Fantasie avverate (seconda parte)

Erano passate tre settimane da quando mia moglie Anna si era lasciata andare ad una delle mie voglie perverse (leggi “Mia Moglie Anna”); avevo sperato che una volta tornati a casa dal ristorante, mi avrebbe raccontato qualche dettaglio in più di quello che era successo, ma non fù così. Ogni volta che tornavo sull’argomento, mi diceva che non ne voleva parlare; per lei era stato un gioco realizzato dall’occasione del posto, dal vino e dagli ormoni che quel giorno aveva in subbuglio; ma non ne era pentita, anzi, gli era piaciuto tanto, soprattutto perché io sapevo e avevo ascoltato.

Durante le nostre scopate successive, mi tornava in mente quello che era successo in quello spogliatoio con quel ragazzo e le mie accelerate nella penetrazione erano intense e forti; gli chiedevo sempre quando avremmo ripetuto una cosa del genere, ma lei mi diceva che non bisognava programmare niente, le cose dovevano accadere da sole.
Si andava avanti tra lavoro, casa e uscite con gli amici, il tran tran di una normale vita di coppia; ci piaceva molto appartarci in macchina al ritorno da serate passate in qualche locale a ballare o a bere e complice i fumi dell’alcol, Anna perdeva tutte le inibizioni e si faceva scopare in tutti i modi e nei posti più strani, ma quello che adorava, era quando la portavo in campagne isolate e la prendevo a cosce aperte sul cofano della macchina, incitandomi a fotterla sempre più forte; non gli bastava mai.

Quando uscivamo a cena con gli amici, le piaceva che la stuzzicavo con palpatine fugaci e di nascosto, mani sotto il tavolo che la masturbavano e quando fingevo un abbraccio da dietro facendogli sentire il mio cazzo in tiro; gli effetti di tutti questi preliminari, si finalizzavano in pompini fatti nei bagni dei locali o dei ristoranti, o da scopate fatte nel buio dei rispettivi parcheggi.
Arrivò l’estate e decidemmo di passare una settimana in puglia, a Otranto; fu il primo anno che andavamo da soli, tutti gli altri anni eravamo andati sempre in comitiva, ma quell’anno per vari motivi, ogni coppia prese una destinazione diversa.

Avevo capito che le mie voglie non dovevano stressare la mia Anna, più gli chiedevo di fare ”qualcosa di diverso” e più lei evitava il discorso o le fantasie.
Fu il terzo giorno di vacanza che si accese una speranza; una festa danzante sulla spiaggia, tanti giovani che si divertivano a ballare e i cocktaill che davano il loro effetto; mi accorsi che Anna aveva alzato un pò il gomito e cominciava a ballare con tutti i ragazzi che si ritrovava davanti, ricordo ancora il suo vestitino rosso di cotone che finiva in una gonnellina corta e larga con frange ricamate e sotto lo slip nero del costume che ad ogni girata veniva fuori deliziando gli occhi di chi la osservava.

Ben presto intorno a lei si fece un bel gruppetto di ragazzi che con la scusa di accompagnarla nel ballo, ne approfittavano per strusciarsi o provare a parlargli al di sopra del volume della musica.
Io la osservavo da lontano, mentre facevo la fila alla cassa per prendere altre due consumazioni, mi piaceva guardarla e mi piaceva che ogni tanto alzava la testa per cercarmi con lo sguardo, mentre vedevo due ragazzi poco più che ventenni, che si erano messi a ballare uno davanti e uno da dietro a poca distanza dal suo corpo; è inutile dirvi della mia erezione.

Una volta preso i cocktail e avvicinatomi a lei, il capannello di ragazzi si disperse, tranne per uno che imperterrito continuava a ballargli vicino, poi si avvicinò al suo viso e le disse (lo lessi dal labiale), ”ma non avevi detto che eri sola”?
Non capii la risposta di mia moglie, ma vidi che gli fece la linguaccia.
Cercai di prendere la palla al balzo cercando di forzare la situazione, mi avvicinai a lei porgendogli il drink e le dissi nell’orecchio,”ti piace”? ”perché non lo invitiamo a…..” “No”, mi rispose lei,”è troppo giovane”!
Porca miseria, ci avevo sperato!
Feci segno al giovane di allontanarsi, facendogli capire che stava con me, e lui cosi fece.

