Una scommessa che non dovevo perdere… (8)

Segue da parte 7

Finita la doccia torno in camera, e trovo sul telefono un messaggio di Giulia che chiedeva come fosse andata. Ricevere quel messaggio mi fece piacere. Mi piaceva il suo interesse, anche se dovere rispondere di nascosto mi metteva a disagio. Le rispondo “Meglio del previsto, poi ti racconto”, e cominciai a pensare cosa indossare.

Infatti mi ero reso conto di non avere pensato di portarmi dietro un cambio… gli ultimi miei vestiti che avevo lasciato da lei li avevo usati, e non avevo niente da mettermi.

Quando glielo faccio presente mi risponde che c'è un armadio pieno, posso cercare qualcosa che mi piaccia.

Mi stava proponendo di usare i suoi vestiti. Mi viene un piccolo brivido, capisco che era la risposta che speravo…

“Ma sono i tuoi vestiti”, le dico.
Mi sorride e risponde “lo so… che taglia hai?”
“Ho visto che sono tra la 46 e la 48”
“Ah… io di solito porto la 44, ma ho qualcosa che mi è largo, forse potrebbe andarti bene.

Però credo che con l'intimo non ci siano problemi. Provati queste…”

Dal cassetto mi prende un suo completo intimo grigio, con un perizoma e un reggiseno con il ferretto, e delle autoreggenti, poi prende un abito di jeans lungo al ginocchio abbottonato sul davanti e me li da.

“Anche il reggiseno?”
“Certo… a questo punto ti voglio vedere vestita come si deve. “
“Anche con le autoreggenti?”
“SI, i collant non ti andrebbero bene…”

Lei si mette un completino intimo giallo acceso, molto estivo, una maglietta e dei pantaloni…

Indosso calze, perizoma e reggiseno, mi metto anche le imbottiture, e poi prendo il vestito.

Era attillato ed elasticizzato e riuscivo a indossarlo, ma non ero abituato ad indossare qualcosa di così aderente. Poi mi chiede di truccarmi, e di mettermi la parrucca. Le piace che io sia in ordine, come lei.

Capisco che le piace trattarmi da donna. Mi parla al femminile, mi chiama Stefania, ha con me un modo di fare diverso dal solito. Ogni tanto, quando mi passa vicina, mi accarezza un braccio, il sedere, la schiena… o anche la pancia, scendendo fino al pube.

Per tutto la mattina giorno restiamo in casa, come un qualunque sabato. Mettiamo a posto la casa e le do una mano a stirare. L'ho sempre fatto, ma farlo vestito da donna mi dava una sensazione particolare. Del resto mi bastava muovermi per sentire sulla pelle delle sensazioni nuove. Sentivo la balza delle calze sulle gambe, il perizoma che mi passava tra le gambe e nel sedere, sentivo addosso il pizzo del reggiseno.

La pelle che si strofinava contro il vestito. Lungo al ginocchio, aderente sul corpo e sulle gambe. Quando camminavo sentivo che mi fasciava le gambe. Fino ad ora avevo provato a mettermi delle gonne corte, abbastanza ampie in fondo, che mi accarezzavano le gambe quando camminavo, questo vestito non mi permetteva di fare i passi lunghi come ero abituato.

Credo che una donna non faccia più caso a queste sensazioni, sono normali per una donna, ma io avevo una attenzione alle sensazioni che oggi era diversa dal solito.

Tutte sensazioni che davano un fondo di eccitazione costante.

Nel frattempo mi accorsi che lei aveva un modo di fare diverso dal solito. Non perdeva occasione per toccarmi, dove le capitava, ma soprattutto sul corpo, sul sedere, pancia, petto… e tutto questo aumentava quella sensazione di eccitazione.

Laura mi disse di sbottonare l'ultimo bottone in basso, per potere muovere più facilmente le gambe, ma anche con il bottone aperto sentivo che mi avvolgeva le gambe… anche questo lo trovavo eccitante.

