Un pranzo prima di incontri molto “speciali&q

Un pranzo prima di incontri molto “speciali”Io ho assaggiato ogni cosa in tavola , alcune buone altre non mangiabili a parer mio ,ma con uno sforzo non ho dato a far capire quello che non mi piaceva. Nessuna conversazione ha accompagnato la cena , solo intensi sguardi e sorrisi tra noi , tanti cin cin , veramente tanti , per ogni bicchiere di vino rosso. Olga ,come sempre da quando ci siamo incontrati , spesso mi accarezzava le mani o il viso , altre volte poggiava la sua mano sulle mie gambe , più volte ha preso un pezzo di cibo dal suo piatto e portato alla mia bocca dove poi le sue dita sostavano accarezzandomi le lebbra.

Markus , oltre ad aver dimostrato di essere un ottimo nuotatore , ora era impegnato a dimostrare quanto fosse grande bevitore. Sembrava indifferente a me e Olga. Olga che mi sedeva affianco durante la silenziosa cena , dopo avermi aperto l'ennesima grande bottiglia di birra fresca , dalla quale ha bevuto qualche sorso prima di passarla a me , mi ha stretto la mano e alzandosi siamo andati dentro la roulotte. La porta rimasta aperta insieme alle varie finestre rendevano piacevole la temperatura interna , ben ventilata anche grazie ad alcune finestrelle sul tetto anch'esse aperte.

Sempre stringendomi la mano Olga mi ha portato sul grande letto dove si è lasciata cadere trascinandomi sopra di lei. La roulotte non era illuminata , solo la luce che illuminava il tavolo all'esterno mi ha permesso di osservare bene in volto Olga per la prima volta. Nel pomeriggio , in spiaggia , la complessità dei giochi erotici che mia avevano visto coinvolto non mi avevano dato la possibilità di guardarla con attenzione. Solo ora , chino sul suo viso , capivo quanto fosse bella.

Di sicuro Olga aveva più anni di mia madre , forse 40/45 , ma certamente meglio portati , corpo e pelle erano perfetti. Avevo osservato tante donne nude in spiaggia , chi grassa chi magra chi con tette cadenti chi piena di pieghe , Olga sembrava a me una delle modelle del catalogo Postal Market. Una delle modelle che pubblicizzavano la biancheria intima. I suoi occhi , leggermente socchiusi e lucidi forse per l'eccessivo vino , continuavano a fissarmi con grande dolcezza , poche volte avevo veduto mia madre guardarmi così.

Il mio imbarazzo traspariva da ogni mio poro , chino sul suo viso respiravo il suo respiro , sfioravo con le mie le sue labbra , sentivo il suo intenso odore di donna , ma non sapevo cosa fare. La sua camicetta , abbondantemente aperta , mostrava la bellezza del suo seno e , ora che era sdraiata , non nascondeva il suo pube e la sua vagina scarsamente pelosa. Il riflesso della luce esterna sulle sue cosce mi faceva vedere l'interno delle cosce leggermente bagnato.

Non sapevo cosa fare oltre a guardare estasiato quella bella donna. Come molte ore prima , in spiaggia , Olga ha preso l'iniziativa , la punta punta della sua lingua ha sfiorato le mie labbra semiaperte , più e più volte mentre le sue mani sui mie fianchi mi portavano a sdraiarmi completamente sopra di lei , le sue mani abbandonati i miei fianchi hanno iniziato un lungo , continuo , delicato accarezzamento delle mie gambe , carezze che salivano sopra le mie natiche , e tra di esse , fino a toccare con le sue dita e penetrare il mio sedere.

La bocca di Olga unita alla mia cercava di estrarre la mia lingua che poi succhiava a lungo e se tentavo di riportarla nella bocca i suoi denti , con delicatezza , la trattenevano tra le sue labbra. Le dita di Olga sempre più spesso cercavano l'apertura del mio sedere e per farlo mi aveva abbassato le minuscole mutandine che indossavo fino a mezza coscia. Il mio piccolo cazzo con lo scroto e i testicoli percepivano i caldi fluidi della vagina di Olga e ad ogni intrusione delle sue dita nel mio ano spingeva con più forza la sua bocca contro la mia , quasi a evitare che potessi emettere un qualsiasi gemito , di piacere o dolore che fosse.

Spostandosi su un fianco Olga mi ha fatto scivolare accanto a lei e in quella posizione le sue mani hanno proseguito a sfilarmi completamente le mutandine e fatto ciò anche la mini gonna. Riportatomi sopra di lei le sue mani si sono infilate sotto la mia camicetta fino a raggiungere il reggiseno che subito hanno sganciato. A lungo la mia schiena è stata accarezzata e sempre , ogni carezza , si fermava tra le mie natiche dove le dita di Olga , quando una quando due si introducevano sempre più in profondità nel mio ano.

A ogni introduzione di dita nel mio ano il mio piccolo cazzo sembrava rispondere con un piccolo shitto , forse erano contrazioni naturali forse era il piacere che provavo. Quando non mi baciava la bocca Olga avvicinava la sua sul mio collo , vicino a un orecchio e sussurrava parole purtroppo per me incomprensibili , poi , come per ribadire quello che aveva sussurrato e trasferirlo a me , mi guardava a lungo negli occhi , sorridendo , prima di unire nuovamente la sua bocca alla mia.

Come nel pomeriggio in spiaggia , io godevo di ogni carezza di ogni bacio di tutti i gesti che Olga faceva , anche , e con particolare piacere , l'introduzione nel mio ano delle sue dita. Solo per pochi momenti Olga si è fermata , il tempo necessario per andare a prendere due birre , aprirle e portarle. Sia Olga che io con lunghi sorsi abbiamo quasi svuotato la bottiglia , il caldo di quella notte di agosto si faceva sentire e la birra freschissima sembrava aver dato nuovo vigore ai nostri corpi accaldati ma non sudati.

Prima di sdraiarsi nuovamente sotto di me Olga ha definitivamente fatto cadere a terra la sua camicetta e la mia , sfilandomi anche il reggiseno facendo scivolare le bretelline lungo le braccia , ora giacevamo uno sulla'altro completamente nudi. Anche se il vino bevuto a cena con le tante birre mi facevano sentire una particolare euforia ciò non mi impediva di apprezzare e godere ogni singolo istante. Ma il vino e la birra in abbondanza ingeriti avevano anche effetti collaterali.

Dovevo , con urgenza , fare la pipì. Il problema era come farmi capire. Dapprima l'ho detto in modo comprensibile in italiano …. devo fare la pipì …. ma senza risultato se non la faccia stupita di Olga che mi guardava ma non capiva. Ho provato anche con …..devo andare in gabinetto …..sempre con lo stesso risultato o quasi perché ora Olga rideva invece di sorridere. Infine , come per altre recenti occasioni , facendo la mimica di quello che dovevo fare.

Disinibito , sicuramente , ma anche aiutato dall'alcool mi sono alzato in ginocchio sul letto e preso il mio piccolo cazzo in mano ho fatto il gesto di pisciare. La risata di Olga ha richiamato anche l'attenzione di Markus , rimasto finora fuori , certamente a bere , che si è affacciato sulla piccola porta del caravan e al quale Olga ha parlato per un po' e io ho continuato a non capire. Ho capito solo , quando Markus avvicinatosi a noi ha accarezzato il mio sedere , ha ripetuto un paio di volte …..buono Matteo buono Matteo.

Inaspettatamente Olga si è sollevata con me dal letto e senza lasciare la mia mano mi ha portato fuori dalla roulotte. Io dovevo fare la pipì , che non trattenevo più , ma essere tenuto per mano da Olga mi creava disagio. Fuori dalla roulotte , allontanandomi verso la campagna , la mano di Olga non mi lasciava. Eravamo nudi quindi ho pensato di allargare le gambe e fare quello che dovevo fare , ossia orinare , con o senza Olga che mi guardava.

Non ho fatto in tempo ad allargare le gambe che Olga , davanti a me , si è accucciata , ho subito pensato che anche lei avesse voglia di fare la pipì e mi sono spostato di fianco. Le mani di Olga , che era sempre accucciata , hanno afferrato i miei fianchi e di shitto mi hanno girato nuovamente verso di lei che ora aveva si le gambe larghe e stava pisciando sui miei piedi , ma aveva anche la sua bocca davanti al mio cazzo , con la lingua completamente fuori e mi attirava verso di se.

Poiché io non mi decidevo a pisciare è stata Olga a prendere il mio cazzo e tenerlo davanti alla sua bocca spalancata facendo segno di si muovendo su e giù la testa. La mia vescica si e svuotata , immagino con grande soddisfazione di Olga , la quale poco o nulla a fatto disperdere nel suolo , che a bocca spalancata inghiottiva rumorosamente tutto. Poche se non rare volte avevo visto fare , quello che Olga ha fatto , spiando la gente in spiaggia , sempre la mia curiosità mi faceva domandare se un giorno anche io avrei fatto la stessa cosa.

Oggi era quel giorno. Di quanto accaduto Olga aveva solo una piccola traccia sulle guance , mento e sul collo che scendeva al centro dei suoi seni. Sorridente più di mai Olga mi ha fatto vedere la sua bocca vuota e ridendo ha parlato nuovamente con Markus che si era nuovamente seduto fuori dalla roulotte. Anche Olga si era seduta e continuava a parlare con Markus , sembravano felici e ridevano spesso , io che non capivo provavo rabbia ma non verso i due amici , verso di me per la mia ignoranza.

È stato Markus ad aprire una nuova serie di bottiglie , sempre grandi , di birra , una per ciascuno. Per bere mi sono seduto anche io fuori , nel tepore della notte era bello stare con amici e scoprire tante piacevoli novità. Mi sono accorto che anche Markus era ora tutto nudo , senza il telo intorno ai fianchi , quando Olga presomi per mano mi ha ha fatto alzare dalla mia sedia e mia ha fatto sedere sulle gambe di Markus.

Markus mi ha subito abbracciato ridendo come Olga , che per l'ennesima volta si è chinata verso di me per baciarmi. Era , dal momento della cena , il primo gesto affettuoso che ricevevo da Markus. Temevo , finora , di aver fatto qualcosa che aveva fatto irritare Markus. Per fortuna non era così e le sue carezze ora mi rasserenavano. A lungo Markus mi ha tenuto abbracciato e sulle sue gambe , credo di averlo eccitando , sentivo sulle mie natiche la durezza del suo cazzo che ben preso è emerso , ancora più duro ed eretto , al centro delle mie cosce spingendo di lato il mio piccolo cazzo con lo scroto.

Dopo l'ennesimo dialogo con Olga , Markus ha anche accennato un bacio alle mie labbra , solo un lieve sfiorare delle nostre bocche ma che è bastato per farmi avere una completa erezione. Con un leggero schiaffo al mio pene e dicendo …..cattivo Matteo cattivo …. Olga mi ha preso e fatto alzare dalle gambe di Markus. Come Olga mi ha tirato su ho sentito tutto il grande cazzo scorrermi tra le gambe , sembrava non finire mai.

Come il mio piacere. Aver ricevuto più gesti d'affetto da Markus mi aveva fatto un grande piacere , ero soddisfatto , per me era la conferma che in spiaggia ero piaciuto anche a lui e che i miei gesti nei suoi riguardi , anche se impacciati dal non sapere come agire con il suo grosso cazzo , non lo avevano infastidito. Rientrai volentieri con Olga nella roulotte , incoraggiato dal comportamento di Markus nei miei riguardi.

Ormai doveva essere notte piena , il tempo in spiaggia era volato , poi la cena e le lunghe effusioni , nel letto della roulotte , con Olga , il piacevole intermezzo sulle gambe di Markus all'estremo nel caldo della notte , eppure non avevo sonno. Ero solo tanto eccitato , una eccitazione non solo sessuale , coinvolgente , totale , non definibile. Olga mi ha riportato sul letto , anche se nella roulotte era un letto grande , spazioso , morbidissimo e piacevolmente fresco.

Mi ha fatto sdraiare , a pancia in giù , con la solita delicatezza mi ha fatto capire , toccandole , che dovevo allargare le gambe. A cavalcioni delle mie gambe Olga ha allargato le mie natiche , poi mettendomi una mano sul pube mi ha fatto sollevare i fianchi e nuovamente mi ha allargato le natiche , Sentivo che parlava ma non la potevo vedere , ero quasi in ginocchio a pancia in giù mi sono solo accorto che ora le mani nel mio sedere erano diverse , non solo quelle della donna ma anche quelle di Markus.

Più volte , prima la donna poi l'uomo hanno introdotto le dita nel mio ano , ogni volta parlavano tra loro , quasi sottovoce , e nuovamente con dolcezza , lentamente le dita dei due si alternavano nel mio ano , quasi a studiarlo , muovendo all'interno le loro dita come a cercare qualcosa sia nella profondità che nei lati. Mi accorgevo dalle dimensioni delle dita quando era Olga o Markus a penetrarmi , chiunque dei due fosse il piacere che provavo era uguale , tanto che senza volerlo a ogni penetrazione , che le dita fossero una o due come inizialmente avveniva , mi accorgevo di emettere flebili gemiti che accompagnavo con un movimento del mio sedere come a cercare la mano che mi violava l'ano.

Per molti minuti , veramente tanti , Olga e Markus si sono alternati a penetrare il mio ano , ero quasi convinto che fosse quello un nuovo gioco sessuale e partecipavo come se realmente lo fosse. Olga , come mi aveva fatto posizionare toccandomi , ora mi spingeva sui fianchi per farmi girare verso di lei , lei e Markus erano evidentemente molto eccitati. Markus esibiva il suo già grosso cazzo in piena erezione , con la punta tutta scoperta e molto bagnata , quasi di un rosso intenso brillante e lucidissima.

Olga aveva le gambe completamente colate dai suoi fluidi vaginali e mentre parlava con Markus si masturbava con tutte e due le mani piegandosi di sovente sulle ginocchia. La visione dei due eccitatissimi era stupenda , meravigliosa anche perché era merito mio pensavo. Il dito di Olga , bagnato dalla sua vagina , mi ha toccato il petto per richiamare la mia attenzione mentre ammiravo il grosso cazzo dell'uomo , subito lo stesso dito Olga lo ha nuovamente puntato verso di me poi si è toccata gli occhi e ha mosso il dito prima verso Markus poi verso se stessa concludendo con ….

capito ? In effetti avevo capito che io dovevo guardare loro due e con lo stesso gesticolare mi sono toccato il petto , poi gli occhi e poi loro due. Il cenno , ripetuto alcune volte , della testa di Olga diceva si …si …. si …e Markus faceva ok con la mano. Appurato che avevo capito Olga si è messa nella stessa posizione che io avevo in precedenza , in ginocchio sul letto con il sedere sollevato , dietro di lei Markus con una mano teneva il suo grosso cazzo con l'altra allargava le natiche di Olga e appoggiata la enorme punta nell'ano di Olga ha iniziato a spingere con lievi colpi inizialmente , che sono in seguito aumentati di forza tanto da spostare completamente Olga sul letto e credo , anche , di aver sentito Olga emettere piccole ma udibili grida.

Il cuore mi batteva tanto forte che mi sembrava di sentire sonoramente il suo battito accelerato , se era come intuivo e come Olga si era sottoposta per farmi capire , io avrei dovuto prendere il suo posto davanti al grosso cazzo di Markus e prendere nel mio sedere la sua maestosa verga. Markus si era fermato e Olga con il volto girato verso di me , volto che mi è sembrato tirato e sofferente , con il suo sguardo cercava i miei occhi , che sicuramente erano spaventati se non terrorizzati.

La bocca di Olga si arricciò come nel gesto di darmi un bacio , Markus sempre fermo dietro Olga teneva il suo cazzo duro metà dentro e metà fuori dal sedere della donna e teneva le sue robuste mani sui fianchi come a trattenerla. La mia disperazione doveva essere evidente e ben leggibile sul mio viso , come sul viso di Olga mi sembrava di leggere una sincera preoccupazione. Dovevo avere la certezza di aver capito bene , ovvero se Markus mi avrebbe preso analmente.

Con lo stesso gesticolare usato per capirci prima mi sono toccato il petto per dire io , subito mi sono messo sul letto nella posizione che aveva Olga e girato verso Markus ho toccato con la mano la parte di cazzo ancora fuori dal culo di Olga e poi ho con la stessa mano ho toccato il mio culo allargandomi le natiche. Olga con un sorriso , che definirei triste , ha fatto cenno di si con la testa ; Markus , che aveva perso parte della erezione , ma non lasciava i fianchi di Olga , e il suo cazzo ancora grosso uscendo lentamente dall'ano sembrava ancora più lungo e grosso di quanto finora avevo visto.

Pregavo dentro di me di non aver dato a Markus l'idea che poteva procedere e infilare il suo cazzo nel mio culo. Olga , liberata dalla presa di Markus sui fianchi , subito è scesa dal letto e con una passione straordinari è venuta ad abbracciarmi e baciarmi ripetutamente bocca e guance stringendomi a lei come mai fatto prima. Gli occhi lucidi di Olga erano la conferma che era preoccupata per me e , anche non capivo quello che diceva , le continue carezze al mio viso e i tanti , tantissimi bacetti che mi dava su tutto il volto erano una evidente affermazione di affetto reale.

Con mia sorpresa si è avvicinato anche Markus , ha baciato Olga con grande dolcezza sulla fronte , l'ha stretta a se e guardandola diritto negli occhi ha parlato lentamente , come se volesse che anche io ascoltassi e capissi cosa diceva , mentre parlava ad Olga ha abbracciato anche me. Solo ora mi rendevo conto di quanto il mio desiderio di essere considerata una ragazza doveva , prima o poi , scontrarsi con la realtà.

Anche se solo da poche ore ho conosciuto Olga e Markus credo di essermi affezionato a loro , mi hanno rispettato e amato , Olga in particolare si è dimostrata con me una donna affettuosa e dolce , anche Markus credo mi voglia bene e lui non ha colpa alcuna per il suo grande cazzo , io casomai ho la colpa di desiderarlo. L'impossibilità di comunicare tra noi è l'ostacolo maggiore , ma come accaduto in mare e in spiaggia il pomeriggio precedente quando , pur senza parlare la stessa lingua ci siamo amati , io ho amato loro e loro hanno amato me allo stesso modo ora io posso decidere se nuovamente amare ed essere amato.

Se devo soffrire per essere amato voglio soffrire per una persona che desidero e sopratutto vorrei vicino uno persona come Olga , una donna dolce e sensibile per aiutarmi , farmi sentire meno solo , meno oggetto e più persona. Il volto di Olga mentre Markus la prendeva analmente era il volto di una persona che soffre per amore , è questa visione nei miei occhi che mi porta a scegliere di fare l'amore con Markus , un amore anale che non sarà senza traumi , almeno le prime volte , ma la vicinanza di Olga mi da il coraggio , Olga saprà essermi vicino , amarmi e soffrire con me.

I suoi occhi lucidi , il suo sorriso triste mentre Markus la prendeva analmente erano il suo amore per me , per dirmi …..Matteo non lo fare se non lo desideri. Markus , ora sul divano dentro la roulotte beveva l'ennesima birra , Olga era rannicchiata tra le sue braccia , la notte anche se estiva e di agosto si era rinfreshita e la leggera brezza esterna faceva apprezzare il calore dell'ambiente interno del caravan.

Mi sono avvicinato al letto dove Olga dopo cena aveva tolto da addosso a me tutti gli abiti , ora penso che le sue dita nel mio ano siano servite a lei per capire la mia verginità per evitarmi una sofferenza eccessiva , forse nei dialoghi con Markus aveva detto che ero vergine , troppo piccolo per il suo grande cazzo. Non lo so ora e non lo saprò mai ma mi piace pensarlo.

Raccolti i miei vestiti mi sono avvicinata al divano dove stavano Olga e Markus , ero ancora nudo come nudi erano loro. Posati nel pavimento gli abiti mi sono infilato li piccole mutandine , muovevo il corpo in maniera sensuale , lentamente , accarezzandomi le gambe , il sedere e ogni parte del corpo , con la lingua mi leccavo le labbra e muovevo i miei lunghi capelli con shitti della testa ,Olga sorrideva sorpresa da tanta mia sensualità , Markus mi osservava con il desiderio stampato in faccia.

Fuori il cielo verso il mare , verso est , andava schiarendosi segno che molte ore erano passate da quando nella ma bocca Markus ha goduto e io in quella di Olga. Ora ero io a dare i tempi , ora ero io a prendere quello che volevo. E io volevo Markus. L'intuito femminile ha fatto capire in anticipo a Olga cosa stavo facendo , di shitto si è alzata per abbracciarmi. Solo quando , muovendo la testa , come ormai ci eravamo abituati per dire si , io ho fatto cenno a Olga di si , più volte su e giù con la testa , l'abbraccio di Olga è stato più materno che passionale e il suo bacio caldo come mai.

Sempre abbracciandomi mi ha riportato vicino al letto , mi ha accarezzato cercando di farmi rilassare , mi sussurrava nelle orecchie qualcosa che il tono della voce mi diceva erano parole di amore e lentamente , senza alcuna fretta le sue dita hanno preso possesso del mio ano. Bagnava le sue dita nella sua bocca prima di penetrare il mio ano , conle altre dita mi massaggiava dolcemente la parte circostante l'ano. Markus seduto sul bordo del letto assisteva estasiato al dolce lavoro di preparazione che Olga mi stava facendo.

Ogni volta che estraeva il dito dal mio ano Olga lo bagnava nuovamente nella sua bocca e nella nuova penetrazione lo spingeva un poco più dentro ,Dopo decine e decine di penetrazioni le dita erano due e il mio ano era totalmente rilassato , talmente rilassato che quasi mi sembrava che le dita venissero risucchiate dentro appena si appoggiavano tra le natiche. Ma Olga ancora non riteneva che io fossi pronto. Per un poco invece di usare due dita della stessa mano , credo usasse indice e medio per penetrarmi , ha usato le due dita medie che ,,una volta entrate nell'ano , con delicatezza tiravano i bordi verso lati opposti in modo continuo e applicando in progressione maggiore forza.

Forse un ora , forse di meno o forse di più Olga mi ha dolcemente preparato al mio incontro con il grosso cazzo di Markus. Ho capito che era giunto il momento quando Olga ha preso un vasetto , da dietro la testiera del letto , di non so quale unguento e dopo averne infilate un paio di ditate dentro il mio ano ha passato e ripassato le sue dita all'interno delle mie natiche massaggiando a lungo il mio foro anale che da lì a poco non sarebbe stato più vergine.

Non guardavo volutamente Markus , non volevo , vedendo il suo grande cazzo , avere un ripensamento a quanto avevo deciso di fare. Quando Olga si è messa al mio fianco e con dolcezza mi ha attirato sopra di se sentivo il mio ano contrarsi e rilassarsi mentre un tiepido calore si diffondeva dentro di me. Olga sotto di me stava piegando lentamente le sue gambe e nel farlo spingeva in alto il mio bacino , era come se mi fossi sdraiato sulle sue ginocchia che sentivo stringere il mio piccolo pene.

Con piccoli movimenti Olga cercava la posizione ideale , io seguivo le lievi pressioni che sue mani facevano sul mio corpo per seguirne le indicazione ed eè stato in questo momento che per la prima volta ho sentito le forti mani di Markus stringere i miei fianchi all ‘altezza del bacino. La bocca di Olga cercava la mia , io e lei ci guardavamo negli occhi e cercavo di sorridere per far capire che stavo bene ed ero felice.

La prima sensazione che Markus mi ha fatto provare quando il suo grosso lungo cazzo si è appoggiato al centro delle mie natiche è stata come se qualcosa di rovente cercasse di penetrarmi. Solo un istante ho provato a stringere il mio ano ma era come se i miei muscoli anali non rispondessero. Sentivo la grossa punta del cazzo appoggiata al mio buco anale , non percepivo particolare spinte o colpi , sentivo solo una pressione costante e piacevole che il mio ano sembrava gradire perché , strano paragone mi è venuto in mente , era come quando facevo la cacca , sentivo il buco dilatarsi lentamente , solo che ora non usciva nulla ma doveva entrare molto , doveva entrare tutto.

Olga continuava a guardarmi , forse si era accorta che i miei pensieri mi stavano distraendo e non ero più totalmente rilassato. Le mani di Markus sui lati del mio bacino stringevano con la stessa pressione che sentivo tra le natiche nel buco anale , era come se andassi incontro alla grossa punta del cazzo che voleva entrare in me perché in modo automatico stavo spingendo il mio sedere verso il grande cazzo ed è stato in questo preciso momento , mentre io spingevo sulla grossa punta che che uno shitto dei fianchi di Markus , uno shitto accompagnato da una spinta opposta alla mia , che ho sentito la prima vera sensazione , anche dolorosa , che stavo per essere penetrato da qualcosa di enorme.

Avevo avuto in bocca la grossa punta del cazzo e la mia lingua l'aveva più volte percorsa nella sua completa rotondità , non era assolutamente piccola. Ora sentivo un leggero bruciore e il crescere della spinta sul mio buco del culo , se prima spingevo il mio culo verso il grande cazzo ora era istintivo cedere e non resistere alla spinta di Markus ma le gambe piegate di Olga , sulle quali mi appoggiavo , mi bloccavano ogni movimento in avanti per cui solo il grosso cazzo aveva una via da percorrere e quella era dentro di me.

A ogni shitto in avanti dei fianchi di Markus ora iniziavo a sentire nel mio culo una sempre maggiore parte della punta del cazzo , cercavo di rilassare ogni mio muscolo ma a ogni spinta ormai mi sfuggiva un grido , e Markus aveva deciso di spingere con ritmo continuo. Ormai sentivo la punta del cazzo che stava dilatando il mio ano , sentivo che la pelle intorno al buco mi doleva sempre di più e ho deciso di andare a toccare con la mia mano il mio culo.

Quando la mia mano , che ho fatto passare tra le gambe , ha toccato il grosso cazzo nemmeno metà punta era entrata nel mio culo. Forse pochi centimetri ma era come se fossero metri. Le mie dita toccando le natiche scivolavano facilmente forse per la crema messa da Olga , anche il grosso cazzo era particolarmente scivoloso ma non entrava. Come quando dovevo fare uno sforzo per sollevare un peso , o spingere il carro , ho fatto alcuni lunghi respiri poi trattenendo il fiato ho spinto con tutta la mia forza il mio culo sul cazzo con uno shitto unico.

Respiro e urlo sono usciti insieme dalla mia bocca. Olga ha sobbalzato sul letto perché anche Markus ha gridato. Lo sguardo di Olga era evidentemente preoccupato , io sentivo lacrime sulle mie guance , le mani di Olga stringevano il mio viso e Markus sorpreso dal mio gesto aveva , forse anche per il dolore , tirato fuori il suo cazzo dal mio culo. Senza una esitazione ho messo tutte e due le mani tra le mie gambe per cercare il cazzo di Markus , Olga mi guardava spaventata, afferrata la grossa verga di Markus l'ho messa nuovamente appoggiata al mio culo e ripetendo profondi respiri e trattenendo poi il fiato muovevo il mio culo contro la grande punta , una , due , tre volte ogni volta un soffocato grido , quattro , cinque volte senza tregua anche perché ora Markus si opponeva con forza alle mie spinte e a ogni spinta mi attirava a se con sempre maggiore forza ; sei , sette gridi soffocati e a un tratto come se se il grosso cazzo si fosse improvvisamente sgonfiato ho sentito tutta la grande punta che iniziava a scorre nel mio buco del culo Il mio respiro era tanto affannoso a quello di Markus , il dolore persisteva ma ora era pari al,piacere di sentire la grossa punta bollente dentro di me.

Olga era tra il meravigliato e lo spaventato. Markus , sicuramente sorpreso dalla mia reazione , dopo una breve sosta , mantenendo spinto il suo cazzo dentro di me , con un paio di affettuosi sculaccioni mi ha rimesso in moto. Come Markus ha iniziato a muovere il suo bacino mi è sfuggito un nuovo grido , questa volta soffocato dalla bocca di Olga che , ripresasi anche lei dalla sorpresa ora era ritornata passionale e partecipe , ha subito infilato la sua lingua nella mia bocca.

Ora Markus con un ritmo lento , costante , anche incoraggiato dal mio comportamento docile e dalla mia sopportazione del dolore , a ogni spinta introduceva poco , ma sempre di più , il suo grosso cazzo dentro di me , quello stesso cazzo che mi aveva spaventato , quello stesso cazzo che ora mi dava dolore e gioia. Avevo raggiunto una buona intesa con Markus , come appoggiavo la mia mano sul suo cazzo lui si fermava e in quei frangenti mi accarezzava e baciava il collo , al mio nuovo tocco riprendevamo la inculata ogni volta con qualche nuovo centimetro introdotto.

Poche dure spinte e nuova pausa. La roulotte era ora inondata dalle prime luci del giorno ma io non ero ancora sazio del cazzo di Markus che avevo appena preso in culo e Markus voleva ancora godere del mio stretto e dolorante culo. Olga aspettava solo di capire quando i nostri corpi avrebbero annunciato l'imminenza dell'orgasmo e sicuramente avrebbe contribuito a renderlo straordinario. Mentre il primo e più forte dolore andava scemando e venivo pervaso dal piacere che il grande cazzo mi dava scivolando nel culo , prima lento lento poi con crescente ritmo fino a portarmi diversi orgasmi nella mia mente si andavano scolpendo questi ricordi indelebili.

Ho goduto in questa occasione non so quante volte , non solo grazie al grosso cazzo di Markus , sopratutto grazie alla deliziosa donna che è Olga. È stata Olga il collante che ha unito Markus a me e noi due a lei. Markus con alcune pacche sul mio sedere mi volle far capire che il suo orgasmo era imminente , Olga dal cambiamento del nostro ritmo capì che io e Markus eravamo all'apice del piacere.

Da donna intelligente si mise da parte , felice di assistere ma anche consapevole che quello era il momento di me e di Markus. Ormai il cazzo , grosso e lungo , di Markus scorreva dentro e fuori dal mio culo , non certo con facilità , a ogni uscita corrispondevano minuti difficili per reinserirlo , con cautela e per quanto il dolore mi consentiva stringevo l'ano e le natiche per mantenere dentro almeno la grossa punta , la più dolorosa per rientrare , e dare a Markus il tempo di godere dentro di me.

Io ormai non avevo più risorse per ulteriori orgasmi , Markus sembrava esserne colmo e così e stato , Con un intenso abbraccio Markus mi ha stretto a sé e un fiume di sborra calda si è sparso nel mio culo. A ogni contrazione dell'orgasmo Markus dava una nuova possente spinta e anche gli ultimi centimetri , che non erano pochi , del grande cazzo che in precedenza non erano entrati ora , anche per il culo lubrificato dalla notevole quantità di sperma , erano tutti dentro e sentivo l'osso pubico di Markus toccare il mio culo.

Olga che vicina , ma finora immobile , ci aveva lasciati godere mentre si masturbava per il piacere di vederci uniti , prima che Markus sfilasse completamente il lungo cazzo dal mio culo , si è sdraiata nel letto con la faccia sotto il mio culo , la bocca aperta pronta a ricevere lo sperma che , come il cazzo usciva , lo avrebbe seguito. Markus per concedermi ulteriore piacere ha estratto lentamente il suo cazzo dal mio culo , ciò mi ha dato il tempo per contrarre ripetutamente i muscoli anali in modo che all'uscita del cazzo anche lo sperma fosse pronto per soddisfare la bocca di Olga.

Markus non più unito a me con fantastico tempismo ha posto la sua lingua nella vagina di Olga che nello stesso istante riceveva in bocca lo sperma dal mio culo. La bocca di Markus era nella figa do Olga , la bocca di Olga era nel mio culo per recuperare più sperma possibile , solo la mia bocca , ma solo per poco era libera. Subito Olga , con la bocca piena si è unita alla mia per restituirmi la prima sborrata nel mio culo.

Con una TransHo vissuto per un lungo periodo a Sassari, in Sardegna, ero single e affamato di sesso. Mi iscrivetti ad un sito di incontri, ed essendo un ragazzo piacente, trovavo molto riscontro e incontravo tante ragazze, da molto tempo mi scriveva una bellissima trans, con due seni fantastici ed un culo che faceva arrapare solo a guardarlo. Ero molto restio a convincermi di poter andare con una trans, ma a volte le fantasie che ci passano per la mente ci portano a cercare nuove esperienze, ovviamente lei essendo anche una escrt mi propose di incontrarci gratis, anche perchè lei moriva dalla voglia di saltarmi addosso.

