Al mare con una coppia di amici! 02
rilasciato 17.05.2017 in categoria sesso raccontoLa mattina seguente mi svegliai lentamente, appesantito dal sonno. La luce del sole entrava da uno spiraglio della finestra e illuminava a malapena la stanza. Giulia non era a letto, ma la sentivo parlare e ridere nell’altra stanza. Guardai l’orario sul cellulare scoprendo che erano passate le 11.
Mi alzai lentamente e mi diressi verso gli amici. Stavo strofinando gli occhi quando mi affacciai alla loro porta, vedendo una scena tanto simpatica quanto strana: erano tutti e tre sul letto, completamente nudi, tranne per la mia ragazza che indossava un perizoma quasi invisibile; Luca era steso sul letto a pancia in su e con le gambe aperte; Claudia con il rasoio gli stava radendo i peli pubici e Giulia sosteneva il pene mezzo duro così che non intralciasse la rasatura.
Dissi ridendo e con voce arrocata:”Cosa cazzo state facendo?”
Allora si accorsero della mia presenza e scoppiarono a ridere.
Giulia:”Preparati che poi tocca a te, ti vogliamo tutto pulito e senza peli!”
Non mi ero mai depilato integralmente. Forse era una buona idea visto che ormai avevo peli ovunque che mi davano fastidio. Andai in cucina e preparando il caffè mi accorsi di essere nudo e di avere ancora l’alza bandiera mattutino.
Finita la colazione e dopo essere stato al bagno, tornai dagli altri e vidi un’altra scena eccitante. Questa volta Luca era a pecorina sul letto e Claudia lo stava depilando sul culo e tra le chiappe mentre Giulia continuava ad accarezzargli il cazzo, ormai duro, mungendolo. Non potei far a meno di notare quanto mi piacesse ora quel culo senza peli. Il pene mi si innalzò immediatamente.
Quando toccò a me, le ragazze si dimostrarono molto dolci e sensuali.
Giulia doveva tenere sempre in mano il mio palo di carne perchè sempre duro. Luca andò a farsi una doccia mentre la procedura su di me procedeva velocemente e senza intoppi. Dal petto al pube, dallo scroto ai polpacci, dalla schiena al culo, ogni pelo mi venne tolto di dosso.
Mi sentivo stranamente alleggerito e pulito, come mai mi ero sentito prima d’ora.
Anch’io feci una rapida doccia per togliermi ogni residuo di peluria.
Tornai in camera per cercare qualcosa da mettermi addosso quando sopraggiunse Luca.
Luca:”Non metterti niente dai, in casa possiamo stare comodi!”
Io:”Hai ragione…ma sicuro che non dia fastidio a te o a Claudia se giro nudo?”
Luca:”Ma no, tranquillo! Ah già, le ragazze sono andate al supermercato a comprare del cibo per fare da mangiare. Se hai bisogno di qualcosa chiamale ora così ti prendono quello che vuoi. ”
Io:”Va bene grazie, ma non mi serve nulla di particolare per adesso.
”
Luca:”Ok, ascolta ti propongo una cosa. ” Disse con aria maliziosa e mostrandomi i due piccoli plug che avevano messo la notte precedente le nostre ragazze. “Ti andrebbe di metterlo?”
Io:”Metterlo io?” Mi aveva spiazzato.
Luca:”Si, io e te. Sarà eccitante e divertente. Possiamo fare una gara se vuoi, chi lo tiene più a lungo vince. ”
Io:”Ah, divertente. E cosa si vince?”
Luca:”Mmm potremmo fare che chi lo tiene più a lungo si può scopare la morosa dell’altro!
Io:”Davvero? E saranno d’accordo le altre?”
Luca:”Credo proprio di si, insomma ormai stiamo facendo di tutto e di più insieme quindi non penso rifiuterebbero.
Comunque sia è meglio se glielo diciamo solo quando avremo finito la gara!”
