere rosso anche ad un cieco.

Le domandai che intenzioni avesse e lei disse che finalmente era pronta per accontentarmi. Ne scelsi uno abbastanza lontano dalla nostra zona. Ne avevo sentito parlare ed anche bene. Frequentato da gente giusta, accogliente, spazioso. Decisi, glielo proposi e dopo una cena leggera nel nostro ristorante preferito, ci avviammo non senza una giusta tensione verso il nostro obiettivo. Sbrigate le formalità d’obbligo, entrammo nel locale vero e proprio. Restammo sbalorditi. Curato, arredato con gusto retrò, luci soffuse, tavolini per accomodarsi e prendere un aperitivo, un digestivo, ascoltare buona musica suonata al pianoforte da un artista di piano bar veramente bravo.

Non c’era molta gente, per lo più coppie e qualche singolo che girava in continuazione. Lei era splendida, fasciata in una minigonna indecente, con gli occhi che brillavano per il trucco e per l’eccitazione di trovarsi lì. Dopo aver preso confidenza con il locale ed esserci fatti un’idea di come era disposto, le feci fare una visita ispettiva per meglio capire la disposizione della camere e degli angoli più interessanti. Scendemmo così una scalinata che portava al piano inferiore.

Subito la luce diminuì di intensità e furono necessari alcuni secondi per abituarci alla nuova oscurità. C’era anche un discreto via vai: persone, soprattutto singoli, che curiosavano nelle stanze, negli angoli, dove all’interno si intuivano più che intravedere persone intente a varie attività di carattere sessuale. Mentre lei si sporgeva per vedere meglio cosa stava succedendo in una di queste stanze, notai che almeno un paio di persone approfittò della situazione per palparle il sedere e sfiorarle il seno invitante: lei cercò la mia mano e la mia presenza per dirmi cosa stava succedendo e io la rassicurai dicendo di lasciar fare finché fossero stati semplici palpeggiamenti.

Terminato il giro tornammo di sopra. Aveva necessità di bere qualcosa. Mi raccontò d’un fiato che era scossa ed eccitata da quanto accaduto. Non avrebbe mai immaginato che le avrebbe fatto questo effetto e si stava bagnando tutta. Dopo una mezz’oretta decise di ripetere l’esperienza. Ci avviammo ancora di sotto. Nel frattempo la situazione si era animata. Si sentivano gemiti di piacere di donne che stavano godendo nell’essere penetrate o leccate ed uomini che grugnivano nel momento del piacere estremo.

Potemmo vedere una bella ragazza legata ad una croce obliqua che subiva le avances di un paio di bei maschi completamente nudi. Singoli che si masturbavano guardando coppie scopare in piccoli anfratti. Una signora di una certa età seduta all’interno di un piccolissimo anfratto succhiare avidamente i membri di due maschietti in piedi uno di fronte all’altro. Nella stanza principale c’era un letto rettangolare, non molto grande. , attorno dei divanetti ad una certa distanza.

Lei mi chiese di salire sul lettone con lei e di leccarle la figa davanti a tutti: la spogliai lentamente senza mai smettere di baciarla e stuzzicarla dappertutto. I vestiti erano sui divani, lei sdraiata sulla schiena ed io accovacciato in mezzo alle sue gambe leccavo e titillavo la sua clitoride gonfia. Non passarono che pochi minuti e nell’alzare la testa per guardarla mi accorsi che attorno al lettone si erano radunate diverse persone.

C’erano singoli, ma anche coppie. Alcuni avevano iniziato ad accarezzarle i bei seni, altri avevano tirato fuori il membro e se lo stavano massaggiando. Le coppie si sbaciucchiavano e leccavano fra di loro. La sentii lentamente scivolare più in su, fino ad essere con la testa sul bordo del letto. Non capivo, ma un’occhiata mi fece subito ricredere. Aveva catturato i due cazzi più prossimi a lei con le mani e girando la testa ora da una parte e ora dall’altra se li metteva in bocca e li succhiava con avidità.

La sua figa era un lago di piacere e di saliva. Ma non feci niente per cambiare posizione. Capivo che voleva essere lei la protagonista assoluta. Io dovevo essere solamente il suo angelo custode. Dopo le prime leccate, la gente attorno capì che era lì per loro. Le mani si fecero più audaci, le bocche più vogliose. I vestiti cominciarono a scomparire anche dai corpi degli uomini e delle donne che erano attorno a noi.

Lei si impadroniva di tutto quello che le capitava a tiro. Masturbava cazzi e ne succhiava altri. Era già pronta ad esplodere, cosa che avvenne puntualmente inondandomi la faccia dei suoi umori. Guardavo sempre cosa succedeva a fianco a noi e mi accorsi che Giada era in posizione tale da essere penetrata a fondo da un grosso bastone. Inginocchiata sul divano, lui riusciva ad infilarla fino in fondo e a ritrarsi. Vedendo il suo cazzo entrare e soprattutto uscire lucido dalla figa di Giada, s**ttò qualcosa di a****lesco in me.

Glielo presi in mano e tirandolo fuori del tutto lo avvicinai alla mia bocca per succhiarglielo. Lui lasciò fare. Poche lappate. Un sapore di cazzo misto al profumo a me ben noto della figa di Giada. Sublime. Poi glielo rimisi dentro, ma lui voleva di più e spostò il tiro nel buchino più piccolo. Provò a forzare e sentii Giada mugolare e stringermi forte un braccio. Gli feci cenno di aspettare e mi abbassai a leccare il forellino di Giada, che ben lubrificato si lasciò penetrare dolcemente dal mio dito.

Pochi movimenti e mi ritirai, lasciando campo libero a lui e al suo poderoso arnese. Questa volta scivolò dentro di lei con inaspettata facilità. Lei era rilassata dal mio massaggio. Si lasciò inculare dapprima dolcemente e lentamente. Lui era infoiato e stava per esplodere. Lo vidi aumentare i colpi e finalmente scivolare fuori da Giada lasciandole un cratere e riempiendolo di lucente sperma traslucido. Non finiva più di venire ed io ero estasiato ed eccitato.

Presi la bionda che era vicino a me e le piantai il mio rispettabilissimo arnese tra le cosce, tutto giù fino in fondo senza educazione e senza riserve. Venti, trenta copi ben assestati e nel ritrarmi le venni sul pancino e sul pelo biodo della figa: eravamo tutti stremati. Giada era sazia. Mi disse che voleva andare. Ci salutammo e ci lasciammo i rispettivi numeri di telefono. Usciti, ci avviammo in macchina nel più completo silenzio.

Fermai la macchina nella prima piazzola di sosta e facemmo l’amore come se fosse stata la prima volta, con dolcezza ma anche con libidine ritrovata. L’apostrofai in tutti i modi più volgari possibili ed immaginabili fino all’esplosione di entrambi l’uno dentro l’altra.

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