Lei era brasiliana, abitava in una palazzina al centro, in un pomeriggio d'estate mi convinsi di provare questa esperienza e andai a trovarla, stava all'ultimo piano, feci le scale e la trovai sulla porta del suo appartamento ad aspettarmi, era alta quanto me, oltre 1. 80, i capelli castani chiari, ed un viso che avrebbe fatto invidia a qualsiasi ragazza, mi aspettava tutta nuda, con una mano poggiata sulla porta d'ingresso e l'altra stringeva un seno, a mala pena riusciva a coprirne la metà, delle tette favolose, tra le gambe gli pendeva un pisello enorme, penso di non averne mai visto così grandi.

Mi salutò con un bacio sul collo, le poggiai le mani sui fianchi e la baciai, per un attimo ero tentato dal scoparla lì sulla porta talmente ero stato ammaliato dalla sua bellezza. Entrai nel suo appartamento, pieno di colori, di foto che la ritraevano in mille pose, un posto ordinato, si sedette su una scrivania per rispondere al computer a dei messaggi di uomini che la cercavano continuamente, arrivavano messaggi ogni secondo, era desiderata da tutti.

Sulla scrivania c'erano due enormi vibratori, ne presi uno e le dissi: “questo è tuo?! ci giochi spesso?!” lei lo prese lo poggiò sulla scrivania e mi disse: “Preferisco quello vero, dammi il tuo. ” e con una mano mi strinse i pantaloni sul cazzo, già da quel momento ce l'avevo duro come il marmo. si mise a novanta sempre con le mani a rispondere al computer e con il culo rivolto verso di me, dicendomi: “ti piace? lo vuoi?” afferrai quel culone e mi ci strusciai sopra.

la voglia aumentava sempre di più. Si voltò mi strinse con le mani sui fianchi e mi disse: “non sai da quanto ti desideravo. ” mi spinse sul letto, mi levai la maglietta e lei pian piano mi calò i pantaloni, giocò prima un pò con le mani, poi finalmente lo prese in bocca. Avevo sentito dire che le trans sapessero succhiare bene, ma non immaginavo così, mi fece un pompino che sognavo da sempre, sembrava che volesse soffocarsi con il mio cazzo, se lo levò dalla bocca e disse: “mmmh è bello grosso, con questo mi rompi il culo.

” a quel punto avevo il cazzo pronto all'uso, mi alzai e la toccavo ovunque, aveva dei seni sodi, ed enormi, con i capezzoli duri perchè anche lei era arrapatissima, le stringevo con entrambe le mani le natiche e le davo degli schiaffi, si eccitava quando veniva colpita, anche il suo cazzo si era indurito, era enorme, quasi a farmi paura. Ma mi eccitava vederla arrapata, ci ributtammo a letto, si voltò si mise a pecora con quel culone spalancato mi invitava ad incularla, poggiata con i gomiti sul letto, con i capelli che le coprivano la faccia, e quel cazzone da cavallo che le penzolava sotto la pancia, le infilai prima due dita in culo con forza, alzò la schiena come segno di dolore, ma non disse nulla, perchè le piaceva essere maltrattata, iniziai ad infilarle il mio cazzo, aveva un culo da sogno, inizio a scivolarle dentro tutto il mio cazzo e iniziai a scoparla con decisione, mi sfogavo con il suo culo, le dicevo delle porcate e lei godeva come una cagna, la sculacciavo con forza ad ogni penetrazione e lei godeva sempre di più, il suo cazzo talmente era grande pendolava sotto dal movimento che le davo scopandola, continuavo a spingerla con le mani dai fianchi le portai in avanti a stringerle le tette, la mia curiosità mi spingeva ancora e con una mano le afferrai il cazzo, era enorme, non riuscivo a stringerlo del tutto talmente era grande, iniziai a masturbarla e continuavo ad incularla, lei godeva sempre di più, il suo ano si allargava sempre di più.

La voltai e la baciai con forza, i nostri cazzi si sbattevano tra loro, mi eccitai da morire, glielo sbattei in faccia e lei mugugnava come una cagna in calore, continuava a succhiarmelo come se fosse una assatanata, lo voleva, lo voleva tutto, ma io non mi stancai di farla eccitare e ripresi il suo cazzo in mano e continuai a masturbarla, sembrava di masturbare un cavallo, aveva un pisellone che faceva paura, mi chiese: “lo vuoi assaggiare?” per un momento pensai a mille cose.

non avevo mai preso un cazzo in bocca. ma preso dall'eccitazione e dalla voglia di scoprire, le dissi di si. fece un espressione stupita ma allo stesso tempo felicissima, mi sdraiai sul letto si sedette su di me, aveva delle palle morbide ed enormi, le sentì poggiarsi sul mio petto e quella enorme cappella sul mio mento, prima lo baciai, poi iniziai a leccarlo, mi piaceva e le succhiai il cazzo,si voltò e facemmo un 69, impazzivo dall'eccitazione.

sborrammo insieme, un orgasmo senza precedenti, fu un esperienza unica, la mia prima volta con una trans, ci incontrammo anche altre volte, ma fu l'unica con cui facevo queste cose, oltre alle donne. La mia discesa negli abissi Avevo un vestitino nero; lo scollo era a cuore, lungo le maniche e le spalle una retina trasparente nera che faceva intravedere i miei tatuaggi sulle braccia, la lunghezza del vestito era relativamente corta, mi copriva appena le chiappe ma doveva essere così.

Calze rotte e anfibi neri, rossetto color prugna e uno sguardo da cagna che faceva quasi vergogna. Sono entrata e mi sono presa subito da bere, ero agitata e ancora nel vestitino corto non ci stavo a pennello. La sala era grande, spaziosa, dal soffitto scendevano gabbie, catene e piano piano anche la mia voglia si faceva sempre più palpabile. Mordevo la cannuccia del mio drink sempre più forte, ci giocherellavo come se avessi dovuto scaldare il muscolo della lingua, guardandola mi sono accorta di averla ridotta a un macello.

Poco importava, volevo esplorare. Ho sceso le scale, il cartello diceva:‘Passa il labirinto per arrivare alla sala Sauna’. La sala era buia, non si vedeva nulla. Erano cabine disposte in modo tale da tracciare dei percorsi. Dentro le cabine c'era giusto una panca e uno di quei cosi pieno di fazzoletti che ci sono nei bagni. Nel buio più totale si sentivano gli spasmi di signorine eccitate, pronte all'orgasmo, fruste che battevano sulla carne e il rumore di qualche catena che batteva sull'acciaio freddo delle cabine.

Camminavo a occhi chiusi, quei rumori mi piacevano, facevano di me una donna senza censure, liberavano la mia vera natura; la mia notte era iniziata bene, nessuno mi avrebbe fermato. Mirko, non lo pensavo giá più. Uscita dal labirinto mi viene incontro un ragazzo sorridente, mi porta con lui a fianco alla sala sauna e preso da non si sa quale gran voglia di chiacchierare, ci fumiamo due sigarette e affrontiamo diversi argomenti. La situazione si faceva bollente, le domande sempre più spinte.

Non ama i ruoli Roberto ma sfila la cintura e mi ordina di girarmi. Arrossisco e mi giro. Gli ordini vanno eseguiti, mi ripeto, mi chino a novanta gradi, il vestitino lascia scoperte il mio importante sedere, afferro la grondaia con decisione e aspetto. Una. Due. Tre. Urlo, mi faceva male. Istintivamente porto le mani sopra le mie doloranti natiche ma lui mi ferma, mi ricompone e continua il suo lavoro. Quattro. Cinque. Mi prende per i capelli e mi porta al labirinto.

Entro per prima, so cosa devo fare. Mi inginocchio. Lo spoglio. Sento le sue mani accarezzarmi i capelli, i suoi spasmi da prima leggeri ora si sentivano bene anche da fuori, penso. Roberto è dolce in verità, era solo una messa in scena, mi accarezza le spalle, i capelli, mi ripete quanto son brava. Adoro i deep throat, lo lascio scorrere tutto fino alla gola, rimango così, Robi inizia a spingere più forte ed esplode in un orgasmo veramente sentito.

La sento colare dalla bocca, quando esce riesco a vedere solo la miriade di fili di bava e sperma che partivano dalla mia bocca e terminavano sopra quel gran bel cazzo. Pulisco tutto, mi piace. ‘Non si sentivano pompini così da tanto, sei bravissima, complimenti’'Ci metto passione’ rispondo. Gli passo una salvietta profumata e finito di pulirci usciamo. Il suo braccio era intorno alla mia vita, mi porta al bar e mi esibisce agli amici come se fossi un trofeo.

Ordina lui per me, Jameson, niente male come scelta. Scopro che abita vicino a me e che ha quaranta anni. Rimango basita, non gli avrei dato più di trent'anni, mi complimento e mi attacco al suo collo come se fossi una sanguisuga. Entriamo per la seconda volta in cabina, regalo al mio quarantenne un altra fellatio, mi prendo tutti i complimenti che accrescono il mio ego e un biglietto da visita con sopra il suo numero, lo ringrazio ed esco.

Nel primo bidone che ho visto ho buttato il biglietto da visita. Non mi serve. Giro per la sauna ma è troppo caldo, scendo le scale per tornare al labirinto. Nel mentre sale un ragazzo sui trenta, ci scambiamo uno sguardo di quelli profondi, non ci stacchiamo gli occhi fino che non lo invito con un dito a seguirmi. Lui mi segue e con sè ha un amico. Entriamo in cabina. Mi ritrovo le loro mani ovunque, ne bacio uno con foga mentre l'altro da dietro alzava il mio vestitino toccando le ferite che mi aveva procurato Roberto.

‘È stata giá usata la puttana’. L'altro posa la sua mano sulla mia testa cercando di abbassarmi. Facilito la cosa piegando le ginocchia e quindi mi inginocchio a loro. Me ne ritrovo davanti due, completamente differenti: uno profumava di cazzo l'altro di donna, li avvicino con le mani e inizio a leccarli entrambi, mi sposto da un asta all'altra, massaggiando ad entrambi i testicoli fino ad arrivare all'ano. Raggiungo una sincronia perfetta, vengono entrambi nello stesso momento; il mio viso era l'immagine dell'estremo del sesso e della perversione, bagnata di sperma fino il decoltè mi ordinano di leccare tutto.

Non esito affatto, con un dito lo raccolgo e lo porto alla bocca, il mio sguardo era fisso su di loro, continuavano a segarsi, uno di loro mi regala un altro orgasmo. ‘Ti piscio in faccia miss pompino’La cosa mi fa sorridere, non appena terminata la mia debole risata mi ritrovo una manata sulla guancia. ‘Non ridere troia’Non potevo prendermi una pioggia in faccia, dovevo prendere un treno tra qualche ora e non mi sembrava il caso.

Mi alzo, mi sistemo con il poco che riescono a riparare quei fazzoletti di carta della cabina, uno di loro mi chiede il numero, glielo lascio senza pensarci due volte e esco dalla cabina. Devo passare in bagno per una sistemata. Nel buio del labirinto mi sento afferrare da un braccio, oppongo una certa resistenza, ma le mani da due diventano quattro. Vengo trascinata dentro una cabina, sopra c'era una luce fioca che mi permetteva di vedere chi mi aveva presa e trascinata di forza.

Erano due signori ben distinti, sulla cinquantina. Ero spaventata, probabilmente avevano sentito tutto da fuori alla cabina, prima, quando ero di altri e hanno aspettato il momento adatto per prendermi e usarmi a loro piacimento. Mi hanno spogliata nel giro di dieci secondi, mi sono ritrovata a carponi per terra, uno si trovava dietro di me, non era italiano, ricordo che aveva un accento straniero, Francese forse. Mi massaggia le natiche rosse, inizia a sculacciarmi di foga e poi mi penetra senza nessuna delicatezza.

Sento le sue labbra sulla mia schiena, mi bacia, mi accarezza e allo stesso tempo mi pizzica con le dita e mi sculaccia usando una violenza non indifferente. L'altro si impossessa della mia bocca, mi chiama ‘dolce bambina’ e mi tiene dai capelli facilitando l'entrata e l'uscita del suo cazzo dalla mia bocca. Ero completamente abbandonata al piacere, stavo per raggiungere il tanto atteso orgasmo; stringo le gambe, il cazzo del francese si faceva sempre più agitato ma all'ultimo decidono di darsi il cambio.

Me ne ritrovo uno sotto di me e l'altro dietro, doppia penetrazione. Non resisto due minuti che esplodo in un orgasmo davvero tanto rumoroso. Si alzano entrambi e mi regalano il loro piacere. Mi alzo in fretta e furia mi sistemo un pochino e esco lasciando i due signori cinquantenni dentro la cabina, questa volta corro via dal labirinto, raggiungo il bagno e mi guardo allo specchio. Faccio schifo. Sistemo il trucco nel giro di pochi minuti, rimetto il rossetto e mi mangio una cingomma alla menta.

Avevo il sapore di cinque uomini diversi dentro la bocca, la cosa iniziava a darmi il volta stomaco. Esco per fumare una sigaretta, incontro i due amici di prima, uno di loro mi sorride e mi accarezza la guancia. ‘Cucciola lei…’E se ne vanno. Mi alzo, spengo la sigaretta nel posacenere e rientro. Finalmente ritrovo la mia amica, le luci ormai erano accese, il locale stava chiudendo. ‘Vado al guardaroba, prendo le giacche, aspettami qui..’C'era una fila assurda, mi guardo attorno e non appena mi rigiro mi ritrovo davanti un ragazzo bellissimo.

‘Ti ho seguita per tutta la sera e non sono mai riuscito a prenderti da sola, come ti chiami?’Gli dico il mio nome, ci scambiamo il contatto facebook e mi porta in macchina con il suo amico. Sfinita, riesco a scroccargli un passaggio fino la stazione, lo ringrazio con un bacio e faccio per andarmene. L'amico a malapena mi ha salutata. Che antipatico. ‘Il treno per Rimini è in arrivo al binario cinque’Raccolgo le mie ultime forze, convalido il biglietto e corro al mio binario.

Avevo bisogno di tornare a casa, di riposarmi. Ma giuro che sarei rimasta in quel treno e mi sarei fatta accompagnare ancora più giù di Rimini. La mia serata. Le mie fantasie finalmente soddisfatte. Te, che mi manchi. Io che sono in pensiero perchè non mi vedo tornare. Saffo si diverte a giocare con meMacchina dal meccanico, così ho deciso di portare la mia contabilità alla mia associazione; ho preso la metropolitana per andare in piazzale Loreto e farmi con calma tutta Corso B.

Aires. Salgo sul metro ed è pienissimo, avete presente le sardine in shitola? o la metro giapponese dove si viene spinti dentro? uguale… ad ogni modo mi metto appoggiato ad un posto a sedere naturalmente occupato e partiamo. Altre fermate, gente che esce e gente che entra. Ad un tratto in una galleria si ferma la metro, silenzio assoluto e buio assoluto; sento una mano che m palpa il sedere, sempre più insistentemente da dietro, poi una mano mi slaccia lo zip del pantalone e una mano mi entra dentro, sento due braccia avvolgermi il torace, poi vedo il viso; è una trans, poco più alta di me, mulatta, dai capelli neri lunghi mi dice che ho un culo bellissimo e non ha resistito, poi mi bacia, mi bacia con estrema lascivia, mi dice di chiamarsi Lavinia ed io rispondo col mio nome ma lei subito “No, adesso ti chiami Romina, sei la mia Romina” e mentre parla inizia a leccarmi le orecchie, usa tutta la lingua con estrema maestria, tanto che poco dopo non ce la faccio più, sento le gambe cedermi per l'eccitazione.

Lei capisce subito “Ti ho preso il punto giusto, sono felice ed ora sarai mia più facilmente, mia”, mi abbassa il pantalone, mi abbassa il perizoma e lentamente mi entra dentro e inizia a scoparmi lentamente ma molto profondamente; è molto brava, anche la sua voce è eccitante, è bassa, calda, sensuale, “Ecco, ti scopo, sei mio, ti voglio mio, che bel culo che hai, mi piaci, mi piaci tantissimo, mi ecciti da morire! sei la mia troia diventerai la mia troia eccomi, eccomi stò venendo siiii, vengoooooo”, Lavinia mi riempie così il culo del suo sperma, lo sento molto caldo, molto vischioso, esce da me, mi rimette a posto ma le sue braccia sono ancora strette a me.

La metropolitana parte e la fermata dopo Lavinia mi spinge fuori dalla metro, ora la vedo meglio e devo dire e glielo dico “Lavinia, sei bellissima, uno schianto, sei di una sensualità incredibile”. Lei mi abbraccia e ringraziandomi mi dà un bacio tenero sulla bocca, poi mi prende per mano e fatti un centinaio di metri arriviamo a casa sua, al terzo piano di uno stabile molto vecchio. Mi fà sedere su un divano a 2 posti, la cucina è piccola ma molto intima, lei và in camera e si spoglia mettendosi in liberta, almeno così mi ha detto, quando torna mi manca il fiato”Mamma mia Lavinia, sei, sei, sei”, “Io sono e sarò il tuo fidanzato, il tuo uomo, mi prende per mano e mi porta in camera, qui mi spoglia completamente e comincia a mettermi un perizoma di pelle rosso, calze autoreggenti sempre rosse, la gonnellina nera lunga con spacchi ai lati, mi dà un body sempre rosso ed una camicetta rosa, mi trucca, molto pesante, specie gli occhi, la parrucca è nerissima e lunghissima, poi mi mette le scarpe, un paio rosse con tacchi di 6cm.

, mi fà camminare e cammino subito perfettamente “Romina! cammini proprio come una donna, tu sei donna dentro, sei veramente una donna, la mia”. Alla fine mi dà un giubbettino di pelle foderato tutto rosso, mi prende per mano e riusciamo dalla sua casa. Fuori molte persone ci guardano, camminiamo mano nella mano, poi lei mi mette un braccio sul collo, sento distintamente dei commenti alcuni anche un pò volgari. Poco dopo arriviamo ad un'altra casa, lei mi dice che è una sua amica da tanto tempo e che tante volte le aveva consigliato di trovarsi un uomo unicamente passivo e….

“tu lo sei, e adesso ti presento a lei”. La sua amica apre la porta, la guarda e mi guarda con meraviglia “Cara Natalie sono immensamente felice, ho trovato ciò che cercavo, lui sarebbe ivano, ma adesso sarà Romina, la mia Romina, sai ha un culo stupendo, stretto, caldo e cammina tranquillamente coi tacchi, guardala che bella”, Natalie è una trans enorme, na vera matrona, è alta sul 1,90, capelli lunghissimi che lei tin davanti, un viso da vera pantera, nascoste ma si intravvedono due tette della settima, sotto una camicia rossa, e sotto una gonna nera lunghissima, mi squadra per bene,gira intorno a me, mi palpa il sedere, poi mi si avvicina e mi chiede se può farmi provare delle scarpe con tacchi di 10cm.

, io allora rispondo che se la mia Lavinia vuole io lo faccio, allora Lavinia mi viene vicino, mi prende il mnto con la sua mano destra e poi mi parla “Romina, non sei la mia schiava, sei la mia donna, sono felice della tua risposta, ma devi sentirti libera di parlare e scegliere come vuoi”, “allora signora Natalie accetto, sono curiosa anch'io”. Natalie mi sorride, mi porta un paio di scarpe rosse di vernice, me li mette e poi provo a camminare, lentamente ma sempre con più sicurezza.

Le due trans mi guardano stupite e meravigliate, poi una volta vicino a loro mi abbracciano festose, Natali mi guarda e poi ci chiede se fossimo daccordo di andare tutti e tre al ristorante e poi a ballare. Lavinia è subito daccordo e tutti e due mi guardano, io le rispondo che devo fare una telefonata, gli spiego il perchè e le mie amiche sono concordi con me. Siamo pronte in un batter d'occhio, usciamo mano nella mano ed io in mezzo, andiamo in un ristorante peruviano vicino la stazione; quando entriamo ci sentiamo tutti gli occhi addosso, siamo bellissime.

Le mie amiche mi guardano, per capire se provo imbarazzo, ma vedono in me una completa naturalezza. Vedo Natalie parlare all'orecchio Lavinia, ma sento ciò che dicono”Romina stà entrando nella parte, si sente a suo agio vestita da femmina” io le guardo e le sorrido, ceniamo con estrema calma, poi finito paga Natalie per tutte, Lavinia mi è vicina e mi spiega che Natalie è un'affermata attrice porno, ed i soldi ne ha tanti, Natalie poi chiama un taxy per portarci alla discoteca Nuova Idea, quando vedo il taxy riconosco il tassista e mi irrigidisco visivamente, Lavinia e Natalie se ne accorgono e si stringono a me, poi una volta scesi, Lavinia mi chiede il moivo della mia paura ed allora gli spiego che anch'io sono tassista e che non lavoravo per il fatto dela macchina dal meccanico, Natalie mi dà un bacio clamoroso, sonante e scoppiamo a ridere.

La discoteca è pienissima, ci sono tante altre trans, ragazzi bellissimi e molti effeminati, quando entriamo in pista anche noi tutti ci guardano e ci ammirano, sento tante palpate decise ma le mie amiche li allontanano dicendogli che appartenevo a loro due, ad un certo punto mi si avvicina una trans peruviana che io conosco molto bene, poi altre tre e conosco anche loro, poi una chiede a Lavinia “che carina questo travesito, dove l'hai trovato?” “In Metro, l'ho fatto subito mio e non ci siamo ancora lasciati, è dolcissimo e porta benissimo scape con tacchi altissimi, guarda come balla sicura”.

io difatti continuavo a ballare tranquilla, quando sento “Piacerebbe anche me avere una persona come la tua amica e anche alle mie amiche”. A questo punto mi avvicino a loro e gli dico con cattiveria “potvate avermi già da tempo, ma mi prendevate solo in giro per fare giri gratis col mio taxi. vi ho fatto capire mille volte cosa e come mi sentivo, ma voi mi ridevate in faccia, vi ho fatto leggere i miei racconti e voi ridevate”.

A questo punto la prima trans peruviana mi viene vicino ed io ancora “Si, sono Ivano, o Luisa, come volete, Lavinia mi ha capita subito ed ora sono sua” “Ivano, Luisa che bella che sei, non pensavamo, pensavo che scherzassi, ti chiedo umilmente scusa per me e per le mie amiche e poi lo dirò anche alle altre, ci faremo perdonare” “Bene, ora andate”Lavinia dopo aver visto la mia sfuriata mi viene vicina, mi mette un braccio sulla spalla e mi bacia teneramente, poi è la volta di Natalie baciarmi “Ste stronze di peruviane non capiscono un bal cazzo, sono il popolo più ignorante del Sudamerica”.

Finita la discussione ricominciamo a ballare serene e felici, le mie amiche ora mi stanno vicine, molto vicine, sempre più vicine, le ho addosso e cominciamo a baciarci senza ritegno. Sento una mano toccarmi il buco del culo, Lavinia mi leca le orecchie e ben presto entro in uno stato di languidezza e di eccitazione incredibile, non riesco letteralmente a stare in piedi, sento che mi portano fuori dalla discoteca, altro taxi, sento ancora le lingue sulle mie orecchie e l'eccitazione permane, fin quando arriviamo a casa di Natalie, mi spogliano velocemente, mi sbattono sul letto, poi si spogliano anche loro e subito mi sono addosso coi loro cazzi affamati, sento le loro mani sul mio corpo i loro cazzi nella mia bocca e nel mio culo, mi sborrano dentro, poi fannbo il cambio, mi risborrano ancora e ancora e ancora per tutta la notte; alla mattina siamo stanche e sazie, facciamo la doccia e Lavinia mi aiuta a truccarmi e vestirmi, Natalie mi viene vicina, mi dà un bacino e poi mi dice”Romina, tu mi piaci molto, ma sei di Lavinia e dico beata lei, ma voglio assolutamente esserti amica e se mi capita un film dove cercano una persona come te, ti propongo e reciterai con me, va bene, ti và?” “Certo Natalie, e sono felicissima di esserti amica, magari faremo altre serate come questa” “Magari” Lavinia mi prende per mano e ritorniamo a casa sua, qui riprendo i miei vestiti, la bacio e prima di uscire, lei mi viene diwetro e mi dà una bella palpata”Ciao mia bellissima Romina”..La sega con i piedi di mia cugina GaiaEra un pomeriggio d’estate.

Gaia veniva spesso a trovare la nostra famiglia durante le vacanze. Ero sempre rimasto a bocca aperta ogni anno che la vedevo. Diventava così bella e porca che sognavo sempre di scoparla, nonostante fosse stata mia cugina. Gaia e gli zii vivevano in Spagna. Lei era cresciuta lì ed era molto calda, simpatica e affettuosa come tutta la gente della sua terra. Veniva spesso però in vacanza da noi negli ultimi anni. Più che vacanze erano dei viaggi obbligati: sua madre veniva spesso a trovare nostro nonno che negli ultimi tempi si era aggravato con la salute.

Gaia era mora, aveva una terza abbondante ed un bel fisico asciutto. Non era molto alta, ma nel complesso aveva un bel fisico e un sedere niente male. Eravamo coetanei ed anche per questo motivo ogni volta che venivano a trovarci io e lei passavamo molto tempo insieme. Solitamente di sera in estate uscivamo a bere in qualche bar del paese e al mattino spesso andavamo insieme al mare con la moto. Io le insegnavo un po’ di italiano, anche se devo dire se la cavava già bene in quanto gli zii avevano fatto un bel lavoro, e lei mi restituiva il favore insegnandomi lo spagnolo.

Un pomeriggio come dicevo, venne a trovarci a casa. Io ero in camera a riposare, mentre mia zia e i miei genitori portarono nonno a fare una visita. Fu allora che restammo soli in casa. In un primo momento Gaia si preoccupò di non svegliarmi, ma restò comunque nella mia camera a guardare la tv. Faceva molto caldo, aveva una gonna corta e un top leggero. Le sue gambe erano lisce e aveva dei bei piedi curati.

Ogni tanto provava a svegliarmi annoiata dai programmi in tv facendomi del solletico sui fianchi. Gaia e la sega coi piediQuando si mise girata abbandonando definitivamente la tv e concentrandosi su di me, iniziai ad aprire gli occhi. Si era messa di fronte lateralmente e stuzzicandomi coi piedi riuscivo a vedere tutto sotto la gonna. Quella zozza non aveva le mutandine. Rimasi estereffato. Ma non sapevo cosa dire o fare. Lei probabilmente si era accorta che i miei sguardi si erano concentrati a guardarla tra le cosce, sotto la gonna.

Imperterrita però continuava a scalciarmi ed a solleticarmi fregandosene che le guardavo il pelo. “Che porca” – pensai. Era da quando avevamo 15 anni che sognavo di scoparla perché si vedeva già che prometteva bene. Era una bonazza tremenda e i suoi modi di fare mi facevano perdere la testa. Così dolce e caliente, così delicata nel parlare, riusciva ad essere sensuale anche solo con lo sguardo. Me ne fregavo che fosse mia cugina e se ci fosse stata me la sarei scopata senza pensarci due volte.

Iniziammo a giocare: io fingevo di voler dormire, mentre Gaia mi invitava ad alzarmi e uscire visto che a casa si stava annoiando e non c’era nessuno con cui parlare se non con me che volevo dormire. Quando capii che eravamo soli e che i nostri genitori ancora non rientravano, mi rinvigorii e pensai che forse se non se ne fregava che le guardassi la figa sotto la gonna poteva starci. Immaginai già tutto, avremmo cominciato giocando, poi l’avrei baciata per capire la sua reazione e quando non avrebbe opposto resistenza avremmo iniziato a scopare.

Il suo fregarsene mi iniziò ad eccitare, iniziai a fantasticare e più fantasticavo più si inizia a fare duro il mio cazzo. Lei dopo un po’ si rese conto che guardandola tra le cosce mi stava eccitando, ma non se ne preoccupò anzi continuava a giocare e scherzare. Devo dire che non appena si accorse del mio cazzo cresciuto nel pantalone sembrò quasi che spostava volontariamente i suoi piedini verso di lui. Quando salì per l’ennesima volta verso di lui, le bloccai i piedi con le mani.

Gaia – ridendo – disse “Lasciami”. Iniziammo a ridere, ma con le mie mani continuavo a bloccarle i piedi e a tenerglieli accanto al mio cazzo duro. Gaia allora disse:”com’è che ti è diventato grande?” con la sua voce sensuale. Sorrisi e le dissi che era da quando mi aveva svegliato che avevo di fronte agli occhi la sua figa pelosa. Mi aveva eccitato lei e forse qualche sogno fatto. Provai a giustificarmi così.

Lei però come prevedevo non si disturbò ed anzi sembrò quasi eccitata all’idea che guardandola tra le gambe suo cugino si fosse eccitato così tanto. Il mio cazzo era durissimo. Se ne era accorta ed eravamo ancora soli. Quando le lasciai i piedi mi aspettavo che li togliesse. Invece non fu così. Gaia pure si stava eccitando. Lo sentiva grosso, enorme e duro sotto i piedini. Non li spostò ed anzi iniziò a giocarci facendomi arrapare ancora di più.

Le dissi che non potevamo. Eravamo cugini. Lei però rideva, dicendomi che non stavamo facendo nulla di male e che stavamo solo giocando. Allora le dissi che sarebbe stato meglio fermarsi perché iniziavo a provare fastidio nel tenerlo dentro. Lei però era ormai decisa. Le seghe con i piedi di mia cuginaEccitata forse più di me, si piegò col busto verso la mia patta. Sbottonò il pantalone e abbassando la zip liberò il mio pisello.

Era così eccitato che usciva di lato dalle mutande. Cominciò a toccarlo con le mani, poi si distese di nuovo posizionandosi come prima. Mi apri la gonna di fronte agli occhi. Voleva che le guardassi il pelo, che mi eccitassi ancora di più. Non stavo sognando questa volta, ma Gaia voleva davvero avere un rapporto con me. Quasi distesa riprese a giocare con i piedi sulla mutanda, poi mi ordinò di toglierle. Voleva farmi una sega con i piedi.

Ero così eccitato all’idea che mi facessero una sega coi piedi. Ero giovane e di donne così non ne avevo conosciute ancora. Nessuna si era spinta a tanto e il footjob pensavo esistesse solo sui siti porno. Cominciò a scappellarmi con i piedi. All’inizio avevo dolore e bruciore perché non erano lubrificati. Poi come una vera maestra si rialzò sul busto. Sputò sul mio cazzo due volte. Bagnandolo i suoi piedi scivolavano più agevolmente facendomi provare ancora più piacere.

Mi segò per almeno 5 minuti restando nella stessa posizione. Avrei voluto scoparla, ma avevo capito: Gaia non voleva altro che tenermi sotto controllo e limitarsi a questo a farmi una sega con i piedi. Eccitatissimo nel vederla a gambe aperte e vogliosa sborrai poco dopo inonando i suoi piedini, le cosce nude e sporcando le lenzuola. Ero un fiume in piena eccitatissimo. Gaia sorrideva mentre si passava la lingua sulle labbra come a dire: ho apprezzato! Fu da quel pomeriggio che quando io e Gaia restiamo soli mi regala delle fantastiche seghe con i piedi.

Ancora oggi. Ancora dopo anni. Manager feticistaDa alcuni anni lavoro in uno dei più rinomati Hotel di Milano come addetto al servizio in camera. Considerata la mia giovane età mi tocca spesso prestare servizio la notte. In altri Hotel sarebbe un lavoro noioso ma il nostro è un’Hotel particolare e la nostra clientela di ricchi uomini d’affari, manager internazionali vive una vita tutta particolare in cui l’orologio è fondamentale, ma solo per dettare urgenze improrogabili e non per scandire i normali ritmi di vita in cui la notte è fatta per riposare.

La notte l’Hotel vive una vita poco diversa da quella del giorno ed il lavoro è tutt’altro che riposante. A volte però capita qualche cosa che rompe l’ordinario e aiuta ad alleviare i disagi del lavoro, come è accaduto poche settimane fa con l’arrivo della signora Freeman. Il suo arrivo fu abbastanza traumatico, dal momento che neanche un’ora dopo che l’avevo accompagnata nel suo appartamento, venivo convocato dal direttore. La signora si era lamentata per l’inefficienza di alcuni servizi di camera, ma soprattutto aveva chiesto che il giorno successivo venissero effettuate notevoli modifiche all’arredamento.