Ero divertito e un po’ imbarazzato. Allo stesso tempo intrigato dal provare una nuova cosa:”Va bene, perfetto. Ma tu sei già abituato a tenerlo? Perchè altrimenti sei avvantaggiato!”
Luca:”Non l’ho mai tenuto per più di 10 minuti…si, sono in vantaggio rispetto a te perchè sono leggermente abituato alla cosa mentre tu non l’hai mai provato. Credo comunque che valga la pena di giocare, non pensi?”
Io:”Si, giochiamo.
”
L’amico si posizionò sul letto a pecorina e mi passò il lubrificante. In quella posa mi eccitava tantissimo vedere il suo culo e la sua rosellina perfetta, con sotto le palle gonfie ed il pene pendulo. Non resistetti ed appoggiai la lingua al suo buchetto, leccando profondamente. Era profumato e morbidissimo. I mugolii di piacere di Luca mi ridestarono.
Io:”Scusa, mi sono lasciato andare. ”
Luca:”Non preoccuparti, mi è piaciuto molto!
Spruzzai il lubrificante sull’ano, ora rilassato grazie alla mia lingua e lo massaggiai delicatamente con il pollice.
Cominciavo a sentire un certo desiderio nel culo, una voglia che mai prima avevo sentito. Feci scivolare dentro di lui il plug, con un colpo secco fu tutto dentro. Soddisfatto, il ragazzo si alzò e mi invitò a prendere il suo posto.
Speravo di non sentire troppo male ma ero rilassato e voglioso di provare. Mi misi a pecorina e subito dopo sentii le dita di Luca che mi stimolavano l’orifizio anale, lubrificate dal gel.
Mi stava piacendo. Inseriva lentamente la punta dell’indice per poi ritrarla, entrando un po’ di più la volta successiva. Stava lavorandomi il culo proprio come aveva fatto con Giulia. Dopo qualche minuto di piacere, inserì lentamente il plug. Quando fu tutto dentro di me, mi sentivo riempito ed appagato. Ora volevo vedere quanto sarei resistito con il dildo nell’intestino; sicuramente avrei fatto il possibile per vincere la gara, in modo da potermi scopare la formosa Claudia!
Le ragazze tornarono con la spesa e si misero subito ai fornelli.
Preparavano pasta al tonno con qualche contorno semplice. Luca ed io eravamo mezzi coricati sul divano, chiaramente nudi, guardando la tv. Le nostre donne non ci misero molto tempo a capire che portavamo saldamente piantati nel culo i plug anali e divertite si stupirono della nostra scelta.
Io:”Vogliamo vedere chi di noi due lo tiene più a lungo!” Spiegai.
Giulia:”E ti piace Mattia? Vero che è bello?” Mi disse maliziosamente.
Io:”Si mi piace!”
Infatti godevo nel sentire il dildo dentro di me, anche se dopo una mezz’oretta di tempo cominciava a darmi leggero fastidio.
Volevo assolutamente farmi Claudia perciò avevo intenzione di resistere il più possibile.
Finito di mangiare ci preparammo per andare in spiaggia, erano già le due del pomeriggio! Luca guidò per la solita stradina impervia, stretta e piena di curve. Ci alternavamo solo io e lui al volante, le fanciulle erano capaci di guidare ma molto maldestre, come si dice delle maggior parte delle donne. Luca era un guidatore tranquillo, poche volte correva, il tipo ideale per quel genere di strade.
Raggiungemmo la spiaggia del giorno precedente e dopo aver piantato gli ombrelloni ci stendemmo a prendere il sole. Le ragazze in topless, mostravano orgogliose le loro tette ricevendo, di tanto in tanto, commenti sussurrati dagli uomini che passavano vicino. Luca ed io portavamo slippini aderenti.
Dopo un’ora e dopo due birre, il plug mi faceva quasi male. Dovevo resistere.
In acqua giocammo a pallavolo ed oltre alla palla, volavano palpate a destra e a manca.
