E Se Venissi… Da Te A Natale?

Non sembrava nemmeno che Patrizia stesse lavorando, mi ero sempre immaginato che le operatrici telefoniche delle chat erotiche si masturbassero insieme ai loro clienti dall'altra parte della cornetta, soprattutto quelle che lavoravano in streaming video, invece Patrizia mi spiegò che non è sempre così. O meglio, il più delle volte chi lavora in questo campo accetta di buon grado la componente di nudo, questa sorta di “prostituzione” telefonica, di spogliarsi e toccarsi insieme al cliente in diretta, ma molte altre scelgono di “recitare” e basta, senza per forza mostrare le loro grazie.

Ovviamente la retribuzione è differente, se lavori in “video” e quindi ti spogli, sei pagata in un modo, se lavori al telefono e quindi puoi “recitare” la tua performance, ti pagano in un altro, ma l'Azienda ha talmente tante ramificazioni nel settore a luci rosse On Line, che c'è posto per tutti in base alle proprie vocazioni!
Patrizia apparteneva al gruppo di quelle che lo faceva per passione e piacere personale, oltre che per soldi, ed ascoltarla mentre raccontava la sua storia, era davvero eccitante.

«Ti metto in imbarazzo mentre lavoro Chase?» mi chiede sottovoce mentre prende una brevissima pausa dal cliente al telefono.
«No, nessun imbarazzo, se fosse stato così, non avrei accettato il lavoro» gli rispondo.
Ero stato incaricato dalla mia Azienda di seguire per due giorni le attività di questo gruppo per il quale lavorava Patrizia, la società in cui lei era dipendente infatti, voleva espandersi su tutto il territorio Italiano ed aveva chiesto a noi di fargli uno spot pubblicitario ed una recensione su un mensile per adulti a tema.

Ma per fare questo, come sempre, dovevamo conoscere il “cliente”, cosa faceva e come lo faceva, ma soprattutto cosa spingeva tanti collaboratori, uomini e donne, a lavorare per un centralino erotico.
«Questo era l'ultimo, andiamo di là ora, così ti racconto qualcosa di me Chase» mi dice Patrizia prendendomi per mano mentre si alza dalla sedia. Dopo cinque minuti siamo in una stanza stile privè, luci soffuse, musica bassa ed un piccolo piano Bar per gli ospiti.

Ci mettiamo comodi sul divano e dopo un paio di chiacchiere banali per sciogliere il ghiaccio, Patrizia inizia a parlarmi di sè senza inibizioni.
«Come mi chiamo lo sai Chase, Patrizia ed ho ventisei anni, il mio desiderio più nascosto fin da quando ero solo una ragazzina, era quello di poter lavorare nel mondo del sesso. Appena diplomata, per puro caso, ho letto un annuncio di ricerca del personale per un telefono erotico e decisi di candidarmi.

Dopo un colloquio conoscitivo ed alcune telefonate di prova, hanno deciso di assumermi. Sono una persona determinata e sicura di sè, ed anche per questo motivo ho deciso di intraprendere la carriera di centralinista erotica, nonostante l’opposizione dei miei genitori. Si tratta pur sempre di un mestiere onesto e che mi permette di percepire uno stipendio adeguato al mio stile di vita. Ma oltre che per l’aspetto economico, adoro il mio lavoro perché mi sento appagata nel parlare con uomini eccitati che sentono il bisogno irrefrenabile di possedermi per soddisfare i loro desideri e le loro fantasie erotiche più perverse.

Con il passare degli anni ho scoperto anche tante cose sul sesso che mi piacciono e che non pensavo potessero attirarmi, ad esempio adoro immaginare di essere dominata in qualsiasi posizione, purché il partner riesca a godere come mai fino a quel momento. Ho anche molti, moltissimi clienti fedeli che mi chiamano abitualmente ogni giorno. Alcuni mi raccontano semplicemente della loro giornata, perchè si sentono soli ed hanno solamente voglia di fare due chiacchiere, altri invece mi confidano le nuove esperienze erotiche vissute o le nuove fantasie che gli passano per la mente al solo scopo di eccitarsi e farsi una sega al telefono mentre io li assecondo.

