Così, iniziò con un gioco troppo aud
rilasciato 16.11.2015 in categoria sesso raccontoLa abbracciai quasi a proteggerla. La pelle era calda, scossa da piccoli tremori. Le infilai la mano direttamente su un capezzolo. Ero a dir poco sorpreso nel sentirlo tanto teso. Quella sua perversa eccitazione mi contagiò trasgressivamente: “Siamo stati folli giocare questa storia. “
Pan mi guardò sgranando gli occhi ancora segnati dal trucco pesante con cui Alfredo l’aveva preparata per l’esibizione ai giapponesi.
“… ti rendi conto? Per ridarti le foto ti vuole vedere girare nel suo locale mezza nuda come questa sera? se ci fosse qualcuno che ti conosce? Hai pensato a questo”.
La sentii fremere ancora di più, sembrava ancor più spaventata. “..e se anche gli lasciassimo le foto potrebbe farle vedere a chiunque….. ci siamo messi in un bel casino”
“Non voglio che quelle foto circolino con il rischio che qualcuno le possa vedere – disse Pan – …. Piuttosto vado a fare la cameriera nel suo locale…”
Sentirla così fragile, arrendevole, completamente diversa da come era ogni giorno, aumentava la mia eccitazione ed incoscientemente dimenticavo ogni rischio che avrebbe potuto nascondersi dietro quell’avventura.
“Magari truccata con un taglio di capelli diverso , nessuno potrebbe riconoscerla” intervenne perfidamente Alfredo “Del resto sono qua per questo se ora me lo permettete la preparo per il suo nuovo appuntamento come mi ha chiesto Sushimi, per calarla nella parte di chi passerà le sere nel suo locale, per saggiare la sua disponibilità, che deve essere assoluta”
Anche se quelle parole mi sembrarono minacciose e senza via d’uscita, in quel momento avrei pagato chissà cosa per vederla trasformata in una cameriera sexy sculettare servire tra i tavoli di un night club.
Allo stesso modo mi incuriosiva vedere quelle foto per le quali sarebbe stata disposta a tutto pur di riaverle.
“va bene – mi rivolsi ad Alfredo – la può preparare come vuole, quelle foto sono molto compromettenti e le dobbiamo riavere”
Alfredo sorrise. Pan mi guardò fissa negli occhi “ le buttiamo subito, non voglio che neppure tu le possa vedere”
Quella sua determinazione accrebbe la mia curiosità, ora ero troppo curioso di vederle, dovevo trovare il modo per farlo.
E l’importanza delle foto per lei si accentuò quando sottovoce le ripetei : “ ma saresti veramente disposta a tornare da Sushimi nuda su un tassi come ti ha chiesto?”
Pan abbassò gli occhi “non penserai davvero che potrei farlo? Ritorniamo da lui, prendiamo il rullino delle foto e farò ciò che mi chiede , poi sarà finita li”
Alfredo che aveva seguito tutto commentò che i patti non potevano essere cambiati “Sushimi ti vuole vedere come ti ha chiesto ed io devo mandarti da lui con la certezza della tua disponibilità , quindi la signora se ne torna da Sushimi così com’è, d’accordo?”
Le scostai i lembi della giacca.
Pan non protestò. Mi lasciò ammirare il suo corpo, le sue tette ed i capezzoli tesi dall’eccitazione. “ Non posso, ho già fatto abbastanza, è troppo ,abbandonata su di un tassi, nuda calze e reggicalze, non vorrai farmi passare per una puttana?”.
La abbracciai nuovamente. Pan respirava affannosamente. Con una mano le accarezzai una tetta e con l’altra frugai il suo sesso che era sempre più fradicio.
Sentirla così eccitata cancellava ogni rischio che avrebbe potuto nascondersi dietro quell’avventura.
“perchè no.. ti sei esibita in un locale senza che nessuno ti avesse spinta a farlo “
Pan mi interruppe “ l’ho fatto per te , per giocare con te , per dimostrarti che se me lo chiedevi ero pronta a vincere la mia vergogna e quando, la sopra, mi hanno trattata come una puttana era come se tu mi avessi esibita ai loro sguardi,avevi voluto tu che iniziassi a farmi vedere scosciata?”