Toccavo tette e culi delle donne e a volte anche le chiappe di Luca. Cosi facevano pure gli altri, in un movimento di mani confuso. Il mio pacco era massaggiato a turno dalle due fanciulle quando cercavano di prendermi il pallone: erezione perenne inevitabile.
Usciti dall’acqua entrambi noi maschietti avevamo i cazzi in tiro, che quasi uscivano dagli slip. Le altre si divertivano e ci prendevano in giro.
Ad un tratto Luca disse:”Mattia, hai vinto, lo devo togliere perchè mi sta facendo un male cane!”
Infilò una mano nelle mutande e piano estrasse il dildo con estrema compiacenza.
Quasi non ci credevo, avevo vinto la sfida! Subito tirai fuori il mio plug, stremato dalla sua presenza dentro di me.
Io:”Ora ragazze vi sveliamo il premio che avevamo fissato per chi vinceva la sfida!” Dissi contento.
Luca:”Chi vince si scopa la ragazza dell’altro. ” Pronunciò queste parole a malincuore.
Giulia:”Che cosa!?” Sorpresa.
Claudia:”Quindi dovrei scopare con Mattia!” La donna sembrava molto interessata.
Io:”Cosa ne pensate? Ovviamente solo se tu, Giulia, mi dai il permesso.
Anche Claudia deve essere d’accordo. ”
Seguì un attimo di silenzio, ci guardavamo negli occhi tutti e quattro, sorridendo.
Giulia:”Ci sto. Hai vinto quindi è giusto che ti prenda il tuo premio. Però vorrei essere presente per assistere. ”
Claudia:”Anche per me va bene! Se Luca sarà al mio fianco, sarà divertente per tutti!”
La giornata aveva preso una piega molto favorevole. Mi venne un’idea.
Io:”Che ne dite se lo facciamo in una spiaggia? Non vorrei creare falsi illusioni, ma magari qui vicino c’è ne una non frequentata.
Chiedo a quel ragazzo. ”
Claudia:”Daii, sarebbe fantastico!”
Mi avvicinai ad un giovane sui 25 anni e gli chiesi chiaramente se nei dintorni ci fosse una spiaggia deserta, in cui poter fare cose sconcie.
Lui:”A due chilometri da qui, andando verso sud seguendo la riva del mare, c’è un posto come quello che stai cercando. Ci si arriva solamente a piedi quindi ti conviene lasciare qui l’auto. Quel luogo sarà al massimo di quindici metri quadrati, circondato dagli scogli, non ti vede nessuno.
E’ spesso frequentato poichè è l’ideale per chi fa sesso in spiaggia e lo conoscono in molti. Solitamente vi entra solo una coppia alla volta per lasciare l’intimità. Non so il motivo ma esiste questa regola non scritta: se trovi un indumento davanti al passaggio tra gli scogli, per accedere alla spiaggetta, devi attendere finchè quelle persone non hanno finito. Poi quando entri tu, lasci una maglietta o un costume nello stesso posto, così nessuno ti disturba.
Però fai attenzione con l’alta marea perchè potrebbe anche diventare pericoloso. ”
Salutai il nuovo prezioso amico e andai subito a riferire queste notizie sorprendenti agli altri.
Come mi aspettavo, non persero tempo e accettarono la nuova meta. Stipammo gli ombrelloni in macchina, per poi incamminarci cantando verso sud, con qualche telo in spalla e l’acqua del mare che ci lambiva i piedi.
Dopo dieci minuti di passeggio la spiaggia finì e ci inoltrammo in un boschetto di bassi arbusti e pochi alberi; più proseguivamo seguendo la costa e più la vegetazione si infittiva.
