Un vecchio amico
rilasciato 22.08.2016 in categoria sesso raccontoNon mi ricordo esattamente perché mi ritrovai in quel bar, una mattina dello scorso stettembre.
Avevo voglia di qualcosa che addolcisse l'inizio di una giornata che sarebbe stata particolarmente stressante a lavoro.
Stavo seduta ad un tavolino in un angolo abbastanza isolato, cercando di restare composta in uno degli abiti che meglio mettono in mostra i miei punti forti: scollo non volgare ma profondo al punto giusto, da cui si intravedeva il segno del mio seno leggermente stretto dal tessuto blu, fascia in vita che ne esaltava il giro snello e gambe scoperte, accavallate volutamente in una posa al limite del sensuale.
Mentre calma mi godevo la colazione, fantasticavo su quanti clienti mi avessero già notata, orgogliosa dell'aspetto da trentenne attraente che ero consapevole di avere, mai trattenuta dall'ammetterlo.
Proprio in quel momento, notai l'uomo seduto accanto al mio tavolo, che col giornale in mano mi guardava con la coda dell'occhio e sembrava incerto sul da farsi.
Capii subito perché, riconoscendolo con sorpresa.
Era Andrea! Un vecchio compagno di liceo, la mia più grande cotta e anche uno dei miei più grandi rimpianti.. Non lo avevo mai rivisto e mai ero riuscita a portare a termine niente di concreto con lui.
Era in imbarazzo, anche lui mi aveva riconosciuta da poco, immaginai. Decisa a prendere in mano la situazione, cosa che non avrei mai fatto da timida studentessa un po' introversa, mi alzai e rivolgendomi a lui lo salutai con un gran sorriso.
Il suo viso si distese subito, mi aveva riconosciuta ma forse ancora stentava a credere che mi fossi trasformata tanto da diventare una donna così bella (sempre parlando con modestia) e quasi lo metteva a disagio.
Andrea non era da meno. Si teneva in forma il ragazzo… notai quando si alzò per stringermi la mano.
Qualcosa si riaccese appena ci guardammo negli occhi, l'intesa che c'era sempre stata tornava insieme ai ricordi. Mi ero dimenticata l'allegria che riusciva a trasmettermi, e anche di quanto fosse accattivante il suo sguardo.
Durante i convenevoli mi soffermai sul suo fisico statuario, le spalle e braccia asciutte ma possenti, vestite da una giacca elegantissima.
Ritrovai nel viso la stessa espressione buona che vidi l'ultima volta tanto tempo prima, ma era più misterioso, più uomo che ragazzino un po' impacciato. Essendo io un metro e ottanta, vidi con piacere che nonostante i miei tacchi mi superava in altezza, è una delle cose che in uomo più mi rassicurano.
– Che piacere rivederti Elisa, dopo tutto questo tempo! Come abbiamo fatto a ritrovarci solo adesso..
– Hai ragione, ne è passato di tempo, dai dimmi, come va?
– Lavoro da qualche anno come rappresentante per la ditta ***, buono stipendio e mi piace l'ambiente.
In più convivo con la mia ragazza da circa un anno..
Dentro di me la notizia mi scosse un po', era come se dessi per scontato che non avesse nessuna. Ma io ero addirittura sposata!!!
– In lavoro a tempo pieno in un ufficio qui vicino e sono spostata da poco più di 2 anni – Risposi in modo secco, come se il dirmi che aveva una compagna fosse per me un'implicita sfida da superare, ma anche lui apparve per un attimo interdetto dalla mia affermazione.
– Mi accompagni a lavoro quando hai finito il caffè? Almeno facciamo due passi- non avevo potuto resistere all'occasione che mi si presentava davanti, Marco, mio marito, era l'ultimo delle preoccupazioni in quel momento.
L'unico obiettivo era recuperare almeno qualcosa di tutto ciò che mi ero persa con Andrea in 5 anni di liceo.
Il pensiero non mi andava via dalla testa soprattutto per via di quello sguardo, che avrei scommesso esprimeva lo stesso mio ardente desiderio.
Infatti non ci pensò due volte prima di accettare la richiesta e ci incamminammo insieme.
Prima di salutarci l'attrazione era diventata così forte che quasi parlandoci uno sopra l'altro ci proponemmo di rivederci al più presto. Il primo e più vero intento che ci spinse a farlo rimase celato dalle parole ma evidente alle nostre menti e ciò rese tutto ancora più eccitante, perché segreto.
Ci demmo appuntamento allo stesso bar per un aperitivo quella sera: Marco era fuori per lavoro due notti e la sua ragazza sarebbe rientrata molto tardi.. Che fortuna!
Tornai a casa il prima possibile per prepararmi meglio che potevo.
Scelsi un paio di pantaloni neri a vita alta aderentissimi, così da avere in risalto il mio culo modellato da anni palestra. Maglia in pizzo bianca e sandali alti.
Lisciai i miei capelli color miele. Non mi truccai troppo però, solo in modo da risaltare gli occhi verdi e l'abbronzatura che rimaneva dall'estate.