Pan cercò di spiegarmi che aveva giocato , un gioco troppo audace, ma pur sempre un gioco.
“Ma ora è diverso se vado da loro come mi chiedono mi sentirei veramente una puttana che va a vendersi per delle foto”
Alfredo impaziente si intromise in quella discussione: “Andatevene a casa e Sushimi farà quel che vuole, non ho più tempo da perdere”
Pan restò ammutolita per un attimo , tremava visibilmente. “Sei sempre stato geloso, non puoi pensare che lo faccia veramente ,sei perverso, mi hai fatto scoprire qualcosa che ….
– si fermò fissandomi – … ti prego, io non so più cosa fare scegli tu mi hai fatto vergognare ma mi hai fatto anche eccitare portandomi in questo ristorante vestita come una puttana ed ora……sono tua, …la tua puttana… ti appartengo, puoi fare di me quello che vuoi, decidi tu. ”
Lei si offriva a me , forse lei aveva già scelto ma voleva che fossi io ad avere l’ultima parola. Voleva che scegliessi per lei
La musica soffusa ci riempiva la testa.
Non c’era più tempo dovevo decidere. Ma cosa fare? Da una parte Pan, remissiva, quasi sottomessa disposta al sacrificio, pronta a farsi trattare come una puttana pur di riavere le foto. Dall’altra io con le mie remore. Chi avrebbe potuto accettare di lasciar salire, su un taxi sconosciuto, la propria moglie, pesantemente truccata come una battona, con indosso unicamente calze e reggicalze, per essere portata ad un appuntamento con uno sconosciuto proprietario di night?
Alfredo era di nuovo davanti a noi.
Teneva tra le mani un tovagliolo blu. Categorico si rivolse a Pan “Ora ti devo preparare come vuole il tuo padrone Sushimi. ”
Pan sembrò scossa da quelle parole “Mi sembri turbata, ma devi imparare ad essere la schiava, la geisha del tuo padrone,ora vieni qui vicino a me”
Pan si divincolò da me, io non cercai di trattenerla. Guardai Alfredo soddisfatto e Pan che lo aveva raggiunto lasciarsi girare verso di me.
Avrei voluto dirle qualcosa per spingerla a non obbedire alle richieste di Sushimi, invece mi rendevo conto che la sua voglia di trasgressione aumentava ed ancora di più la mia eccitazione.
“Hai sempre fatto la santarellina. Non metto le minigonne. Le calze con il reggicalze fanno tanto “ donna da strada”…. – cercai di prendermi gioco di lei, non sapevo fin dove arrivava la mia rabbia o fin dove avrei voluto spingermi nella provocazione per evitare che cambiasse idea – ed invece non ti sei ribellata a nulla.
Hai fatto tutto ciò che ti veniva ordinato ti sei fatta trattare come una puttana senza ribellarti e in fondo,non negare, ti è anche piaciuto”.
Pan si stringeva nella mia giacca, come se così facendo potesse sentirsi più al sicuro. Si guardava i sandali con quei tacchi a spillo vertiginosi che non aveva mai portato fino a quella sera.
Alfredo le accarezzò i capelli “Ha ragione tuo marito. Hai accettato di restare ed inchinarti ai desideri di un padrone che neanche conosci.
E' solo un gioco ? o forse ti piace anche essere trattata così? “
Pan non rispondeva. “Possiamo continuare?” chiese Alfredo sapendo che né io né Pan ci saremmo opposti.
Io alzai le spalle e Pan si lasciò scivolare un “si” sospirato.
Alfredo le fece scivolare il tovagliolo sul suo collo e le chiese di supplicarlo di essere preparata come il suo padrone aveva chiesto.
Restai senza fiato nel sentirla pronunciare a mezza voce quelle parole “ vi prego, preparatemi come il mio padrone vi ha chiesto”.
