Volgus, l’indroar

Esco dalla doccia. Sono lavato e pulito. Indosso l'accappatoio. In tasca metto le mutande sporche e il doccia schiuma. Vado verso l'uscita del locale doccie della palestra. Sono stanco. Non ho molto tempo. Ho il cazzo a mezz'asta. Mentre mi lavavo mi è venuta una certa voglia. Ma l'ho repressa. Dietro di me si apre di colpo la porta della sauna. Mi giro e vedo uscire qualcuno. E' furioso. Trascina un accappatoio uguale al mio.

Ha il corpo arrossato. Ma è grosso, peloso e muscoloso. Indossa delle mutande. Come le mie. Ha i capelli bagnati. Guarda a terra. Noto che all'orecchio sinistro c'è del sangue. Uno dei capezzoli è molto arrossato. Il cazzo è enorme. Ma non è duro. E' come se avesse appena concluso. Sgocciola. Sento la voglia tornare in me. Lo guardo in viso. Lui alza lo sguardo. Sono io.

L'altro me mi viene incontro.

Mi afferra un braccio e mi trascina dentro la sauna. Chiude la porta. Mi toglie con decisione l'accappatoio che butta da un parte.
“puliscimi il cazzo!”
sorrido a me stesso e come ho sempre ho avuto voglia di fare. Mi spinge con forza la faccia sulle mutande sporche. Puzzano di sudore e di piscio. Sono eccitatissimo. Inizio a toccarmi il cazzo mentre con la bocca tiro via gli slip. Ciuccio quel cazzo succulento e bagnato.

Sento il sapore di sborra. Succhio forte. Tiro indietro la pelle e lo lecco per bene. E' mezzo moscio ma si drizza subito.
“cazzo sì, così bravo”
Mi tiene la testa con una mano. Con l'altra si afferma la minchia e mi guida.
“piano, come piace a me!”
Quello che dice non ha senso ma so come mi piace. Apro la bocca piano e lo faccio scivolare in bocca. Succhio leggermente, mi gusto ongi parte.

La cappella gonfie e saporita, l'asta larga. Ho un cazzo bello spesso e lo sento con piaere sbattere fino in gola. Soffoco i gemiti e i conati. Lui mi guarda e sa cosa voglia.
“Ti chiavo la bocca?
Sì, ti prego
Hai sete? Vuoi la sborra?

Lo so”
Ritorno a pompare. Dio come mi piace succhiare il cazzo. Dentro e fuori. Succhio. Lecco. Gola profonda. Con la punta della lingua solletico dove c'è il frenulo.

Quel cazzone inizia a pulsare, come ben so. Bacio il cazzo e mi alzo. Voglio che faccia lo stesso. Ma non lo fa. Mi gira e mi mette a 90 sul sedile della sauna. Inizia a leccarmi il culo. Mi apre le chiappe muscolose e pelose e affonda la faccia. Cazzo che bello. COn la lingua inizia a penetrarmi.
Oh sì. Fottimi, cazzo, fottimi.
Non se lo fa ripetere. Il suo cazzo è enorme, sudatissimo.

Lo appoggia al mio culo. Indugia, mi sorridere e mi dice piano
“Ora ti svango il culo. ”
Me lo spinge dentro.
“Dio Cristo! Sì”
Arretro per sentirlo dentro. A pecora inizia a scoparmi. Lo sento entrare e uscire. Il mio cazzo duro sbatte sul mio addome mentre l'altro me mi chiava. Mi chiava, cazzo, mi chiava come nessuno ha mai fatto. Entra ed esce. Non mi scopa solo. Mi spinge. Entra ed esce.

So che mi piace così. E il suo cazzo sembra sempre più grosso. Non mi sono mai sentito tanto sicuro nell'essere scopato. Mi abbandono e sento che il mio culo si apre sempre più. Sboccia, come un fiore.
Mi gira e mi monta da davanti. Così non mi piace e inizio a oppormi.
“Cazzo fai!” dandomi una sberla.
Mi tiene giù con una mano e mi rifotte. Ho le gambe all'aria e mi sento un troia.

Cazzo che bella sensazione.
“Sei la mia troia?

Dillo, cosa sei
Sono la tua troia”
Inizia a scandire: “Sei – la – mia – troia!”
Si abbassa e mi morde un capezzolo. Gemo forte. Lui stringe ancora di più. Urlo.
“Cazzo gridi, stronzo”
Inizia a leccarmi il collo. Mi fotte e mi morde.
Faccio una richiesta: “Dammi la…”
Lui mi morde forte un orecchio. Grido, non riesco a finire la frase e mentre mi morde sborro.

Sborro come non mai. Vengo su di lui sopra di me e sul mio mento.
Si ritrae da me, con una mano si spalma la sborra sul corpo, sul petto, si titilla un capezzolo duro e poi lo fa su di… fino a dami una ditata di sperma in bocca.
“Ora vieni a bere!” mi dicie come se fossi un bambino.
E io annuisco. Mi inginocchio e spompino quel cazzo saporito.

Lui alza le braccia. Si appoggia al soffitto della sauna e si muove piano.
Io gemo. Non resisto. Ho voglia di sborra. Ho sete. Ho fame di lui. Voglio berla. Voglio che mo dica.
“Vuoi la mia sborra?
Sì, ti prego
Vuoi bere la mia calda e bianca sborra?

Apri la bocca”
Obbedisco. D'improvviso, senza accorgermene grida e dal cazzo escono fiotti di sperma. E' caldissimo. Bianco e morbido. Chiudo la bocca sulla cappella e succhio.

La sento in bocca, scivolare tra la lingua, i denti e scendere in gola.
“Mmmmmmmmmmmmmmm”.
“Goditela troia, è il tuo premio”
Mi sto di nuovo eccitando.
“Ingoia la mia sborra”
Obbedisco di nuovo e nell'istante in cui lo sperma va giù mi ritrovo solo. Ho il cazzo a mezz'asta, sono sudato, sono sconvolto da quello che è appena successo e vorrei rifarlo. Subito. Di nuovo. Ho il fiantone, afferro l'accatoio. Cadono le mutande sporche a terra.

Mi girano i coglioni, dovrei rifarmi la doccia, mi sanguina l'orecchio. Mi rimetto le mutande. Esco. Sgocciolo di sudore. Qualcuno è davanti a me, nel locale doccie. Ha indosso un'accappatoio come il mio.
So cosa sta per accedere.

Keine Kommentare vorhanden


Deine E-Mail-Adresse wird nicht veröffentlicht. Erforderliche Felder sind markiert *

*
*

(c) 2023 sexracconto.com