Appena lo vidi Andrea mi mozzò il fiato, nella sua camicia che da sola metteva ancora più in evidenza il suo fisico da Adone.
Ma capii con piacere che anche io gli avevo fatto un certo effetto..
Mangiammo qualcosa e bevemmo i nostri drink, ma cominciò una serie di sfioramenti e sguardi languidi che avrebbe sicuramente portato a qualcosa di più…
– Non vedo l'ora di strapparti i vestiti di dosso-
me lo sussurrò all'orecchio con una naturalezza che non mi aspettavo potesse avere. La sorpresa che mi colse dopo queste parole così dirette fu tale da accendermi di un'eccitazione che da tanto tempo non provavo.
Lo presi per mano e quasi lo trascinai fuori, lui senza dire più niente mi accompagnò alla macchina e mi portò a casa sua.
Avrei scommesso che Andrea avesse già pensato all'evenienza che io entrassi da lui: il suo appartamento era perfettamente in ordine e aveva lasciato accese delle candele e qualche altra luce soffusa.. In realtà feci caso a questi particolari solo dopo che lui, appena chiusa la porta, mi aveva tirata su per farmi arrivare all'altezza del suo viso e baciarmi con passione.
Con le mie gambe avvinghiate al suo busto e le sue mani a palparmi il culo, già sentivo che qualcosa si stava indurendo sotto i suoi pantaloni, strusciandomici.
Appena i nostri corpi si staccarono, il mio tentativo di sbottonargli la camicia fu bruscamente interrotto e ne rimasi molto stupita.
Mi disse che doveva andare in bagno e si avviò verso una stanza che capii essere camera sua. Accennò che ce n'era un altro riservato agli ospiti.
Io decisi di approfittare e darmi una sistematina, questione di pochi minuti.
Rimuginando ancora su quell'improvviso distacco, notai ancora più stupita di prima che la porta della camera era chiusa e non vedevo Andrea da nessuna parte.
Mi sedetti per un po' sul divano in salotto, pensando di vederlo uscire prima o poi.. Ma niente. Com'era possibile??
L'unica soluzione era entrare in quella maledetta stanza e capire cosa stesse succedendo.
Appena aprii la porta vidi la sua figura seduta a gambe incrociate sul letto matrimoniale, nella penombra. Mi dava le spalle ed era intento a scrivere su un portatile.
La cosa mi rese alquanto confusa.
– Cosa ci fai ora col computer? Dovevi andare un attimo in bagno e mi hai lasciato sola per dieci minuti!!-
– Non sono riuscito a trattenermi dal baciarti appena entrati, ma mi ero promesso di non farlo e ho cercato subito di ricompormi.
Non volevo fare io la prima mossa Elisa, voglio che anche tu faccia qualcosa per me, ho sofferto così tanto tutte le volte che cercavo di farti capire che mi interessavi. Se ora mi ricambi, impegnati a farmelo capire tu..-
Nel frattempo mi ero seduta sul letto e osservavo il suo profilo assorto sul computer. Quell'espressione offesa mista a un po' di malizia mi stava facendo impazzire.
Aveva ragione, varie volte avevo finito di non vedere segnali più che espliciti da parte sua, quando usavamo vederci più spesso.
Ma ero inesperta e poco sicura di me per sentirmi all'altezza di un ragazzo che credevo fosse troppo carino, era stato più forte di me.
Ora invece accolsi la sfida più che volentieri. Senza più parlare mi sfilai i sandali e mi inginocchiai dietro di lui al centro del letto. Gli sfioravo le braccia, il petto, e intanto lo baciavo sul collo.
Volevo cominciare con dolcezza, farmi perdonare i miei imperdonabili errori.
Erano baci lenti, sulle orecchie e sulla nuca. Cominciai a notare i primi segni di cedimento e gli sfilai il computer dalle mani per appoggiarlo sul comodino.
Lo feci sedere al bordo del letto e io mi sistemai a pancia in giù, appoggiando il mio seno sulla sua coscia sinistra. Vidi quanto il suo cazzo fosse gonfio e non esitai a slacciare e tirargli giù pantaloni e mutande. Andrea si era poggiato sugli avambracci, impaziente.
Davvero notevole in merito alle dimensioni, aspettava solo di essere coccolato un po'.
Così feci infatti. Mantenere la dolcezza di prima non fu semplice ma cominciai a baciare e leccare insieme il grosso membro di Andrea: partendo dalla base salivo fino alla cappella per poi tornare giù, coprendolo di saliva.
Al momento in cui d'improvviso lo feci scivolare tutto dentro la mia bocca e cominciai a succhiarlo, lui sussultò forte, non se lo aspettava.
Proprio in quel momento però, sentimmo il suo telefono vibrare dalla tasca dei pantaloni.
Sussultò di nuovo, questa volta non per il piacere. Sullo schermo c'è scritto Alice con un cuore, lui rispose in modo calmo.