Il direttore mi spiegò che la signora era un importante dirigente di una multinazionale e che doveva essere assolutamente accontentata. Mi chiese di andare personalmente a farmi spiegare i lavori e di trattenermi l’indomani mattina per seguir personalmente i lavori. Maledicendo la signora Freeman andai da lei e sfoggiai il più affabile dei sorrisi di circostanza mentre bussavo alla sua porta. La mia irritazione verso di lei iniziò subito a scemare, quando lei mi aprì, si era cambiata ed indossava una lunga vestaglia di seta color rosa pastello, ma la teneva slacciata e sotto indossava solo un paio di mutandine larghe a pantaloncino ed una leggera ed ampia canottiera di seta.

Bionda alta aveva un fisico perfetto malgrado i quarant’anni ormai compiuti. Senza darsi la pena di coprirsi, mi condusse in giro per l’appartamento mostrandomi gli inconvenienti rilevati e le modifiche richieste, io prendevo appunti, ma malgrado mi sforzassi di essere professionale, non potevo trattenermi dal lanciare lunghe occhiate alle sue lunghe gambe, la cui forma perfetta era esaltata dai tacchi alti delle vezzose ciabattine che portava , pensavo perdermi nell’ammirazione del leggero ed elastico ondeggiare dei seni pieni e maturi lasciati libere sotto la maglietta.

Alla fine lascia l’appartamento abbastanza turbato e con tutti i segni di un’imminente erezione, mi ci volle molto prima di tornare alla calma e riprendere il mio normale lavoro incominciando a preparare tutto per la mattina seguente. La signora Freeman dormiva pochissimo e la mattina successiva, riuscii ad iniziare i lavori molto presto e terminare prima di mezzogiorno, in modo da avere qualche ora per riposare prima di riprendere servizio la sera stessa. Appena ripreso servizio, fui subito convocato nuovamente dal direttore, e vi andai con una certa apprensione, ma con mio grande sollievo lui mi fece solo le congratulazioni, la signora era soddisfatta.

Tornai al mio lavoro felice e quando ricevetti le sue ordinazioni per uno spuntino in camera, preparai tutto e glielo portai. Quando bussai lei rispose di entrare pure, ed io aprii la porta e spinsi il carrello nell’appartamento, lei era sul letto al telefono e parlava al cellulare, mi fece cenno di preparare tutto ed io incominciai il mio lavoro mentre lei continuava a parlare. Avevo pensato si trattasse di una conversazione d’affari, ma il tono di voce e le parole che usava, mi fecero ricredere, ho frequentato parecchi corsi d’inglese da quando lavoro all’Hotel e posso dire di cavarmela abbastanza con questa lingua, ero quindi perfettamente in grado di capire quello che diceva anche perché lei non faceva nulla per abbassare il tono di voce.

Ero incredulo, ma la signora Freeman stava letteralmente facendo all’amore al telefono ed usava anche un linguaggio decisamente osceno. Quando buttai un occhio verso di lei la vidi sul letto indossava solo un’accappatoio, la sua lunga e vellutata gamba era completamente esposta, sino quasi al pube, la sua mano scorreva delicata sulla morbida pelle. Dalla scollatura si intravvedeva chiaramente la perfetta forma del seno. Terminato il mio lavoro, la lasciai, ancora una volta decisamente turbato ed eccitato.

Circa un’ora dopo, mi richiamò per ripulire l’appartamento dopo lo spuntino, entrai nell’appartamento ed incomincia a riordinare “Non ti ho ancora ringraziato, hai fatto un’ottimo lavoro nel sistemare l’appartamento” mi disse in un’italiano molto corretto, la ringraziai continuando a fare il mio lavoro e lei andò a prendere il portafogli per darmi una mancia. Io avevo terminato e spinsi il carrello verso la porta senza trascurare ovviamente di passarle vicino per poter ricevere la mancia.

Giuntole vicino, mi arrestai mentre lei teneva tra le dita un grosso pezzo da 50 dollari, mi guardò fisso per qualche istante senza decidersi a porgermi la banconota “Non saprei, adesso che ci penso, forse questa mancia non è la migliore cosa per ringraziarti” disse in tono ambiguo “Forse un bel ragazzo come te, giovane e forte, preferirebbe una ricompensa diversa, magari in natura ?” continuò in forma interrogativa, e con un gesto naturale fece aprire l’accappatoio mostrandosi nuda davanti a me.

Aveva seni grandi e pieni, dai grossi capezzoli rosei, il vello pubico biondo rado e perfettamente curato, lasciava intravvedere nitidamente le grandi labbra ed il rigonfiamento di un clitoride molto accentuato. Dopo lunghi secondi passati in silenzio ad ammirarla, mi riscossi e balbettai “Signora, ma io sono in servizio” lei sorrise “Non ti preoccupare di questo, nel caso basterà che tu dica al direttore che ti ho trattenuto io” disse, poi fece un passo avanti e si accostò a me, la sua mano delicata dalle lunghe ed agili dita perfettamente curate, si posò sul rigonfiamento dei miei pantaloni, mentre lei mi porgeva le labbra profumate e leggermente dischiuse.

Malgrado le mie buone intenzioni, non fui in grado di resistere e la bacia, dapprima timidamente, poi passione crescente con il ritmo e la decisione delle sue carezze. Si staccò da me con una risatina eccitata, mi prese per mano e mi condusse in camera da letto, si tolse l’accappatoio e stupendamente nuda salì sul letto e s’inginocchiò. “Slacciati i pantaloni e tiralo fuori” mi disse decisa leccandosi le labbra, io non mi feci pregare e abbassai la lampo, ed estrassi il cazzo eccitato facendolo ballare davanti ai suoi occhi “Avvicinati” mi disse ed io feci un passo in avanti la cappella fremente a pochi millimetri dalle sue labbra.

Sentivo il suo respiro eccitato e caldo , vidi la tumida lingua uscire dalle labbra morbide e lambire la morbida pelle del glande , scorrere lungo l’asta, scendere sino ai coglioni. Prese a baciarmeli golosamente mentre l’asta le premeva sul volto e sui capelli. D’improvviso risalì e si affondò il cazzo in gola, profondamente, sempre più profondamente mugolando eccitata. Mi chinai e le mie mani si posarono sulle chiappe piene e pastose palpandole, mi rialzai e presi a spogliarmi senza che lei smettesse di spompinarmi.

Quando fui completamente nudo, lei si stese sul letto e scosciatasi oscenamente, prese ad accarezzarsi voluttuosamente i seni ed il pube. La raggiunsi e mi chinai a baciarla tra le cosce, la trovai eccitatissima e bagnata, con le labbra gonfie di piacere ed il clitoride altrettanto eccitato, non mi ci volle molto prima di sentirla godere sotto i miei abili colpi di lingua. La sua mano, che mi accarezzava il cazzo prese a masturbarmi freneticamente mentre lei gemeva e si contorceva sotto le travolgenti ondate dell’orgasmo.

Mi girai e affondai in lei, scivolando nel caldo canale vaginale sino a scomparire completamente in lei, i miei colpi decisi e profondi la facevano gemere e facevano sobbalzare i suoi seni perfetti, mi abbassai a succhiarne avidamente i capezzoli eretti per l’eccitazione. Continuai sforzandomi di controllarmi e ben presto le ebbe un secondo orgasmo ed i suoi umori copiosissimi fecero si che il mio cazzo scivolando in lei provocasse un’ osceno sciacquio. Lei mi baciò appassionatamente poi mi sussurrò “Vuoi venirmi dentro o in bocca” ed io emisi un gemito eccitato e mi sfilai da lei stendendomi sul letto.

Lei allungò la mano e prese a masturbarmi con decisione , poi si chinò e la vidi frullare freneticamente la mobile lingua sul glande, solleticando i punti più sensibili. Poco prima di esplodere sentii le morbide labbra avvolgere la cappella, poi l’orgasmo mi esplose nel cervello e nei fianchi e lo sperma iniziò a sgorgare copioso scaricandosi nella sua calda bocca per essere immediatamente e voracemente ingoiato. Non si staccò da me sino a quando il mio cazzo non si ammosciò lentamente tra le sue labbra.

Si stese al mio fianco “Domani mattina debbo alzarmi presto, sarà meglio che tu vada” mi disse ed io mi rialzai e mi rivestii lasciandola sola. Il resto del soggiorno della signora Freeman fu per me un tormento dal momento che lei ritornò al suo atteggiamento distaccato e dopo quella meravigliosa notte nulla più accadde tra di noi. La moglie ingenuaRacconto di sesso con mia moglieQuando la conobbi aveva 17 anni, bionda occhi celesti e un bel corpicino, dove spiccava una 3 di seno e un bel culo.

Le sue esperienze si limitavano a qualche sega e non era mai andata oltre. Ci sposiamo e sessualmente inizia a crescere, ma in bocca e nel culo non se ne parla. Nel frattempo inizia a lavorare in una media azienda a circa 20 km da casa, lavoro che l'affascina fin dall'inizio. Ma qualcosa mi insospettisce da subito: inizia a curare molto più l'aspetto, a curare i particolari, ad indossare un abbigliamento che esalta le sue forme e attira.

Con me ha sempre dimostrato dolcezza e attenzioni immutate, ma gli straordinari aumentavano, le cene con le colleghe pure, la cura di sè anche. Nascosi nella sua macchina un registratore e qualche tempo dopo lo recuperai. Sorpresa… quello che ascoltai mi lasciò esterrefatto. Si udiva una volta mugolii e godimenti vari, ma con voci di uomini diversi. Decisi di metterla alla prova. Una sera iniziammo a fare sesso, iniziai a succhiarle il seno, poi con la mano iniziai a carezzarle le cosce il pube fino a giungere alla sua fica che era bagnatissima, cominciai a leccarda, succhiarla e lei venne più volte in un fiume di umore.

Intanto con un dito…… sondavo il suo ano che era molto più accogliente di quanto ricordavo. Allora decisi di passare all'attacco, facendo partire la registrazione. Lei ebbe un sussulto, prima sbiancò poi arrossì ed infine con gli occhi pieni di lacrime mi disse che poteva spiegarmi. Spiegarmi? La presi iniziai a baciarla, carezzarla, mordicchiarla fino a sentire in lei i segni del piacere, la girai, la misi a pecorina e iniziai lentamente a penetrarla nel culo.

Non aveva reazioni negative anzi mi invitava vogliosamente. Iniziai a scoparla nel culo: lei godeva e si dimenava come una troia fino a venirle dentro e sentirla mugolare per il piacere del caldo seme. Ero eccitato come non mai, la guardavo e vedevo in lei la puttana che non credevo. Lei prese a baciarmi ed a leccarmi, fino a far rigonfiare il mio cazzo come alla grande. Lei allora iniziò a baciarmelo, leccarlo, succhiarlo, se lo infilava tutto in bocca e lo tirava fuori mentre con la mano si masturbava il clitoride.

Stavo impazzendo e, quando capì che stavo per godere, prese il cazzo, se lo infilò ancora in bocca e con frenetici colpi di lingua accolse un fiume di sborra che ingoiava, mentre lei stessa godeva. Non ci dicemmo nulla, da allora lei continua i suoi straordinari, le cene con le colleghe, ma a letto con me è sempre più porca e troia!Chi la dura la vinceMolto spesso il banco del bar di qualunque tipo di locale è il miglior luogo per fare delle conoscenze.

Io e Fabri siamo all’inizio della nostra relazione, ci conosciamo da un paio di mesi, ci siamo visti tre o quattro volte. Non mi ha chiamata per uscire con lui stasera e sono venuta al club privè, che frequento abitualmente da quasi sette mesi, dal giorno della inaugurazione, accompagnata da un amico con il quale non ho mai fatto sesso, non ci ha neanche mai provato con me, ci siamo conosciuti in una chat di un sito dedicato al genere “travestite”.

Io non sono più iscritta da più di un anno a causa di una lite personale con il webmaster, lui lo è ancora. A lui piace il genere, piace la mia compagnia, è fidanzato con una ragazza di cinque anni più giovane di lui ma, nonostante questo, spesso mi invita a cena in qualche ristorante, andiamo a fare delle passeggiate sul Lago, a volte mi accompagna a ballare o in qualche club, ma di sesso non se ne parla neppure, eppure se Manuele me lo chiedesse mi farei scopare.

Sono al banco del bar e sto bevendo, in compagnia di alcuni amici ed amiche, il mio solito Pampero & Cola, lo fanno veramente bene, come piace a me, con il lime schiacciato insieme allo zucchero di canna, con tanto ghiaccio tritato. Manuele è seduto in un’altra parte del locale a parlare con altri amici. Avverto una presenza interessante alle mie spalle, mi volto a guardare, il mio sesto senso non mi tradisce mai.

Un ragazzo, alto quasi 185 centimetri, un bel fisico, testa completamente rasata, neanche un filo di barba, lineamenti delicati, un ampio sorriso sulle labbra. Sta ordinando da bere, per lui e la sua amica, o moglie, o fidanzata. Anche lei un bel viso, ma un corpo che non rispecchia il volto, troppo robusta, fianchi troppo larghi. Uno spiccato accento della zona est veneto tradisce la provenienza dell’uomo. Incrocio il suo sguardo, mi sorride ed io contraccambio.

Mi rigiro e continuo a parlare con i miei amici“Julia mi sa che hai fatto colpo, continua a sbirciarti con la coda dell’occhio” mi informa la mia amica, una ragazza bionda, simpaticissima e solareMi giro per un attimo. In effetti mi sta guardando, ora ho le spalle della sua compagna rivolte a me, lui è di fronte, mi fissa. Gli faccio un occhiolino e mi volto nuovamente sorridendo. “Madonna, che figo” rivolgendomi alla mia amica“Verissimo, spero che quella no sia veramente la sua donna” sottovoce per non farsi sentire“Siete proprio due betoneghe” ci ammonisce, ridendo, il marito della mia amicaFinito il mio drink raggiungo Manuele.

La musica è alta, la versione remix di Personal Jesus dei Depeche Mode esce sparata dalle casse dell’impianto acustico. Mi alzo e vado a ballare, mi raggiunge subito in pista anche l’amica bionda. Balliamo per una mezz’ora abbondante. Manuele mi fa il segno se desidero ancora da bere, annuisco con il capo. Sta tornando dal bancodel bar con i bicchieri in mano. Bevo, parlo, con lui ed altri. Vuole andare a curiosare nell’altra ala, dove ci sono le stanze dedicate al sesso.

Mi prende per mano, attraversiamo insieme il corridoio che divide le due sale. E’ affollato, ci si muove a fatica, ne approfitto per fare una sosta alla toilette. Esco dal bagno, Manuele sta guardando dentro una stanza, lo raggiungo, mi avvicino, guardo insieme a lui. Due coppie stanno scopando una a fianco all’altra, si sono scambiati i partner, conosco una delle due coppie. Un paio di mani mi sfiorano il sedere, mi giro per vedere chi è, non riconosco nessuno, troppa confusione.

Andiamo verso la sala cinema, ci sediamo su un divanetto libero. Guardiamo il teleschermo, una morettina in reggicalze è alle prese con tre uomini. Accavallo le mie gambe, la mia gonna corta scopre totalmente le mie autoreggenti. Prendo una mano di Manuele e l’appoggio sulla mia coscia. Resta fermo con la mano appoggiata continuando a guardare lo schermo. “Ti piace la morettina vero??” ho intenzione di provocarlo, ci ho provato spesso a farlo, senza mai riuscire nel mio intento“Si gran bella gnocca”“Ti piacerebbe fare le stesse cose insieme alla tua fidanzata?”“Ma Julia che dici? Non è proprio il tipo, la volta che le ho chiesto di andare in un club privè quasi mi ammazza”“Dimmi la verità, quante volte le hai messo le corna?”“Mai credimi”“Ti giuro, mai”“Non ci credo eri il cocco di tutte, Manuele qua Manuele là, sia in chat che alle feste in cui ho partecipato”“ Credimi, anzi, sai in quanti, dopo un anno mi chiedono ancora di te.

Mi chiedono se ti vedo ancora, che fine hai fatto, perché te ne sei andata, Sai in quanti volevano o vorrebbero scoparti?”“Lo so, perché tu non vorresti scoparmi?”“Ma Julia, che domande, io ti vedo come una amica, ho un gran rispetto per te. Certo che mi piacerebbe, ma non esco con te per qel motivo, ma perché mi trovo bene”Era la risposta che volevo sentirmi dare, appoggio la mia mano sulla sua gamba. “Scommetto che qua sei gonfio” a mano aperta inizio ad accarezzarlo in mezzo alle gambe“Julia ma cosa fai?”“Zitto, stai zitto” la mia mano scorre sopra la stoffa, è gonfio, sento la sua grossezza premere contro il mio palmo, sono meravigliata, non avrei mai creduto che lo avesse così grosso.

Provo a prenderglielo fra le dita, anche se ingrossato dalle varie stoffe, per tastanrne la grossezza. “Wowww Manuela, non me lo avevi mai detto di essere dotato” sorrido compiaciuta. “Dai …… Julia …… per favore ……. se fai così ……………”“E se faccio cosi? …. ” continuando ad accarezzarglielo“Se fai così non resisto”“E chi ti ha detto che devi resistere?” gli ho già slacciato la cintura ed pantaloni. Ho il suo cazzo nel mio pugno, gli sto facendo una sega, lenta, sotto lo slip“Julia ….

ti prego”“Ti ho detto di stare zitto” continuo a far scorrere la mia mano sulla sua asta di carne. Ha proprio un bel cazzo. La sua resistenza ormai è crollata, mi abbraccia e mi avvicina a se con un braccio, mi infila la lingua in bocca. Continuo ad accarezzarglielo, è proprio grosso dentro la mia mano. La sua lingua sta cercando la mia. “Aiutami ad abbassarti i pantaloni”“Perché? Cosa vuoi fare?”Non rispondo. Cerco di abbassarglieli da sola.

Si decide, si alza quel tanto che basta per abbassare jeans e slip, alza un po’ anche la camicia. E’ nudo da sopra l’ombelico alle ginocchia. Gli guardo il membro, ha veramente un bel cazzo. Gli sorrido, soddisfatta. Abbasso la testa verso il suo basso ventre, cerca di fermarmi, mi faccio forza sulle reni e lo prendo in bocca. Ho la sua cappella fra le labbra, la lecco, Manuele non oppone più alcuna resistenza, mi lascia fare.

I suoi sospiri ed i suoi gemiti mi fanno capire che sta gradendo molto il mio pompino, lo lecco tutto, mi soffermo anche sulle palle. Continuo a lungo, dentro e fuori dalla mia bocca. Alzo la testa, mi avvicino al suo orecchio“Che fortunata che è la tua donna a prendersi un così bel cazzo in culo tutte le volte che vuole”“Non lo prende in culo lei, purtroppo”“Io si …..” sto ansimando, non vedo l’ora di averlo dentro.

Mi appoggio al divano, con un ginocchio, faccio roteare il mio corpo mettendo l’altro ginocchio vicino al suo fianco più lontano. Mi afferra sotto le ascello, appoggio una mano sulla spaliera e con l’altra, sotto le mie gambe, dirigo il suo cazzo verso il mio buchetto, dopo aver spostato il filo del perizoma. Mi siedo completamente su di lui, il mio forellino si è lasciato aprire con facilità. Appoggio anche l’altra mano allo schienale.

Inizio a muovermi, roteando il mio bacino. “Chi la dura la vince” penso “Manuele mi sta inculando dopo due anni”. Mi faccio forza con mani e ginocchia, mi sto montando da sola con il suo uccello gonfio dentro lo sfintere, lo sento, mi fa mugugnare per il piacere. Mi muovo come se fossi a cavallo di un purosangue. Intorno a noi ci sono tre o quattro uomini, ci stanno guardando. Sto godendo, anche lui.

Mentre mi scopa mi infila nuovamente la sua lingua in bocca. Mi bacia per quasi tutto il tempo, con il suo palo di carne nel mio culo“Julia sto venendo”“Non dentro, aspetta ancora un attimo” Mi alzo, scivolo giù dal divano, mi inginocchio a terra, fra le sue gambe “Sborrami in bocca” Non fa in tempo a parlare, a protestare. Ho il suo cazzo dentro la bocca, mi aiuto con la mano. Pochi secondi e sento il suo sperma sulla lingua, sul palato.

Resto immobile aspettando anche l’ultima goccia. La ingoio. Alzo lo sguardo, sono soddisfatta, lo guardo negli occhi e sorrido. Anche lui sorride“Julia ti sei sporcata la camicetta” indicandomi il puntoMi guardo, una macchia umida, grossa come una noce, del suo sperma è finito sulla mia stoffa trasparente, sopra un mio seno. La raccolgo con il dito indice, me lo porto alla bocca risucchiando anche quelle ultime gocce. “Julia non credevo tu fossi così passionale”“Tesoro puoi dire anche porca, non mi offendo, mi piace fare sesso”Usciamo dalla sala cinema e ci dirigiamo verso i bagni.

Mi rimetto in sesto. Lo aspetto, intanto mi avvicino all’erogatore dell’acqua, mentre mi chino per prendere un bicchiere mi giunge una voce alle spalle, la stessa voce ed accento di inizio serata“Scusa, ti è caduto questo” è lui, mi sta porgendo un cartoncino. Lo prendo, lo guardo. Un biglietto da visita di un negozio della marca trevigiana, lo giro su se stesso, sul retro, nella parte bianca c’è segnato a penna un indirizzo email.

Mi sorride e mi strizza l’occhio. Metto il bigliettino in borsa“Grazie molto gentile” faccio finta di nulla, la sua compagna lo ha appena raggiunto. Arriva anche Manuele, ha la faccia di uno che non si è ancora reso conto di quello che è successo. Torniamo al banco del bar, ordiniamo ancora qualche cosa da bere, il solito. La musica ormai è soft, sono quasi le tre. Scambiamo ancora qualche parola con alcuni amici e decidiamo che è arrivato il momento di tornare a casa.

Sotto casa mia guardo Manuele“Vuoi salire?”“In effetti non ho sonno”Apro la porta di casa mia ed appena varcata la soglia faccio scendere la cerniera della gonna, la lascio cadere a terra. “Scopami ancora”Alle sei del mattino, dopo avermi inculata per più di un’ora e aver goduto ancora nella mia bocca, mi saluta per tornare a casa sua. Mi metto a letto senza neanche struccarmi, so che per un po’ di tempo Emanuele verrà a trovarmi spesso.

La signora e il transAvevo conosciuto la Signora per motivi di lavoro. Ho quarant'anni e mi occupo di consulenza finanziaria: quel pomeriggio mi ero recato nel suo ufficio, situato in un paese alle porte di Bologna, perché lei aveva bisogno di chiarimenti per un finanziamento immobiliare. La Signora, una donna d'affari molto determinata che operava nel settore delle compravendite immobiliari, mi colpì subito per la sua classe ed avvenenza: era poco più che quarantenne, con i capelli biondi elegantemente raccolti e gli occhi di un azzurro intenso.

Il suo fisico era slanciato, impreziosito da due gambe affusolate di quelle che io definisco “a prova di calze autoreggenti”, perché non fanno antiestetici rotolini di grasso nelle cosce per via dell'elastico. Quel pomeriggio indossava una maglietta nera attillata, che evidenziava due tettine non molto grandi ma sode, e una gonna dello stesso colore poco sopra il ginocchio. Le sue belle gambe erano avvolte in un paio di velatissimi collant neri, resi ancora più arrapanti dalle scarpe décollété di colore marrone chiaro con un tacco abbastanza alto ma non volgare.

Parlammo a lungo di lavoro, anche se devo dire che ogni tanto mi lasciavo distrarre dal modo con cui la Signora accavallava le gambe: questo movimento, infatti, metteva in mostra un malizioso spacco nella gonna che scopriva generosamente la coscia sinistra. Cercai però di rimanere impassibile e professionale, finché non fu proprio la Signora ad incoraggiarmi con un assist inatteso quando – per impostare i documenti del finanziamento – le chiesi di precisarmi chi fossero i rappresentanti legali della Società.

“Vede,” mi disse “anche se il titolare della Società è mio marito, io ho la delega piena per tutte le attività, perché in pratica mi occupo di tutto personalmente”. “Con lui” proseguì la Signora “ho un rapporto quasi virtuale, e non solo per quanto riguarda il lavoro…”. Non potevo far finta di nulla, ed infatti buttai lì le solite frasi di circostanza. “Il vero problema” disse allora la Signora “è che questa situazione si trascina da anni e credo che questo fatto mi abbia portato a disprezzare gli uomini nel loro complesso…”.

Vedendo che avevo fatto una faccia sorpresa e… delusa, la Signora si affrettò a precisare:”Voglio dire che l'avversione per mio marito, che sono costretta a sopportare per via di questi maledetti interessi economici, mi ha reso fredda e distaccata anche negli aspetti più intimi della mia vita… Insomma, sono anni che non riesco a provare soddisfazione con un uomo, e forse non mi interessa neanche più…”. Ero veramente incredulo: non sapevo se stupirmi di più per la piega che aveva preso quell'incontro di lavoro o per le cose che mi stava confidando la Signora, una donna che mi sarei scopato seduta stante sulla scrivania e che invece, a suo dire, aveva le ragnatele sulla figa o quasi!”Beh, signora,” provai a concludere per sdrammatizzare “se la cosa la può consolare, sappia che anch'io non andrei a letto con un uomo per tutto l'oro del mondo…”.

Nonostante queste premesse non troppo incoraggianti, quando la Signora – qualche giorno dopo – mi chiese se potevo accompagnarla a Genova per il perfezionamento di un'importante trattativa immobiliare, non me lo feci ripetere due volte. Inutile dire che la mia speranza segreta era quella di unire l'utile al dilettevole e portarmela a letto. Dopo una giornata genovese piena di appuntamenti, ci concedemmo una cena a base di pesce in un simpatico ristorantino nei pressi dell'Acquario.

Il buon vino bianco sciolse gli ultimi vincoli che erano rimasti fra noi e la Signora, passando improvvisamente al “tu”, mi chiese a bruciapelo:”Da come mi guardi ho capito che ti piaccio e che mi scoperesti con gli occhi… Ma se vuoi che questo accada, la strada è ancora lunga”. In effetti la Signora, nel suo elegante tailleur rosso, era veramente splendida. “Perché, non ti piaccio?” la incalzai. “No, non è per questo. ” rispose lei “La questione è che, se mi vuoi veramente, devi dimostrarmi di non essere come tutti gli altri maiali che vogliono portarmi a letto… Devi dimostrarmi che, per compiacermi, faresti persino la cosa che ti fa più schifo al mondo… Devi essere come uno schiavo che si umilia davanti alla sua padrona…”.

Subito dopo la Signora fece una telefonata con il cellulare: compresi solo che stava fissando un non meglio precisato appuntamento per la stessa serata. “Ti va se andiamo da una mia amica che abita qui vicino?” propose la Signora, che evidentemente a Genova capitava spesso “Si chiama Gianna, è un tipo un po' particolare…”. Io annuii, ritenendo che questa Gianna (ho usato un nome di fantasia) fosse una “domina” attrezzata per pratiche sadomaso. Così, di lì a poco, salimmo sulla sua automobile per recarci all'appuntamento in una vecchia abitazione, sempre nella zona del porto.

Quando Gianna ci aprì la porta, vidi con stupore che in realtà si trattava di un trans, benché dai lineamenti piuttosto femminili: aveva una vistosa parrucca rossa ed indossava un body di pizzo bianco con calze autoreggenti di uguale colore, ondeggiando sui tacchi molto alti di stivali anch'essi bianchi. Ero fermamente deciso a tirarmi indietro. Sia chiaro, non ho nulla contro i trans, ma credo che le abitudini sessuali di ognuno vadano sempre rispettate e io non avevo desideri di quel tipo.

La Signora, tuttavia, non mi diede nemmeno il tempo di riflettere, perché mi fece capire con un'occhiata risoluta che la condizione per avere lei era quella di scoparmi il trans sotto i suoi occhi. Così, sia pur senza troppo entusiasmo, mi accostai a quella nuova esperienza. Gianna non perse tempo e, aiutandomi a spogliarmi, mi condusse sul letto ed iniziò a palpeggiarmi delicatamente il corpo e l'uccello ancora barzotto. Io chiesi d'infilarmi subito il preservativo, ma Gianna mi disse:”Voglio farti godere di bocca e non mi va di succhiare un pezzo di gomma… Il condom te lo metterò prima che m'inculi, e te lo infilerò in un modo che non hai mai provato!”.

“Vedrai come sono porca quando me lo metti nel culo…” concluse, come per incoraggiarmi a provare quell'emozione che avevo sempre rifiutato. In effetti, il trans ci sapeva parecchio fare e ben presto il mio cazzo s'indurì completamente, anche perché avevo notato che la Signora stava osservando la scena seduta a cosce larghe su una poltrona, come se stesse per masturbarsi, mettendo in evidenza due fantastiche calze autoreggenti nere dall'alto bordo di pizzo e un minislip nero da urlo.

“Uhm, il tuo cazzo non è per niente male…” sentenziò allora il trans, continuando a palpeggiarlo e a leccarlo con una perizia che raramente avevo riscontrato in una donna. Dopo avermi leccato lungamente le palle e l'asta turgida, sì soffermò sulla cappella con movimenti circolari della lingua alternati ai primi delicati risucchi. Poi, in un inarrestabile crescendo, l'intensità del bocchino aumentò gradualmente e vedevo il mio uccello quasi scomparire nella gola profonda del trans.

La mia resistenza alla vigorosa pompa di Gianna non fu in realtà eccessiva e quando vidi la Signora che, scostandosi i minislip, iniziò a farsi un ditalino, sborrai violentemente nella gola del trans, che bevve avidamente il mio sperma fino all'ultima goccia, ripulendomi poi delicatamente l'uccello con la lingua. La Signora mi diede appena il tempo di recuperare un po' di energie e poi spronò nuovamente Gianna a riprendermi l'uccello in bocca, perché voleva godersi lo spettacolo dell'inculata finale.

Ben presto il mio cazzo fu di nuovo duro e Gianna, come aveva promesso, inizio ad infilarmi il preservativo usando sapientemente solo la bocca. Poi si mise alla pecorina e, aprendo il tassello del body, mi offrì l'orifizio anale dopo averlo ben lubrificato con una particolare crema. Siccome esitavo, intervenne la Signora che prese in mano il mio uccello e, smanettandolo un po', lo avvicinò al culo ospitale di Gianna, che non oppose alcuna resistenza già ai primi colpi della mia asta turgida.

“Rompiglielo, dài!” mi incitava la Signora riprendendo a masturbarsi, questa volta con un grosso fallo di lattice reperito nell'armamentario del trans. Gianna, da parte sua, iniziò a dimenarsi e ad urlare come un ossesso, invitandomi a pomparla sempre più forte…”Non ti fermare… Sfondami il culo… Sto godendo come una troia…” supplicava mentre la inculavo furiosamente, trattenendola con le mani all'altezza dei fianchi per dare più forza ai miei colpi. Alla scena volle unirsi anche la Signora, ma non (come speravo) per impadronirsi del mio cazzo, bensì per iniziare a sbocchinare l'uccello molliccio del trans all'unisono con la selvaggia inculata.

Nel vedere questa strana situazione, sentii impellente il desiderio di sborrare nel buco sfondato di Gianna e, dopo aver vibrato quasi con cattiveria gli ultimi colpi, riempii con il mio sperma il preservativo che mi avvolgeva il cazzo sprofondato nel suo culo. “Sììììì, schizzami così!!!” esclamò Gianna che, dopo essere venuta emettendo un grido di piacere, mi sfilo il profilattico e se lo portò alla bocca, svuotando fino all'ultima goccia il prelibato nettare. Ero un po' provato dai ritmi di quella furiosa inculata, ma uscendo dalla casa del trans, la Signora mi diede finalmente l'annuncio che aspettavo:”Ho apprezzato quello che hai fatto per me: ti sei umiliato per il mio piacere, facendo una cosa che non avresti mai voluto fare in vita tua… Hai anche dovuto sopportare che io leccassi l'uccello del trans, anziché il tuo… Adesso meriti di avermi!”.

Ma, mentre stavo pregustando una tranquilla scopata nella camera dell'albergo, la Signora mi spiazzò ancora una volta. Diresse infatti l'automobile verso la vecchia darsena del porto e la parcheggiò in una zona, piuttosto buia e malfamata, che evidentemente conosceva. Poi mi disse:”Voglio che mi scopi in un cesso del porto, come una baldracca… Sì, questa sera voglio sentirmi porca fino al midollo!”. L'idea, che inizialmente mi sembrò a dir poco stravagante, iniziò ad intrigarmi e me ne accorsi dall'uccello che cominciava ad indurirsi nuovamente nei pantaloni, nonostante il robusto trattamento al quale lo aveva sottoposto Gianna.