Come hai visto non sempre mi eccito al telefono, a volte sono semplicemente stanca, ed allora recito al solo fine di far venire il cliente. Ma spesso, come ti dicevo, godo con loro, perchè il sesso mi piace ed immaginare anche tutti i dettagli di queste storie porno, che loro mi raccontano, aumentano la mia eccitazione e mi fanno bagnare come una troia in calore fino a scoppiare di piacere insieme».
Sentire parlare Patrizia era un vero piacere, in tutti i sensi, capivo perfettamente quello che diceva e condividevo ogni suo singolo pensiero, solo non potevo dirglielo, non ancora almeno.

Scoprirmi cosi, subito, dicendogli “si Patrizia, ti capisco, anche a me piace il sesso e tutto quello che ha a che fare con esso”, non era una buona idea, per ora. Ma al momento opportuno avrei lanciato l'amo, essendo così disinibita, era perfetta per un paio di idee che avevo in mente. Quindi la lascio parlare ancora un po', sembrava avesse molto da raccontare.
«Mi capita spesso anche di ricevere chiamate di uomini timidi ed in questi casi sono io a prendere in mano la chiamata subito, fino a portarli all’orgasmo.

Solitamente inizio descrivendo il mio corpo, nei minimi particolari e quello che indosso, poi continuo raccontando i miei desideri erotici, quelli più hot e perversi che mi passano per la testa. A loro non importa in realtà come sono fatta o qual è veramente il mio nome, l’importante è che sia in grado di coinvolgerli nelle mie fantasie erotiche, con la mia voce suadente, fino ad arrivare al punto di riuscire a farli sborrare.

Amo essere complice dei desideri più oscuri sia di uomini di mezza età o molto più grandi di me, ma anche di miei coetanei, anche se con loro è più facile, essendo giovani gli diventa duro subito e vengono altrettanto velocemente. Ricordo che solo alcuni giorni fa mi ha chiamata un ragazzo sulla trentina, molto timido e che aveva deciso di chiamarmi perché aveva bisogno di una voce amica per sfogarsi dopo essersi lasciato con la sua ragazza.

Era molto provato dalla fine di questo rapporto. Per farlo rilassare iniziai a parlare di storie porno e di racconti erotici, spacciandoli per esperienze mie personali passate e con il trascorrere dei minuti mi resi conto che le sue lacrime avevano lasciato spazio a respiri affannati e gemiti di piacere. Facendo particolare attenzione, dalla mia cornetta potevo addirittura sentire il rumore della sua mano segare freneticamente il suo cazzo. Più entravo nei dettaglio delle mie presunte storie, più lui godeva e questo mi ha eccitato a tal punto che mi sentivo bagnata tra le gambe.

Così ho dovuto abbassarmi i pantaloni e le mutandine, ed ho iniziato a sgrilletarmi la fica ormai fradicia, fino a quando non ho avuto un orgasmo preceduto da gemiti di piacere condivisi con il trentenne che gridava “sto sborrando Patrizia, sto sborrando…”».
Mi rendevo conto che questa cosa di ascoltare Patrizia, la sua biografia, stava eccitando anche me, sentivo palesemente premere il mio cazzo dentro gli slip, la voglia di tirarlo fuori e metterglielo in mano, era tanta, ma cercavo di resistere alla tentazione.

Così cerco di fare il professionista e butto lì un'altra domanda.
«Hai detto che lavorare nel mondo del sesso è stato un sogno che hai avuto fin da ragazzina e che quindi hai sempre cercato qualunque cosa abbia a che fare con esso, ti chiedo: lo hai mai fatto solo per provocare o semplicemente per guadagnare, senza offesa, soldi extra?».
«Mi stai chiedendo se mi prostituisco? Se anche fosse, non ci vedo niente di male.