– Ei amore, dimmi …. Sì sono a casa, ho ancora tanto lavoro da fare al computer ……
La cosa mi stava piacendo molto, e mentre parlava ricominciai a succhiargli il cazzo, cercando di fare meno rumore e guardandolo in faccia
– Ohh.. Ehm.. Sì certo, se ti ha invitata rimani pure, non vi vedete spesso… È stata davvero gentile.
Allora a domani.. Ti amo tanto anche io-
Appena attaccato il telefono non poté trattenere un gemito misto tra il piacere che io gli stavo dando e quello dovuto al fatto che aveva tutta la notte a disposizione per stare con me.
– Oh sì Elisa, così.. Ho quasi rischiato di farmi scoprire con te che continuavi in quel modo, ma sto godendo troppo.. Sto per venire, ti voglio riempire la bocca.
–
In quel momento il suo cazzo era tra le mie mani, tiravo su e giù la pelle sulla cappella bagnata.
Quando capii che stava per venire lo ripresi tutto in bocca, appena in tempo perché un primo getto di sperma caldo arrivò fino alla gola. E dopo che ebbe finito, lo ingoiai tutto. – Oh sì, da brava, me lo hai succhiato tutto-
La sua voce era così sensuale.. Sentii la sua mano toccarmi i glutei sodissimi.
Con forza mi sistemò più avanti per farmi stare stesa su entrambe le sue gambe con il culo puntato in alto. Mi sfilò pantaloni e mutandine, così che oltre che in bella vista ora il mio culo fosse anche nudo.
Continuò a toccarmelo, strizzarlo. Mi ci dette anche qualche pacca, abbastanza forte da farmi sfuggire mugolii di eccitazione. – Mmh. Mi piacciono gli uomini così decisi..-
Dopo queste mie parole sfiorò con le dita le mie grandi labbra e si accorse di quanto fossi bagnata.
Continuò a strusciare e raggiunse il clitoride, aumentando sempre di più di velocità. Spostandosi riuscì a chinarsi e affondare il viso in mezzo alle mie cosce. Leccando la mia fica completamente depilata e succhiando il clitoride mi fece tremare dal piacere.
Mi sollevò nuovamente di peso per sistemarmi sopra di lui. Si era già tolto i pantaloni, e mentre finalmente potevo sbottonargli la camicia, lui mi sfilò la maglia per ammirare qualche istante la mia terza abbondante di reggiseno.
Non me lo tolse, ma tirò fuori uno dei capezzoli, mi spostai in avanti perché lo avvicinasse alla sua bocca.
Mi stuzzicava: stringeva i miei capezzoli tra le labbra, li succhiava, li strizzava con le dita e li infilava dentro il reggiseno per renderli ancora più duri strusciandoci sopra.
Io in quella posizione mi strusciavo sul suo cazzo, impaziente. Per me era una tortura averlo lì sotto, i suoi giochi continuavano e mi faceva eccitare sempre di più.
Non potendo resistere ancora, decisi di prenderlo e infilarmi dentro da sola il suo cazzo, che lui spinse con violenza. Io mi muovevo su di lui e trovai un ritmo perfetto che faceva godere molto entrambi.
Fu però il suo turno di sorprendermi e farmi sussultare, staccandosi e mettendomi in ginocchio, con le braccia quasi al bordo del letto.
In pochissimo tempo mi prese per i fianchi e cominciò a scoparmi da dietro.
È la mia posizione preferita, essere montata come un a****le, completamente sottomessa al volere del mio uomo era ciò che di più adoravo, e lui in poco tempo lo aveva capito. Non passò molto prima che venissi – Oddio… Ohh sì… Non ce la faccio più.. Ohhh- urlai in preda al piacere.
A quel punto, non contento di scoparmi solamente, ebbe di nuovo voglia di mettermelo in bocca.
Facendomi rimanere in quella posizione, scese dal letto e vidi il suo cazzo enorme e pulsante davanti a me, che aveco viso e mani appoggiati al bordo del letto.
Così mi prese per i capelli ed entrò nella mia bocca, spingendo quasi fino a farmi soffocare.
Si muoveva velocemente, tenendomi ferma e arrivando qualche volta anche con le mani al mio culo per sculacciarmi.. Emettevo rumorosi lamenti ad ogni colpo, e lo guardavo negli occhi con un espressione di completo abbandono.
Non riuscivo più a contenere tutta la saliva, che cominciò a scendermi lungo il mento.
Dopo poco Andrea, soddisfatto, si tolse e tornò sopra di me.
Ancora qualche forte colpo nella mia fica ormai bagnatissima e mi riempì del suo caldo seme, venendo per la seconda volta.
Esausti ci pulimmo velocemente e crollammo insieme in un sonno profondo.
Dopo quella notte ci vedemmo ancora spesso, a volte solo per un caffè, ma appena era possibile spendevamo più tempo insieme per ritrovare il piacere che avevamo scoperto riuscivamo a darci a vicenda. Che bello ritrovarsi con i vecchi amici…
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