Entrammo così in un cesso angusto e maleodorante, dove la Signora mi si offrì alla pecorina, flettendosi in avanti e sostenendosi al muro lercio con le palme delle mani ben aperte. Quando le sollevai la gonna, spostandole il sottile filo nero dello slip per penetrarla da dietro, la sua figa era già fradicia di umori. Il mio cazzo divenne di marmo, anche perché la passera della Signora era deliziosa, stretta ed avvolgente… proprio come l'avevo immaginata! Fu una scopata breve ma molto intensa, al termine della quale la Signora raggiunse un orgasmo squassante:”Ti sento… Cazzo, come ti sento!” urlò all'apice del piacere, invitandomi a venirle nella figa.

“No,” le dissi con decisione “voglio sborrare sulla tua faccia da troia d'alto bordo!”. Lei allora mi ubbidì e, dopo avermi preso l'uccello in bocca, con alcuni potenti risucchi si fece schizzare in gola tutto lo sperma che mi fuoriuscì con prepotenza dai coglioni, bevendolo avidamente. Poi, per alcuni interminabili secondi, mi leccò e mi baciò dolcemente i peli fra l'ombelico e il cazzo, facendomi provare dei brividi nuovi e sconvolgenti… Sì, nonostante ci trovassimo nel lurido cesso di un porto, non avrei proprio potuto immaginare un finale migliore per quella serata.

Altre volte, in seguito, m'incontrai con la Signora, gustando sempre delle scopate meravigliose, talvolta in luoghi insoliti. Ma è inutile nascondere che quella magica notte di Genova conserva un posto particolare nella mia memoria…Giovane e fidanzato con RobertaLa via della perdizioneEravamo giovani e innamorati da quasi un anno, quando io e Roberta decidemmo di passare le nostre prime vacanze da innamorati insieme ad una coppia di amici, scegliendo come meta la Grecia. Io e lei avevamo 24 anni, i nostri amici 23.

Volevamo fare un giro nella Grecia continentale, così affittammo un appartamentino con due camere e giardino, sulla costa orientale. Dopo un infinito viaggio in traghetto e auto, raggiungemmo l'appartamento esausti intorno all'ora di pranzo. Era leggermente rialzato sul mare, a circa 1 km dalla spiaggia, più di quanto ci era stato detto… ma ormai era fatta e in fondo non era una distanza impossibile da percorrere a piedi. L'ingresso era sulla strada, ed a fianco del nostro appartamento ce n'era solo un altro.

Tutto intorno ulivi, sterpaglie e la stradina sterrata, in perfetto stile greco. L'appartamento era spazioso, bianco e azzurro, molto carino. I giardini erano sul retro, sul lato opposto rispetto alla strada. Ci venne da ridere sentendo che i due ragazzini che giocavano nell'appartamento accanto erano italiani, probabilmente calabresi dall'accento (noi siamo toscani). Non si smentiva l'ipotesi di trovare italiani ovunque. I due genitori, inconfondibilmente calabresi, si presentarono poco dopo nel giardino per salutarci e accoglierci festosamente.

Con una gentilezza ed una ospitalità commovente, ci invitarono a pranzo da loro visto che immaginavano la nostra stanchezza e la poca voglia di andare a cercare un ristorante aperto per pranzo con quel caldo atroce. Il tempo di farci una doccia ed indossare i più comodi costumi, ed eravamo tutti e 4 dai gentilissimi vicini, che ci fecero trovare un pranzo abbondante e forse persino eccessivo. La moglie, Luisa, era bassina e sovrappeso, faceva quasi tenerezza in quel bikini che evidentemente non poteva permettersi con quel fisico.

Anche il marito, Pasquale, aveva una pancetta non indifferente, oltre ad una peluria che faceva caldo solo a guardarlo. Impossibile non notare che sotto gli slip da mare si nascondeva anche un pacco non indifferente. Entrambi sui 45 anni, avevano comunque una gentilezza e una simpatia che li rendeva piacevoli al di là dell'aspetto fisico. I due ragazzini giocavano chiassosamente, la moglie ci riempiva di attenzioni e cibo, il marito scherzava cordialmente con tutti noi e soprattutto con le ragazze, tanto che la moglie non mancava di rimproverarlo scherzosamente dicendo che potevano entrambe essere sue figlie.

Lui rideva ma comunque continuava a “conquistarle” con ironia e simpatia. Mentre Sara, la ragazza dell'altra coppia di amici, stava molto sulle sue per la sua innata timidezza, Roberta stava al gioco, seduta vicino all'uomo, e flirtava scherzosamente, salvo poi ricordare a Pasquale che avendo una bella moglie come Luisa doveva fare meno il “galletto”. Dopo oltre un'ora e mezzo di pranzo decidemmo di andare in spiaggia, Luisa doveva portare i ragazzi al mare e si offrì di accompagnarci alla spiaggia più carina nelle vicinanze, mentre Pasquale non voleva mancare la penichella pomeridiana.

Noi 4 sulla nostra auto seguimmo l'auto con Luisa e i ragazzini fino ad una spiaggia che poi si rivelò essere molto vicina. Il mare era bello, la spiaggia praticamente solo per noi. Ci buttammo sugli asciugamani per riprenderci dalla stanchezza e dal pranzo, ma Roberta non stava molto bene e decise di tornare a dormire all'appartamento. Io proposi di accompagnarla, ma lei rifiutò con decisione, dicendo che voleva solo dormire un pò, e che un pò di silenzio e solitudine la avrebbero aiutata.

Si incamminò quindi per conto suo, vista la vicinanza degli appartamenti. Sapendo che a volte aveva bisogno di stare un pò da sola, accettai la sua decisione. Dopo un'ora di ozio totale sulla sabbia, comunque preoccupato per Roberta, pensai di andare a vedere come stava, pronto a tornare indietro se l'avessi trovata a dormire beatamente. Anche io decisi di andare a piedi, lungo la stradina sterrata che arrivava agli appartamenti. Arrivato all'ingresso, scelsi di passare da dietro, dai giardini protetti solo da un muretto basso in pietra, per vedere se Roberta dormiva, senza dover entrare in casa e far rumore, dato che per fortuna la nostra camera dava proprio sul giardinetto.

Scavalcai silenziosamente e mi avvicinai alla finestra sul retro. Gli avvolgibili erano abbassati, ma le stecche li tenevano aperti in avanti, per far entrare aria ma non luce. Sorridendo mi avvicinai silenziosamente e cercai di sbirciare in camera per vedere se il mio amore stava dormendo. Il mio amore era disteso sul letto a pancia in giù, con la massa pelosa e sudata di Pasquale distesa sulla sua schiena che la montava con vigore da dietro.

Lui ansimava come un porco, lei come una troia. Il sangue mi si gelò completamente nelle vene, non riuscivo a credere a ciò che stavo vedendo. Rimasi bloccato nel tentativo di trovare una spiegazione logica a ciò che vedevo e che non poteva essere vero. Eppure non era un incubo, i loro respiri affannati era reali, il rumore delle palle gonfie di Pasquale che sbattevano sul culetto liscio della mia ragazza era reale. – Sì, prendimi – disse Roberta in preda al godimento.

Non li potevo vedere in volto perchè erano girati verso la parete del letto, mentre il mio punto di vista era dietro sulla sinistra rispetto a loro. Sentivo però il suono spiacevole della bocca di Pasquale sul collo di Roberta, mentre lo baciava e leccava grossolanamente, sbattendola con forza e con colpi che facevano tremare come gelatina la pelle delle cosce e delle chiappe di lei. Io ero come congelato, non riuscivo a pensare nè a spostarmi o urlare.

Vidi Roberto sollevarsi leggermente, con una mano sul cazzo, e spostarsi in avanti su di lei. Roberta con voce esausta ma quasi ridendo disse – No, lì no — Dai fammelo provare, te l'ho guardato tutto il tempo — Mi sembrava che tu fossi più interessato alle mie cosce, a tavola — Eri proprio lì accanto, ridevi, mi guardavi, non ti spostavi quando strusciavo le gambe sulle tue ginocchia… dovevo provare ad accarezzarti le cosce no? -Roberta rise – Eh sì, dovevi proprio con tua moglie in giro per il tavolo… E poi mi pareva che tu mi guardassi le tette — Per forza, mi stavi davanti con quella quarta stretta nel costume — E' una terza — Sembrava una quarta, fammi controllare -Con un movimento tutt'altro che aggraziato, Pasquale lo rimise nella sua fica fradicia e aperta, e con le mani le afferrò le tette con forza, tirandola indietro fino ad alzarsi entrambi sulle ginocchia.

Lui arrivava a malapena alle tette di Roberta, che stringeva con forza mentre la sua pancia sul culo di lei non gli permetteva di andare oltre. Evidentemente scomodo, lasciò le tette e la afferrò per i fianchi, cominciando a sbatterla alla pecorina. I respiri affannati crescevano di intensità, lui le mollò uno schiaffo sonoro sul culo, lei disse un – Ahhhi – eccitato più che infastidito, lui ripetè con un altro schiaffo ancora più forte.

– Dai, mi lasci il segno — E certo che te lo lascio, non devi dimenticare lo stallone calabrese -Roberta rise e rispose – E chi se la dimentica questa scopata — Che puttana – disse lui sbattendola con una forza quasi preoccupante. Eccitato all'estremo, la spinse quasi con violenza a distendersi di nuovo sul letto, sempre a faccia in giù, e si buttò su di lei, spostandosi in alto e afferrandoselo con la mano per dirigerlo là dove lei non voleva.

– No, no – disse lei. Lui non rispose e si lasciò cadere con tutto il suo peso, spingendo con forza. – Ahhhhhhh – sussurrò lui. – Ahhhhhhh – urlò lei. Lui spinse ancora con più decisione, schiacciandola con il suo peso mentre lei si divincolava e urlava. Roberta cominciò a piangere. Fu in quel momento che decisi di intervenire, quello stava diventando uno stupro. Pensai di andare verso la porta sul retro che dava nella cucina, per prendere un coltello e intervenire minacciandolo, ma mentre pensavo a questo, lui le chiese – Ti piace ora che è arrivato in fondo, eh? -Lei piangendo rispose – Sì, sì… fa male ma lo voglio, continua -Pasquale cominciò a muoversi dentro il culetto di Roberta, poi iniziò a scoparla su e giù, sempre schiacciandola con il peso del suo corpo peloso e sudaticcio.

I sospiri piagnucolanti di lei si trasformarono lentamente in sospiri eccitati, mentre con una mano sotto la pancia si stava evidentemente stimolando il clitoride. Sentirla ansimare mi fece sentire un formicolìo nel costume. – Lo faccio per te, anche se prendi la pillola non è sicura al 100% – disse lui ansimando come un porco che vuol solo godere. – Lo so, lo so, grazie – rispose lei distratta e concentrata nella ricerca dell'orgasmo.

– Lo so AMORE, devi dire — Lo so amore mio — Scopami il culo amore mio, devi dire — Scopami il culo amore mio — Vienimi dentro amore mio, devi dire — Vienimi dentro amore mio – disse lei quasi urlando e un attimo dopo ansimò forte muovendosi con una forza straordinaria che fece sobbalzare il pesante fardello che aveva sopra e dentro di sè. Solo in quel momento realizzai che il mio cazzo era durissimo nel costume.

Come se fossi stato posseduto, senza più forza di volontà, lo tirai fuori e mi masturbai furiosamente in silenzio, guardandoli. Lei si placò, distrutta da quell'orgasmo furioso, e rimase distesa ansimando forte senza muoversi, mentre Pasquale la scopava con ancora più forza in quel culo che ormai doveva essersi aperto senza ritegno, tanto che lui sembrava uscire e rientrare ad ogni colpo. L'assenza di partecipazione di Roberta rendeva la scena ancora più umiliante, lui la stava usando senza alcun interesse per lei, a quel punto, voleva solo svuotarsi i coglioni nel corpo del mio amore.

Scopandola ormai come un cane avvinghiato ad un polpaccio, Pasquale disse: – Ora ti sborro nel culo, puttana — No, dai esci- rispose lei senza partecipazione, ormai desiderosa solo di finire. – La vuoi bere? — No, no, godimi sulla schiena — Col cazzo – rispose lui quasi ridendo – Ormai sborrooooooooooooooooo -Gli ultimi colpi furono lenti, possenti e in profondità, poi lo spinse fino in fondo come se volesse metterla incinta. Sentii l'orgasmo arrivare anche per me, e sborrai senza gioia ma copiosamente sulla mia mano, mentre immaginai che la sborra di Pasquale stesse scorrendo nel corpo esausto della mia amata.

Mentre lui affondava il suo membro fradicio nelle carni di Roberta, lei si sforzò di arrivare con una mano sotto i loro corpi e sussurrò “sennò si sporcano le lenzuola”. Immaginai la sborra di lui che dopo averla invasa con la forza, usciva lentamente, esausta anch'essa, lungo le cosce gocciolanti di Roberta, fino alla sua mano. Lui le stava leccando oscenamente il collo e una guancia, ansimando, e le disse – baciami -. Lei disse semplicemente no con un tono che lasciava immaginare un sorriso.

Lui allora uscì dal culo di lei, reggendosi il cazzo con una mano, e con un movimento improvviso e potente entrò nella sua fica. – No… no… dai… ma sei proprio uno stronzo – disse lei ridendo. – Sei tu la stronza che non mi bacia — Hmm ok – rispose Roberta divertita. Lo spinse indietro, lui uscì dal suo corpo violato e lei si girò goffamente sotto di lui, tanto che io ebbi paura che mi vedesse dietro la finestra… ma le loro bocche si incollarono subito in un bacio ancor più osceno di quella scopata: era innaturale vedere una ragazza così carina e pulita abbracciare e baciare appassionatamente un maiale grasso e peloso.

Il quadro fu completo quando lui baciandola rientrò nel suo corpo e lei spalancò oscenamente le cosce per riceverlo fino in fondo, umido del suo sperma che continuava a sgocciolare, pulendosi in quella fica che solo il giorno prima avevo coccolato e baciato come un tempio. Rimisi il mio cazzo, mai così piccolo, nel costume. Tornai in spiaggia umiliato ma deciso a salvare la faccia, dicendo che lei stava dormendo e non l'avevo voluta svegliare.

Luisa però forse raccontò di questa mia escursione al marito, che intuì l'accaduto. O forse mi aveva in qualche modo visto durante la mia spiata, chi sa… In ogni caso la mattina dopo mi mise alla prova dicendomi sottovoce – complimenti, non la prendere male ma la tua ragazza ha un culetto favoloso, eh eh eh -. Il mio – Eh, sì… – di risposta fu più amaro che divertito. E credo che non fu un caso se fu facile trovarli insieme la sera dopo, quando andarono a prendere l'insalata nella nostra cucina mentre noi eravamo tutti a tavola nell'altro giardino… Lei in piedi appoggiata contro la cucina, la testa indietro sulle spalle di lui che la schiacciava da dietro, due dita di lui che lei succhiava con avidità ad occhi chiusi, l'altra mano di lui che le palpava il seno fuoriuscito dal bikini.

Il pareo di lei era sollevato, il costume frettolosamente abbassato alle ginocchia, come i pantaloncini e le mutande di lui. La lingua di Pasquale scorreva lasciva sul collo di lei e un suo sguardo veloce si diresse per un attimo verso la porta socchiusa da dove osservavo nell'ombra. Gli unici suoni, coperti a tratti dalle chiacchiere degli altri nel giardino accanto, erano quelli della bocca di Roberta che succhiava le dita di quel porco, e del possente corpo peloso di Pasquale che con una velocità a****lesca si accoppiava con lei.

In silenzio la monta terminò e l'estrazione del cazzo coincise con un osceno sgocciolare sul pavimento. Lui alzò la bocca dal collo di lei e sorrise verso di me. Che mi immaginasse o mi vedesse cambiava poco. La mia gattina era la sua troia. Sesso estremo con DeborahEra da un po’ che avevo preso una ragazza per aiutarmi nelle pulizie di casa, perché tra lavoro e vita non riuscivo ad occuparmi anche dell’appartamento e Federica – questo era il suo nome – veniva a trovarmi 2-3 volte alla settimana per pulire da cima a fondo il mio appartamento.

Io, nel frattempo, portavo avanti il mio lavoro al computer indisturbato, mentre lei si occupava di tutto il resto. Solo dopo diverso tempo mi accorsi che Federica era realmente attratta da me: ogni tanto, mentre ero alla mia postazione di lavoro, buttava un occhio su di me e faceva quasi una sorta di scansione a raggi X per capire come fossi realmente. Un giorno, dunque, provai a mettere in atto la mia strategia, facendomi trovare solamente con un paio di boxer in dosso ed un asciugamani con il quale mi asciugavo i capelli appena lavati.

Quando le aprii la porta arrossì leggermente, ma poi nient’altro. Una volta dentro, le offrii un caffé come al solito prima di farle iniziare a pulire la camera da letto. E poi, successivamente, le dissi chiaro e tondo che mi ero accorto che mi guardava!Lei, lì per lì, non disse nulla, sorseggiò l’ultimo goccio di caffé della sua tazzina e poi esclamò:-non ci posso fare nulla se sei un bell’uomo!A quel punto, allora, mi alzai dalla mia sedia, andai verso di lei ed afferrai la sua mano portandola verso di me e più precisamente verso il mio cazzo, che era nelle mutande pronto per essere consolato da quella ragazza.

Lei, quindi, senza farsi troppi problemi lo afferrò tra le mani ed iniziò a segarmelo; successivamente, guardandomi negli occhi, abbassò il capo e diede una leccata sulla cappella, per poi ingoiarlo ed iniziarmelo a pompare fino in fondo all’asta. Dopo avermelo ciucciato un po’, le dissi di fermarsi un attimo. -Deborah, senti io solitamente non faccio sesso proprio così…amo le cose strane. Ti andrebbe di provare?-Cosa intendi per cose strane?-Ho una mia stanza con una serie di accessori e giochi molto interessanti.

Insomma, mi piace il sesso forte!-Proviamolo allora…dimostrami se sei l’uomo che è in grado di farmi impazzire anche così!∞L’ho fatta entrare nella stanza dei giochiNon appena entrammo mi guardai intorno per capire quale potesse essere il gioco perfetto da fare insieme a quella donna così vogliosa, ma allo stesso tempo timida. Quindi, la feci sdraiare sulla tavola di legno che era posta in centro nella stanza e poi le legai mani e piedi: in questo modo, potevo farle veramente tutto e lei era lì, ferma, e non poteva neppure scappare dalla mia presa.

Dunque, a quel punto salii pure io sul tavolo, dalla parte della sua testa e mi misi a mo’ di 69: le ficcai il mio cazzo in bocca e poi inizia a perlustrare la sua fighetta. Era leggermente pelosa, ma comunque rasata da poco, e sentivo già quel forte odore tipico delle donne che sono eccitate; quindi, senza perdere troppo tempo, inizia a succhiarle il clitoride, mente le spingevo il mio pisello giù per la gola.

Lei iniziava ad ansimare, ma io non volevo assolutamente fermarmi là e, soprattutto, volevo che ingoiasse davvero tutto il mio cazzo e la sborra che, da lì a poco, le avrei buttato giù per la gola. Così, dopo altre due ciucciate le sono venuto e lei ha iniziato leggermente a tossire. Non volevo farla strozzare, ma la sensazione e l’eccitazione che provo a sborrare in gola ad una donna sono troppo forti per me.

Successivamente, mi sono spostato da quella posizione e l’ho bendata. Ho affettato un dildo vibrante e glie l’ho piazzato subito nella figa…lei iniziava a godere, la sentivo sempre di più ansimare, ma volevo che godesse ancor di più, proprio come una porca, e dunque le ho alzato il bacino e l’ho penetrata nel culo. A quel punto, ho sentito il mio cazzo stretto in una morsa assurda…volevo assolutamente sfondarle il culo per provare ancor più piacere e sentire esplodere nuovamente il mio pisello dentro di lei.

Dunque, iniziai a spingerle il cazzo dapprima lentamente e poi, muovendo anche il dildo, ho aumentato il ritmo. Lei ansimava e muoveva le braccia – per quanto possibile, visto che era legata – fino a quando poi non le ho nuovamente sgorgato una cashita di sborra nel suo buco del culo. Non appena tolsi il mio cazzo dal suo buchino, un po’ di sborra iniziò a colare sul tavolo e lì ho capito quanto potesse essere eccitante vedere il proprio nettare sgorgare da un buco femminile.

Da quella volta in poi, quando Deborah arrivata nel mio appartamento ci concedevamo sempre 1 ora per il nostro sesso estremo!Gli operaiDa qualche tempo stanno lavorando nella mia zona per questo tipo di impianti. Subito ho pensato a lui e alla sua storia: ho controllato anche se il tipo morfologico degli operai fosse lo stesso. Manco per niente: da lui erano tutti vecchiotti e panzuti ad eccezione di uno, il prescelto. Diciotto anni, fisico da sballo, occhi blu, biondo.

Qui, invece, ci sono una decina di bergamaschi, ben piazzati anche se rivestiti da orribili tute color arancio con strisce orizzontali fosforescenti. Li comanda un giovane alto, biondo con pizzo e con uno sguardo profondo. Mi sono soffermato spesso, in questi giorni, a rimirarmelo: difficilmente si vede un ragazzo bello come questo!Benché ingoffito dalla tuta orribile, ne sortisce splendente per le spalle muscolose e ampie che potrebbero fare invidia a qualsiasi culturista; muovendo le braccia nel lavoro fa guizzare muscoli che riempiono, tendendolo, il tessuto delle ampie maniche o, se si china per sollevare con facilità un peso, i pantaloni si tendono facendo rilevare il bordo degli slip che avvolgono un sedere tondo, forte, muscoloso.

Ripeto, una meraviglia. Ostenta anche una vera lucida, lucida: probabilmente è sposato da poco e questa brilla ancora, nuova e gialla. Anche gli altri sono veramente dei gran bei figlioli: ci sono due fratelli, molto simili. Lavorano sempre in coppia, aiutandosi l’un l’altro, al punto che se non si somigliassero tanto si potrebbe pensare ad una coppia d’amanti. Un altro è castano, alto quasi come il capo, mani grandi, braccia forti, gambe muscolose: guardandolo, il pensiero corre ad Ercole.

Poi ce n’è uno che sembra basso rispetto agli altri, ma è sul metro e settanta, capelli rasati, baffi lunghi alla “Gengis Khan”, è molto ben fatto e caloroso: anche se piove ha sempre la maglietta a maniche corte che scoprono braccia abituate al lavoro che spereresti possano cingerti, accarezzarti. Un altro, anche lui col pizzo, biondo, i lunghi capelli trattenuti a coda, il petto ricoperto da un pelo corto e fitto; ha occhi profondi e curiosi: quando ti guarda, sembra che ti spoglino.

Un altro è moro, baffi e barbetta disegnata: è quello che mi piace meno, ha profonde occhiaie e gli occhi cerchiati di blu. O non sta troppo bene o si fa troppe seghe! Con lui, in coppia, c’è un moro, forte come un torello: è sempre allegro e lo prende in giro, gli dà spintoni, cerca di farlo sorridere. L’altro si schermisce e finge di colpirlo, ma in fondo si vede che son proprio amici!C’è anche un ragazzino, o, meglio, tutti lo trattano come se lo fosse, anche se avrà un trent’anni, solo che ha un faccino angelico, quasi senza barba, due occhioni azzurri sempre meravigliati… è un po’ la mascotte e ci giocano un po’ tutti.

C’è un altro biondo che, sebbene sia meridionale, è ben inserito nel gruppo. Si capisce che viene dal sud perché spesso si fa ripetere le frasi in dialetto che gli altri si scambiano. Infine, l’ultimo: è addetto alla scavatrice, è un marocchino sui quarant’anni, sempre serio, forse perché per lui gli ordini che il capo impartisce sono proprio in una lingua sconosciuta: se già è difficile l’italiano, ora deve capire il bergamasco, quindi, con la scusa di non sentire a causa del rumore che lui stesso produce, si fa ripetere ogni cosa.

Oggi, finalmente, hanno cominciato a lavorare sul marciapiede sotto casa mia, così passo un sacco di tempo alla finestra, fingendo d’interessarmi ai lavori, ma guardando un po’ tutti gli operai e, in particolare, sbavando per il capo. Ruspe, scavatrici, martelli pneumatici, frese, picconi e mazze sono entrate in azione: fanno solchi, asportano asfalto e pavimentazione stradale, scavano facendo trincee e posano enormi e lunghissimi tubi di color verde-erba. Nel veder spostare e maneggiare con tanta destrezza e maestria questi lunghi serpenti ti vien di pensare che quelle mani sapienti saprebbero (e potrebbero!) maneggiare ben altri serpenti!Anche se il frastuono è incessante e insopportabile, per me è diventato quasi una musica di cui gli orchestrali sono loro e il maestro è Rinaldo, il caposquadra.

Ogni tanto esco e mi fermo a scambiare qualche parola, m’interesso del loro lavoro e mi meraviglio come riescano a fare sforzi così grandi, come siano esperti nello scavare, come muovano con tanta leggerezza frese e scavatrici. Rinaldo, poi, è veramente un mago: usa le attrezzature con una tal bravura che sembra muova forchetta e cucchiaio, piuttosto che benne e scavatori. E’ uno spettacolo: si vede che ama questo lavoro come poche volte ho visto fare.

Salta, piroetta, si muove con leggerezza spostando il suo gran corpo come un balerino della Scala. Infondendomi coraggio, l’ho invitato al bar: è cordiale, aperto, gentile. Il gigante delle favole!Consumato l’aperitivo bisogna tornare al lavoro, ma insiste perché vuole ricambiare … è una piccola vittoria, che mi fa felice! Quando?, non lo sa… ma sì, va bene stasera! Ma finiscono presto, alle cinque …“Sai cosa facciamo, vieni a prenderlo da me e, domani, ricambierai al bar!” tento, sperando in un sì che, dopo una piccola pausa, mi arriva.

“Devo avvertire mia moglie, ma non ci sono problemi: oggi sono venuto giù in moto perché devo fare delle compere, così gli altri possono tornare da soli. ” L’impresa appaltatrice è di un paesino vicino a Bergamo e vengono tutti insieme con il pulmino della ditta. Le ore passano lentamente, il frastuono impera e mi tiene attento ai lavori. Ad un certo punto mentre spio il guizzare leggiadro dei suoi muscoli, Rinaldo alza gli occhi, mi vede e si scioglie in un sorriso bellissimo.

Seppure mi senta come scoperto a spiarlo, quel sorriso mi fa un gran piacere. Ho preparato tutto per l’incontro: la musica di sottofondo, diverse bottiglie di alcolici, il secchiello col ghiaccio, le tartine preparate con le mie mani … e le cinque, che non arrivano mai!Finalmente, squilla il campanello: quando apro la porta, lui sta togliendosi la tuta sul pianerottolo “per non sporcare!”Lo faccio entrare, finisce di uscire dall’involucro arancione, è in jeans e maglietta: i due capi seguono, gonfiandosi, le linee splendide del suo corpo.

Si è tolto anche gli scarponi: gli offro le pantofole. Mi guarda, grato. E’ un po’ imbarazzato, intimidito… non sa come muoversi in mezzo a mobili antichi, quadri e statue… cerco di metterlo a suo agio, bevo lo stesso aperitivo da lui scelto e assaggio una tartina come la sua, m’interesso del suo paese, poi di sua moglie. Deve comprarle un borsa, perché domani è il suo compleanno, ma non sa dove andare, cosa scegliere… “Se vuoi, t’accompagno io!” “Ma no! Non vorrai andare in giro con uno tutto sporco come me!”Io con uno come te andrei in capo al mondo, penso rispondendo: “A me, non me ne frega… ma, se vuoi, puoi farti una doccia e, poi, andiamo.

” Sta per acconsentire, ma si tocca la maglia in un punto in cui c’è una grande macchia di grasso “No, no! son sporco!”Mi alzo e gli porto una camicia, tra le più grandi che ho. Accarezza lievemente con le dita il tessuto, se l’appoggia davanti per vedere se gli sta. La camicia di lino è color blu intenso e fa risaltare l’abbronzatura della pelle e il color del grano dei capelli. “Me la presti?” “Se ti piace, te la regalo!”“No, no! Se vuoi prestarmela… poi te la faccio lavare e te la…” Ma lo sospingo con dolcezza verso il bagno: ubbidisce.

Mentre comincia a spogliarsi, apro l’acqua della vasca e le lente volute di vapore cominciano ad avvolgerlo. Gli porto gli asciugamani: lui è lì, con solo gli slip, in piedi che guarda la vasca riempirsi. Così ho la possibilità di guardarmelo tutto: la pelle color della luna diventa improvvisamente ambrata sugli avambracci e sul collo per il suo lungo sostare all’aria aperta. I muscoli di braccia, gambe e petto sono adornati da una peluria giallo-oro.

Il tutto è una meraviglia!Vado di là per riprendermi e per non saltargli addosso. Poi torno con un vaso di sali odorosi di fiori: non lo guardo per non dover ricorrere io ai sali, ma a quelli per rianimarsi!Mentre esco di nuovo, con la coda dell’occhio, vedo che si sta immergendo nella vasca. Son fuori e tutto il mio cervello va alla ricerca di un’altra scusa per rientrare. Niente… non so più a che santo votarmi… Deve esistere, invece, un santo protettore dei gay arrapati: driiin, suona il suo telefonino, glielo porto e mentre risponde alla moglie, mi siedo sul bordo della vasca e me lo guardo.

Risponde a monosillabi, le assicura che è in un negozio e che è per questo che lei non sente rumori… (quando un uomo mente per me, mi fa sempre piacere!)E’ imbarazzato dalla mia presenza, gli faccio cenno se vuole che me ne vada. Fa cenno di no e velocemente finisce, con un “bacetto-bacetto”, la telefonata. Gli tolgo il cellulare, ma non mi muovo. Lo faccio parlare, mentre continua a insaponarsi. Cercando di ripescare tutta la mia naturalezza, poso il telefono e gli insapono con la spugna la schiena: ci so fare, lo so!Lui socchiude gli occhi come un gatto, io passo sotto le ascelle, sui pettorali, sul collo … gli passo una mano dietro come per farlo alzare.

E si alza! Mano e spugna cominciano a danzare sul suo corpo. Arrivo ai glutei, alle cosce, provo a farlo girare e si volta in tutta la sua perfetta nudità: gli occhi sono rigorosamente chiusi, come se, non vedendo, non ci fosse neppure lui, qui, sotto le mie esperte carezze. Risalgo le cosce, vado al ventre senza sfiorare il gran membro, floscio e appoggiato su una morbida sacca rivestita di peli biondi. Dopo il ventre l’addome, i pettorali e, lì, insisto sui capezzoli che, presto, si ergono rosei.

Dò un’occhiata giù: mi pare che anche da “quelle” parti ci siano movimenti. Allora scendo: di nuovo l’addome, il ventre e, finalmente, il sesso. Appena glielo tocco, si ritrae un po’, ma rimane nella stessa posizione, lascia fare. E, io, faccio!Ben presto, come succede quando s’immette l’elio in una mongolfiera, tra le mani mi si gonfia un meraviglioso e gigantesco uccello che mi fa sognare di volare nei paradisi del sesso!Insisto. E lui, fermo, gli occhi rigorosamente chiusi, sospira.

Gli tolgo il sapone e me lo guardo… una dimensione notevole e una forma perfetta! Il prepuzio è scivolato intorno al glande teso, color della prugna: mi eccita… non resisto e comincio a umettarlo con la lingua, a baciarlo, a leccarlo…Lui sospira rumorosamente, con gli occhi sempre chiusi e le braccia, inerti, lungo il corpo. Risalgo, saettandolo con la lingua, all’ombelico, poi seguo il sentierino biondo dei peli e arrivo ai pettorali, ai capezzoli.

Si contorce, ma non si ritrae. Glieli mordicchio, grugnisce rimanendo in offerta alla mia bocca e ai miei denti. Inserisco la punta della lingua nell’ascella: subito alza il braccio e io affondo naso e bocca tra i peli: ha un buon odore di maschio e di sudore. Lo mordo, sempre un po’ più forte, mentre lui cerca di divincolarsi, mi prende la testa e la avvicina al suo viso. Un piccolo bacio a fior di labbra è preludio ad un altro ben più sensuale e profondo.