Lui mi guardò, sorrise ed io restai in silenzio e senza che lei si ribellasse le bendò gli occhi.
Ormai sapeva che neppure io mi sarei ribellato alle condizioni che erano già state definite. Mi fece cenno di sedermi. Ora era sua o di Sushimi ed avrei atteso che fosse preparata per salire su quel taxi per farsi condurre all’appuntamento con il giapponese.
La guardavo ferma, in piedi , di fronte a quell’uomo che, ancora una volta, la stava preparando come la geisha da offrire alle richieste del suo padrone.
Pan sembrava compiacente quasi pronta a farsi usare a suo piacimento.
“Non la trovate eccitante? – mi interpellò – Ora la trasformerò come mi ha chiesto Sushimi, pronta per il suo locale,cameriera sexy ma chissà cos’altro ancora…” e scoppiò in una risata “ma sarà il suo padrone a decidere”
Ancora una volta usò il termine “padrone” sottolineando come Pan ora fosse un oggetto, una “cosa” nelle mani di qualcuno che non ero più io.
Poi rivolgendosi a lei “Non volevi, ma hai accettato senza esitare di essere esibita come vuole Sushimi”
Me ne stavo li allibito ma eccitato a godermi lo spettacolo di mia moglie nelle mani di quel perverso educatore.
Alfredo le sollevò il bordo della giacca, senza che lei si opponesse, mostrandomi il suo culo e le sue gambe. Era un momento troppo eccitante, audace e nello stesso tempo umiliante per lei: intravedere il suo corpo nudo, provocante, magnificamente sexy in quella sua tenuta in lingerie nera in quel ristorante poco romantico, decadente e misterioso.
“Se ti vedessi – le disse – ti troveresti troppo eccitante. Sushimi ti vorrebbe sempre così, per poterti esibire a suo piacimento. Gli piace trattarti come una puttana. ”
Sobbalzai sulla sedia.
“vedo che a tuo marito infastidisce che ti chiami puttana? Meglio sarà ancora più eccitante. ”
Mi alzai ma Alfredo mi spinse ancora seduto “non volevi essere la sua puttana per una notte? Ho solo realizzato i vostri desideri”
“Avreste dovuto esserle vicino quando l’abbiamo fotografata.
E’ stato eccitante vedere una signora per bene lasciarsi fotografare in pose così volgari. Ricordo il piacere che ha provato, i suoi brividi ed i suoi capezzoli tendersi allo spasimo”
Non trovavo neppure la forza di reagire, anche perchè ormai non provavo più alcun rimorso vedendola passiva, senza un tentativo di ribellione a quegli insulti.
Alfredo non stava facendo niente di diverso di quello che Sushimi gli aveva chiesto. Ricordavo bene cosa le aveva detto prima di uscire “ Sei uno stupendo fior di loto ti aspetto nel mio locale dopo che Alfredo ti avrà preparato adeguatamente”.
“Per eccitare la fantasia di tuo marito ti sei lasciata trasformare così volgarmente da sembrare una puttana … ma, Sushimi è ancora più perverso – riprese Alfredo – Devi essere ancora più sexy. Segui la musica. Socchiudi le labbra come se desiderassero di essere baciate”
Pan prese a muoversi seguendo la musica flessuosamente tenendo le labbra socchiuse. Si stava facendo plasmare da Alfredo ed eseguiva senza batter ciglio tutti i suoi ordini.
Alfredo si spostò verso la porta del ristorante, la socchiuse come se volesse lasciare lo spettacolo di quella ballerina in vista all’esterno. Ma lo scopo era un altro e me ne accorsi poco dopo quando alla porta si affacciò un anziano signore, piuttosto grassoccio. Alfredo gli fece un cenno per zittirlo. Era il tassista chiamato da Sushimi.
Il suo monito fu perentorio “Avete accettato le condizioni di Sushimi. Fra poco arriverà il tassista che accompagnerà tua moglie da Sushimi, ma prima vi concederò un ballo con lei”
Mi alzai , ma lui mi fece cenno di restarmene seduto.