Dopo un altro quarto d’ora di cammino trovammo il nostro covo. Era impossibile sbagliare poichè gli scogli interrompevano la riva e si allungavano per una ventina di metri verso il mare. Girammo attorno a quella specie di anello di roccia per cercarne l’entrata. Quest’ultima non si vedeva perchè coperta da folti cespugli, ma ben legato ad uno di essi vedemmo un reggiseno. Da quel particolare capimmo sia dove si trovasse l’entrata, sia che la spiaggia oltre gli scogli era occupata.
Non potemmo far altro che allontanarci di una cinquantina di metri e restare ad attendere.
Per fortuna dopo una dozzina di minuti vedemmo uscire una coppia di mezza età. La signora recuperò il reggiseno e se ne andarono. Contenti e eccitati corremmo agli scogli. Mi tolsi il costume e lo incastrai nel cespuglio in modo che fosse ben visibile, mi abbassai ed entrai nell’antro segreto.
Quello che vidi non era esattamente come me lo ero immaginato, ma una semplice piccola spiaggia attorniata da alti scogli.
Una parte era all’ombra mentre un’altra al sole. Posizionammo i teli coprendo una vasta area. Ci sedemmo. Io e Claudia ci guardammo intensamente. Era il nostro momento.
Le saltai addosso voglioso, prendendole la testa con una mano, baciandola. Con l’altra mano le sfilavo la parte inferiore del costume, l’unico pezzo rimasto. La sua bocca era dolce e la sua lingua si muoveva moltissimo. La ragazza era molto vogliosa, come me, eccitata ed ansimante.
Toccai la sua figa umida e cominciai a masturbarla con due dita, infilandole in modo deciso. Il mio cazzo scivolava tra le due mani duro e teso.
Passai a baciarle i seni, mordendo i capezzoli e succhiando tutto quello che le mie labbra trovavano. La fanciulla gemeva ingorda, premendomi la testa sulla mammella che stavo baciando.
Lussurioso mi alzai in piedi, invitandola a prendere il bocca il membro. Non esitò, posizionandosi sotto di me ed aprendo bene le fauci affamate.
Il cazzo entrò quasi tutto nella sua gola, lo faceva scivolare rapido dentro e fuori e in un attimo fui ricoperto di saliva. Mi guardava dritto negli occhi mentre mi faceva godere. Era bravissima, succhiava l’asta e la cappella senza fermarsi un attimo. Ogni tanto scendeva con la bocca a leccare e ciucciare le palle continuando a masturbarmi il cazzo.
Guardai gli altri. Erano nudi vicino a noi, ci osservavano ammirati e rapiti, mentre si masturbavo a vicenda.
Giulia teneva in mano il grosso cazzo di Luca e gli regalava una lenta ma profonda sega. Lui invece lavorava freneticamente con due o tre dita dentro di lei, forse anche mettendogliene uno nel culo. Stavano godendo con noi.
Mi accorsi di essere quasi al limite. Non sono mai stato uno che dura tanto, purtroppo. Interruppi Claudia dall’ottimo pompino che mi stava facendo, per metterla a pecora sul telo. Andai dietro di lei e con il membro le accarezzai la passera, dal clitoride alla vagina, per poi entrare con un colpo secco.
Lei urlò di piacere. Cominciai a pompare con decisione, aiutandomi con le mani sui suoi fianchi. La figa era stretta al punto giusto e soprattutto cremosa, stracolma di umori, tanto che li sentivo scendere sulle gambe ad ogni affondo.
Le piantavo dentro il cazzo senza fermarmi; le tiravo qualche sonoro schiaffo sul suo bel culo tondo; mi aggrappavo alle sue tettone stringendole. Il ritmo aumentava ancora, i suoi gemiti pure. Quando le strizzai un capezzolo e nello stesso momento infilai il pollice dell’altra mano nel suo ano intriso di liquidi, lei venne in un orgasmo incredibilmente potente.
Pigiavo ancora il pisello nella sua caverna bollente per tutto il tempo in cui urlava il suo godimento.