Per tutta la mattina sentivo che questa eccitazione si trasmetteva al mio sesso, che non era mai totalmente a riposo… e mai totalmente asciutto. Se mi sedevo o mi alzavo in piedi, sentivo una sensazione di bagnato tra le gambe, altra cosa che aumentava l'eccitazione.

Ad un certo punto mi scappava da pisciare, e andai in bagno. C'era Laura che stava svuotando la lavatrice, io mi metto in piedi davanti al water slacciandomi il vestito partendo dall'alto, lei mi vede e mi ferma.

“Cosa stai facendo?”
“Eh… cosa vuoi che faccia? Mi scappa e la faccio…”
“Ho visto, ma perché ti metti così?”
“E come vuoi che mi metta?”
Le si avvicina, mi fa girare, mi abbottona i bottoni in alto, e mi sbottona quelli in basso, fino alla vita “Devo spiegarti tutto? Le ragazze per bene non la fanno mica in piedi… si tirano sul il vestito e si siedono… “

Poi mi abbassa le mutandine, e si accorge che erano bagnate “…e poi si mettono il salvaslip per non bagnarsi le mutandine…”

Con le mutandine alle ginocchia, mi fa sedere, mi mette l'uccello tra le cosce verso il basso, e mi chiude le ginocchia.

“Ecco… ora falla pure…”

Io la guardo… ma non si sposta “E tu resti qui?”
“Certo… controllo per vedere se hai imparato. Ho visto che non sei molto educata, quindi sei da controllare.

Non avevo mai avuto imbarazzo a farla con lei vicino, ma averla di fronte che mi guardava era diverso. E anche questo era intrigante ed eccitante. Mi rilassai, e riuscii a farla, ma sentivo il caldo della pipì che scendeva tra le cosce, scorrendo anche sulle palle.

Non riesco a farla tutta… mi stava diventando duro, e smetto.

“Brava… visto che non è difficile? Ora vieni… dopo la pipì ci si deve sempre lavare…”
Mi alzo, e lei mi sbottona completamente il vestito e mi fa sedere sul bidet. Il vestito aperto, le mutandine cadono sulle caviglie, e devo aprire le gambe per sedermi. Appena apro le gambe, l'uccello si libera e salta su. Una volta seduto, lei apre l'acqua e comincia a lavarmi…

“Senti… guarda che so anche fare da sola…”
Come se non avessi parlato lei comincia a spiegare “…devi lavarti partendo dall'alto verso il basso, fino ad arrivare sotto…” e mi passa la mano tra le gambe, sulle palle, e sotto fino al culo, più volte, lavando e sciacquandomi.

“Mi raccomando, fai attenzione a lavarti bene… anche qui… ” e mentre lo diceva mi accarezza l'ano, e mi infila un poco dentro il dito facendomi rabbrividire. Più andava avanti, più sentivo l'eccitazione crescere.

Poi insapona la mano, e sale dalle palle lungo l'uccello, insaponandolo… la mano scivolava su e giù, facendomelo diventare sempre più duro.

“Con attenzione… un poco di sapone… senti che sensazione di freschezza?”

Come no.

Altro che freschezza. Con l'uccello insaponato la mano scivolava facilmente, e cominciò a muoverla su e giù, ed era sempre più duro. Mentre scendeva stringeva di più, e stringeva meno mentre saliva. Dopo quattro o cinque volte che andava su e giù, stringeva di più la mano mentre saliva… e sentivo fluire fuori dall'uccello il caldo succo della mia eccitazione. Era sempre stata brava con certe carezze, ma una sega così non me l'aveva mai fatta.

Poi prese dell'acqua e mi tolse il sapone, ma in un attimo sentivo di nuovo che la mano scivolava sulla pelle, ma questa volta era lubrificata da quello che mi stava colando fuori dall'uccello. Ogni volta che sentivo salire la mano, mi si fermava il respiro dai brividi. Il piacere saliva sempre di più, il desiderio anche, stavo assaporando l'arrivo del punto di non ritorno, per la sborrata finale, avevo una voglia di venire incredibile… quando lei un attimo prima si ferma, mi sposta il cazzo sotto l'acqua e me lo lava.