Spinse Pan verso il tassista che la guardava esterrefatto
“Hai incominciato un gioco strano, hai sempre seguito le mie indicazioni e ormai questo perverso gioco ti incuriosisce sempre più – Sembrava volesse darle l’impressione di parlare con lei, ma in realtà era un modo per raccontare la sua storia al nuovo arrivato – E’ stato tuo marito a chiedermi di iniziare. Ma non immaginava che la tua disponibilità si spingesse tanto in la ed ora è solo uno spettatore di questa tua trasformazione.
”
Il tassista ascoltava sempre più interessato e compiaciuto.
Pan si fermò per un attimo, ma Alfredo le disse, meglio, le ordinò di ballare come le aveva chiesto. Pan riprese i suoi lenti movimenti continuando a tenere le labbra socchiuse. “Perchè non sollevi la giacca e ci fai vedere che sotto sei tutta nuda ?”
Pan inconsapevole di esibirsi di fronte ad uno sconosciuto, si sollevò sensualmente la gonna scoprendo il suo meraviglioso culo.
Era uno spettacolo indecente ma meravigliosamente eccitante.
“Tuo marito ti ha offerta a Sushimi perché tu possa essere trasformata nella sua geisha ma per questo ha accettato che tu venissi preparata adeguatamente, e così ti ha lasciato nelle mie mani, un estraneo che, senza scrupoli potesse spingerti ad accettare le richieste più oscene”
Pan ballava, e forse si eccitava sentendo la voce di Alfredo descrivere la sua discesa verso la depravazione.
“Sushimi diventerà il tuo padrone, è la persona giusta.
Potrebbe diventare il tuo educatore spingendoti a fare cose che tuo marito non avrebbe mai osato raccontarti e tanto per incominciare esibirti nuda nel suo locale”
Il suo racconto finì precisando che Pan aveva accettato di ritornare nuda dal suo padrone, da sola su un tassi. Si tolse dalla tasca un biglietto e glielo infilò tra il pizzo del reggicalze e la pelle “ quando sarai arrivata all’appuntamento leggerai quali saranno i nuovi ordini ed il tassista si farà garante che tu li esegua”.
Pan si muoveva ancora inconsapevole di essere osservata da un nuovo sconosciuto lasciando che Alfredo le infilasse il foglietto a contatto della sua pelle.
Alfredo nuovamente e freddamente mi chiese se volessi continuare quello che avevo iniziato. Ero bloccato, la presenza dello sconosciuto mi stava inibendo. Guardavo quel ciccione.
“Anche tuo marito ormai non si oppone a nulla” le disse Alfredo che abbracciò Pan facendola scivolare sempre più in un lento movimento al tassista.
La guardai impietrito, ma solo per pochi secondi perchè Alfredo si fermò e la lasciò sola.
“Ti senti umiliata per tutte le volgarità che ti ho detto? – le disse accarezzandole il collo – ma ormai non puoi fermare il gioco impudico a cui ti sei prestata, vorresti non essere qua ma d’altra parte non riesci neppure a fermare la tua curiosità di scendere questa scala della perversione e scoprire i piaceri pericolosi e senza limiti della sottomissione.
Fra poco sarà qui il tassista per prenderti e portarti da Sushimi. Pensa quando salirai da sola, nuda sul tassi ed uno sconosciuto vedendoti vestita in quel modo non potrà che pensare che sei una battona. Trovo che questo sia molto eccitante. “
La fece girare su di se fino a farla barcollare lasciando che fosse il tassista a sorreggerla. Mi alzai ma Alfredo più veloce di me mi appoggiò una mano sulla spalla spingendomi di nuovo a sedere.
Ad un gesto di reazione seguì la mia passività nel vedere Pan abbracciata da quello sconosciuto ondeggiare nelle sue mani.
Ero seduto senza sapere cosa volessi fare realmente, se strapparla a quel gioco che sembrava spingersi troppo oltre oppure… già oppure cosa?.