Finito di scolarci gli ultimi drink le dissi di avviarci verso il bar a bere un bicchiere d’acqua, la feci incamminare davanti e io dietro di lei che la seguivo, era bello vederla camminare da dietro con i suoi sandali in mano e quella gonnellina che svolazzava per il venticello facendo vedere il suo slip nero ed era ancora più bello osservare tutti gli sguardi libidinosi che i ragazzi le lanciavano.
Ci sedemmo ad un tavolino lontano dal rumore della musica e andai a prendere i due bicchieri d’acqua; “perché mi hai detto che era troppo giovane”?
E lei con la bocca impastata per l'alcol : ”Non mi piacciono i ragazzini, se devo fare qualcosa voglio un Uomo”!
La mia risposta fu rapida, ”però il ragazzo che ti sei spompinato al matrimonio non era poi cosi vecchio”.

E lei: “si, è vero, ed è per questo che desidero un Uomo; mi è piaciuto tirarglielo e prenderglielo in bocca, ma come dire, era come se mancasse il sale”.
Accennai un sorriso e le diedi un bacio in bocca, “non finisci mai di stupirmi” le dissi.
Ci alzammo e cominciammo a dirigerci verso il nostro appartamentino che era situato a circa 1 km dalla spiaggia, camminavamo mano nella mano e complice l’alcol, ridevamo per ogni sciocchezza che si diceva.

Anna volle fermarsi ad altri 2 baretti che erano per strada a fare dei cicchetti di vodka, ma quando propose il terzo le dissi di no, già eravamo abbastanza ubriachi; mentre camminavamo senti mia moglie che diceva: ”c’è la fa una foto”?
Mi girai verso il lato destro e vidi un uomo con una macchina fotografica in mano che guardava verso di noi, interrotto da quello che stava facendo dalle parole di mia moglie.

“Anna lascialo stare” le dissi, hai bevuto e adesso dai fastidio.
Mi rigirai verso quell’uomo e vidi che aveva la macchina fotografica puntata verso di noi.
“dai Anna, non farmi fare queste figure”.
Oramai il tipo era pronto a shittare e dovetti sopportare mia moglie che mi stringeva e mi diceva di mettermi in posa (ricordo che maledicevo me stesso per averla fatta bere).
shittò un bel pò di foto e avvicinandosi a noi volle farcele vedere sul display digitale della macchinetta; la qualità delle foto era eccellente, non ne capivo molto, ma la nikon che aveva doveva costare un bel po’ di soldi.

Come sono belle disse mia moglie, e il tipo si offrì di inviarcele via mail se gli avessimo dato l’indirizzo di posta elettronica; logicamente gli diedi il mio.
“Comunque mi chiamo Salvo, e voi?”
Era un bel uomo sulla quarantina, capelli folti con sfumature di grigio e molto elegante, nonostante indossava dei pantaloncini con polo, l’eleganza in un uomo, come in una donna, è innata.
Ci presentammo anche noi e chiesi scusa per la richiesta di mia moglie, per averlo disturbato; lui fece spallucce e disse, ”e quale è il problema? “sono un appassionato di fotografia e mi diverto a fotografare posti, cose e persone”.

Lui capì che io ero poco incline a farmi fotografare e disse “Signora se vuole le faccio qualche foto da sola lì e indicò il lungomare, sempre che a suo marito non dia fastidio”.
Per non fare la figura del marito geloso dissi :”nessun problema”.
Mia moglie è sempre stata una ragazza esuberante a cui piace essere al centro delle attenzioni, spigliata e con tanta voglia di divertirsi e prese a volo la proposta, “wow….

siiii”!
Ci avvicinammo di nuovo alle spiagge andando verso l’acqua e il nostro nuovo amico dava disposizioni a mia moglie di dove e come mettersi, gli faceva aggiustare la coda di capelli adesso su una spalla e dopo sull’altra, di tirare i lembi del vestito di qua o di là; non aveva detto una bugia, era un fotografo che ci sapeva fare, sapeva dove e come mettere il soggetto all’interno di uno scenario per fotografarlo.