Hai mai offerto una viaggio, una vacanza, ad una ragazza solo per scopartela? Non mi rispondere, sono io l'intervistata, era per dire che tutti in modo o nell'altro ci vendiamo e tutti in un modo o nell'altro compriamo qualcosa» risponde posandomi una mano sulla coscia «ma non entriamo nel filosofico, ti rispondo tranquillamente» mi dice mentre accavalla le gambe e staccandosi da me.
«Quando ero più giovane, mi ricordo che invitavo i miei coetanei a casa per poi provocarli facendogli vedere, con una scusa, le mie mutandine nei cassetti, ero certa che una volta a casa si sarebbero segati pensando a me.

Quel gesto mi dava e mi da un potere che nemmeno puoi immaginare, sapere che oggi al telefono o qualcuno per strada, si masturbi pensando a me, mi eccita troppo».
«Quello della centralinista erotica, o come dicono molti ma io non mi offendo, “la prostituta al telefono”, è un mestiere che mi piace fare e che mi appaga, sia dal punto di vista economico che fisico, come ti ho detto. Quasi sempre ricevo chiamate di uomini vogliosi che, anche se solo al telefono, mi trattano come una troia da strada a basso costo o una schiava ubbidiente da sottomettere a loro piacimento per sfogare i loro istinti sessuali repressi e le tante voglie che con le proprie mogli o fidanzate non soddisfano per paura di essere respinti.

Poi ci sono i curiosi, quelli che scopano poco o per niente, a volte mi fanno anche tenerezza, chiedono consigli a me su come far godere una donna, ma poi quando entro nel dettaglio si eccitano comunque e li senti venire per telefono. Proprio ieri un ragazzo mi chiedeva come fare un ditalino alla sua fidanzata, così ho iniziato a dirgli come doveva muoversi, che era importante iniziare accarezzando delicatamente le grandi labbra della sua ragazza, baciarle ogni tanto, per poi tornare a toccarle dolcemente, senza forzature.

Gli dicevo che una volta che sentiva la patata della sua fidanzata umida… ricordo che ho usato esattamente quella parola “patata”, a volte devi anche capire chi è al di là della cornetta, magari trovi il verginello di turno che si eccita di più con aggettivi morbidi piuttosto che con parole pesanti come fica o sborra… tornando a lui, gli dicevo che una volta che sentiva la patata della sua fidanzata umida, doveva iniziare a penetrarla lentamente con un dito, quel poco che basta per sfiorare il suo posto più profondo ed iniziare a sfregarlo delicatamente, quasi come se le stessi facendo un massaggio… anche qui se gli avessi detto “clitoride” sono sicuro che avrebbe perso l'erezione che sicuramente stava avendo» mi dice mentre accenna un sorriso «tornando alla tua lecita domanda, non ho mai accettato soldi direttamente, lascio che siano gli uomini a decidere il compenso, come il tizio della scorsa estate conosciuto a danza, gli ho fatto capire che se mi avesse portato a Madrid, non se ne sarebbe pentito e così è stato, tre giorni che non credo scorderà facilmente» conclude prendendo fiato.

«Ma non sono sempre così esosa, ogni tanto mi faccio fare qualche ricarica telefonica da alcuni clienti che conosco qui sul lavoro e che mi chiedono il mio numero di telefono… ma questo magari non dirlo al mio Capo, se sa che gli rubo i clienti, si incazza di brutto. Comunque in questo caso è più per piacere che per denaro, come ti ho detto provocare mi eccita e appaga da morire, ogni tanto mi shitto qualche foto nuda in un posto piuttosto che in un altro e le invio a loro magari anche senza una “formale” richiesta, coglierli di sorpresa, eccitarli, pensare che di lì a poco si toccheranno per me… mmmm… spesso mi mandano anche una “contro” foto, un'immagine del loro cazzo avvolto di sperma dopo una sborrata sulle mie foto» conclude avvicinandosi a me.

«Hai altre domande o curiosità Chase? È più di un'ora che parlo…» mi chiede poggiando nuovamente la sua mano tra le mie cosce.
«Fai beneficenza?» gli chiedo restando sul vago provocatoriamente.
«Beneficenza? Questa è bella Chase… non so a cosa ti riferisci nelle specifico o cosa c'entri con l'articolo, ma… si, in generale faccio beneficenza, ed anche tanta… quasi sempre sotto Natale, scelgo i clienti più bisognosi “d'affetto” ed in pivato, ovviamente gratis, invio foto e video, come dire… particolari… lo faccio soprattutto in vista del Natale perchè per certi versi mi ricorda il mio passato più remoto… e che magari ti racconterò un'altra volta» mi risponde continuando a toccarmi l'interno coscia «vuoi sapere altro?» conclude fissandomi negli occhi.