Le lingue impazziscono in una danza di fuoco. Ci stringiamo fin quasi a farsi male. Le mani accarezzano i nostri corpi, le gambe si strusciano, il mio sesso, seppure ancora imprigionato dai pantaloni, urta contro il suo. E, lui, ha gli occhi ancora chiusi. Torno al suo pene: gocce di liquido gli decorano la punta. Le succhio, prima di ricominciare a percorrere tutta l’asta con labbra di fuoco. Questa volta sento che mi guarda, mentre mi accarezza i capelli, mentre mi palpa i muscoli, mentre mi fa cadere i calzoni e inizia a masturbarmi.

I suoi rantoli sono una piacevolissima musica! A volte s’attenuano, a volte s’intensificano. Quando, improvviso come il colpo della grancassa, nel silenzio esplode: urla ed emette lunghi getti di caldissimo nettare. Poi mi stringe, mi stringe… e “Cosa mi hai fatto fare!” mi rimprovera. Prende l’asciugamano, ma vede la mia eccitazione, allora si siede sul bordo della vasca, mi fa sedere sulla sua coscia e, con dolcezza, come se io fossi un bambino, inizia lentamente a masturbarmi.

Cerco la sua bocca e, mentre di nuovo le lingue impazziscono, gli vengo in mano. La guarda, curioso, poi la sciacqua nell’acqua, si asciuga, si veste. E’ come se non fosse successo nulla, parla di dove dobbiamo andare, del regalo da prendere… io son lì, come uno pirla, che lo seguo cogli occhi, seduto e nudo. La camicia gli sta veramente bene: son molti gli occhi che si girano a guardarlo! Son molti e alcuni sguardi sono di uomini! Mi fa piacere camminare con lui e sentire l’invidia degli altri!Stamane mi sono alzato presto, per vederlo arrivare: è lui che guida.

Appena parcheggiato, scende e comincia subito a dar ordini. Ma sente che lo spio, si gira, mi elargisce il suo più bel sorriso e mi grida “Le è piaciuta!” E’ contento, in fondo la scelta della borsa l’ho fatta io!Ricomincia il frastuono, forse anche più forte. Dopo un paio d’ore, proprio quando mi sembra di cominciare ad abituarmi, si fa silenzio: una pioggia fitta, costante, a tratti torrenziale li ha costretti a ripararsi alla meno peggio sotto cornicioni e balconi.

Sono tutti bagnati, intirizziti… mi fanno pena. Chiamo forte Rinaldo e gli dico di venire tutti su. Non vorrebbe, ma gli altri lo costringono ad accettare… Dieci meravigliosi stalloni tutti in casa mia! Che meraviglia …A mano a mano che entrano si presentano, lasciano nell’ingresso le grosse scarpe sporche e cercano di non sporcare. Dico a tutti di togliersi le tute, mentre accendo il camino. Poi, distribuisco asciugamani e preparo caffè e the che tutti beviamo insieme.

Senza le tute, posso ammirarli bene: anche il marocchino, che mi sembrava il meno bello, ha degli occhi splendidi, neri e profondi, un sorriso malandrino e un pacco così!Ma il pacco più grande, veramente proprio fuori norma, ce l’ha Mario, quello alto, con le occhiaie. E, fortunatamente, proprio lui si versa addosso il caffè!Non demordo dal fatto che se li deve togliere, in modo che glieli lavi io, i pantaloni. Anche i compagni insistono: forse son tutti un po’ curiosi di vederglielo e, quando finalmente rimane in slip, mostruosamente deformati, tutti rimangono in silenzio.

Solo Gianni, il torello che fa sempre coppia con lui, comincia a stuzzicarlo, a fare allusioni, a scherzare… io sono ammutolito, non so cosa sperare e, quando Gianni per fargli uno scherzo, gli abbassa le mutande, tutti gli occhi sono puntati lì, a invidiare quella lunga proboscide rosea. Mentre, incavolato si riveste, Mario gli lancia parolacce, poi mi chiede se può andare in bagno: glielo mostro mentre metto i pantaloni in lavatrice. Sono curioso, e anche un po’ troia, così attraverso il buco della serratura lo spio e vedo che si sta masturbando: entro e glielo prendo in bocca subito, o meglio faccio quel che posso, viste le dimensioni!Lui spinge in avanti il pube, accettandomi.

Non è un gran pompino, ma gode e io m’affretto ad andar di là, dagli ospiti. Stanno parlando del tempo schifoso e di come faranno a continuare, poi, con il terreno che sembra una palude. Lancio l’idea che, finché piove, possono rimanere qui: faccio una spaghettata e stiamo tutti insieme. Sebbene Rinaldo non voglia perché non mi devo disturbare, comincio a preparare, mentre loro spaparanzati un po’ ovunque accendono il tv. Angelo, il ragazzino, si offre d’aiutarmi in cucina… quando “incidentalmente” lo tocco sulla patta, lui diventa rosso e mi pare abbia un inizio d’eccitazione.

Glielo tocco: è quasi duro. Chiusa la porta, gli abbasso i pantaloni e inizio a portarlo all’ultimo cielo, come mi sussurra lui: quando sta per venire, insiste nel versare tutto il suo nettare nel sugo di pomodorini freschi che sto preparando. Forse è la sua vendetta per tutte le angherie che gli han sempre fatto tutti!Vado in soggiorno per offrire un buon vinello nell’attesa del pasto: Mario tiene attorno ai fianchi un asciugamano, nessuno lo prende più in giro, tutti seguono ridacchiando il programma televisivo.

Ma non c’è due senza tre! continuo a pensare, mentre me li passo in rassegna per vedere a chi potrei fare il servizietto… Non so proprio chi scegliere, né cosa inventare! Ma volere è potere!“Devo scendere in cantina a prendere dell’altro vino: c’è qualcuno che vuole aiutarmi?” Rinaldo fa per alzarsi, ma Giorgio, il mio Ercole, è già in piedi accanto a me… sento lo sguardo di Rinaldo seguirci… che volesse ancora?L’ascensore è piccolo e sento il suo odore… gli sorrido, cercando un possibile approccio… “Rinaldo m’ha detto che l’hai fatto godere …“ mi dice prendendomi la mano e appoggiandola sulla sua eccitazione.

Gli scendo la zip e libero la sua virilità: non è molto grosso, ma è pulito, roseo, voglioso. Mentre m’abbasso per accoglierlo in bocca, Giorgio preme il bottone dell’ultimo piano e mentre inizio il mio “sali e scendi”, lui continua a fare andare l’ascensore dal settimo al piano terra e viceversa. Esplode, rantolando, in un getto buono, dolce e amaro allo stesso tempo. Entrando con la cassetta di vino, Rinaldo mi aiuta, ma mi guarda in fondo agli occhi: sa che cosa ho fatto.

Si vede che è pentito della confidenza all’amico… forse è geloso…In cucina, allontana Angelo, mi sbatte contro la parete e mi bacia. “Domani sera, mi fermo da te!” E’ un ordine, quasi una promessa di punizione. M’illumino del mio più bel sorriso e “A tavola!” grido per raccoglierli tutti intorno agli spaghetti fumanti. Mi schermisco per i complimenti generali, aggiungendo che se è così buona lo si deve all’aggiunta segreta che ha fatto Angelo: è un vero maestro in cucina.

Tutti vogliono sapere, ma lui si rinserra nelle spalle, con le gote rosse. E’ stato un vero piacere averli qui: ora che tra le nuvole sparuti raggi di sole occhieggiano, sono tutti giù in strada, impantanati nel fango a smoccolare. Ogni tanto qualcuno alza lo sguardo, mi invia un sorriso, mi strizza l’occhio, mi fa un cenno di saluto. Che squadra meravigliosa e che splendido capo!Selam, il marocchino, mi urla “Mio maglione in casa tua!” Lo cerco e faccio per gettarglielo dalla finestra, ma non c’è più: dev’essere venuto su a prenderlo.

O a darmelo? Che Rinaldo l’abbia detto a tutti?Entra sicuro in casa, fa qualche passo massaggiandosi il basso ventre mentre mi perfora con il suo sguardo di carbone. Al mio sorriso, si abbassa i pantaloni, scoprendo uno strano uccello, violaceo, lungo, nerboruto, coperto di grosse vene e tutto piegato a destra. Mentre dò inizio al lavoro di bocca, lui mi arpiona il sedere, mi palpa tra le natiche, m’inserisce un dito… ma non voglio, se devo farlo sarà con Rinaldo.

Tiro fuori tutta la mia arte e lo faccio velocemente venire. Se ne va senza una parola, non molto contento. E, quattro! Me ne mancano solo cinque e poi ho fatto l’en plein!Ma non succede più niente … sono proprio sfortunato! Domani sera, però, c’è Rinaldo e con lui mi rifarò. Stamattina è ancora coperto, fa quasi freddo: in strada i lavori continuano, anche se ne manca uno: uno dei fratelli non è presente, l’altro mi dice che ha dovuto andare per delle faccende burocratiche.

“Ma sta bene! Certo! Sì, grazie! Un caffè lo prendo volentieri …” Finge d’andare al bar, non si fa vedere dagli altri e vien su. Gli son grato perché non voglio che Rinaldo si faccia una cattiva idea di me: in fondo, quello che ho fatto è stato per accontentarli: io sono tutto e solo per lui, per il mio gigante biondo!Quando se ne va, Alberto mi ringrazia: è l’unico che l’ha fatto, per gli altri tutto era dovuto.

Mi lascio andare e gli chiedo se Rinaldo aveva detto qualcosa e, lui, con un po’ di reticenza, racconta che qualcuno l’aveva preso in giro perché era salito da me e lui aveva sbottato che, però, s’era divertito tanto!Per questo, un po’ tutti avevano detto di voler provare… anche se, e lui lo sapeva bene!, alcuni non erano nuovi, l’avevano già fatto!“Chi?” m’affretto a chiedere. “A volte, tornando, ci fermiamo ad una certa piazzola dell’autostrada e qualcuno sta un po’ troppo nei bagni.

Allora abbiamo capito che lì c’è movimento e, a turno, qualcuno si va a far fare. ”“Anche tu?”“Una volta sola: io e mio fratello insieme!”“E chi, degli altri?”“Rinaldo, mai! Per questo s’è vantato di te! Invece Mario ci va spesso e anche Uberto e Ado. ”Uberto è quello colla coda di cavallo e Ado è il suo amico moro. “Me li mandi su, con una scusa?Quando suonano, hanno già la faccia maliziosa, sanno bene cosa sono venuti a fare …Il lettone ci accoglie, nudi, tutti e tre e diamo inizio a una veloce, ma succulenta, schermaglia.

Si vede che a loro la cosa piace, si toccano anche fra di loro … Sono abituati a giocar con i loro uccelli!Quando vengono, quasi contemporaneamente, mi spalmano addosso, con le forti dita, il loro seme! Se ne vanno allegri … ma, chi mi manca, ora?Penso sotto lo scroscio della doccia. Il fratello che non c’è e me lo farò domani … ora tocca a Salvatore, il napoletano, e a Giacomo, quello coi capelli rasati.

Sto pensando a chi chiamar su, quando suona il campanello: è Alberto con il fratello: “Ha già finito l’impegno e ho pensato di venire a trovarti …”Entrano e mentre Alberto si accomoda in poltrona proprio davanti a noi, cominciamo a far l’amore. E’ come se l’eccitazione aumentasse sotto lo sguardo eccitato del fratello: è un tornado, è anche più caldo dell’altro … quando me lo prende in bocca, vedo Alberto che si masturba con foga.

Alla fine, veniamo insieme tutti e tre!Avvertito da Alberto, Giacomo, dai capelli rasati, suona alla porta. Ormai non c’è bisogno di doppisensi, sappiamo sia io sia lui che cosa dobbiamo fare. Se lo tira fuori, è grosso ma con il prepuzio che non scende. Per lui è un po’ doloroso, ma ha voglia e ben presto si soddisfa. Andando, soggiunge “Che, ti devo mandare anche Paolo?” Non rispondo, ma sa che è un sì.

Mi faccio un’altra doccia, quest’ultimo incontro è stato arido, vuoto… Infilandomi l’accappatoio, mi accorgo che Paolo è già entrato: ha suonato e, non avendo risposta, è venuto a cercarmi. Si spoglia anche lui, mi fa scivolare l’accappatoio ai piedi, si avventa su un capezzolo, mentre contro il ventre preme, voglioso, il suo sesso. Si china a prendermelo tra le labbra. Lo spingo sul letto e anch’io l’imbocco… Quando mi guarda, la malizia e il piacere si miscelano in dolcissimi e voluttuosi sguardi.

Baci, carezze, coccole si susseguono. Come mi piacerebbe che Rinaldo fosse bravo come lui …Con Paolo le cose si protraggono. E’ bravo e gli piace molto far l’amore. Ma, improvvisamente, si sente un fischio lungo, prolungato … Paolo guarda l’ora: deve scappare, è tardi … impugna l’uccello, lo agita velocemente e mi spruzza in viso tutta la sua voglia. Sotto la doccia, per la terza volta, faccio il bilancio di queste due giornate … non male, non male! Una squadra di dieci, col capo!Ma, al capo, devo fargliela pagare e, fra poco, quando sarà qui, voglio insegnargli che non si deve sputtanar la gente, anche se è stato così bello esser sputtanato!Fra poco fingerò d’essere arrabbiato; fingerò di non voler fare l’amore con lui … e, poi … poi, mi donerò tutto a lui, al mio gigante biondo e bello e caldo e … La mia sorellina Claudia La mia vita sessuale ebbe inizio un giorno di luglio del 1998.

Io avevo 19 anni ed ero in bagno a masturbarmi, pensavo al culo di mia madre (37 anni). Un gran bel culo sodo che avevo avuto la fortuna di vedere il giorno prima mentre in bagno faceva il bidet. Aveva lasciato la porta socchiusa ed io, curioso, l'aprii un pochino, quel tanto che basto' per vedere mia madre, di spalle che faceva il bidet. Le gambe aperte, aprivano anche la cosce, facendomi intravedere ciuffetti di peli.

Poi, avendo finito di lavarsi, sollevò leggemente il culo per prendere l'asciugamano e li vidi il buchetto marrone, sicuramente vergine, che si stagliava sulla pelle bianca delle cosce di mia madre. Ebbi una improvvisa erezione, tirai giu' la zip dei pantaloni, spostai lo slip ed il mio cazzo venne fuori prepotente tra le mie mani. Feci appena in tempo a dare due colpi che subito venni. Fortunatamente ebbi il tempo di chiudere il prepuzio in modo da far rimanere lo sperma all'interno, altrimenti avrei sborrato sulla porta.

Me ne andai di corsa in camera mia per non essere scoperto. Dunque ero in bagno che pensavo al culo di mia madre, con il cazzo in mano quando improvvisamente entro la mia sorellina di sedici anni, Claudia. – Ma cosa fai perche' non bussi? – dissi io incazzato. Lei non disse niente, lo sguardo posato sulla mia mano che stringeva il mio cazzo, poi:- Scusa Giorgio, scusa…non sapevo (i suoi occhi sempre puntati sul mio cazzo turgido) non volevo….

scusa…. scusa. – ed usci'. Io continuai a masturbarmi, vedevo il culo di mia madre sollevarsi ed abbassarsi. Immaginavo il mio cazzo tra le sue cosce che andava avanti ed indietro, fino a che non venni schizzando sperma dappertutto. Ripulii tutto ed uscii'. La mia sorellina era nel soggiorno che giocava con le sue bambole. Quando mi vide uscire, guardo subito li tra le mie gambe, ma chiaramente il mio cazzo riposava tranquillo. La mamma disse che era ora di cena.

Voleva mangiare perche' era stanca e voleva subito andare a letto. Quella sera papa' non c'era, era in viaggio, sarebbe tornato dopo 15 giorni. Fino a qualche mese fa, papa' voleva scopare quasi tutte le sere, ed io li sentivo dalla mia camera, molto vicina alla loro. Per quanto parlassero sottovoce, riuscivo a sentire i gemiti e le risatine di mia madre. Sapevo che il culo di mia madre era vergine, perche' avevo sentito molte volte dire a mio padre:- Giulia, fammelo mettere li' – e mia madre a cui piaceva stuzzicarlo, gli chiedeva:- Li dove caro?– Lo sai benissimo Giulia – diceva lui – nel culo, Giulia nel culo, nel tuo culetto vergine -Ma mia madre non aveva mai detto di si, e cosi' non gli rimaneva che scoparla, naturalmente dopo che mia madre lo aveva spompinato per bene, per farlo diventare duro duro come piaceva a lei.

Quante seghe mi sono fatto ascoltandoli. Chissa' cosa avra' pensato mia madre, la mattina vedendo le lenzuola macchiate di giallo, ma non mi ha mai detto nulla. Ma ormai era parecchio tempo che non sentivo piu' le loro voci. Cosi' la mamma, la sera per dormire e per calmare i bollenti spiriti, prendeva quasi sempre dei tranquillanti, perche' durante il giorno, o quando tornava dal lavoro era sempre molto nervosa. Non li vedevo piu' come una volta, affettuosi a scambiarsi baci anche davanti a noi, e credo che a mamma tutto questo mancasse molto.

Erano in un momento di calma piatta sessuale, anche se io vedevo che mamma, ogni tanto lo provocava con delle rispostine a modo, ma mio padre evidentemente non aveva piu' la voglia di un tempo, o forse aveva un'amante. Torniamo alla cena. Dopo esserci messi tutti il pigiama mangiammo, io mia madre e la mia sorellina, poi mia madre, dopo aver lavato i piatti, prese il suo tranquillante e se ne ando' a letto, mentre Claudia mi chiese se volevo vedere un dvd insieme a lei.

Dissi di si, cosi' lei ando' subito in salotto e mettere su il suo film preferito: Titanic. Eravamo seduti sul divano tutti e due, ed ogni tanto facevamo dei commenti sul film. A lei piaceva molto Di Caprio ma anche Kate Winslet, insomma le piaceva tutto il film. Ad un certo punto mi disse:- Giorgio, posso sedermi sulle tue ginocchia, sto piu' comoda? – – Certo – le risposi, e cosi sollevo' un po' la sua camica da notte e si sedette su di me.

Ogni tanto rideva e si muoveva sulle mia gambe, si spostava avanti ed indietro. Cominciai a sentire qualcosa tra le mie gambe, il cazzo mi stava diventando duro, cosi' le presi il sedere tra le mani e la spostai un po' in avanti. Non volevo che sentisse il bozzo del mio cazzo. Lei non disse niente, ma dopo qualche secondo, con un movimento improvviso si sposto' all'indietro e poso' la sua fichetta proprio sopra il mio cazzo.

Rimase un attimo ferma, poi spinse un po' in giu' e rimase cosi'Non sapevo cosa fare, ma sentivo che il cazzo mi diventava piu' duro ed iniziava a sussultare con piccoli movimenti su e giu'Mi accorsi che sotto la camicia da notte non aveva messo lo slip. Sentivo il calore della sua fichetta sul mio cazzo e piano piano i miei pantaloni del pigiama cominciarono a bagnarsi dei suoi umori. Lei non disse niente, ne si volto' ma inizio' a muoversi leggermente avanti ed indietro spingendo qualche volta in giu'.

Io sollevai un po' la camicia da notte e potei ammirare il suo culetto bianco. Il cazzo stava per scoppiare. Lei si sollevo' per prendere il telecomando sul tavolinetto, voleva rivedere la scena nella cabina, quando i due fanno l'amore. Ne approfittai e mentre lei si sollevava, abbassai i pantaloni lasciando il cazzo allo scoperto. Lei si sedette di nuovo su di me, e quando senti' il calore del mio cazzo tra le sue cosce, rimase un attimo ferma, poi, come se nulla fosse, riavvolse il nastro e si guardo' la scena.

Sentii le grandi labbra aprirsi ed il mio cazzo adagiarsi tra di esse. Era bagnatissima. Inizio' a muoversi avanti ed indietro, poi con gli occhi puntati verso il televisore, dove Di Caprio scopava Kate, si giro' e disse:- Giorgio, stiamo facendo la stessa cosa?-Non sapevo cosa rispondere e buttai li':- Che cosa scusa, quale cosa?– Beh, loro stanno facendo l'amore, noi cosa stiamo facendo? – lo disse mentre con il suo sguardo furbetto butto' l'occhio verso il suo sederino poggiato sul mio cazzo.

– No…. niente, non so…. ma che dici – balbettai io. – Stamattina ti ho visto in bagno, con il tuo……. in mano. Non lo avevo mai visto, non pensavo fosse cosi' grande e lungo. — Eh ma tu devi bussare prima di entrare in bagno. – dissi io- Si vabbe' ma stamattina mentre lo guardavo, ho sentito una cosa strana nello stomaco che poi e' scesa giu' giu' fino alla mia patatina. Ora, lo sento ancora di piu', mi manca quasi il fiato.

Che cosa e' Giorgio, perche' mi sento cosi'?– Ma sei ancora piccola per queste cose, anzi, lasciamo perdere, levati da sopra di me. e mettiti seduta sul divano. — Non ci penso per niente, e poi non sono piccola, Laura, la mia compagna di classe che e’ piu’ piccola di me, lo ha gia' fatto con il fratello, ed ha detto che le e' piaciuto tantissimo. Giorgio, me lo fai fare anche a me?– Ma cosa dici, sei scema.

– feci io, mentre ero cosi' eccitato che in cuor mio non vedevo l'ora di farlo. — Senti mamma dorme, andiamo in camera mia che e' piu' lontata da quella di mamma. Dai io vado, raggiungimi. – Si alzo' e se ne ando' senza aspettare la mia risposta. Cosa dovevo fare? Ero eccitatissimo. Al solo pensiero di metterlo nella fichetta di mia sorella potevo venire. D'altronde non e' che la violentavo, era lei che lo voleva.

Combattei un po' ma poi mi arresi e andai. Passai davanti la camera di mia madre, la sentii gemere, molto probabilmente sognava. La porta era socchiusa e, eccitato come ero, mi avvicinai, la spostai un po' e di nuovo vidi il culo di mia madre. Dormiva, faceva caldissimo e si era scoperta. La camicia da notte, nel rigirarsi, era salita, lasciando scoperto il suo gran bel culo. Mi avvicinai un po' e nella penombra creata dal riflesso della luna, lo potei vedere benissimo.

Piccolo, tondo, stretto e profumato. Avvicinai il mio naso tra le sue cosce e potei sentire l'odore del suo culo. Dio cosa avrei dato per metterglielo dentro! Poi si giro, sussurando qualcosa. Mi sembro che dicesse il nome di papa' e qualcosa come :- Mettimelo dentro, ti prego. – ma non so se avevo ben capito. Poi pero' con la mano destra sollevo' la camicia da notte e infilo' il dito medio tra le grandi labbra della fica.

Dio…. mi sembrava di sognare, non gliel'avevo mai vista. Mamma era un po' in carne, non troppo, ma piu' del normale. Le sue grandi labbra pelose, si aprirono mentre il dito medio si infilava tra i ricci e cominciava ad andare su e giu:- Siii…dai…..Carlo……e' tanto che non mi fai godere……. dai…. mettimelo dentro. – la sentii mormorare. Mi sembrava che ilmio cazzo volesse scoppiare, lo tirai fuori dai pantaloni del pigiama e lo menai un pochino.

Avevo paura che si svegliasse, ma lei continuava a muovere il dito tra le grandi labbra, mentre il suo odore si spargeva nell'aria, era proprio in calore, ma di la' c'era la mia sorellina che mi aspettava quindi usci dalla stanza ma mi ripromisi di tornare un'altra sera per masturbarmi davanti a lei. Cosi' mi diressi verso la camera di Claudia ancora piu' eccitato. Entrai e vidi che aveva lasciato una piccola luce accesa, la porcellina, voleva vedere.

Era sotto il lenzuolo e mi guardava. Tirai giu' i pantaloni e li lasciai cadere. Il cazzo usci prepotentemente e rimase puntato verso di lei. I suoi occhi erano puntati su di lui e poi disse. – Giorgio, mamma mia quanto e' grosso, la mia patatina e' piccola! Mi farai male. — Non ti preoccupare – dissi io ed entrai nel letto. Era nuda. Le sue tettine con i capezzolini rosa appena accennati e giu' tra le gambe un accenno di peluria lasciava intravedere la sua patatina, come la chiamava lei.

Mi avvicinai a lei e le dissi di girarsi e di mettersi a pancia sotto. Obbedi'. le misi il dito medio fra le cosce e cercai il suo buchetto. Le aprii le grandi labbra, poi le piccole e infilai il mio dito. Lei sussulto' ed emise un gemito. certo il dito entrava a fatica, immaginiamoci il mio cazzo. la titillai un po' con il mio dito, su e giu' dentro e fuori. La sentii gemere di piu', ansimare, poi:- Giorgio, mi piace, continua.

Sento un fuoco caldo tra le gambe…. e una morsa allo stomaco……cos'e', non ho mai provato una cosa cosi'…..continua, dai…. -Mentre il mio dito andava e veniva nella sua fichetta, con l'altra mano andai a cercare il suo bottoncino, era gia' turgido. Lo stuzzicai un po'. – Oddio Giorgio, mi sento male……. cos'e'……. mi gira la testa…..che mi succede…..ma non smettere…. anche con l'altro dito…. continua…. dai…. continua…. !-Le dissi di girarsi a pancia all'insu' e mentre con un dito entravo ed uscivo da lei, avvicinai la testa sulla sua pancia, scesi giu' e fui subito inebriato dall'odore della sua fichetta…..le buttai la lingua tra le grandi labbra e cominciai prima a succhiarle il bottoncino e poi a leccarglielo su e giu' sempre piu' forte.

– No Giorgio, che fai…..e' sporca…..non cosi'…..come …. si…. siiiii…. si non ti fermare. oddio che bello…..mi sembra di morire…..non so…. dai…siii……. oddio..oddioooo!-Sentii il suo corpo fremere agitarsi le sue gambe irrigidirsi, e il mio dito quasi essere risucchiato all' interno della sua fichetta. Stava venendo per la sua prima volta, con il mio dito dentro e la mia lingua che le torturava il suo piccolo clitoride. Veniva…. godeva sotto di me. Svenne per il piacere.

La girai con il culetto all'insu'. La sua fichetta bagnata era li’ tutta per me. Non ne potevo piu', misi il mio cazzo tra le sue cosce e lo strusciai su e giu contro la sua fichetta. Le grandi labbra si aprirono e la punta del mio cazzo si fece largo, ma non pote' andare piu' giu'. La fichetta di mia sorella era stretta, le piccole labbra aperte lasciavano passare a malapena il mio dito medio….

muovevo il cazzo su e giu' ma non resistetti molto. Quando capii che stavo per venire, le aprii le cosce per vedere il suo buchetto del culo e sborrai. I fiotti di sborra continuarono per parecchi secondi, non mi ero mai eccitato cosi tanto, avevo goduto come non mai. Mi lasciai andare giu’ e mi addormentai sopra di lei. Quando mi risvegliai, lei era sotto i me, l'interno delle sue cosce ed il buchetto del culo erano coperti di sborra e lei ancora dormiva.

La ripulii subito, poi la coprii e tornai nella mia stanza. La mattina dopo ci svegliammo per andare a scuola. Facevamo colazione e poi uscivamo ed io accompagnavo Claudia. La sua scuola era vicina al mio Liceo. A colazione non disse niente, c'era mamma che preparava il latte, ma mi guardo' negli occhi sorridendo. Bevemmo il latte ed uscimmo. – Giorgio, ieri sera e' stato bellissimo, non immaginavo che si potessero provare sensazioni cosi' forti.

E poi ancora non me lo hai messo dentro, figurati dopo! – disse ridendo e guardandomi il bozzo nei pantaloni. – Piantala stupidina, la tua fichetta non potra' mai far entrare il mio cazzo, e' troppo grande. – risposi io. – Ci dobbiamo provare Giorgio. Stasera mamma va a teatro con le amiche e papa' e' ancora fuori. Stasera e' la sera, saro' tua!. -Eravamo arrivati alla scuola, mi diede un bacio sulla guancia e ando' verso il gruppetto delle sue amiche.

Prese da parte Laura, la sua amica del cuore le disse qualcosa e cominciarono a ridacchiare, poi Laura guardo verso di me. Laura aveva qualche mese meno di Claudia, ma era un po' piu' alta ed aveva gia' due belle tettine. Mia sorella continuava a raccontarle qualcosa che potevo immaginare e lei guardava sempre verso di me fino a quando i suoi occhi non si posarono tra le mie gambe, e in quel momento ebbi una erezione improvvisa che sicuramente non le era sfuggita.

Mi guardo negli occhi e poi se ne andarono continuando a ridere. Andai a scuola, altrimenti avrei fatto tardi. Tornai a casa alle 15. 00 e mia madre non era ancora rientrata. Trovai un bigliettino in cui c'era scritto che lei tornava alle 19. 00 perche' doveva fare gli straordinari e che sarei dovuto passare a prendere Claudia a casa di Laura. La casa di Laura non era molto distante, cosi' andai. Suonai alla porta e mi venne ad aprire la mamma di Laura.

Una bella signora, che aveva circa l'eta' di mia madre, bionda ed alta, anche lei con un gran bel culo che potei ammirare quando mi fece entrare e si giro per portarmi da mia sorella. Mia sorella era in camera di Laura. Giocavano con le Barbie. Quando entrai ricominciarono a ridere tutte e due e come la mattina, lo sguardo di Laura ando' a finire tra le mie gambe. Chissa' cosa le aveva raccontato mia sorella.

Presi Claudia e ci incamminammo verso casa. – Cosa hai raccontato a Laura? – dissi io. – Niente – rispose lei ridacchiando. – Dai non fare la stupidina, dimmi che cosa le hai detto — Va bene, le ho raccontato quello che e' successo ieri sera, e che pero' non abbiamo fatto l'amore perche' mi sono addormentata – disse ridendo- E lei cosa ha detto? – aggiunsi- Ha detto che lei non si sarebbe addormentata e che sarebbe voluta andare fino in fondo.

Io pero' le ho detto che tu……. insomma…..ce l'hai molto grosso e che non so se noi potremmo……. mi capisci?. Lei lo ha fatto con il fratello di 14 anni che pero' ce l'ha piccolino, e ha detto che le piacerebbe vedere il tuo! — Beh se lo vuole vedere, glielo faccio vedere! – risposi- No, il tuo e' solo mio……..almeno fino a che non l'abbiamo fatto noi prima! -Arrivammo a casa e quando fummo entrati non la feci neanche fiatare.

La presi in braccio e la portai in camera mia. La misi sul letto, le tolsi la gonna le sfilai le mutandine bianche. Presi da un cassetto un vecchio asciugamano e glielo misi sotto il culetto. Lei mi guardava rapita, poi mi slacciai la cinta e mi tolsi i pantaloni. Tirai giu' lo slip ed il cazzo, gia' bello duro, usci fuori. – Ohhhh, – disse lei portandosi le mani alla bocca – Mi sembra piu' grosso di ieri sera…..non e' possibile! -Non le feci dire altro, la misi a pancia sotto e le aprii le cosce.

Mi infilai tra le sue cosce e cominciai a leccarla. Claudia comincio' a mugolare e ad agitare il culetto, le infila prima il dito medio dentro il buchetto della fica e comincia a lavorare su e giu'. Mentre leccavo e il dito andava e veniva, la sentivo aprirsi, ma era tesa, continaui a leccarla, poi non resistetti piu', mi alzai, presi il mio cazzo e lo appoggiai tra le grandi labbra. Lei ebbe un sussulto…cominciai a titillarle ilclito con la punat del mio cazzo mentre scivolava su e giu' tra le sue grandi labbra.

Continuava a gemere, poi:- Mettimelo dentro Giorgio, mettilo dentro……voglio sentirlo dentro……. -Spinsi un po' la lei emise un grido. – Ti faccio male? – chiesi- Si ma non ti preoccupare, spingi…. spingi…. voglio sentirti!-Spinsi ancora un po', e la cappella entro nel suo buchetto, ma di piu' non potevo. Cominciai a amuovermi facendo entrare ed uscire la cappella dalla sua fichetta mentre con il dito titillavo il suo clito. Emise un gridoo e venne……un fiotto del suo liquido mi bagno il cazzo e lubrifico per bene la sua fichetta.