Anna presa dagli ultimi effetti dei due cicchetti di vodka e dal divertirsi a farsi fotografare, si lasciava andare a sguardi e pose come una modella e il nostro amico sembrava apprezzare.
Quando Anna cominciò da sola a tirare in su i lembi della gonna mostrando le parti alte delle gambe e assumendo pose sexy, il nostro amico si sentì autorizzato a impartirgli posizioni più sensuali.
Mentre osservavo queste scene, mi sentivo come un nodo alla bocca dello stomaco; si, era gelosia, ma non provavo fastidio, anzi, mi accorsi ad un certo punto che avevo l’uccello duro e fu mentre provavo queste sensazioni che il mio sguardo seguì quello di Anna, il quale era indirizzato tra le gambe del nostro amico, Salvo aveva un gonfiore che si vedeva chiaramente da sopra i pantaloncini.

Sentì un brivido di lucidità che sovrastò i fumi dell’alcol, eravamo lontani da casa nostra, nessuno ci conosceva, Salvo era un bell’uomo, Anna si divertiva, decisi che potevo giocare la mia carta,
Dovevo sfruttare la situazione, ma volevo che Anna inconsciamente continuasse quel gioco.
“tesoro adesso basta, Salvo avrà da fare e poi dobbiamo riprenderci un po’ a casa, se no stasera non riusciamo ad uscire. ”
Salvo per tutta risposta disse: “tranquilli ragazzi, per me non c’è nessun problema, non ho impegni e poi mi diverto a fotografare una bella ragazza come tua moglie,sei fortunato, ed anche lei è fortunata ad avere un marito come te, bello e simpatico e soprattutto non geloso, e mi fece l’occhiolino; siete proprio una bella coppia”.

“Grazie”, gli dissi, ma dobbiamo fare una doccia e Anna deve un po’ riprendersi da quello che si è bevuto.
Anna ci raggiunse e porsi la mano a Salvo con l’intenzione di salutarlo, ma con la coda dell’occhio spiavo lo sguardo e gli atteggiamenti di mia moglie, volevo vedere e capire se per lei ci poteva essere un seguito.
Ma fu proprio Salvo che ci spiazzò, dicendoci: “ragazzi spero di rivedervi, siete simpaticissimi, mi farebbe piacere bere qualcosa e fare due chiacchiere con voi, io qui sono da solo in vacanza, ma se avete una comitiva o volete stare da soli, tranquilli, io……….


“Perché no”! disse mia moglie.
Era la risposta che più di ogni altra cosa aspettavo!
Lui rimase quasi incredulo alle parole di mia moglie, non se l’aspettava, come non me l’aspettavo io e rimase per qualche secondo senza parlare.
Allora presi in mano la situazione, “noi stasera usciamo verso le 23:30 a bere qualcosa, la tua compagnia non ci disturba”.
Ci scambiammo i numeri di telefono con la promessa di rivederci dopo.

Presi Anna con la mano e ci incamminammo verso il nostro appartamentino; anche se avevo una voglia pazza di stuzzicarla sulla nostra nuova conoscenza, parlavo di tutt’altro mentre camminavamo, con la speranza che lei prendesse l’argomento Salvo.
Le mie preghiere furono esaudite, “come è simpatico Salvo, vero? È veramente una brava persona”, disse Anna; “mi sono divertita un casino a farmi fotografare”.
“Si” gli risposi io, “e’ una persona a modo, educato e simpatico e a guardando il gonfiore sotto i suoi pantaloncini, gli hai scombussolato la giornata”;
“Non me ne sono accorta”, disse lei, l’ennesima bugia!
Arrivati nell’appartamento Anna si spogliò e si incamminò verso il bagno, si sfilò anche il costumino nero e nuda andò ad aprire il rubinetto della doccia; la guardavo dalla cucina e non resistetti, la raggiunsi, mi spogliai in tutta fretta e insieme entrammo nella cabina doccia, la strinsi a me e cominciai a palparla su tutto il corpo, le stringevo le tette , le masturbavo la fica e più che baci le mie erano leccate sul viso e in bocca.

Anna era in balia delle mie voglie, si sciolse come un ghiacciolo al sole, mi faceva roteare la sua lingua in bocca, accelerata dal godimento delle mia dita nella fica.
(oggi, al ricordo di quella scopata, mi scoppia ancora il cazzo nei boxer)
Staccò la lingua dalla mia e scese giù con la testa, era ed è una maestra nel pompino, ma quello fu il pompino più bello che mi avesse mai fatto!
Se lo faceva sparire tutto in bocca, lo cacciava fuori e se lo inghiottiva di nuovo, dal mio uccello in tiro colava acqua e saliva, avevo paura di scoppiare subito, tanto era il godimento di quel pompino, allora la tirai su per i capelli e la presi in braccio facendomi cingere la vita con le gambe, la sbattei al muro e glielo ficcai dentro.