Dopo quasi un minuto di piacere, uscii da lei che spossata si ricompose soddisfatta. Mi prese il cazzo e cominciò a menarlo velocemente. Mi bastarono pochi attimi per venire e riempirle le tette di sborra. Godetti incredibilmente, euforico per la scopata fantastica appena compiuta scaricai tutto me stesso su di lei.
Quando sentii gli altri due urlare, li vidi godere insieme.
Luca schizzava ovunque il suo seme grazie alla sega fatta da Giulia che aveva occhi chiusi e testa all’indietro, gemeva per i ditalini dell’amico. Appena si ripresero, si avvicinarono a Claudia e presero a leccarle un seno ciascuno, succhiando tutto il mio succo.
Un rapido bagno in mare ci permise di darci una pulita. Abbandonammo quell’angolo di paradiso con dispiacere. Stavamo lasciando un luogo che oramai era nostro, nei nostri cuori e nelle nostre menti.
Un altro giorno in spiaggia si concludeva, stanchi ma estremamente soddisfatti e felici ci incamminammo verso casa.
La serata prometteva bene. Ordinammo delle pizze e ce le gustammo bevendo dell’ottima birra danese, densa, rossa e amara al punto giusto. Alle ventidue i nostri programmi per la notte furono spazzati via da un temporale insistente. Dovevamo visitare qualche nuovo locale, un pub ed una discoteca all’aperto, ma ci trovammo a dover restare chiusi in casa a guardare la televisione.
Non faceva freddo, ma tenevamo i termosifoni accesi per poter rimanere nudi. Era ormai diventata una necessità, una libertà che dovevamo concederci tra noi, nel nostro appartamento, sempre!
Le birre e le partite a briscola proseguivano, come gli show sullo schermo. Eravamo annoiati, privi di quella scintilla che animava l’atmosfera. Verso mezzanotte Giulia disse che sarebbe andata in camera a leggere uno di quei suoi libri sdolcinati. Luca volle farsi la doccia.
Io e Claudia continuammo a giocare a carte per un po’ ma dopo l’ennesima partita rinunciammo.
Le presi la mano dolcemente e le dissi:”Dimmi la verità, ti è piaciuto oggi?”
Claudia:”Sai già la risposta. ” Sorrise.
Io:”Voglio sentirmelo dire!”
Claudia:”Mattia..certo che mi è piaciuto! Sei uno stallone!”
Io:”Hahaha, ti ringrazio! E’ stato bellissimo davvero e poi fai dei pompini fantastici. ”
Claudia:” Chissà magari potremmo rifarlo, anche quando torneremo a Milano. ”
Io:”Mi piacerebbe molto. ”
Detto questo, sentimmo dalla camera da letto arrivare dei gemiti, chiaramente appartenenti a Giulia.
Claudia mi guardò curiosa, ci alzammo insieme e ci dirigemmo nell’altra stanza.
L’abat joure dava una calda e soffusa atmosfera alla sala: Luca era steso sul letto, ancora bagnato dopo essersi lavato; sulla sua faccia era inginocchiata la mia ragazza, si stava muovendo ritmicamente e stringeva i seni con le mani. Dal quello che vedevo capii che Luca era un ottimo leccatore di figa, stava facendo impazzire quella donna solamente con qualche rapido tocco di lingua sul clitoride.
Claudia salì sul materasso e si avvicinò a Giulia, cominciò a palparle il culo ed il seno mentre le baciava il collo con passione. L’arrivo dell’amica aumentò il piacere provato dalla fanciulla che ora ansimava pesantemente.
Mi accorsi di come Luca fosse eccitato, il suo randello si stendeva durissimo e teso in cerca di qualcuno che potesse dargli sollievo. Le due lesbiche però erano impegnate tra loro. Non persi tempo e mi sedetti sul letto tra le sue gambe aperte.