Spinsi ancora un po' ed il cazzo si infilo dentro. Lei grido', un grido forte e sentii il calore della sua verginita' coprirmi il cazzo. L'avevo sverginata, Lo tirai fuori e guardai tra le sue gambe. Il sangue era uscito e mi aveva bagnato il cazzo. – Non ti fermare Giorgio, rimettilo dentro……dai…..lo voglio sentire dentro. – disse ansimando. Non me lo feci dire 2 volte, lo rinfilai, e questa volta entro bene fino in fondo.

– Oddio, mi sembra di sentirlo in gola…..mamma quanto e' grosso Giorgio mi riempi tutta la fichetta…..pero' e' bello…. siiii e' bello…..scopami…..scopami come papa' fa con mamma! -Cominciai a stantuffare dentro e fuori, la sentii venire per altre due volte mentre il mio cazzo andava e veniva dalla sua fichetta ormai non piu' vergine. Sentivo le mie palle sbattere contro il suo culo……. sentivo il mio cervello esplodere, mentre un palla di fuoco partiva dalla mia testa, attraversava la spina dorsale e si fermava all'interno delle mie palle…….

– Claudia hai gia' avuto le prime mestruazioni? – le chiesi. – No, non ancora……ma non parlare, dai spingi e fammmi godere di nuovo! -Bene capii che le potevo venire dentro, non sarebbe rimasta in cinta……. continuai a stantuffare ancora per poco mentre con il dito titillavo il suo bottoncino…. e poi la palla di fuoc esplose contemporaneamente nel mio cervello e nelle mie palle……. le riempii la fica del mio sperma, mentre continuavo a scoparla e mentre la sentivo venire per la quarta volta, non avevo mai sborrato cosi' tanto.

Le rimasi dentro per un po', forse 15 o 20 secondi…..poi sfilai il mio cazzo ed un fiotto di sborra misto al sangue della sua verginita' usci' macchiando l'asciugamano che le avevo messo sotto il culo. Lei si giro' e mi guardo'. I suoi occhi erano quasi chiusi, era sfinita dagli orgasmi, ebbe solo la forza di dirmi. – Ti amo fratellone, sei il mio amore! – poi si addormento'come la sera prima. La portai in bagno e la lavai per bene, poi la misi a letto.

Tornai in camera mia e rimisi tutto in ordine, presi l'asciugamano, lo misi in una busta di plastica e lo infilai nel mio zainetto. Lo avrei getta nel cassonetto il giorno dopo. Poi come se niente fosse mi misi a giocare a Need for Speed con la PS3. Avevo scopato la mia sorellina, e gia' mi sembrava il massimo, ma non sapevo ancora cos'altro mi aspettava!Mia madreErano le 2 di mattina quando mamma rientro'.

Stranamente suono' il campanello, ma quando le aprii capii anche perche'. Aveva bevuto e non si reggeva in piedi, non trovava neanche le chiavi di casa. Mi cadde praticamente addosso e mi disse – Portami in camera, ho sonno. -La poggiai sul letto che gia' dormiva, ma non la potevo lasciare vestita. Povera mamma, da quando papa' non la scopava piu' aveva cominciato a bere e a prendere sonniferi. Cominciai a spogliarla, la girai a pancia sotto, le tirai giu' la zip del vestito e glielo sfilai.

Rimase in reggiseno e perizoma. Aveva un gran bel culo mamma, senza una smagliatura. Le scalai giu' il perizoma, mamma dormiva. Le tolsi il reggiseno e le sue tette uscirono prepotenti all'aria. Ero incantato dal suo culo. Le aprii un po' le cosce per vederlo meglio. Si era vergine, un buchetto piccolo e marrone con tutto intorno una coroncina di peli neri. Il cazzo mi venne subito duro. Avvicinai il viso tra le sue cosce, un odore pungente mi colpi'.

Il buchetto del culo odorava, ma sentii anche un altro odore provenire da piu' in basso. Le aprii le grandi labbra, e un rivolo di sborra comincio' a colare tra le sue cosce. Mamma aveva scopato…. con chi?Il cazzo mi venne ancora piu' duro. Lo tirai fuori e non ci pensai 2 volte. Lo appoggiai sulle grandi labbra e spinsi. Il cazzo scivolo' dentro la fica in un attimo facilitato dalla lubrificazione dello sperma di chissa' chi.

Cominciai a pompare. La sentii gemere e dire qualche frase sconnessa, ma poi sentii chiaramente:- Lucio, ancora……, mi sei gia'……. venuto dentro …..3 volte…- disseMi eccitai ancora di piu'. Il mio cazzo andava e veniva nella fica di mia madre e lei godeva e gemeva. Sentii che stavo per venire. Pompai sempre piu' forte e venni. Un fiotto di sborra inondo' la sua fica e usci prepatentemente colando sulle sue cosce. Non mi fermai continuai a pompare e a venire, 4, 5, 8 fiotti di sperma ….

le avevo riempito la fica. Lo tirai fuori, e lo sperma usci prepotente colando dappertutto. Era li' davanti a me con le cosce aperte ed il suo culo era invitante. Non ci pensai troppo, il cazzo era ancora duro. Affondai 2 dita nella sua fica e le ritirari coperte di sperma. Le poggiai sul buchetto del culo e spingi. Penetrarono facilmente mentre mia madre ebbe un sussulto. Riusci' a dire solo:- No…. li no…..neanche mio marito….

mai…. li no…..- e si addormento' di nuovo. Tirai fuori le dita e poggia la punta del mio cazzo sul buchetto lubrificato. Spinsi. Sentii il suo sfintere che si apriva per far entrare il mio cazzo. La cappella scivolo' dentro a fatica, era proprio stretto. Spinsi ancora e lei gemette di nuovo. Spinsi di piu' e il cazzo entro completamente. Sentivo il suo sfintere stringere il mio membro e fu allora che mi meraviglio'.

La sentii inarcare il culo e cominciare a muoverlo ritmicamente avanti e indietro. Io ero fermo, faceva tutto lei. Il mio cazzo andava e veniva nel suo culo alimentato dal suo movimento che piano piano aumentava il ritmo. Gemeva, urlava, diceva frasi sconnesse, godeva. Io non potevo essere da meno. Senti lo sperma salire su dalle palle, infilarsi nel canaletto e poi quando lei diedi l'ultima spinta indietro lo sentii esploderle nel culo, riempirlo completamente.

Anche lei venne in quel momento e si accascio' sul letto. Questo movimento fece scivolare fuori dal suo culo il mio cazzo con relativo fiotto di sborra misto a umori marroni. Andai in bagno, mi lavai e presi qualcosa per pulirla. La pulii ben bene, le infilai la camicia da notte e la misi a letto. Mi fermai un attimo a pensare, ……in una sera mi ero scopato mia sorella e avevo scopato e inculato mia madre.

Se, qualche giorno prima, me lo avessero detto, avrei sicuramente dato del pazzo…. a chiunque. Vendetta di una moglieLo ricordo come fosse ora,una gelida giornata di gennaio,le festivitànatalizie erano appena passate ed ero da poco tornata al lavoro. Nonfatevi ingannare dalla desinenza femminile io sono o perlomeno ero unmaschio finchè non la incontrai lei Antonella. All'inizio tuttosembrava filare liscio perfino l'intesa sessuale i nostri gusti infatto di vacanze del cibo perfino i libri…sembrava tutto troppobello troppo perfetto…mi ero innamorato di lei in un manieraspropositata…pendevo letteralmente dalle sue labbra….

già le suelabbra…adoravo baciarle…una volta. Ma andiamo per gradi. Ritorniamo a quel gennaio in cui mi ritrovavo apasseggiare da sola per le calli e i campi di Venezia,nel cuore unpeso enorme ,erano passate appena un paio d'ore in cui lei mi avevamandata fuori di casa senza una valigia con i soli abiti cheindossavo…. Ma per farvi capire le motivazioni che l'avevano fattagiungere a quella drastica decisione torniamo ancora un pò di oreindietro,ero rincasata dal lavoro quando stranamente non la trovaicome al solito alla porta di casa per darmi il suo solito bacio delbentornato ma la trovai invece seduta nel divano in mezzo alsalotto…in mano teneva il mio cellulare e sui suoi occhi c'eranolacrime miste ad uno sguardo di livore…di odio..di vendetta.

Quando la vidi con il mio cellulare in mano mi crollò il mondo…dascema non avevo mai impostato nemmeno un pin di sicurezza…se loavessi dimenticato ovvio che chiunque avrebbe visto che io avevoun'amante…ed è quello che vide lei. ” Sei una merda! Ti ho dato la mia vita i miei giorni migliori,mifidavo di te!!!! Te ne puoi andare quando vuoi mi hai rotto davvero leshitole!!!!Io cercai di giustificarmi ma peggiorai le cose. Iniziò a gettarmiaddosso di tutto ad insultarmi poi mi spinse con una forza che non lepensavo avesse e mi obbligò ad uscire urlandomi che mi avrebbe ripresosolo alle sue condizioni se fossi riuscita a convincerla ma che adessovoleva rimanere sola.

Passeggiai senza nemmeno curarmi ne del freddo ne delle persone cheincontravo e mi salutavano…avevo la mente vuota almeno l'avevo pertutto il resto…pensavo alle sue parole…e capivo che non avrei maipotuto fare a meno di lei…che si l'avevo tradita ma che era statasolo l'avventura di un paio d'ore una cosa carnale ma non certamentesentimentale. Avevo deciso: sarei tornato a casa e avrei accettatoqualsiasi cosa mi avesse imposto. Mai avrei però immaginato quello chela sua mente avrebbe partorito.

Suonai al campanello con in mano un paio di dozzine di rose e lafaccia da cane bastonato,cosciente del male che le avevo fatto. ” Chi cazzo ti ha detto di tornare così presto? E poi che ci fai conquei fiori? Portali alla troia che ti sei fatto…merda!””Lella ti prego mi spiace lo so mi sono comportato male anzi malissimoma non lo farò più davvero…sono pentito…ti prego farò qualsiasicosa mi chiedi ma non distruggere quallo che c'è tra noi” Ero davveropentito e sull'orlo di un esaurimento nervoso mentre lei aveva unostrano sorriso sadico mentre mi umiliavo provandone qusi gusto e credofosse proprio così.

“Primo non chiamarmi Lella ne amore ne tesoro ne tutte queste cazzatea cui dalle tue labbra non credo più almeno per il momento…voglioprima vedere fino a che punto arriva il tuo pentimento e se èsincero…al tuo primo rifiuto ti mollo e per sempre! Mi chiameraiSignora e mi darai del lei e vedremo di farti cambiare le tueabitudini una volta per tutte..ti credi macho? Beh lo fai fuori di quise invece vuoi rimanere con me devi obbedire senza se o senza maaltrimenti verrai punita o buttata fuori di casa.

“Stava riferendosi a me come una femmina …probabilmente un'errore enon pensai nemmeno di replicare,annuii e chiesi cosa potevo fare per”LEI””Vediamo allora …prima di tutto ti spogli ti fai una doccia ,rimaninuda ad eccezione del grembiulino da cameriera che trovi in bagno e miprepari da mangiare…ho fame!”Avevo capito che mi voleva umiliare e pensai di meritarmelo pure,ma ilpensiero che mi volesse nudo mi faceva pensare che la serata finissenei migliore dei modi per cui avevo più di una speranza sullariappacificazione…quanto mi sbagliavo.

Dopo la doccia uscii vestita unicamente con il grembiulino lei scoppiòin una sonora risata :”oddio quanto sei ridicola! Prendi mettiti anchele scarpe col tacco ” Mi gettò le sue scarpe addosso e mi intimò diindossarle. Mi fece specchiare e notò che qualcosa si alzava sotto ilmio grembiulino. “E così la sissy si eccita eh? “” Ma Lel…. Signora non so cosa mi sia successo non volevo…” Nonterminai le parole che mi arrivò uno schiaffo che mi fece volare viagli occhiali…..”tirali su sissy ma attenta a come ti chini che mostri il culetto ahahahahahah”Si stava divertendo alle mie spalle ,ma quello che ra peggio è che mipiaceva sessualmente e lei lo vedeva.

Le preparai da mangiare insalotto mentre a me venne ordinato di cenare in cucina come leserve. ,Dopo cena si sistemò in divano a guardare la tv mentre iosistemavo la cucina. Ero stanchissima avevo avuto una giornata pesanteal lavoro e mai mi sarei pensata che la cosa finisse in questomodo…maledetto cellulare! Una volta finito andai in sala e le chiesise avesse avuto bisogno d'altro. ” Siedi devo parlarti e non interrompermi! Quando avrò finito cisaranno due possibilità per te : PRENDERE la tua roba e sparire oppureSOTTOMETTERTI a ciò che ti dirò di seguito.

Tu mi hai fatto del male eio ho deciso di farne a te ma come spesso accade alle donne ho propriovoglia di vendicarmi e di ricambiare con gli interessi. Ho intenzionedi cambiare la tua vita e fare in modo che nessuna donna provi piùattrazione nei tuoi confronti eccezion fatta per quanto mi riguarda. Ora vedi tu O accetti qualsiasi cosa ti verrà imposta da me e miaccetti come Padrona assoluta e mi dimostri non solo di amarmi ma diadorarmi e di volerti annulare a me altrimenti puoi andartene…verraisottoposta a delle prove a cui non potrai esimerti…ti chiamerò inmodo femminile e ti obbligherò a farlo di te stessa.

Ti insegnerò avestire muoverti ed atteggiarti come una femmina e io sarò il maschiodi casa…. e questo sarà solo l'inizio di un processo che ti porteràad avermi per sempre…. a te la decisione ora. O ti prepari le valigieoppure firmi questo contratto e mi vieni a leccare le scarpe in segnodi resa. “Ci misi un bel pò…pensai a quello che mi si prospettava, pensai cheforse era solo un modo per vedere come mi sarei comportata ,era soloun gioco per lei per vedere se l'amavo veramente..magari una voltaconvinta col tempo avrei potuto riprendere i miei giochini standoattenta stavolta a non farmi beccare….

Firmai…e poi mi prostrai aisuoi piedi. Il mio errore fu di firmare senza nemmeno leggere…la miacondanna!”Molto bene,ho notato che non ti sei nemmeno presa la briga di leggerequello che firmavi allora ti faccio un riassunto: d'ora in poi sei lamia schiava sissy ,il tuo nome sarà gabriella e verrai sottoposta adalcune variazioni a cui non potrai non obbedire. Non dimenticare cheio sono un notaio e la tua firma è validissima in un contrattoaltrettanto valido.

I tuoi averi passano a me immobili e bancari,quindi ora carissima gabriella non hai un becco di un quattrino edipendi totalmente da me…qualsiasi tuo rifiuto o solamente un minimomotivo di noia nei tuoi confronti e io ti mollo…. Ma ora voglioessere magnanima ti lascio andare a dormire…domani sarà una giornatapiena gabriella per te e per me e poi domani è anche il tuocompleanno…. ho dei regalini da farti…. vieni a dare un bacino allatua Padrone….

sulla guancia eh? Non azzardarti ad avvicinanrti allelabbrao ti castro. Passai la notte in un dormiveglia continuo al mattino mi alzai che erouno straccio…sembravo ubriaca dalla stanchezza…e poi il lettosingolo incui avevo riposato aveva un materasso terribilmente duro chemi si spezzava la schiena. Mi alzai feci la doccia mi vestii e portai la colazione a letto allamia Padrona che osservandomi in silenzio consumò il suo caffè e labrioche. “Alle 10. 30 in punto verranno delle persone per te e questa è la primaparte del regalo e poi a mezzogiorno invece ne verranno delle altreper la seconda parte.

Fai le pulizie che io intanto mi faccio unadoccia..quando ho finito ti chiamerò per passarmi la crema su tutto ilcorpo””Si Padrona ” risposi non proprio convinta di quel ruolo ma costrettaalmeno per il momento a condividerlo. Quando mi chiamò la trovai completamente nuda ad eccezionedell'asciugamano attorno la testa come una sorta di turbante…eracosì bella…mi chiedevo come avessi fatto a tradirla…. ” Che fai? Lo sai che non dovresti guardare così la tua Padrona? Tipiaccio schiava? “”Si….

molto Padrona…..””Passami la crema da corpo dopo magari ti faccio un regalo”Le passai la crema in ogni centimetro della sua pelle meravigliosa…soda in ogni punto nessuna smagliatura ne cellulite…i piedi eranouna magnificenza i seni maestosi sebbene non grandissimi e la patatinadi cui andavo matto ricoperta di quel pelo castano mi faceva impazziree lei lo capì dalla mia erezione. “Sei incorreggibile ma col tempo ti cambio io…. ma avevo detto che tifacevo un regalo…prendi queste sono le mie mutandine annusale emasturbati…..ma girati non voglio vederti che bestia sei…..In preda ad un'eccitazione paradossale annusavo il suo indumentointimo umido odoroso e molto sexy ( lei sapeva cosa usare per eccitaregli uomini ) lo portai sul mio membro e iniziai a segarmi sempre piùvelocemente.

Dietro di me la sentii accarezzarmi la schiena escendere verso le natiche…. quando arrivò al mio buchino e tentò diforzarlo mi scostai ma lei mi fece tornare sui miei passi e dolcementeentrò…piano piano,,,e mentre mi masturbavo sui suoi slip lei miinculava col suo dito…mi stava succedendo una cosa maiprovata…. venni quasi subito sulle mutandine e notai che quandogodetti lei aumentava il ritmo della penetrazione e faceva posto alprimo dito con un secondo…. ” Sei proprio una troia ti piace tutto anche farti inculare ma adessocosa dovrei fare di quelle mutande? Di sicuro non le useròpiù…quindi ora le pulisci con la lingua e poi le indossi tu!””Ma Padrona la pregooooooo “”Inizi a rompere i coglioni? Dai che ti piace….

ciuccia cagnaaaaa”Piansi e ad ogni leccata mi si girava lo stomaco…mai avrei pensatodi leccare lo sperma fosse anche solo il mio…quando ebbi ripulitolei mi fece cenno di indossare le mutandine ( rosse e trasparentissime) cosa che feci immediatamente seguita dalla sua sghignazzata. ,” Quel pelo va eliminato fai proprio da ridere …..””Posso andarmi a cambiare Padrona? stanno per arrivare quelle persone””E perchè mai ? Non ti vergognerai mica vero? L'unica cosa va a fartiun bidè e profumatelo per bene.

E rimetti le mie mutandine le miescarpe e il grembiulino e quando suonano va ad aprire come sei,nonpreoccuparti sono avvisati e sanno cosa si troveranno davanti!”La cosa fu peggiore di quello che mi sarei mai sognata. Quando apriila porta mi aspettavo un paio di persone ( e già sarebbero stateabbastanza ) ma invece erano in sette!!! Me li presentò uno per uno. ” Questo signore di mezza età è Bruno lui è un tatuatore non rimanemolto tra noi è venuto a farmi visionare quali saranno i tatuaggi cheti farò fare..lo rivedremmo in settimana.

Poi c'è Pietro lui invece sioccuperà del nuovo mobilio della tua cameretta e anche questa è unacosa di cui mi occuperò io…Poi c'è Andrea che invece fa il dipintoree si occuperà di dipingere la casa compresa ovviamente la tuacamera. Poi c'è Luisa che si è portata un catalogo di biancheria intimamolto raffinata accompagnata dalla Chiara che si occupa diabbigliamento femminile,ti prenderanno le misure io deciderò cosa ticompero e in poche ore avrai il tuo guardaroba perfettoMichela invece si occuperà del lato estetico accompagnata dallaparrucchiera Francesca.

Tra un pò di minuti arriverà anche Roberto malui si occupa di altre cosucce. La mia Padrona si assentò con glioperai e con le commesse di abbigliamento…io rimasi con Michela eFrancesca che si occuparono del mio corpo…venni sottoposta a quellache mi sembrò essere una situazione surreale…specialmente davanti adue donne piuttosto piacenti completamente nuda la totale depilazioneper quanto dolorosa non limitò la mia carica sessuale e il risultatofu umiliante e terribile la reazione della mia Padrona.

Non mi parlòma mi bastò lo sguardo per capire che non mi sarei divertita una voltausciti i nostri ospiti. Il mio corpo completamente liscio unghie limate e rimodellate sia deipiedi che delle mani e completate con uno smalto rosa vivo. Sopracciglia quasi completamente sparite e ciglia rinfoltite edepilazione laser del volto…. poi il make up completò l'opera. La miaPadrona aprì una borsa in cui le commesse avevano portato un minimovitale da farmi indossare nell'attesa del completamento dell'ordine.

Un babydoll fucsia un paio di ciabattine con una specie di peluchedella stessa tinta e un perizoma viola. Uscirono tutti da casa adeccezione di Roberto e no0n ne capivo il motivo…almeno fino a quelmomentoQuando tornai in salotto capii la motivazione…le mani dell'uomostavano perlustrando le cosce di Antonella mentre lei giocava col pelodel torace dell'uomo…quando mi videro entrare lui ritirò la mano maAntonella rise e li disse di continuare…”Fai pure Roby tanto a quella non importa anzi ti dirò di più oragabriella viene qui mi toglie le mutandine ti chiede ditoccarmi…ahahahahah”Come un'automa mi inginocchiai infilai le mani sotto la gonna diquella che era stata mia moglie e le tolsi le mutandine e poi comeuna scema chiesi a Roberto di toccarla….

“Ora finisci l'opera troia! Togli i pantaloni e le mutande di Roberto!””La prego Padrona” sussurai piagnucolante. “Vedo che ti piace farmi incazzare! Toglili i PANTALONI e le MUTANDE eper punizione ti metti le sue mutande in bocca!!!!!!!””Mmmmm mi piace quando la umilii così…me lo fai tirare ancora di più Lella!””Ahahahahah , sei proprio un porco…. vuoi che te lo prenda in boccaio o lei? Ti eccita con quel babydoll? Sai Roberto è quasivergine…uno di questi giorni mi deciderò a farla inculare da un palodi vero uomo…magari col tuo….

“”Ahahahaha per carità…a me piacciono le donne ma ad un paio di amicimiei potrebbe piacere caso mai ti dico però magari un piccoloassaggino posso darglielo…prendimelo in mano puttana !””Noooooo” vi prego questo noooooooooo!!!! urlai in preda ad una crisi…..”Mi hai rotto i coglioni…vattene in camera…i conti con te lifaccio dopo!!!” Ti lascio un'ultima chance o lo prendi in bocca o faii conti con me dopo! E sai che non scherzo…..”Era meglio se tacevo…. sono andata a finire da una sega ad unbocchino….

Mi prese la testa e me la spinse verso il suo cazzostrofinandolo prima sul mio naso e sulle mie labbra per poispingermelo dentro in gola…..ecco per la prima volta assaggiavo ilsapore di un cazzo vero…. ma la vera umiliazione non fu quella mabensì quando Antonella mi sollevò il babydoll e mostrò a Roberto laprova della mia eccitazione. “Sei proprio una vacca…. dovrò proprio soddisfarti uno di questigiorni…. ma ora guarda come mi soddisfa un vero Uomo,esclamòinfilandosi il cazzo di roberto nella sua calda tana….

si scopòdavanti ai miei occhi…mugolava cavalcava e rideva di me poi mi fececenno di avvicinarmi mi sollevò il baby doll e mi prese lamano…segati davanti a noi che scopiamo …..presi a toccarmieccitata come non mai mentre lui la chiavava davanti ai mieiocchi,davanti agli occhi di colui che era il marito di Antonella e cheora era agghindato come una zoccoletta che si masturbava mentre lechiavavano la mogliettina. Venni sul pavimento ,l'orgasmo fu talmente forte che mi pulsavano letempie…La mia Padrona mi fece cenno di bere la mia sborra dal parquee di pulirlo fino all'ultima goccia e mentre lo facevo sentii delliquido cadermi sul capo….

Roberto mi stava sborrando in testa!!!!!”SHAMPOOOOOOOOO” risero tuitti e due………Quando tornai dal bagno dopo essermi lavata i capelli ritrovaiAntonella da sola. “Le tue continue caldane mi fanno davvero schifo e dovremo trovare unasoluzione,non mi sono mai vergognata tanto come oggi,sono cose che nondovranno più succedere”. Mentre mi diceva queste cose la vidiarmeggiare nel comò ed indossare una specie di cintura alla vita conattaccato un qualcosa che all'ombra della stanza non riuscivo adecifrarne cosa…una cosa che mi fu ben chiara quando si girò allaluce.

“Mettiti a 4 zampe e togliti il perizoma…è ora che ti faccia sentireveramente donna…e chi ha più diritto di me di sverginarti? “Il fallo era almeno di 18 cm e di circonferenza di circa 4 cm!”La prego Padrona non lo farò più …. mi perdoni davvero ……””Mettiti a 4 zampe e fatti inculare…apriti le chiappe che la tuaPadrona ti possiede tutta…”Obbediii sapendo che non potevo fare altrimenti…la mia Padrona milubrificò il buchino con un liquido tipo gel o qualcosa del genere,poi inserì pino la punta del fallo.

“Quando ti entrerà ed aprirà la strda verso il tuo piacere saprai chediverrà un punto senza ritorno…miamerai di più e per tutta la vitami ricorderai come la persona che ti ha avuta per prima…..seipronta?”Non feci in tempo a rispondere che mi infilò tutta la mazza dentro dime. Urlai scalciai ma lei mi prese per i fianchi e mi bloccòPoi lo estrasse piano piano per poi infilarlo ancora dolcemente…mollò la presa sui fianchi ed iniziò a stuzzicarmi icapezzoli…accelerò i movimenti dentro di me ,il dolore fece posto aduna sorte di piaceremi prese la testa e mi bacio mentre mi carezzava icapezzoli la schiena i fianchi….

poi mentre mi scopava iniziò asculacciarmi e ad incularmi con sempre maggior foga…lei si stavacomportando come fosse un uomo e io la sua donna…nemmeno mi resiconto che iniziai a mugolare e senza nemmeno toccarmi sentii il mioliquido scendere dal mio prepuzio…. avevo goduto con un cazzo inculo…. il cazzo del mio Amore …. mi scoprii a godere come non maimentre Lei dietro di me mi possedeva…. automaticamente mi sfilai ilmembro mi girai ed iniziai a succhiarlo a pulirlo dei miei umori adumettarlo,poi mi stesi sul letto che una volta era matrimonialespalancai le gambe ed esclamai delle parole che uscirono dal piùprofondo del mio cuore.

“Ti prego amore mio Padrona della mia vita…hai iniziato l'opera mihai aperta. ora finiscimi…. scopami come fossi una donna vera e poi tiprego fammela mangiare cosi mi doni il tuo sperma di donna uomo. Le mi guardò…il tu lo pagherai ma ora fatti chiavare amore mio…nonti abituare a questo nomignolo…d'ora in poi sei la mia schiava persempreMi alzai al mattino presto verso le 6 mi occupai di sistemare la casadi preparare qualcosa da mangiare per il pranzo e ovviamente scesi aprendere al bar dei croissant.

Quando rincasai ebbi la premura dispogliarmi e vestirmi con un abitino nero corto e il grembiulino chela mia Padrona adorava vedermi addosso. Mai come in quel momentocredevo di averla amata in tal modo…avrei dato tutta me stessa perlei…. Quando si svegliò mi presentai con il vassoio della colazione. Leiaprì gli occhi ancora addormentata,mi osservò e come non fossesuccesso nulla in quella notte mi esclamò:”Brava la mia schiava…hai portato la colazione a letto alla tuaPadrona ma hai sbagliato l'approccio….

al mattino mi devi svegliarecome farebbe qualsiasi cagna : MI DEVI LECCARE I PIEDI!!!!! Poi quandosono sveglia allora si mi puoi portare la colazione. A proposito dovesei andata a prenderla? “”All'unico bar aperto a quest'ora Signora quello in campo. Non lepiacciono le brioches?””T'ho detto di rivolgermi domande? Le brioches sono ottime ma vorreisapere da te cagnetta come ci sei andata vestita fuori? Non credo comeadesso,vero? “” No Signora ” pantaloni e camicia. “Per questa volta ti perdono visto che non hai ancora un buonguardaroba ma le cose cambieranno.

Ma una piccola punizione devo lostesso dartela ne convieni vero? Sollevati il vestito mettiti a 4zampe sul letto e apriti le chiappe voglio perlustrare il buchinodella mia cagna che come lei è di mia proprietà. “Obbedii sistemandomi sul letto matrimoniale cercando ovviamente di noninfastidirla..lei si mi8se dietro di me…si infilò un paio di guantidi lattice che aveva nel comodino mi sputò sul buchino e ci infilò ilmedio con forza cercando di proposito di farmi male.

“Stai ferma scema,fammi entrare bene,dai che sotto sotto ti piace…. “Non si sbagliava…il dito aveva trovato il punto in cuimassaggiandomi dolcemente mi faceva impazzire in una specie di nirvanadel godimento…. Mi fece alzare col dito ben saldato in culo e mi fececamminare per la stanza finchè arrivammo in prossimità dellafinestra,me la fece aprire e mi obbligò ad affacciarmi mentre la suaopera di perlustrazione proseguiva e il movimento del suo ditoaccellerava. Sotto di noi ( eravamo al primo piano ) c'erano deiragazzini che parlavano tra di loro,cercavo di trattenere dal mugolarema la mia Padrona ci sapeva fare….

Ad un certo momento quanto nonriuscii più a frenarmi e iniziai a gemere la mia Padrona mi gettò aterra e richiuse la finestra. “Sei proprio una schifosa! Non sai resistere! Sei come una vacca incalore…ti basta farti inculare e non capisci più un cazzo! Sottoc'erano dei minorenni…sai il casino se qualcuno di loro si accorgevadi te e chiamava i suoi amici? Ora mi hai rotto le shitole! Spogliaticompletamente sdraiati supina e allarga le gambe! Ora arrivo!”L'attesa non fu lunga ma mi metteva l'ansia.

Tornò con una specie dicanna in mano ,lei la chiamava il bacio della Padrona. Un bacio cheprovai sulla mia pelle e non dimenticherò!” Ora puttanella ti proverò che la tua Padrona non è solo dolcezza maanche tanto dolore. Un dolore che però servirà a ricordarti di stareal tuo posto ed obbedirmi. La tua volontà carina importa meno di unfico secco…. ora spalanca le cosce e tira su le ginocchia…. guai sechiudi le gambe,i colpi per oggi sono solo 10 se chiuderai leginocchia diventeranno il doppio non te lo consiglio.

Ad ogni colpodovrai dire:Grazie Padrona UNO ..grazie Padrona DUE …e cosìvia..chiaro???????””Si Padrona”Ad uno ad uno iniziò a colpirmi prima all'interno delle cosce poisullo stomaco poi all'interno delle braccia appena sotto le ascelle epoi ai fianchi…. poi a farne le spese fu il lato B la schiena e perultimi i testicoli…Il dolore che provavo e il senso di inferioritànei confonti della mia Padrona mi fecero scoppiare in un pianto senzafine…. mi accoccolai sul pavimento e pregai la mia Signora di poterlebaciare i piedi….

mai come in quel momento mi sentii sua…. debole esottomessa…. lei acconsentì ma mi disse di far veloce perchè avevaaltri piani per me. Annoiata mi diede una pedata in pino volto… disse che l'avevoscocciata con la mia lingua di…. Mi fece entrare con lei nelladoccia e si scocciò di brutto nel vedermi raggiungere nuovamentel'erezione ma non ne parlò. Una volta che l'ebbi asciugata mi preseper i testicoli e strinse così forte da farmi temere che miscoppiassero…non posso descrivere il dolore ma dire lancinantesarebbe poco.

” Se non la smetti di eccitarti te le faccio scoppiare quelle palle dimerda! Ora vestimi cogliona e poi pensa a preparare te. Oggi si iniziaun tour in cui ci saranno alcuni cambiamenti ..per te!””Si Padrona mi scusi ma Lei è così bella …. mi perdoni…. “Dopo che entrambi fummo pronte ci avviammo verso la stazione dove sitrovava la sartoria dove Chiara si diede appuntamento con Lucia …lamole di gonne camicette abiti giacche e quant'altro aggiunto allabiancheria intima e dulcis in fundo borse scarpe e biancheria da lettoera enorme,ci dissero che ci avrebbero portato tutto a casa nel girodi un paio d'ore.

Subito dopo Antonella mi portò in una gioielleria si fece mostrarealcuni orecchini delle collanine e anelli…. mi fece provare il tuttocon sommo imbarazzo visto che il negozio era particolarmente pieno digente turisti e non…. Poi per completare il tutto mi fece attendereche una bambina si facesse forare i lobi per gli orecchini esottopormi allo sguardo umiliante della madre e il sogghigno del padrealle parole della mia Mistres quando la commessa le chiese se dovesseforarmi solo le orecchie.