Le mie penetrazioni erano lente ma intense, lo spingevo quanto più in fondo possibile e sentivo come sua reazione una fuoriuscita di liquido caldo; mentre la fottevo aveva gli occhi chiusi, poi li aprì e penetrandomi con lo sguardo disse: ”immagina che al tuo posto ci fosse Salvo”!
Sentii una scossa di corrente a 380 volts!
In quel frangente con l’immaginazione mi immedesimai nella persona del nostro amico, mi sentivo come uno spettatore che osserva la moglie che si fa sbattere da un'altra persona.

“Lo sapevo che ti ha attratto, ti piace vero”? le dissi, lei non rispondeva, mi guardava fisso negli occhi con uno sguardo sgranato, “ti piacerebbe che fosse lui a sbatterti così, vero”?! e cominciai ad aumentare velocità e intensità; non c’era bisogno che me lo dicesse, erano i suoi occhi a parlare.
La misi giù e la misi faccia al muro, lei inarcò il culo pronta per farsi penetrare a pecora, l’acqua ci scorreva addosso e finiva di trasmettere una libido assoluta, poi la presi per i capelli e da dietro le dissi nell’orecchio, ”chiudi gli occhi e immagina che io sia Salvo” e cominciai a fotterla! A quelle mie parole, il cazzo ogni tre colpi scivolava fuori, dovevo continuamente rimetterlo dentro, talmente si era bagnata e dilatata la fica, quell’uomo l’aveva intrigata, le piaceva!
Le nostre menti si persero in quel vortico di passioni e trasgressioni, lei gridava e ansimava come una pecorella e a me in un lampo mi venne una voglia fortissima, il suo culo!
Senza chiedere o avvertire esclamai queste parole: “Adesso torno ad essere tuo marito”, sfilai l’uccello lubrificatissimo dalla sua fica e lo feci entrare piano nel suo culo; Anna non realizzò subito cosa stava accadendo, ma quando lo capì, era già troppo tardi.

Da tanti anni che stavamo insieme, me l’aveva concesso solo poche volte il culo, me lo aveva dato solo in situazioni particolari e in quel momento decisi che quella situazione era particolare; mi sentii in diritto di prendermerlo!
Nonostante era stretto, grazie alle sue secrezioni vaginali rimaste sull’uccello e all’acqua, entrò dentro con facilità; Anna si irrigidì solo all’inizio, per un po’ di dolore, ma non cercò di divincolarsi. Al terzo affondo, si rilassò e cominciò a godere come una cagna.

Mentre la inculavo, mi sporsi in avanti con il busto abbandonandomi sulla sua schiena, le misi davanti alla bocca due dita della mano e le dissi: “mentre tuo marito ti sta inculando, vuoi fare qualcosa con il cazzo di Salvo?”
Anna spalancò la bocca e cominciò a simulare un pompino con le mie dita, ma non le succhiava per far piacere a me, le succhiava talmente con foga che capii che provava un fortissimo piacere lei, al pensiero che fosse il cazzo del nostro amico.

“Digli di sborrare”…. le dissi, “digli di sborrarti in faccia”.
Anna si fece uscire le dita della bocca e gridò, ”Sborra”, “Sborrami in faccia Salvo, ti prego, Sborraaaaaa……”
In quel momento sentii le sirene nella testa……, con colpi forti e lunghi mi svuotai nel suo culetto, dimenticandomi di potergli fare male.
Gridai talmente tanto per l’orgasmo che mi venne il dubbio che qualcuno ci avesse sentito giù in strada.
Dopo averla riempita dell' ultima goccia, tirai fuori l'uccello e mi accasciai stremato sul piatto doccia, ero sfinito.

Anna fece uguale, ma appena toccò con le natiche a terra, sentì un lamento e si rialzò leggermente, le presi le braccia e la feci sedere sulle mie gambe stese, “ti fa male”? “un pò”, mi disse, e cominciammo a baciarci; le nostre labbra non si toccarono mai, erano le nostre lingue che si avvolgevano e ci insalivavano tutto il viso.
Ci assopimmo sotto lo scrosciare dell'acqua, ma la mia mente già correva a quello che sarebbe successo in tarda serata con il nostro nuovo amico Salvo.

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