Avvicinai lentamente la mano al cazzo in tiro, toccandolo prima con i polpastrelli. Le vene in rilievo sembravano scoppiare, la cappella era tirata al limite. Lo impugnai con decisione. Il ragazzo grugnì la sua approvazione. Sentirlo nella mano così forte e tenace, mi eccitò all’inverosimile; iniziai a fargli una sega, facendo scivolare le dita dalle palle alla cappella. Era grosso e lungo, più del mio. Mi sembrava fantastico avere a disposizione un arnese di quell’ottima qualità, possente, energico e terribilmente mascolino.
I testicoli andavano su e giù insieme alla mia mano, sbattevano sul materasso colmi di dolce nettare.
Avvicinai la lingua alla cappella violacea: era calda. Passai tutta l’asta e leccai tutto, fino alle palle. Lo scroto era morbidissimo. La masturbazione continuava e lappavo le dolci ghiandole genitali, le succhiavo piano, le prendevo in bocca ed assaporavo sul palato, lisce ed invitanti.
Mi scostai poi, per prendere in bocca l’arnese. Lo infilai in gola fino a metà, per poi farlo uscire e riprenderlo dentro.
Era il primo pompino che facevo, ma scoprii di amare moltissimo quella pratica. La grossa cappella pulsava sotto i colpi della mia lingua, era succosa, tesa e sensibile. Giocherellavo con le dita sullo scroto, andando ad accarezzare anche il buchetto. Presi a succhiare il glande con passione, mi piaceva un sacco tenere il bocca quel pezzo di carne durissimo. Luca godeva e boccheggiando mi faceva capire quanto gli piacesse il sesso orale che stavo fornendo.
Intento nel mio lavoro non mi accorsi che Claudia aveva abbandonato la postazione per piazzarsi dietro di me, che abbassato a succhiare il pene, tendevo il culo verso l’alto. La ragazza mi accarezzò le chiappe pelate palpandomi, mentre con una mano afferrò il mio cazzo rigido e portandolo verso di se, iniziò una sega liberatoria. Appoggiò la lingua al mio ano voglioso ed iniziò a leccarmi profondamente; nel frattempo mungeva il bastone con perizia.
Sentire la lingua della fanciulla lavorare sull’orifizio mi portò all’estasi. Mai avrei creduto di poter provare tanto piacere in quel punto; contraevo i muscoli ad ogni passaggio di lingua, eccitato oltre ogni limite, la risucchiavo dentro di me.
Abbandonai il pompino per impegnare la bocca nel succhiare i testicoli, mentre la mia mano procedeva furiosa la sua corsa sul quel cazzo enorme e stupendo. Masturbarlo era un privilegio, mi sentivo al settimo cielo.
All’improvviso lo sentii contrarsi tra le dita e subito dopo eruttò una valanga di sperma bollente che mi finì soprattutto in faccia. Mentre spremevo il poderoso cilindro, mi precipitai a raccogliere tutta la sborra con la bocca, leccando e succhiando pube, cosce e cazzo.
Giulia venne subito dopo, finalmente. Luca era riuscito a far godere quella cagna in calore, che urlò profondamente il suo desiderio coprendo di umori il muso del ragazzo.
Sentirla gemere mi permise di lasciarmi andare. La lingua sul mio culo non si fermava mai e mi regalava momenti intensi. Claudia masturbò il mio pene allo stremo, fino a che pure io scoppiai il mio seme. Uno schizzo. Due. Tre. Quattro. Cinque. Riempii il materasso sotto di me bagnandolo, ma godendo come un pazzo. Gemetti forte durante l’orgasmo, liberato ed esaltato da esso.
Appagati e soddisfatti ci riprendemmo lentamente, per poi abbracciarci insieme, con amore.
Luca:”Cazzo Mattia, mi hai fatto un pompino coi fiocchi!”
Sorrisi contento e dissi:”Grazie Claudia, mi hai fatto vedere le stelle!” Accarezzandola in viso.
Giulia:”Complimenti Luca, hai una lingua di fuoco! Non avevo mai avuto un orgasmo del genere!”