«No, No… credo sia tutto, ti farò sapere quando esce l'articolo e quando è pronto lo spot…» gli rispondo mentre sento pulsare il mio cazzo negli slip.
«Che ne dici se…» Patrizia non finisce la domanda e passa la sua mano sul mio pacco.
«Ecco, si, no… cioè vorrei, ma qui…» non riesco ad alzarmi, la voglia di metterglielo in mano saliva di pari passo con l'erezione soffocata dai pantaloni.
«sssshh… ci penso io…» mi dice mentre mi slaccia i pantaloni in cerca del mio uccello gonfio «eccolo qui… mmmm… siamo già carichi Chase… ti sei eccitato con le mie storie, potresti essere un mio futuro cliente…» conclude mentre afferra la mia asta.

E non si sbagliava, ero davvero gonfio, sentivo le palle esplodermi, un'ora di storie, confesioni e toccattine più o meno involontarie, mi avevano caricato a molla. Dovevo ammetterlo, nonostante Patrizia fosse vestita e non poi così tanto in modo appariscente, il suo parlare mi aveva eccitato. Non era stato il suo corpo, la sua fisicità, ma il “suo” farmi sognare, immaginare, a provocarmi erezioni e spasmi come se stessi guardando un corpo femminile nudo.

Di patrizia “conoscevo” solo il suo viso, un bel viso, regolare, occhi scuri e capelli neri lunghi lisci, il resto era pura e semplice immaginazione, quell'immaginazione che unita ai suoi racconti, mi faceva supporre che con quella chioma scura tra le gambe si trovava un gran bel bosco, un bosco al quale ora non avevo accesso. Ma non mi importa, ora il mio cazzo è tra le sue mani che scivolano su e giù lungo la mia asta, chiudo gli occhi lasciandomi trasportare dal suo tocco, un tocco soffice che ben presto si trasforma in qualcosa di umido.

Apro gli occhi solo per un secondo, il suo viso è sopra il mio cazzo e sento la sua lingua roteare intorno alla mia cappella. Avverto la sborra farsi strada lungo l'asta e normalmente ci metto di più per venire, ma quell'intervista è stata come una lunga e lenta masturbazione. Un gemito esce dalla mia bocca e Patrizia capisce subito che sono al culmine, così allontana la testa dalla mia cappella e continua a segarmi con la mano che scorre lungo l'asta.

Ormai ci sono… sento il cazzo pulsare, avverto la sborra salire lungo tutta la mia erezione… ci sono… parte un primo schizzo che prende in pieno viso Patrizia che gira di shitto il volto, poi un secondo, un terzo ed un quarto spruzzo… vedo lo sperma volare in tutte le direzioni, mentre sento le mani di lei spremere il mio cazzo come un limone, un limone che stava esaurendo il suo succo. Finalmente dopo l'ennesima schizzata, Patrizia lascia la presa del mio cazzo che lentamente si affloscia, unto di sperma, sui miei pantaloni.

«Ci sentiamo dopo Chase, vado in bagno, quello degli uomini è lì in fondo» mi dice alzandosi e muovendo le mani dall'alto verso il basso per “lavarsi” via lo sperma appiccicatosi su di esse.
Meno di venti minuti dopo sono fuori dall'Azienda dove lavora Patrizia e cammino dirigendomi verso la mia auto. Nella mano destra tengo saldamente la valigia dove ho l'intervista appena conclusa, mentre nella sinistra impugno il mio smartphone dove leggo l'ultimo SMS arrivato:
«Ora hai il mio numero e tra due settimane è Natale, ed io… sono libera, chiamami! Un bacio, Patrizia».

Sorrido da solo mentre metto il cellulare in tasca e pensando che quest'anno il mio regalo di Natale sarà un po' diverso dal solito!

E-Mail: chasedessler@katamail. com

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