Uno sconosciuto , un’altro sconosciuto stava usando Pan a suo piacimento
La vedevo stretta nelle mani di quello sconosciuto. Sentivo una vergognosa eccitazione ricrescermi dentro: gelosia mista ad orgoglio nel vederla così sottomessa.
Era possibile che non si accorgesse che uno sconosciuto la stava abbracciando? Sembrava che in fondo fosse ciò che volesse anche lei.
“Ti dovrai vergognare per come verrai offerta ad uno sconosciuto. Sushimi ha promesso al tassista che ti porterà da lui che potrà accarezzarti impunemente per tutto il viaggio” ed alla fine le chiese se fosse pronta ad andare all’appuntamento. Lei taceva ballava ancora barcollante abbracciata allo sconosciuto.
“chi tace acconsente , ovviamente – disse Alfredo a voce ferma – le regole le conosci e le hai accettate e sai come dovrai essere preparata….
senza quella stupida giacca addosso”
Alfredo si avvicinò ai due e scivolò con i polpastrelli delle dita sulle labbra di Pan facendogliele socchiudere. Pan stava assumendo un’espressione volgarmente eccitata.
“ Allora vogliamo vedere questa puttana nuda? Puoi spogliarla” e sorridendo fece un cenno di consenso al tassista
Sussultai sulla sedia. Il tassista non se lo fece ripetere, iniziò a slacciare i bottoni della giacca di Pan, sgranando gli occhi per la sorpresa che gli si stava presentando.
Pan inebetita si lasciava fare ed io assistevo passivamente a quella scena. Prese i lembi della giacca, li scostò scoprendole lentamente le tette. Vidi la pelle di Pan accapponarsi nuovamente mentre io accettavo quello che non avrei mai pensato. Si lasciò sfilare completamente la giacca restando nuovamente nuda con quella feticistica tenuta calze e reggicalze su quei sandali altissimi abbracciata allo sconosciuto.
Alfredo tolse da tasca una corda prese le braccia di Pan e gliele tese dietro la schiena.
Quando Pan si accorse che gliele stava legando cercò di ribellarsi “no, la prego,non voglio” Ma era una sterile e non convinta difesa.
“Non volevi trasformarti nella puttana di tuo marito? Cosa può dire tuo marito di te vedendoti ora in questo modo? Che sembri veramente una puttana, ma credo che sarebbe più eccitante sentirtelo dire nuovamente voglio sentirti dire “Sono la tua puttana, mi puoi usare come vuoi”.
Pan ferma davanti al tassista che se la mangiava con gli occhi , respirò profondamente, i capezzoli ritti poi con un filo di voce gli sussurrò quello che le stava chiedendo Alfredo.
“sono la tua puttana, mi puoi usare come vuoi”. Ovviamente non sapeva a chi si stesse rivolgendo mentre a me che ero li ad assistere a tutta quella scena, quella frase detta ad uno sconosciuto mi fece rabbrividire
Nuda come se si stesse offrendo veramente non ci potevano essere equivoci sembrava proprio una sfacciatissima puttana.
Alfredo le accarezzò di nuovo le labbra, “Socchiudile, sii sensuale, le tue labbra sembravano votate solo per dare piacere, sembra che tu sia fatta apposta per quello o sbaglio?”
Doveva sentire un senso di vergogna nuda in quel ristorante le dita di uno sconosciuto scivolare sulle sue labbra ma quella vergogna sembrava anche eccitarla al pensiero che mai avrebbe immaginato di depravarsi in quel modo.
Pan Socchiuse le labbra.
Non mi ribellai e neppure al contatto delle mani di Alfredo sul suo corpo , la vedevo fremere senza alcuna resistenza. Poi come una pugnalata un ordine perentorio “fammi vedere come bacia una puttana”
Era troppo volevo reagire, mi alzai ma l’irreparabile era già accaduto. Il tassista avvicinava le sue labbra a quelle di Pan che si lasciò baciare in bocca mentre lui aveva iniziato a frugarla. Le sue mani le scivolavano addosso stringendo le sue tette , correndo lungo le sue braccia legate dietro la schiena fino ad arpionarle le chiappe ed alla fine arrivare al suo sesso, frugandolo a fondo con quelle mani grasse e disgustose, fino a farla scuotere dal piacere.