“No signorina deve forare i lobi due voltepoi la narice sinistra e l'ombelico, mi piace vederla sexy! ” Sentirmidescrivere come una femmina davanti al mondo mi fece morire dallavergogna. “Si sieda qui signore” disse la commessa nell'atto di forarmi il primolobo. Buono questo profumo cos'è ? “”Narciso Rodriguez il suo preferito ” Rispose la mia Padrona. Lacommessa la guardò sorridendo mentre forava per la seconda volta ilmio lobo destro. Quando tutto fu finito la mia Padrona mi disse che saremmo andate daBruno dove sarei stata tatuata..Non avevo la minima idea di qualidisegni avessere programmato di farmi…..ma la sensazione era che nonmi sarebbero piaciuti molto.

Entrammo nel negozio dove c'era una multitudine di giovani ragazzi lamaggior parte palestrati e abbronzati solo un paio di ragazzeanch'esse molto belle. Bruno arrivò subito..”Ciao Antonella fai sederenel distendere la tua schiava nel camerino e falla spogliare. Arrivosubito. “”Hai sentito GABRIELLA ? Ubbidisci!”Urlò talmente forte il mio nome femminile che i ragazzi più vicini anoi si guardarono tra loro. Mi spogliai completamente ad eccezionedegli slip e mi stesi sul lettino. “Togliti anche le mutande gabriella devo occuparmi prima di tutto delbiricchino!” Non capii cosa volesse fare al mio pene io pensavo chevolesse tatuare pure quello ma non capivo come invece avevano altripiani per me.

“Questa è il cb6000 un piccolo aggeggio che servirà ad impedirti difarti strane idee…la tua padrona mi ha detto che seifocosa…vediamo di fartelo essere solo quando lei vuole! Antonellaora lo chiudo definitivamente con il lucchetto non perdere le chiavieh? ” Risero entrambi…. “Ora girati che iniziamo a prenderci cura deltuo corpicino..” Una specie di penna o pennarello disegnavano qualcosasulla mia schiena e subito dopo sentii il ronzio della macchinetta pertatuare avviccinarsi alla mia pelle…il dolore non eraparticolarmente forte anzi piuttosto leggero,dopo una sessione dicirca mezz'oretta finì il suo lavoro mi portò allo specchio e trasalii….

vidi il mio volto a bocca aperta e due membri che mi sborravano infaccia…non uscì una parola ma lacrime si. ” L'ho voluta io questa immagine gabriella perchè chiunque la vedasappia cosa sei e cosa vuoi! Lo so sarà un pò difficile nasconderla maperchè poi dovremmo farlo? ” Altra risata. “Glia ltri tatuaggi li faremo la prossima volta oppure se avrò tempoverrò io a casa vostra. “”Vostra? gabriella non ha più nulla di suo nemmeno il suocorpo….

ormai è tutto mio..vero gabriella? “”Si Padrona”annuii”Adesso andiamo a casa non vorrei fare attendere Chiara. “Una volta arrivate a casa c'era già Chiara e l'ordinazione al completoera già sistemata negli armadi e nel comò..quel poco che ancorapossedevo di maschile era stato portato via. “Ecco le tue chiavi cara,ho fatto sistemare tutto ,qui c'è la fatturae potrai controllare se per caso manca qualcosa…sae invece cifossero problemi contattami e ti cambierò qualsiasi cosa non vada. Hoportato con me l'estetista per la ceretta totale un parrucchiere…vedo che le stanno crescendo i capelli ..bene…e l'infermiera perl'iniezione di estrogeni….

“”Mi raccomando non dirle degli estrogeni, dille solo che èun'iniezione di vitamine per coadiuvare la dieta. “”Ok!!!!”Ovviamente questa parte della conversazione io non l'avevo sentitaanche se non so davvero cosa avrei potuto fare per impedirle disomministrala. Venni depilata truccata e profumata,mi venne fatta la permanente enuovamente il laser. Venni poi vestita completamente e mi venneinsegnato per la prima volta come camminare con le scarpe da donnaanche se a dir la verità per la prima volta non mi hanno fattoindossare delle scarpe altissime anzi…vidi gettare tutti i mieiindumenti il mio orologio di cartier e il mio fede matrimonialefurono consegnati alla mia Padrona.

Mi fecero specchiare…l'abitoviola che indossavo era lungo appena sotto le ginocchia le scarpedello stesso colore dal tacco credo da 5 o 6 centimetri eranocomodissime…sotto indossavo una biancheria molto sexy e leggeracomposta da una guepiere rosa perizoma dello stesso colore e calze conriga posteriore nere velatissime. Credo davvero che se non avessiavuto il pene ingabbiato mi sarei eccitata a vedermi in quello stato. Quando tutti se ne andarono trovai Antonella e Chiara che miosservavano. “Non male che ne dici Antonella? Chi lo avrebbe detto cheun porcellino come tuo marito sarebbe diventato una checca?Ahahahahah”Mia moglie vide che il mio volto si fece serioso e cupo.

” Che c'ègabriella ti offendi? Già ti sei dimenticata come hai goduto mentre tiinculavo? “”Davvero l'hai inculata? ” chiese Chiara. “Certo …l'ho inculata a pecora e poi ha voluto essere fottuta purealla missionaria come le vere donne””Mmmmmm mi hai fatto venir voglia Lella”Vuoi incularla anche tu?””Lo sai che non mi piacciono gli uomini anche se vestiti da donna””Non temere il cazzo è fuori uso…può solo prenderlo…ahahahahah””Vuoi dire che non li funziona più? Proprio a lui che si dava tantearie di sciupafemmine? “Ci sto lavorando Chiara.

un pò di pazienza e li servirà solo perpisciare…Tu mi conosci ho una sensualità strana e se ho voglia dicazzo me la tolgo…ma di lui e di quello che mi ha fatto passare sonostanca…ora voglio distruggerlo. Ma ora vieni qui baciamela dai”Non solo mi sbeffeggiavano ma ora dovevo pure guardarle lesbicaresenza poter muovere un dito…. Chiara si inginocchiò le tolse gli slipda sotto il vestito e Antonella le ficcò la fica proprio in boccastringendole la testa tra le gambe,sembra che anche con le donne lasua natura dominante non cambiasse…”Guarda come me la mangia ,ti piacerebbe essere al suo posto eh? Daivoglio essere buona con te vieni a leccarla su …..”La Chiara si abbassò i pantaloncini e le mutandine e mentre affogavain mezzo alle coscie della mia Padrona li tolse del tutto…allargò leginocchia per fare spazio alla mia testa e alla mia lingua…era giàmaledettamente bagnata, mi si strofinò sul volto sul naso e poi sullabocca…mi lavava completamente la faccia mugolava mentre mia moglieoppure quella che lo era godeva come una pazza….

una volta arrivateal nirvana si accomodarono sul divano abbracciate come dueinnamorate. e mi guardarono stesa a terra tutta scapigliata con iltrucco distrutto e il vestito sgualcito…” Che dici Chiara la facciamo godere anche lei? Poverina non ha avutola sua parte…. “Quando si assentò pensai che andasse a prendere la chiave di quelmaledetto aggeggio che mi costringeva ad essere come un eunuco efinalmente avrei avuto la possibilità di godere. Tornò con unaborsetta di panno e già la cosa mi lasciò delusa, non poteva essercila chiave li dentro….

Parlottarono tra loro…risero e poi Antonellaestrasse dalla stoffa ciò che mi avrebbe secondo loro fatta divertire. “Sono 25 cm x 5 di diametro e questo gel ti aiuterànell'impresa…. voglio che ti esibisca per noi e che lo prenda tutto,ma soprattutto voglio sentirti godere con questo dentro…. se seidaccordo ,ma tanto lo sai che non me ne frega un cazzo,ti filmeròmentre ti scopi e godi…. Prendiiiiii”Mi tirò addosso il fallo..era piuttosto morbido di lattice ma duroquanto basta per entrarmi dentro..alla base aveva una ventosa e l'astaera circondata di vene che lo facevano sembrare reale.

Mi si avvicinòmi diede il gel e mi raccomandò di ungermi per bene e poi disse unafrase che mi fece vergognare come non mai. “Ti sei pulita l'intestino spero stamattina…non vorrei mai che misporcassi il giocattolo,anche perchè te lo farei pulire con lalingua!!!!!” Risero come pazze sgomitandosi baciandosi e toccandosi. “Dai facci divertire checca moscia”Dopo aver riempito le dita col gel le ho inserita nella mia fichettadi sissy prima uno poi due poi tre dita….

su e giù…loro miguardavano e la telecamera inserita in un cavaletto mi filmava. “Ora facci vedere come lo prepari…. fà un bocchino al tuo nuovo amicodai troia…vediamo se visionare i porno ti ha insegnato qualcosa. “Presi il fallo tra le mani…iniziai a leccarlo partendo dalla base esalendo fino alla cappella,me la infilai in bocca e cercai diinfilarlo il più possibile dentro…”Ma che cazzo fai? Che sei una verginella? Puoi fare di meglio troia,aspetta che ti aiutiamo” Si alzarono entrambi, Chiara si mise dietrodi me tenendomi la testa e Antonella spingeva il fallo dentro la miagola.

I conati di vomito e la sensazione che le mie labbra sirompessero in due mi fecero piangere come una bambina…”Dai puttana pompa…fallo indurire sto cazzo che poi ti deve aprirequel buco del cazzo, facci vedere quanto sei troia!”Cercai di fare come avevo visto nei film…e in qualche modo riuscivoa guadagnare centimetri…mi spingeva e poi me lo estraeva dalla boccapoi me lo dava da leccare poi me lo sbatteva sulla faccia ,mi sputavain bocca e me lo reinseriva per tutta la lunghezza….

“Wow,una nuova gola profonda abbiamo ahahahahahah” rise Chiara. “Lo hai preparato abbastanza…togliti l'abito che lo rovini edesibisciti in uno spettacolo degno della tua Padrona”Mi tolsi prima l'abito e poi le mutandine, mi distesi sul pavimento eaprii le cosce, stavo per inserire lentamente il fallo quando la miaPadrona fece un balzo e me lo ficcò dentro in un colpo. L'urlo che uscì dalla mia bocca non aveva nulla di umano…sentivo delliquido uscire dal mio buchino ( lo era ancora?) ,non volevo crederciera sangue…..”Visto Chiara ? L'abbiamo sverginata!!!! AHAHAHAHAH”Il membro era tutto dentro mi bruciava da matti ma non c'era speranzadovevo proseguire nell'opera.

Mi scopavo lentamente sperando che lamia Padrona non avesse ancora altri piani sadici nei miei confronti. ” Vieni Chiara guardiamo da più vicino” disse la mia Mistressavvicinandosi a me ,si tolse le scarpe e mi diede il suo piedemeraviglioso da leccare mentre io mi scopavo adesso molto piùvelocemente…. “Ti piace vero gabriella? Fotterti davanti alla tua Padrona mentre lelecchi i piedi come una cagnetta…. magari ti piacerebbe di più uncazzo vero eh? Immagina un uomo vero,peloso,virile con un cazzo grossoduro e caldo….

dentro di te che ti svanga ti fotte ti ama…tu seinata per questo…tu sei nata per fare felici i cazzi..ogni tuo buco ènato per quello” Mi stava facendo impazzire succhiavo le dita del suopiede come fosse un cazzo e mi spaccavo il culo incurante della feritache Antonella mi aveva inferto anzi mi eccitava di più…. liquidospermatico uscì a fiotti dalla gabbietta del mio uccelino …avevogoduto inculandomi un'altra volta e questa volta ancora più forte delsolito….

Antonella prese tra le mani il cazzo di lattice impedendomidi estrarlo e proseguì nell'inculata…. mi fece venire altre tre voltementre Chiara mi colpiva le palle con le sue scarpe ridendo edefinendole palline natalizie…. Mentre la mia Signora stava portandoa compimento la sua ultima opera scopatoria nei miei confronti sentiiChiara infilarmi l'ago della siringa sul braccio dopo avermi messo illaccio emostatico…. cosa fosse quell'iniezione non lo capivo ma pocomi interessava in quel momento…..Nel pomeriggio Chiara se ne andò e Antonella mi fece cenno di sedermiaccanto a lei.

“Devo farti alcune domande ed esigo una risposta da parte tua,sincera. “”Si Padrona”A: Mi ami?G: Più di me stessa. A: Se dicessi che annullo qualsiasi contratto distruggo ogni materialeche ti riguarda e ti restituisco i tuoi averi tu cosa faresti?G: Io sono sua e tutto il resto non mi interessa. A: Anche se ciò volesse dire distruggere la tua virilità per sempre?Pensai un pò prima di rispondere non capendo a fondo dove volessearrivare ma ormai ero conscia che senza di lei sarebbe stata la veradistruzione.

In poche parole lei voleva arrivare ai suoi scopi mavoleva godersi anche la mia ultima resa…accettare senzacostrizioni,per mia volontà!G: Si Padrona. A: Io sono una persona molto perversa potrei farti fare cose chenemmeno immagini…. sei sicura di volerlo?G: Si Padrona. Si alzò di shitto dal sofà e in un battibaleno indossò il strapon migirò e mi infilò il cazzo dentro senza nemmeno bagnarlo un pò…. Mi sbattè verso il pavimento a quattro zampe col cazzo dentro di me emi fece camminare come una cagnetta col culo pieno ….

mi prese per icapelli e mi fece cenno di andare verso il bagno…. una volta arrivatidentro mi parò davanti allo specchio e mi inculò di brutto facendomigodere come una matta…mi sollevò la testa strattonandomi i capelliquasi volesse strapparli e disse:”Questa sei tu e così ti voglio!” Scordati di essere statoun'uomo…tu sei e tu sarai gabriella! Se vuoi puoi andartene e nontornare mai più altrimenti mi dai una prova che mi ami davvero. ” Cosa…..cosa devo fare? ” balbettai”Questa sera vieni con me ai giardini papadopoli e dovrai fare felicechi ti indicherò io!””Ma Padrona li ci sono per lo più barboni drogati maniaci…la peggiorfeccia….

la prego noooo””Prendi la tua roba e vattene mi hai rotto il cazzo!”Esitai un attimo ma poi capitolai…dissi che lo avrei fatto. Verso le 10 di sera la mia Padrona mi fece fare un bagno immersa inuna schiuma profumata ,dopo mi spalmò in tutto il corpo una crema chelasciava un profumo intenso dolce e per non poter passare innosservatami svuotò mezza bottiglietta di chanel in ogni poro e per finireperfino tra i capelli. Mi fece indossare nell'ordine : 1) Reggiseno di pizzo nero e rosa 2)Mutandine aperte dietro dello stesso colore 3) Reggicalze totalmentenero e calze con la riga velatissime nere.

4) Sottoveste cortissimarosa ( arrivava appena a metà natiche coprendole con del pizzotrasparentissimo ) 4) Abito nero attilato chiuso da una zip che nedeterminava la chiusura e apertura totale. 5 ) Scarpe tacco 5 ( cisarebbe stato da camminare in mezzo alla ghiaia e l'erba troppocomplicato farlo con tacco 12. ) Nella borsetta oltre ai documentifazzolletti e un paio di preservativi aveva portato con se dellesalviettine intime visto con chi avrebbe avuto a che fare meglioandare sul sicuro.

Arrivarono ai giardini verso mezzanotte ,Antonella mi portò in uno deilati dell'inferriata dove c'era una specie di buco in cui si potevapassare agevolmente,a differenza sua che indossava un paio di jeanscon scarpe sportive allstars io avevo qualche difficoltà di movimentoma ci riuscii…dentro i giardini mi prese il panico..avevo paura. “Padrona ho paura! Davvero vuole che faccia questo? “”Lascia fare a me! Sei proprio una cagasotto!”Dopo qualche decina di metri scorgemmo un paio di uomini uno di coloree l'altro caucasico piccolo di statura abiti alquanto malconci ecapelli e barba bianco sporco.

Antonella andò a parlare con loro e tornò indietro proprio con quest'ultimo. “Gabriella questo è Ivan proviene da Kiev ha 62 anni ma a quanto diceè molto portato per il sesso e non guarda molto per il sottile se afarlo godere è un uomo o una donna…il suo amico invece non ne havoluto sapere…diceva che la sua religione li impediva di averequesti rapporti. Ora ti togli l'abito e ti lasci andare a quello cheti farà lui.

Mi ha detto che ha fatto la doccia ieri nella comunità incui spesso mangia e si lava…quindi a parte il cazzo che pulirai conle salviettine lo dovresti trovare abbastanza pulito. “Mi tolsi l'abito e rimasi nell'intimo che qualsiasi donna avrebbevoluto indossare per il suo amore..io invece mi trovavo ad essereprofumata come una rosa e sexy come la più dolce delle amanti inpresenza di un barbone che probabilmente di tutta quella preparazionenon fregava nulla…. Antonella mi portò proprio sotto uno dei fanali dell'immenso giardinopubblico e si sedette in una pnchina a circa un paio di metri dali…l'uomo mi guardò mentre armeggiavo nella mia borsetta perprendere le salviette e i preservativi ma non me ne lasciò il tempo,mi strinse a se e voleva a tutti i costi inserirmi la lingua inbocca….

il fiato li puzzava e i denti eran tutto fuorchè bianchi…feci resistenza ma mi diede un paio di manrovesci che mi fecerovedere non solo le stelle ma tutto il firmamento …mi ficcò la linguadentro ed iniziò a limonare con me come fossi la sua donna…nelfrattempo mi palpava il sedere sporcando la mia sottovestina con lesue mani sudicie…con un colpo secco mi strappò di dosso il perizomae si mise a ridere quando vide ciò che indossavo per bloccare il miopisello.

Si tirò fuori il cazzo e mi spinse la testa verso diesso…io cercai di dirli di pulirsi con le salviette …che non eraigienico ma l'unica risposta fu: “Prendilo così è più saporitoputtana” Me lo mise in bocca …. vomitai ma lui non indietreggiò me lorimise in bocca finchè non l'ebbe pulito dalla mia saliva…mi pompòsenza freno la mandibola sembrava volersi slogare da tanto mi fecelavorare sul suo cazzo…poi con il cazzo duro in mano…mi dissedelle cose in russo che non capii allora lui si incazzò e mi diede dueschiaffi e ripetè la stessa frase impossibile per me da comprendere.

“Vuole che li lecchi il culo” a parlare fu il ragazzo di colore chepur standosene in disparte lo aveva sentito benissimo. “Cosa????? Dilli che non lo farò mai e poi mai “”Non te lo consiglio l'ultimo che glielo ha detto si trova seduto inuna carrozzina a rotelle…. “Guardai la mia Padrona che mi ripetè la stessa frase di prima: seilibera di andartene. Piansi per commuoverlo…dissi che mi avrebbe potuto inculare che loavrei sbocchinato ma che non me la sentivo di fare quella cosa…malui irremovibile si calò i pantaloni si girò e si aprì le chiappe.

Inginocchio piangendo mi avvicinai a quel culo puzzolente e stringendo identi iniziai a leccare con la punta della lingua ma lui per tuttarisposta mi prese la testa e la spinse per fare in modo che le mielabbra combacciassero con il suo buco…oramai non potei farealtro…leccai il culo le palle poi il culo nuovamente mentre il suocazzo sembrava volesse scoppiare…si girò e me lo mise davanti agliocchi e inizio a colpirmi il viso ad infilarmi la capppella verso lenarici come volesse fottere pure quelle poi mi girò il volto e spinsedentro le orecchie e rideva come un matto finchè decise di farlo….

sisedette in una panca vuota e mi fece cenno di sedermi sopra dilui…. il palo mi entrò nell'intestino per intero e prendendomi sottole ascelle mi usava come una bambola gonfiabile come non pesassi nullami infilava e sfilava il cazzo finchè urlai dal piacere…il mio urlolo infoiò ancora di più e mi spinse per terra e mi scopò come fossistata la sua femmina e io come una femmina lo avvolsi con le mie gambeattorno al corpo per sentirlo ancora più dentro di me…ero in estasial punto tale che aprii la bocca e tirai fuori la lingua e lui non selo fece dire due volte mi diede la sua lingua da succhiare mentre ilsuo membro mi riempiva del suo sperma caldo…denso….. Crollò su dime mi guardò negli occhi e rise…mi diede una spinta e mi feceruotare sull'erba e sulla ghiaia facendomi un male cane….

lo spermami usciva dal buchino e mai mi sono sentita tanto sporca…..mi stavoalzando quando vidi una decina di persone avviccinarsi a me e poisentii uno sparo…il cuore mi andò in gola…vidi tutti fuggire eAntonella che mi aiutava a vestirmi e mi intimava di correre con lei…..Quando arrivai a casa seppi che a sparare fu proprio lei per incuterepaura a quella mandria di senzatetto ,si era portata l'arma proprio inprevisione di una cosa simile…io me ne rimanevo muta seduta perterra…sporca e lacera dentro e fuori…lei si avvicinò a me mi tolsel'abito la sottoveste semi distrutta l'unica superstite delle calze eil reggiseno… mi portò completamente nuda in bagno…mi fece sedereperchè avevo bisogno di fare la pipì e poi mi mise sotto ladoccia….

Quando fui completamente pulita e profumata mi aiutò adindossare un pagliaccetto di pizzo azzurro e mi mise a letto. “Ricordo che prima di dormire ci scambiammo un paio di frasi. G: Le sono piaciuta Signora? Sono andata bene?A: Mi sei piaciuta moltissimo …. Domani ti porto fuori…ho una sorpresa. G: Mi faranno del male Signora?A: Tu vuoi che te ne facciano?G: Io no Padrona ma se lo vuole Lei per me va benissimo. A : Ami la tua Padrona a questo punto? Mi ameresti a qualsiasi costo?G: Senza limiti…..A: bene allora giochiamo a carte scoperte: le iniezioni che ti hofatto finora contengono estrogeni femminili..credo che il tuo cosinoormai non sia più capace di un'erezione e che tra un pò inizieranno acrescerti i seni…se d'ora in poi dessi a te l'onere di farti lapuntura lo faresti sapendo a cosa porteranno?G: Si PadronaMi porse la siringa e la fiala ….

obbedii …Al mattino mi svegliai sentendo il corpo della mia Padrona contro ilmio e il suo strapon premere contro il mio buchino..capii che mivoleva e io l'aiutai …lo presi in mano lo indirizzai dentro la miacarne…e dopo un singhiozzo mi feci penetrare…mi sentivo la suadonna volevo essere la sua donna e lei voleva che io lo percepissi giàal mattino con gli occhi ancora chiusi…..Dopo aver goduto decisi di chiederle se potevo ricambiare la cosa con lei.

“Lo sai che non puoi…ormai non…. “” Lo so Padrona, ma se lei mi permettesse di usare il suo membropotrei farla godere…. “”Ci devo pensare,intanto preparati che dobbiamo uscire. “Una delle cose peggiori di una città come Venezia è che è talmentepiccola e percorribile quasi esclusivamente a piedi…. e fu cosi checi incrociai Deborah la mia amante..o meglio la mia ex amante. Non miavrebbe vista se non fosse stata mia moglie a scorgerla e riconoscerladalle foto che tenevo sul cellulare.

“Guarda guarda tu sei Deborah vero? “” Scusate signore ma ci conosciamo? ” rispose”Ma daiii non riconosci il tuo ex amante ? Questo/a è gabriele!!!!”Mi guardò e sbiancò in faccia come si dicesse che quella non potevo essere io. “Vedi Deborah tu non lo sapevi ma gabri ha sempre avuto unapredisposizione per gli uomini e ora poi che con le donne non potrebbefarci nulla li rimane solo di prenderlo!”Deborah rimase senza fiato poi replicò scusandosi per aver fatto unacosa di cui non andava fiera e che era contenta per me per la sceltadi vita che avevo fatto…così dicendo se ne andò con il pepe alculo….

Mia moglie rise e mi sbeffegiò:”Visto ? In un colpo solo hai perso l'amante e nel giro di un paio digiorni tutta Venezia saprà di te. Ahahahah … ora muoviti scema. Mi portò in un'appartamento al piano terra dove scoprii abitare Bruno. “Sai Gabriella Bruno qui è una specie di factotum…tatua ma non solo. Oggi siamo qui da noi perchè come ti ho detto ti avrei fatto unregalo…all'inizio pensavo ad un tatuaggio ma poi mi è balenata allamente un qualcosa di più carino ….

ma prima del dono devi farne tuuno a Bruno. A proposito Bruno è pronta la cosa?””Certo che si a te la scelta del momento giusto. ” disse abbassandosi ipantaloni esibendo un cazzo già in tiro dalle dimensioni non moltolunghe ma grosso e tozzo. Si distese su un materasso che in precedenza aveva preparato per terrae mi ordinò di infilarmelo dentro. Mi tolsi il perizoma e la gonna tenendo solo la camicetta e labiancheria mi bagnai il buchino e feci per infilarmi il cazzo quandoBruno mi disse di voltarmi…voleva disse guardarmi in faccia mentremi prendeva.

Ubbidii. Mi girai rimisi il membro dentro di me e iniziaia cavalcarlo incurante di dove si trovasse Antonella in quelmomento…non la sentii nemmeno avvicinarsi ma Bruno si e in un batterd'occhio afferrò le mie braccia con forza mi tirò a se e mentre miscopava mi baciava come un'a****le in calore. Fu proprio nel momentoin cui sentii l'orgasmo arrivare che sentii un dolore intensopervadere ogni fibbra della mia pelle e della mia carne..ogni nervosembrava saltare mentre in un connubbio di piacere dolore di cui nonavevo mai provato tale intensità….

l'odore di bruciato invadeva lastanza…. l'odore della mia pelle…..Antonella mi aveva marchiata edaveva approffitato di un momento di estremo piacere per farlo perfarmi provare l'esile soglia tra il godimento e la sofferenza. “Sei stata brava dai…. ora mi appartieni davvero ma voglio qualcosaancora più difficile da parte tua…..Adesso Bruno ti incula allamissionaria e nel momento in cui senti arrivare ciò che sai…. prendila cosa che ti dò e ti marchi da sola sul pube….

Due marchi: una lumaca davanti a significare l'inutilità del mio expisello e sulla natica invece in bella vista le iniziali della miaPadrona e sotto il tatuaggio con su scritto : SEMPRE APERTO frasemolto eloquente. Erano passati 15 giorni dalla mia marchiatura e le cure a cui la miaSignora mi aveva sottoposta avevano quasi eliminati i segni dellabruciatura e del dolore per lasciare in bella vista quello delpossesso. Nei 15 giorni di inattività venni sottoposta ad una costantesodomizzazione ed allargamento dello sfintere tramite un butpluggonfiabile,in quelle due settimane le mie possibilità ricetive eranoraddoppiate e l'ultima volta (ieri) la mia Padrona è riuscita a farmientrare la sua mano,ma mi ha detto che potevo fare molto di più…lacura ormonale ha proseguito ed infatti iniziavo a vedere un paio ditettine niente male ( almeno per me ) il clito come lo chiamava leiera diventato ormai solo un fastidio che ballava mentre venivochiavata e qualsiasi parte del corpo venne addestrata a ciò che mi fudetto essere il mio futuro.

” Gabriella , da oggi la tua vita da signora finisce, da domanilavorerai nel campo che più ti si addice: farai la schiava-prostituta!Nel giro di un anno farai tanti di quei soldi da assicurarci una vitaagiata a tutte due…vieni ti faccio vedere l'annuncio. “”Padrona…davvero mi vuole far fare la puttana? Davvero vuole questoda me? Io la adoro lo sa…. io vorrei essere solo sua”Tu sei MIA e proprio per questo io dispongo di te come voglio…perchènon vuoi? “Dillo su che non vuoi far contenta la tua Padrona e con unpiccolo sacrificio mantenerla per il resto della sua vita”Lei lo sapeva come prendermi …lo sapeva che non avrei mai fatto ameno di lei….

a qualsiasi costo. E glielo dissi. “Bene ora leggi l'annuncio e dimmi se ti piace:TRAV PIACENTE 35enne CASTRATA PASSIVISSIMA APERTA IN TUTTI I BUCHIABILE DI BOCCA E SOTTOMESSA METTE A DISPOSIZIONE DI GENEROSI AMICI ILPROPRIO CORPO PER SESSIONI BDSM E SESSO. UMILIAZIONI E PUNIZIONI DACONCORDARE,ESCLUSE PRATICHE CRUENTE E shit. CHIAMATE IL NUMERO……..Aveva escluso unicamente quelle due cose …quindi significava chedovevo subire tutto il resto…..oddio dove stavo finendo?Questo è il racconto di come iniziò e come si evolse la miastoria…ora al presente dopo più di un anno in cui sono statasottomessa a quasiasi pratica sia sessuale che di dominazione ( e perqualsiasi intendo proprio tutte…uomini donne vecchi giovani frocisuperdotati sadici e perfino schiave e schiavi a cui dovetti a miavolta umiliarmi ecc ecc.

Le continue diete ginnastiche da camera e dapalestra mi hanno ridotta a 57 kg ,il mio seno corrisponde ad unaseconda coppa B e in compenso il mio culetto si è talmente ingrossatofacendo il piacere di chi vuole sottopormi allo spanking al cane oalla frusta ed ovviamente al cazzo vero o finto. Ora l'unica persona che mi può avere è la mia Padrona e non soloanalmente visto che si,mi sono sottoposta come atto di amore estremoall'estrema operazione che desse un taglio mi al passato…Totalmente donna totalmente schiava totalmente sua….

Sento laporta di casa aprirsi…sta tornando…”Ciao piccola siedi perchè ho delle novità per te! Non vorrei misvenissi ” disse sorridendo”Si Padrona,quali novità?””E' finito il nostro tempo! Ti cedo!””Come…Padrona? Io non posso vivere senza di lei…come potrei starecon un'altra persona? La prego la supplico nooooooooo” Piansi come unabambina in fasce ,lei mi osservava e scoppiò in una risata senzafine…..Come? io piangevo disperata e lei mi rideva in faccia? Conche cuore?” La smetti scema? Mi lasci parlare? ” Anuii con gli occhi.

” Cedo quello che eri perchè da oggi gabriele non esiste più e nemmenogabriella! Questi sono i tuoi nuovi documenti!”Presi in mano la cartellina e lessi con le lacrime agli occhi lessi lemie nuove generalità : ero diventata Federica Gabrielli in ognidocumento possibile quindi totalmente legale. “Ma come ha fatto Padrona? E poi ciò che significa? Perchè ha dettoche mi cede?””Prendi questo in mano ora…. da quando tutta questa storia è iniziatadevo esser sincera ho fatto di tutto per distruggerti come tu avevidistrutta me…poi col tempo ho capito quanto grande il tuo amorefosse per me…un'amore che è arrivato oltre ogni sacrificio….

perquesto io ora sono arrivata a ciò! “Quando lessi il documento quasi svenii…piansi ma questa volta per lafelicità,erano le partecipazioni di nozze tra Antonella C. e FedericaGabrielli …mi stava prendendo come sua moglie……”Maa…. ma il precedente matrimonio? ” chiesi. “Annullato come annullata è la tua vita precedente…tra le personeche hai frequentato in quest'anno c'erano anche persone moltoimportanti e in grado di cancellarti o farti rinascere…Ecco tu haiavuto una rinascita. Un'ultima cosa…””Cosa ? ” Chiesi con un groppo in gola..tanta era la felicità el'incredulità.

Vidi quello che non avrei creduto di vedere in tutta lamia vita,si stava inginocchiando davanti a me e mi stava consegnandoun pacchettino contenente un'anello di brillanti la cui luce miacceccava. “Fede vuoi sposarmi? “La presi per le mani e l'aiutai ad alzarsi e succesivamente fui io adinginocchiarmi ,presi dalle sue mani l'anello e lo indossai …mistrinsi attorno alle sue caviglie e baciandole in segno di amoretotale le dissi: ” Io ti sono sempre appartenuta e sempre tiapparterrò,sarò sempre tua ed essere la tua sposa è per me unsogno…ti amo Antonella….

la amo Padrona…”Salii con le mani a sollevarle la gonna finchè arrivai allemutandine…. gliele calai e gliele tolsi del tutto stavo per risalirebacio dopo bacio dai piedi verso la sua fica adorata ma lei mifermò…” Non ho avuto il tempo di lavarmi non sono molto pulita””Non è un problema…. io sono tua moglie e la tua schiava…. ogni cosadi te non potrebbe mai non piacermi fosse anche la tua pipi…. ” Conqueste ultime parole schiacciai la bocca contro il suo pube e lamangiai come mai avevo fatta prima….