Io resto con il fiato sospeso per un attimo. Sentivo di avere l'orgasmo pronto ad esplodere, che mi spingeva da sotto le palle… ma lei mi fa alzare, mi asciuga tra le gambe ed il pube, e mi tira su le mutandine.

“Brava… vedi come ti devi lavare? Poi ricordati sempre devi metterti il salvaslip, altrimenti bagni tutto, e le ragazze per bene non vanno in giro con le mutandine bagnate…”.

Apre un cassetto, tira fuori un salvaslip da perizoma e lo mette sulle mutandine. Il freddo dell'acqua e avere interrotto le carezze bruscamente, mi aveva smorzato l'eccitazione, una volta indossato il perizoma mi rimette a posto l'uccello, facendo attenzione che finisse sul salvaslip, e mi abbottona il vestito.

Avevo ancora il fiato sospeso. Sentivo la punta dell'uccello che si stava bagnando piano… sempre più calda. Mi sentivo carica, con la voglia di esplodere, di schizzare, ma il suo modo di fare deciso mi fermava.

Più perdevo l'erezione, più mi bagnavo… sentivo l'effetto del salvaslip bagnato sulle palle. Avevo sentito parlare di “orgasmo negato”, avevo visto dei film hard dove veniva praticato, ma non lo avevo mai vissuto di persona. Mi era rimasta una eccitazione interiore incredibile. Avevo voglia di saltarle addosso e di farle di tutto, ma questo sottile gioco di sottomissione era inconsueto, e mi piaceva molto.

“Dai Stefania, ora usciamo… non possiamo restare tutto il giorno in casa!”
“Buona idea, andiamo a casa mia, così posso cambiarmi” le rispondo
“Si, ma tanto non abbiamo fretta.

Prima volevo passare in un posto. L'ho trovato prima su internet”.

Prese le chiavi dell'auto, e uscimmo. Guidava lei, e scoprii che il posto dove voleva andare era un sexy shop.

“Il gioco che hai portato ieri mi ha fatto venire la voglia di vedere se si può trovare altro, dai… vieni con me…”

Vestirmi da donna stava piacendomi sempre di più, e mi piaceva accorgermi di essere guardata.

Non riuscivo a capire se si capiva qualcosa, e se magari mi guardavano proprio per quello.
Una volta nel negozio, cominciammo a guardare i giocattoli esposti. C'era di tutto, alcune cose non si capiva subito come dovevano essere usate. Restammo incuriosite dalla varietà di DVD porno che erano esposti: c'erano categorie di film che non pensavamo potessero esistere.
C'era anche la categoria dei film con le trans.
“Stefania! Hai visto questi? Potresti prenderne uno… potrebbe aiutarti nella scommessa che hai fatto” mi dice scherzando
“E cosa potrei imparare?”
“Cara… guarda che per fare i pompini, serve un minimo di esperienza.

E questa mi sa che ti manca…”

Se solo sapesse cosa mi era successo la sera prima. Ho ancora un messaggio di Giulia a cui devo rispondere. Mi scriveva alternando messaggi normalissimi a messaggi decisamente riservati. Nell'ultimo mi diceva “Sto tenendo da parte le mutandine che avevo preso quando ci siamo conosciuti… hanno un profumo che mi ricorda te…”. Ci credo… stavo per venirci dentro. Ma non avrei mai pensato che se le sarebbe tenute da parte.

Ero già eccitata, leggere questi messaggi non mi aiutava.

Alla fine prendemmo un vibratore liscio, un dildo realistico, un gel lubrificante, due bracciali in pelle e un ovetto vibrante. Per essere la prima volta che ci andavamo, non volle farsi mancare nulla.