La povera Claudia però era ancora vogliosa. Ci chiese gentilmente di occuparci di lei. Giulia si stese a pancia in su sul materasso, Claudia sopra di lei a 69 per ricevere sesso orale dall’amica.
Io infilai il cazzo moscio tra le fauci di Claudia che lo accolse volentieri, mentre Luca glielo piantava nell’utero. Eravamo tutti a disposizione, lavorando ad un unico scopo: farla impazzire di piacere.
La mia donna succhiava il clitoride con passione e trasporto, infondendole un continuo ed inesorabile benessere, ma subendo continuamente colpi sul naso dai testicoli di Luca. Quest’ultimo la scopava ferocemente, scivolando dentro e fuori dalla sua fica bollente per farla godere al massimo livello.
Io intanto avevo tra le mani la testa di Claudia, muovevo il bacino avanti e indietro facendo scomparire il cazzo tra le sue labbra. Il pene mi tornò duro in pochi secondi vedendo la donna che mi fissava negli occhi, eccitata e vogliosa, ma sottomessa da due giovani contemporaneamente. Le ficcavo il palo fino in gola, tanto che con le labbra arrivava a toccarmi il pube. Lacrime sottili presero a scendere dai sui occhi marroni a causa della mia presenza in lei, ma non mi fermai per un solo attimo poichè sapevo che la stavo facendo godere come una cagna.
Pochi minuti di quel rude trattamento permisero alla fanciulla di esplodere: le tremavano convulsamente le gambe e urlava come poteva, nonostante il mio cazzo continuasse a scoparla. Chiuse gli occhi e si abbandonò alla lussuria.
Claudia si riprese del tutto solo dopo qualche minuto e ci ringraziò tutti per l’orgasmo ed il piacere che le avevamo fatto provare. Fui soddisfatto per il mio lavoro, d’altra parte a volte, una donna gode davvero se viene trattata come una troia.
Quella notte dormimmo tutti sullo stesso letto, vicini, entusiasti per la serata emozionante appena passata. Avevo provato nuove esperienze e scoperto nuovi piaceri, mi sentivo assolutamente appagato, in paradiso.
Il mattino seguente fummo svegliati da un tuono spaventoso. Erano già le dieci, ma nessuno si era alzato prima, eravamo troppo stanchi dalle fatiche della serata.
Il temporale che impazzava sopra le nostre teste dichiarava la solita sentenza: dovevamo rimanere chiusi in casa.
Ci trascinammo lentamente in cucina e assonnati facemmo colazione.
Le ragazze avevano indossato due perizomini blu, uguali, che le rendevano ancora più sexy. I loro culetti ballavano in giro per la casa, mantenendo l’erezione mattutina sia per me che per Luca. Il latte freddo ci risvegliò un po’ dal torpore.
Andai in bagno ed entrai in doccia. L’acqua calda era un piacere sulla pelle, rilassava i muscoli e rassodava la pelle.
Mi insaponai a lungo, beandomi del benessere provocato dal sapone sui pori.
Quando decisi di spegnere l’acqua, Luca si precipitò nel bagno.
Luca:”Aspetta dai, vengo anche io!” Sorridendo.
Aprì l’anta della doccia ed entrò sotto il caldissimo getto. La doccia era davvero piccola, perciò i nostri corpi erano vicinissimi. Uno di fronte all’altro ci guardavamo compiaciuti. Mi piaceva il suo corpo. Più basso di me era dotato di massa muscolare soda ed elastica.
Gli addominali soprattutto attiravano la mia attenzione: non troppo esposti, ma abbastanza in rilievo da poter mangiarli con gli occhi.
Si avvicinò a me ancora di più e le nostre labbra si incontrarono. Le lingue danzavano tra noi, scambiandosi effusioni. Con una mano gli palpavo il culo e con l’altra accarezzavo la sua pancia muscolosa. Lui invece mi prese la testa per baciarmi con una passione estremamente erotica. I nostri falli si alzarono insieme e si incrociarono come lame duellanti.