Mai avrei pensato la piega che avrebbe avuto quella serata e che lei , una seria e rispettabile professionista di giorno, avrebbe potuto abbassarsi a tanta depravazione. Ma era ormai troppo tardi. Si stava facendo trattare come una puttana, non ci potevano più essere equivoci, anche se allora non ero ancora a conoscenza di come era stata ritratta in quelle famose foto.
A quel punto Alfredo le tolse il tovagliolo dagli occhi. Lei si bloccò inebetita trovandosi di fronte quello sconosciuto.
Era davvero stupore? Possibile non avesse capito che non fossi io? Mi guardò. Forse si sentì sprofondare per quello che aveva fatto. Non sapevo cosa dirle. Abbassammo entrambi lo sguardo per la vergogna che l’aveva trascinata a godere in quel modo. Eppure ancora non si ribellava mentre il tassista ormai eccitato continuava ad accarezzare quella preda sottomessa al suo piacere.
Alfredo lo fermò e gli chiese di rispettare la richiesta e portarla all’appuntamento con Sushimi.
Il tassista non protestò,
“Sei arrivata al punto di non ritorno ed hai dimostrato la tua disponibilità a continuare, di non saper resistere a questi perversi desideri che hai accettato incondizionatamente. Ora ti lascerai condurre da Sushimi e, se non ti opporrai, lui saprà spingerti ancora oltre al limite del tuo pudore”.
Spinse Pan verso la porta aperta e lei legata e sottomessa si lasciò trascinare in strada. Un’auto passò sul lato opposto della strada ed il feroce colpo di trombe fece chiaramente intendere che la sua presenza non era passata inosservata.
Pan salì sul tassi e chiusa la portiera vidi l’auto allontanarsi.
Restai solo con Alfredo “Hai visto è stato molto semplice. Con il cuore in gola ma l’ha fatto,ha ubbidito a questo mio ultimo ordine è uscita nuda come Sushimi mi aveva chiesto. Non ti resta che raggiungerla e dire a Sushimi cosa vuoi fare”
Quello che era successo era troppo, il gioco troppo audace stava diventando troppo pericoloso ed il rischio di perdere il controllo mi faceva paura.
Non potevamo continuare, eppure Pan ora stava viaggiando nuda sulla vettura di quel tassista che si era appena divertito con lei, come era stato possibile? Non mi ero ribellato nel lasciarla nelle mani di un estraneo, ma vederla così succube ed ubbidientemente sottomessa ad ogni perversione mi inquietava.
Alfredo stava chiudendo,ed io stavo ancora aspettando il mio tassi. Lo interruppi per avere la certezza che il tassi stesse arrivando. Lui sorrise, mi rassicurò ma lasciò una frase sospesa” e se la lasci al giapponese, vedrai cosa ha ancora in serbo per lei”
Era ora di smetterla con quel giochetto di detto e non detto, avevamo sbagliato nel farci trascinare in quel gioco, sarei andato a riprendermi mia moglie e tutto sarebbe finito li.
Eppure non riuscii a trattenere la curiosità e gli chiesi quali sarebbero state le intenzioni di Sushimi se per caso avessi deciso di lasciare continuare Pan in quel gioco
“La vuole trasformare nella sua geisha, una schiava di piacere disposta a tutto. La farà girare con indosso mini abiti così succinti da farla vergognare, la farà esibire nel suo locale e servire ai tavoli come questa sera. Vorrà vederla ancor più indecentemente , mi ha detto che l’idea di pervertire una signora così per bene lo eccita enormemente, ma non ti voglio anticipare nient’altro – disse chiudendo l’ultima saracinesca- chiedilo a lui”.
“Dimenticavo – mi disse Alfredo consegnandomi un altro foglietto – se vuoi leggerlo è la copia degli ordini che Sushimi le ha dato una volta che sarà arrivata da lui”. Abbassò la saracinesca e mi lasciò ad attendere il tassi.
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