Rimasi stupita della serietà della persona alla cassa. Pensavo che vedendo due ragazze che acquistavano vibratori avesse un comportamento diverso, magari ammiccante. Invece restò impassibile, come se stessimo acquistando dei libri in una libreria.

Ci diede le batterie per i giocattoli, e uscimmo.

“Hai visto come ti guardava? Per me non gli sarebbe dispiaciuto darti una ripassata” mi disse Laura.
“Ma che dici? Non ha fatto una piega!”
“Ma se tu eri li che ti atteggiavi come una zoccola! Ammettilo, ti piaceva farti notare… “
“Scusa tanto, non piace a tutte farsi notare? Anche a te piace…”
“Stefania, tu eri proprio sfacciata… una brava ragazza non fa così.

Ora che arriviamo a casa ti devo proprio insegnare un paio di cose. “

Ora il gioco si confondeva con la normalità in un modo intrigante. Era entrata nella parte a tal punto che sembrava tutto normale.

Una volta entrati a casa mia, lei mi dice di dovere andare a fare la pipì e vado in camera da letto per cambiarmi. Sto cominciando a sbottonarmi il vestito quando arriva lei quasi di corsa e mi ferma le mani.

“Lo sapevo che non dovevo lasciarti sola. Non mi hai dato nemmeno il tempo di asciugarmi bene, lo sapevo che dovevo venire qui subito. Aspetta un attimo… tanto prima che torni Bruno ci vorrà ancora del tempo…”. Si mette davanti a me e mi riabbottona il vestito.

Poi mi accarezza le braccia, il collo, il viso, mi bacia sulla bocca, con dolcezza, e mi accarezza i fianchi. Sento le mani sul sedere, lei che mi tira a se.

Appoggia il fianco contro il mio pube, strusciandomi addosso. Io avevo ancora gli ormoni alle stelle da quando eravamo a casa sua, e sento che in un attimo mi diventa duro.

“Lo sai che sei davvero stata sfacciata? Eri con me, e hai fatto la zoccola con il commesso”
“Cosa vuole dire… per lui eravamo due amiche che stavano prendendo qualcosa per giocare”
“Credi che non l'abbia capito che lo prendevamo per noi? Se sono con la mia fidanzata, non mi metto a flirtare con gli altri davanti a lei.

Tu sei mia, e forse devo spiegartelo meglio”

Lei comincia ad accarezzarmi la pancia, e poi scende sul pube. Mi stringe l'uccello attraverso il vestito, e comincia ad alzarmi il vestito sui fianchi. Non lo aveva sbottonato, restava quindi attillato e me lo fa scorrere fino a scoprirmi il sedere. Si inginocchia davanti a me, oramai era diventato duro ed era uscito dal perizoma… ed era bagnato da farlo gocciolare.

Con una mano me lo afferra alla base, mentre fa passare due dita dell'altra mano nelle mutandine, facendole passare dalla sgambatura dell'inguine, fino al salvaslip.

Mi abbassa con le dita il perizoma, e me lo fa guardare. “Vedi che devi mettere il salvaslip? Lo hai inzuppato… e guarda qui…” e mette le dita sulla cappella “…ti sei ancora bagnata. Ti faccio questo effetto?”.
“Secondo te?” le rispondo

Lei stringe con forza il mio uccello, quasi da farmi male, e ripete “Sono io che ti faccio questo effetto?”
Ora ho capito cosa vuole sentirsi dire. “Si tesoro.

Se mi bagno è proprio per te!”
“E ti bagni anche per altri?”
“No tesoro… mi bagno solo per te… ogni goccia è per te…”
“Brava… allora posso darti una cosa, tutta per te”

Stava già gocciolando, mi spalma tutto sulla punta, e poi se lo appoggia sulla lingua. Tenendolo stretto alla base, lo prende in bocca, e lo stringe tra le labbra, succhiandolo.

Segue alla parte 9.

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