Gli stimolavo il buchetto con dolcezza, lasciandomi trasportare dal bacio. L’acqua calda si infrangeva su di noi, lubrificando i nostri corpi bollenti di passione.
Luca si staccò da me e mi guardò negli occhi sorridendo:”Devo ringraziarti per quello che hai fatto ieri sera. ”
Si abbassò inginocchiandosi di fronte a me, afferrò il mio sesso e se lo portò alla bocca. Gemetti. La sua bocca era calda e morbida, il pene scivolava facilmente dentro di essa e godevo di ogni suo tocco di lingua.
Mi abbandonai al piacere appoggiandomi al muro, chiusi gli occhi e smisi di pensare. Volevo godermi quel magico momento, volevo ascoltare tutti i miei sensi. Sentivo il rumore dell’acqua che perennemente sprizzava dalla doccia, sentivo lo schiocco ritmico prodotto dal mio cazzo che entrava ed usciva dalla gola dell’amico. Percepivo il calore sulle spalle e sul busto, mentre dal pube mi arrivavano stimoli di piacere intensi.
Il ragazzo si alzò, contento per il lavoro svolto e mi chiese una cosa inaspettata:”Per favore, inculami.
Voglio sentirti dentro di me. ”
Rimasi un attimo spiazzato.
Fino ad allora avevamo giocato con mani e bocche, con cazzi e culi, ma non credevo che avrei affrontato così apertamente il sesso anale con Luca. Quando assimilai l’informazione, capii che non mi sarebbe dispiaciuto affatto scoparlo. Sarebbe stato il mio primo ragazzo.
Presi il sapone e lo portai al culo dell’amico che prontamente si girò dandomi le spalle e chinandosi in avanti.
Massaggiai per bene il buchetto, ora rilassato e voglioso, pronto per ricevermi. Il mio pene era di marmo al solo pensiero di entrare in lui. Lo appoggiai all’ano e lentamente lo spinsi dentro. Luca mi veniva incontro con il bacino, smanioso, gemeva ogni qual volta mi sentiva avanzare. Il buco era strettissimo, ma con calma e insistenza riuscii a scivolare per intero nella cavità. Quando il mio pube arrivò a toccargli il culo, il ragazzo urlò di piacere.
Iniziai a pompare dentro di lui lentamente, godendomi il momento, le pareti intestinali mi provocavano impulsi fantastici. Il pene moscio e lo scroto sbattevano qua e la seguendo la mia danza.
Quando ci presi davvero gusto, afferrai Luca per una spalla ed un fianco, aumentando la velocità e la forza delle spinte. Volevo spaccargli il culo, godere dentro lui e riempirlo di sborra calda. Non sapevo se l’avesse già preso da un uomo, ma era mia intenzione fare in modo che quell’inculata gli rimasse ben impressa nella mente come un momento di goduria assoluta.
Il giovane infatti ansimava, boccheggiava, gemeva ad alta voce.
Abbandonai la presa sulla spalla per rifilargli uno schiaffo feroce sulla chiappa, poi mi abbassai per cercare il suo fallo. Quando lo trovai mezzo eretto, lo strinsi forte insieme ai testicoli, non per fargli male ma per elevare il suo piacere.
Ero al limite. Mani a stringere i fianchi e via, galoppata finale. Quella caverna bollente mi stava facendo impazzire. Spinsi più forte che potei fino a quando arrivò l’orgasmo.
Una tempesta lussuriosa si infranse su di me, nella mia testa. Urlai il mio desiderio mentre una gran quantità di sperma riempiva il culo a Luca, anche lui errante di piacere. Pompai fino a quando l’ultima goccia fuoriuscì da me.
Ci staccammo e ci abbracciammo contenti, felici per tutto quello che stavamo vivendo. Un bacio sancì il nostro definitivo legame.
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