Lei mi prese per i miei lunghi capelli corvini e guardandomi fissa involto mi disse:”Sei proprio una troia!””Si ..la tua TROIA oggi e sempre…..” fu lei poi a spingermi la testae a farmi affogare tra i suoi dolci umori. Epilogo: Cambiammo città e perfino stato…una casetta nelle campagnedi londra,presi pure la patente e trovai un nuovo lavoro in uno studiocommerciale mentre mia moglie si occupava di nostra figlia Lucille (adottata in via definitiva solo un paio di mesi fa ) e del suo nuovolavoro di marketing.

Il mio corpo cambiò per l'ennesima volta ,arrivaiquasi ai 60 kg il seno raggiunse la 3a misura e Lella mi sottopose adun'operazione plastica ( i soldi non ci mancavano ) per eliminare itatuaggi e ricostruire la pelle dove trovavano spazio le cicatricidella marchiatura. A dire il vero due tatuaggi mi vennero regalati poidal mio amore/Padrona: uno sulla spalla : Una rosa rossa conall'interno dei petali il nome di nostra figlia e l'altro invece dovetrovava posto la lumaca appena sopra la patatina le parole :PROPRIETA' DI ANTONELLA.

Quest'ultima completamente inutile poichè lamia vita senza di lei sarebbe inutile. Questa nuova vita non hacambiato mai ciò che siamo,sessualmente ma non solo io sono la suaschiava mentre lei rimane la mia Padrona e nei momenti in cui la bimbadi trova alla materna io ho il tempo di dedicarmi totalmente allafelicità di mia moglie ( lei dice che ho una lingua stupenda capace difarle avere degli orgasmi pazzeschi) da parte mia invece devo dire cheadoro i suoi succhi,mi ubriacherei del suo corpo,sono diventata untantino maniaca anche della sua pioggia dorata trovandola inebriante eper quanto riguarda la penetrazione lei ha ormai una tale capacitànell'usare lo strapon che non mi fa rimpiangere i cazziveri…tuttaltro…..La notteOrmai sono le due di notte.

L’aria è tiepida, mossa di tanto in tanto da una leggerissima folata fresca, ultimi refoli dell’inverno appena passato. Percorro in macchina una strada di campagna che avevo notato da mesi. E’ poco trafficata, e data l’ora tarda sono sicura di incontrare pochissime automobili. La strada fiancheggia per qualche chilometro all'autostrada, separata da una fitta siepe che funge da barriera antirumore. Ad un certo punto punta a sinistra, in prossimità di un cavalcavia, e così facendo si avvicina a pochi metri, forse cinque o sei, all'autostrada, prima di svoltare ad angolo retto a destra e riallontanarsi.

Siamo vicini ad una delle uscite dell'autostrada. Mi fermo pochi metri prima dalla curva ad angolo, parcheggiando di fianco alla barriera di cespugli. Davanti a me si presenta una apertura di qualche metro nelle barriera dalla quale si vede e si sente il traffico vicinissimo, tanto che a volte lo spostamento d’aria arriva fino alla mia macchina parcheggiata. Sono veramente molto vicina e se non vi fosse una rete, sarebbe un attimo saltare sulla carreggiata.

Il traffico lungo l'autostrada è scarso ma non inesistente. Prima ancora che dal rumore, le macchine vengono preannunciate dall’apparire dei fari in fondo al rettilineo e quindi, dopo vari secondi, eccole sfrecciare davanti a me. Spengo il motore e mi guardo attorno. Gli occhi lentamente si abituano al buio e le orecchie si tendono al massimo, sudo leggermente. Non vedo nessuno, ne sento rumori di passi o di biciclette, tra il rombo di una macchina e l’altra.

Il cuore mi batte a mille. Ora devo prendere una decisione, non c’è più tempo per fantasticare. Velocemente mi sfilo i pantaloni e la felpa. Mi fermo un secondo in ascolto. Ancora nessun rumore. Infilo la calzamaglia sul volto e quindi la parrucca. Ho deciso. Alzo la leva dei fari e attivo gli abbaglianti. Il fascio di luce immediatamente illumina la zona antistante di un chiarore quasi diurno. Esco di corsa e assaporo il momento.

Sono all’aperto, vestito da donna. La lieve brezza mi accarezza le gambe e le spalle facendomi tremare dal piacere. Ad ogni passo l’aria fresca mi sfiora il culo e le chiappe, come una mano che delicatamente mi accarezza il didietro, quasi spingendomi in avanti. Mi sento esposta e vulnerabile, per un attimo non sono più cosi sicura. Passa una macchina, ma sono ancora protetta dalla siepe. Non vi sono altri rumori. Mi rassetto la gonna e l’abito, spingo in su le coppe del reggiseno e sospiro.

Una folata di vento, più forte delle altre, mi accarezza le braccia, il culo, le gambe perfettamente lisce e depilate, e tocca maliziosamente le palle, ovvero le mie grandi labbra. Mi decido e faccio quei cinque o sei passi che mi portano esattamente al centro del fascio luminoso. Sono perfettamente illuminata. L’aria ora odora di un misto di erba e di carburante. Mi giro con le spalle rivolte verso la strada, proprio mentre passa rombando una macchina.

Non so se mi ha visto, forse no. Divarico le gambe, mi piego in avanti e inarco la schiena, scoprendo quindi il culo ed offrendolo come una troia in cerca di qualcuno con cui accoppiarsi. In questa posizione, con la testa buttata all’indietro, tiro giù gli slip a metà coscia e con le mani mi cingo da dietro le chiappe, aprendo il culo e mostrando a tutti la mia rosellina. Passano in rapida sequenza una, due, tre macchine.

Un attimo e quindi un’altra vettura, velocissima. Mi avranno visto? Spero tanto di si. Poi sento arrivare più lentamente un furgone. Deve essere vecchio, perché dal rumore procede molto lentamente. Io sono li, perfettamente illuminata e visibile, con il culo nudo e sporgente, le gambe ben diritte, a disposizione di chiunque voglia possedermi. Faccio fatica a respirare e sto sudando, ho paura di essere scoperta, che qualche passante mi noti e venga a vedere che cosa succede, ma l’eccitazione è troppa e decido di continuare.

Ora porto una mano davanti e mi afferro l’asta. Il furgone ora è vicinissimo, non può non notarmi, data la sua bassa velocità. Mentre mi passa da dietro mi meno il pisellino. Mi stavo offrendo come femmina quando il clacson del furgone mi fa sobbalzare, un suono stridulo e lungo, ma deciso. L’autista mi aveva vista. Chissà che cosa aveva pensato. Sono ancora in quella posizione, mentre altre macchine mi passano dietro, a pochi metri dal mio culo scoperto.

Intanto sento che il mezzo ha rallentato e in fondo davanti a me vedo che ha messo la freccia per uscire. Sono spaventata, ma so che impiegherà almeno un altro mezzo minuto per portarsi nelle vicinanze. Lo sento suonare ripetutamente, e questo mi eccita. Mi tocco tutta tette e culo. Dio, devo fermarmi. Invece ancheggio ancora provocantemente, sporgendo ancor di più in fuori se possibile il culo. Il furgone ora si avvicina, vedo le luci che attraversano la strada.

Qualche secondo ancora e mi vedrà. Mi scuoto improvvisamente da quella trance, tiro su gli slip e corro verso la macchina. Entro appena in tempo e mi libero della parrucca, il veicolo sta curvando nella mia strada. Metto in moto e mi dirigo verso di lui, gli sfreccio di fianco. Forse mi ha notato, forse no. Respirando affannosamente e a mia volta entro in autostrada, ora sono al sicuro. L’interno della macchina odora di sudato e di eccitazione, di sesso e di corpi nudi.

Esco dall'autostrada, mi rendo conto di avere la faccia e le spalle accaldate, di avere molto caldo. Devo calmarmi, sono troppo eccitata. La stazione di servizio non è aperta ma accosto e mi fermo un po’ defilata. Spengo il motore. Sono bollente, fremente di voglia. Dovrei rilassarmi ed invece mi tocco i seni, passo le mani sotto il vestito e stringo i capezzoli, prima piano poi sempre più forte, facendomi spingere il corpo verso il sedile, forse sperando di liberarmi ma ottenendo solo l’effetto opposto, di tirarmi i capezzoli in fuori.

Una mano si libera e corre verso il basso, sotto la gonna, dove al centro degli slip il cazzettino è eccitato. I testicoli ora sono dentro il ventre,spinti dalla pressione dei glutei sul sedile. Mi tocco in mezzo alle gambe, palpo le due pieghe di pelle dello scroto ora vuote e le accarezzo, portando il dito al centro e salendo verso l’alto come a eccitare una figa già calda e aperta, cercando il clitoride.

Mi ricompongo e lascio cadere le braccia sui fianchi di colpo, ansimando. Sono pronta. Riparto con calma e mi dirigo verso la vicina zona industriale. L’uscita mi porta lungo un grande viale. Sono vestito da donna ma dal finestrino si vede solo parte delle spalle per cui nessuno mi nota. Passo un incrocio, al prossimo però mi devo fermare. Sul marciapiede passeggiano alcune prostitute. Una in particolare, con gli shorts bianchi ed un reggiseno di pizzo bianco, mi guarda.

La invidio e le sorrido. Mai potrebbe immaginare di aver cercato uno dei clienti meno probabili della serata. Il semaforo diventa verde e riparto, con calma. Prendo la prima a destra e quindi passo un paio di rotonde. E’ l’una e tre quarti, le macchine sono rare, specie in zona industriale. Sulla destra si apre un grande viale, illuminato scarsamente da lampioni arancio su entrambi i lati. Su un lato si sussegue una fila di grossi stabilimenti, tutti con cancellate enormi e le luci spente.

Solo da una laterale, circa a metà del lungo viale, le luci di un capannone sono ancora accese. Conosco bene il posto, lo ho studiato molte volte, sia di giorno che di notte. Si tratta di una ditta di trasporti, che opera tutta la notte. Regolarmente, a circa dieci minuti uno dall’altro, i grossi tir escono dal capannone, lentamente. Il rumore del motore, basso e ruggente, un misto di potenza bestiale e di energia trattenuta, è ancora al minimo.

Un rombo sordo in attesa di essere liberato. L’autista probabilmente si sta adattando alla guida notturna, che sarà lunga e tediosa, verso posti indifferenti e disumanizzati. Sicuramente apprezzerebbero un augurio di buon viaggio caldo e sensuale. Le luci infondono ad ogni cosa una tinta arancio, surreale, impersonale. Anche le ombre ne risentono. Sembra di trovarsi all’interno di un sogno. Percorro tutto il viale e torno indietro. Oltrepasso la laterale da cui sbucano regolarmente i bestioni e pochi decine di metri dopo accosto e mi fermo.

Spengo il motore. Chiudo le luci. E’ buio, ma il marciapiede e la strada sono ben illuminate dai lampioni di luce arancio. Sospiro. Sto tremando. Sudo, un sudore odoroso di ormoni e di umori sessuali. Il cazzettino è eccitato. Sono indecisa. Potrebbe essere un disastro. Potrei essere scoperta, il mio nome reso pubblico e sarei rovinata. Sono troppo eccitata e decido di buttarmi. Apro la portiera e scendo incerta, poggiando i tacchi sul marciapiede.

Esco con circospezione, mi guardo attorno, ma non c’è nessuno. L’aria è tiepida, sa di asfalto, un odore acre ma non sgradevole che mi avvolge la pelle scoperta, le gambe fino all’inguine, il petto, il collo, è una sensazione fantastica. Non si odono rumori se non quello di motori in grande lontananza, probabilmente lungo l'autostrada. Sono sola. Mi porto davanti alla macchina e quindi comincio a camminare. Immagino di essere una troia che cerca un maschio da cui farsi fottere, una puttana in calore, in cerca di sesso e di essere posseduta.

Mi allontano lentamente, facendo bene attenzione a camminare come una troia, sculettando. La gonna intanto si alza e mi lascia esposto metà culo. Non cerco neanche di tirarla su, anzi, tiro verso l’alto gli slip in modo che le palle vengano spinte dentro e ai lati del pene. Mentre cammino, le gambe che si intrecciano in modo fin troppo provocante le spingono all’interno dell’inguine, la loro pressione si fa sentire ad ogni passo. Una luce appare intanto dal capannone.

Il rumore di un camion che si accende. Resta in moto qualche secondo poi lentamente si mette in marcia. E’ ancora lontano, e mi dico, ho ancora il tempo di fare qualche passo e mettermi in mostra ai miei clienti immaginari. Mi rivolgo ora verso la strada, tirando la gonna di fianco e lasciando scoperti gli slip, al centro dei quali si nota un grosso bastone verticale. Il camion ora è in corrispondenza dell’incrocio e comincia a voltare verso la mia direzione.

Sono presa dal panico, le mie voglie di trasgressione vengono momentaneamente meno, corro in macchina,entro e mi rannicchio sul sedile. Il rumore sordo e potente del camion si avvicina, sempre di più,quasi assordante, mi passa a pochi metri. Sento l’acre odore del diesel degli scarichi. Poi prosegue, sempre lentamente, il suo carico mi sfila davanti ai finestrini, ma ormai si sta allontanando. Qualche minuto ed è arrivato alla fine del viale, gira a sinistra e scompare dalla mia vista.

Mi vergogno di aver avuto paura, di non essermi fatta notare, almeno per sapere l’effetto che avrei fatto sull’autista del mezzo, ma è troppo tardi. Sono tutta eccitata e il cazzo è durissimo. Fremo di piacere e decido di osare di più. Esco quindi nuovamente, e riprendo a camminare. Faccio qualche metro, mi fermo e guardo indietro, poi mi allontano sempre di più, sculettando e ancheggiando esageratamente. Mi tocco il culo, facendo finta che sia casuale e fremo nel sentirlo nudo e scoperto.

Proseguo, ora sono quasi cinquanta metri, mi volto ma non vedo nessuno, solo la sagoma della mia macchina. Decido di osare di più e continuo. Mentre cammino inarco ancora di più la schiena e mi passo la mano dentro gli slip. Tengo il cazzettino ben stretto, i movimenti da soli lo menano quindi passo la mano sulle tette. I testicoli sono in procinto di entrare, sporgono per metà e per metà chiedono di essere spinti dentro, su per l’inguine.

Li accontento e con l’indice e il medio premo ai lati del membro e spingo le due palle all’interno del ventre. Sono talmente eccitata che anche quando levo la mano i testicoli continuano a restare intrappolati, per cui accentuo ancora la camminata, soddisfatto di sentirmi come una femmina, con le ovaie gonfie che spingono ai lati del ventre. Assorto in queste sensazioni mi rendo conto solo ora che una macchina si sta avvicinando. Ormai è troppo vicina.

Mi giro terrorizzata, ma sono troppo lontana dalla mia vettura. Mi sento in trappola e istintivamente mi porto le mani a coprire il seno e il pube, quasi a proteggermi. Poi, d’istinto, decido di comportarmi il più naturalmente possibile, date le circostanze e di cercare di raggiungere la macchina. Mi giro quindi e mi incammino verso la vettura. La macchina intanto si avvicina e si sposta verso il mio marciapiede frapponendosi tra me e la mia automobile.

Rallenta. Tremo di un misto di paura e di eccitazione. Sono sola, vulnerabile, e apertamente mi espongo alle voglie di chi mi si avvicina. Non è proprio quello che voglio, mi dico? Non è forse questo che aspettavo, essere scelta da dei maschi nei panni di una femmina? Non volevo essere presa per una troia da monta? Mi sento come una vera puttana, alla merce di chiunque passi e si fermi. La macchina rallenta e si arresta poco avanti a me.

Il finestrino si abbassa, mentre io mi sto ancora avvicinando. Dio,speriamo che non esca nessuno e scopra il mio trucco. Ma se invece lo scoprisse e ne fosse eccitato? Avrei il coraggio di andare fino in fondo? Continuo a camminare ancheggiando, non voglio che si accorgano che non sono una donna. Non ho alternative, devo passargli di fianco se voglio arrivare alla mia vettura, al mio rifugio. Mi accorgo che sto sculettando ancora di più, i passi sono quelle di una puttana.

Una faccia si sporge dal finestrino e mi guarda. “Ehi, troiona, cosa fai qui? Sei nuova, non ti avevamo mai visto…”Non dico niente, giro il volto dalla parte opposta in modo che vedano solo la mia lunga capigliatura, passandomi la mano sui capelli per far apparire il gesto come naturale e puntando sul fatto che i lunghi capelli mi nascondono la faccia. Gli passo vicinissimo, non posso evitarlo. Sono sudata, il cazzettino spinge disperatamente contro gli slip, i coglioni ben spinti all’interno del ventre e il culo che sporge mezzo scoperto.

L’aria odorosa di asfalto mi avvolge, mi gira la testa. Mentre passo accanto la persona mi richiama ancora. “Guarda che fisico, che gambe…una vera cavalla di razza…quanto costa montarti? Ehi, dico a te…puttanona, quanto vuoi per essere fottuta?”Sento uno colpo sul culo, forte, e inconsapevolmente mando un gridolino misto di piacere e dolore, allungando i passi e accarezzandomi la parte colpita. Mi aveva dato uno schiaffo sporgendosi dal finestrino!“Che culo sodo, ragazzi, questa e di razza, ve lo dico io, altro che quelle baldracche più avanti.

Qua non bastiamo noi tre a montarla, un buco a testa! Allora, quanto vuoi per farti sfondare il culo, la figa e la bocca, troia?” grida. Sono a mille. La mia parte è perfetta. Mi hanno preso per una puttana, per una femmina. Non si sono accorti di niente. Questo mi manda in visibilio, sono al colmo della paura e anche dell’eccitazione, sono tentata di fermarmi ma il rischio è eccessivo. Mi viene una idea stupida ma valida, alzo entrambe le mani e mostro le dieci dita, poi un’altra volta ancora, sempre camminando verso la mia macchina.

Sento un mormorio di delusione. “Duecento? Ma credi di avere la figa di oro? Ma vai affanculo, come te ne troviamo quante ne vogliamo… andiamo via ragazzi, questa ci sta prendendo per il culo”. Il motore di riavvia e la macchina si allontana. Sono salva, ma sudata e a mille. Il cuore sta per scoppiare e ho bisogno di sedermi e rilassarmi. Mi rifugio con grande sollievo nella mia macchina, abbasso il sedile e mi sdraio.

La testa mi gira, devo respirare a fondo, per qualche minuto. Il cazzettino sta spingendo intanto come non mai contro il leggero tessuto degli slip, e le palle mi fanno male all’interno dell’inguine. Sono gonfie al massimo, le sento ai lati del mio membro come due protuberanze, due uova in attesa di essere fecondate da qualche fallo pronto a violare la mia verginità e a scaricare il suo sperma bollente all’interno delle mie viscere.

Sono sdraiata e non ce la faccio più, mi tocco freneticamente, mi passo le mani sotto il reggiseno e pizzico i capezzoli fino a farmi male, con le unghie, le passo sui fianchi, afferro il cazzettino, e comincio a menarlo, su e giù, su e giù, quasi con violenza. Il corpo si inarca ad ogni colpo, segue il movimento di un coito immaginario. Oramai sono al massimo dell’eccitazione, ancora un colpo e sicuramente sborrerei tutto lo sperma bollente racchiuso nei miei coglioni.

Mi decido, non riesco più a trattenermi,decido che è giunta l’ora, sia quello che sia ma devo andare fino in fondo. Il culo sta contraendosi ritmicamente, incontrollato, implorando di essere violato fino in fondo, penetrato, sfondato. Tiro su il sedile,sempre con la mano sul cazzettino, lo scroto tesissimo mi ha spinto le palle all’interno dell’inguine e guardo fuori. Ho deciso. Esco e comincio a camminare lungo il viale. Mi guardo intorno un attimo e quindi lentamente mi sfilo il vestito, da sopra le spalle e quindi lo ripongo a terra.

Ora sono nuda, indosso solo le calze e gli slip. Mi metto in mostra quindi con decisione mi sfilo anche l’ultima sottile barriera che mi separa dall’esposizione totale, dalla massima offerta del mio corpo, e mi levo gli slip. Mi passo le mani sui fianchi e sul cazzo, ritto e come una passeggiatrice mi allontano sculettando, cercando di mettere bene in mostra la mia merce ad immaginari clienti. Sono eccitatissima e orgogliosa di mostrare tutto il mio corpo,senza vergogna, anzi, aspettandomi dei riscontri da parte di eventuali automobilisti di passaggio, che ovviamente non ci sono.

Il fresco della sera mi avvolge completamente, la leggera brezza mi accarezza i testicoli, il pene, i fianchi, tutto il mio corpo esposto e ignudo. Sono infoiata al massimo, sono pronta a concedermi a chiunque si presenti, ma il dono del mio corpo lo ho dedicato all’ignoto camionista che si accinge al suo solitario e triste viaggio notturno, come qualcosa a cui può andare con a sua memoria quando si sente voglioso di sesso.

Qualche istante dopo ecco che due luci si accendono sul piazzale della ditta di trasporti. Un altro camion è in partenza. Qualche minuto poi il rombo del motore sale lentamente e il mezzo si mette in moto. Dalla sagoma vedo che si tratta di un camion e rimorchio, una cosa enorme e lunghissima. Il camion si avvicina al cancello ed esce. Ancora qualche istante e arriverà all’incrocio con il viale dove a qualche decina di metri sono parcheggiata, e mi passerà proprio di fianco.

Mentre si arresta per poi imboccare il viale mi piazzo davanti alla macchina. Ho perso ogni remora, sono in affanno, il cuore è a mille, non capisco niente. Non voglio che ci siano equivoci o malintesi. Sono nuda, reggiseno, corsetto, calze di nailon e stivaletti con il tacco alto e niente altro. Sono ben illuminata, non può non vedermi, penso, mentre il mezzo imbocca il viale e i fari per un attimo saettano scandagliando tutta la strada e immancabilmente anche me.

Sono ancora vulnerabile alla sua merce, ma non mi basta. Allora mi inginocchio sul ciglio della strada, con il culo rivolto verso la carreggiata e mi sdraio alla pecorina. Tengo il culo il più alto possibile, la schiena inarcata e le gambe aperte, mentre mi appoggio con le tette sulle mani e sull’asfalto. La faccia è rivolta verso il basso, non voglio che mi si riconosca. Ecco, mi sono offerta al mio penetratore, al mio padrone nel modo più aperto e più osceno che si possa immaginare, senza remore.

Non ho posto condizioni o vincoli, ho solo detto a gesti le seguenti parole “Sono tutta per te, senza limiti, prendimi come vuoi, sfondami e penetrami fino nel fondo del mio utero, sbattimi, ma non chiedermi niente, poiché non vi sarà alcuna risposta da parte mia. Ti offro tutto il mio corpo. Fammi godere, fammi mugolare come una vacca impalata da un grosso cazzo nodoso. ”Il camion si avvicina e improvvisamente il rombo, che fino ad un minuto fa era in salita, scende, rallenta.

Sento il mezzo che si avvicina e molto lentamente mi passa, e tremo al pensiero di aver fallito, di essermi umiliata ed esposta per niente. Poi, con uno stridore dei freni, si arresta di colpo, lasciandomi tra la motrice ed il rimorchio, chiudendo ogni accesso ad altri e ribadendo il suo possesso di questo tratto di territorio, protetto dal suo mezzo, come a ribadire che questa preda è ormai stata assegnata. Il motore gira al minimo, regolare e possente, sento la porta che si apre, la mia faccia è sempre rivolta verso il suolo, non posso vedere niente.

I passi, pesanti e decisi, si fanno più forti. L’autista si sta avvicinando, ora lo sento dietro di me, ansimo pesantemente. Sento un sottile rivolo di presborra colare lentamente ma continuamente dal cazzettino. Muoio dalla voglia di masturbarmi, ma le mie mani ora mi cingono le chiappe, cercando di allargarle, ulteriore ed esplicito invito alla penetrazione. Poi, d’un tratto due mani si appoggiano sui miei fianchi. Istintivamente muovo il culo a destra e sinistra, invitandolo.

Sono mani ruvide, robuste ma allo stesso tempo delicate. Mi stringono le anche, e mi costringono a indietreggiare leggermente. Una mano si porta sotto e comincia ad accarezzarmi l’inguine. Mi palpeggia il membro e si strofina sull’inguine e quindi sulle palle. Le individua, le riconosce e le afferra, con decisione ma anche con delicatezza. Mi tira i testicoli, grossi come uova, ora in avanti, costringendomi ad abbassarmi ancora di più, quindi lentamente indietro, obbligandomi in tal modo a spingere il culo ancora più indietro, ancora più oscenamente se mai possibile.

Questa sensazione mi fa sciogliere dall’interno, sono obbligata a seguire le sue azioni, e lui lo sa. Poi, con un dolcissimo dolore, comprime il sacco nel palmo della sua mano enorme, costringe le palle ad uscire dall’unica via tra il suo pollice e l’indice, e me le spinge all’interno del ventre, ai due lati dell’asta che penzola colando un lento filo di sborra. Il suo palmo ora me le preme nel ventre ancora di più fino a farmi male.

Sto scoppiando, emetto dei mugolii incontrollati di piacere, muovo la testa a destra e sinistra e mi sento dire “Si, si… dai… vai avanti…non fermarti ora”. La mano allora ritorna sul cazzo e comincia lentamente a menarlo, in avanti e poi indietro, strisciando il suo pollice robusto sulla mia cappella ogni volta che il movimento finisce in avanti, determinando l’uscita di un piccolo fiotto di sborra ad ogni strusciata. “No, non farmi venire… non ancora, ti prego, prima prendimi metti il preservativo” sento una voce che dice, e non la riconosco come la mia.

Come risposta alle mie parole, un corpo caldo e morbido si appoggia all’entrata del retto. Sento che cerca di insinuarsi , di aprire la mia rosellina. Lentamente, poco alla volta, spingendo in fuori, mi apro a questo stelo di carne pulsante e lentamente lo sento entrare. Lentamente, sono sicura che lo fa apposta, spinge la sua cappella oltre la parte iniziale, quella più stretta. Mi aspetto che prosegua, ma invece, da maschio esperto nel far godere le donne, si ferma non appena il suo glande gonfio e turgido ha oltrepassato la barriera del mio sfintere.

Resto in attesa, trattengo il respiro, poi lo sento che si ritira lentamente. Pare che mi strappi il culo, che le mie visceri si aprano all’esterno, ma è solo una sensazione che dura un attimo, poi riprende il piacere e non resisto, spingo il culo indietro, non voglio che si ritiri, mugolo a bassa voce. Quasi avesse letto i miei pensieri, riprende, il glande rientra e ora, sempre lentamente, supera questo ostacolo di carne, quindi penetra di un altro centimetro, seguito dal grosso e nodoso corpo del membro, esce ancora, sempre lentamente, quindi si insinua un po’ di più all’interno delle mie visceri, lo sento passare ogni centimetro del retto, allargando al suo passaggio il mio canale rosa e umido, lo sento aprirmi mentre mi penetra in profondità.

Il mio culo si apre ancora di più, lo trattiene al suo interno, la foia di essere posseduta è troppa, le gambe non mi reggono e devo appoggiarmi con il petto sulla strada calda, l’asfalto mi solletica i seni e l’odore del catrame mi eccita ancora di più. Poi, sempre lentamente, sento una pressione in fondo al retto, un leggero ma bellissimo dolore. Il suo fallo enorme e nerboso ha raggiunto il fondo , il mio limite fisico, e sento che adesso invece si sta allargando.

Mi pare che l’intestino stia esplodendo, che il mio ventre sia stato riempito da un oggetto enorme e caldissimo, che mi stira le viscere oltre il loro limite, penetra sempre lentamente e riesco a seguirlo per ogni tratto del suo percorso. La cappella si ferma un attimo prima di scappare fuori dallo sfintere, quindi rientra. Il movimento è più rapido, sempre profondo, mi colpisce sempre il fondo dell’utero. Le grosse venature mi procurano sensazioni meravigliose ad ogni accesso, stimolando il mio canale del piacere.

Io lo assecondo come posso, scuoto il culo, lo spingo in fuori e lo ritiro in sincronia, mugolo, inarco sempre più la schiena. Devo sembrare veramente una vacca in calore che viene posseduta da un toro di razza, in mezzo ad una strada, come si addice agli a****li. Il ritmo aumenta, sempre di più. Ogni volta che mi penetra il suo glande mi accarezza la prostata, facendo emettere piccoli fiotti di sperma dal mio uccello e donandomi una sensazione di enorme femminilità.

Mi viene voglia di venire, spingo anche io, ma non ce la faccio, non ancora. I colpi si susseguono rapidi, decisi, dentro e fuori. Mi sconquassano, il mio corpo sobbalza ed è lui stesso che mi dirige, da padrone, mi avvicina e allontana il culo con la sua presa robusta e decisa. Non so per quanto continua questa dichiarazione di possesso totale, sono ora isolata dal mondo, non so se siamo ancora soli o se una piccola folla di spettatori si è riunita per assistere a questa completa sottomissione sessuale di una persona.

Sto per venire, non riesco a trattenermi, sento le prime pulsioni cominciare dalla base del mio pene, quando improvvisamente sento una enorme pressione all’interno del mio ano, lo sento gonfiarsi ancora di più come per squarciarmi il culo, mi pare che mi tocchi la gola da quanto si è ingrossato, dilatando al massimo la parte più recondita delle mie visceri. Si arresta per una frazione di secondo e capisco che sta venendo. Dopo un attimo infatti un getto caldo sento che riempe il preservativo.

Percepisco bene la schizzata ed immagino che mi impregni, che mi fecondi e mi renda gravida, come una vacca in calore montata. Sento ancora dei getti che riempono ancora il,preservativo. Mi sento gridare “Sii…sii… dai penetrami ancora di più… rendimi tua, solo tua, scopami tutta…” E comincio anche io a sborrare, senza neanche toccarmi o menarmi, in sincronia con i suoi schizzi anche il mio cazzettino comincia a emettere lo sperma accumulato in tutto questo tempo, la sborra trattenuta proprio per questo momento.

Un orgasmo enorme, incontrollabile, che mi scuote tutto il corpo. Ad ogni suo colpo nel culo, corrispondeva un getto di sborra bianca, bollente e vischiosa da parte mia. Mentre il mio ventre si gonfia ad ogni colpo il mio seme mi colpisce la pancia, caldo e appiccicoso, fiotto dopo fiotto, e lentamente comincia a scorrere lungo le cosce verso le ginocchia. Tremo, sto scuotendo tutta, la testa appoggiata sulle mani e perciò celata allo sguardo del mio padrone ruota a destra e a sinistra, incontrollabile.

Altri colpi, altri fiotti, sento le sue palle pelose colpirmi violentemente le chiappe con rumore di schiaffo, ad intervalli regolari. Spingo infuori con il culo ancora di più mentre l’intestino sembra aspirare e voler trattenere il grosso bastone nodoso di carne che lo sta deflorando. Muovo il culo a destra, non per liberarmi da quella presa forte e possente, ma per aumentare la mia sensazioni di impotenza e sottomissione. Poi, lentamente, il ritmo scema.

Il cazzo che mi sta penetrando si fa meno duro, più soffice, l’intestino lentamente si rilassa, ed infine lo sento uscire dal mio culo. Qualche secondo ancora, un rumore di abiti che vengono riassettati e di cerniere che si richiudono e quindi i passi si allontanano. Una porta si apre e si chiude sbattendo, e il camion, lentamente, riprende il suo viaggio. Dopo qualche secondo due colpi di trombe squarciano l’aria notturna, il saluto dell’autista alla sua troia.

Sono distrutta, spossata. Mi sento violata, violentata, umiliata e degradata al rango di un a****le ma sono in estasi, non riesco neppure a respirare. Sono come una bambola di pezza che non riesce a reggersi in piedi e crollo prostrata sull’asfalto, pregando che nessuno passi e mi veda in quello stato. Un rivolo caldo mi scorre sulle cosce , fino alle caviglie, parte della mia sborra e del mio orgasmo. Con la mano lo tocco e me lo spalmo ben bene all’interno delle cosce, quindi lo porto alla bocca e mi lecco le dita, come un prezioso dono liquido.

Il sapore è dolciastro e vischioso e con un non so che di aromatico, ma talmente carico di sesso che il mio cazzettino, sebbene esausto, ha due spasmi di eiaculazione. Resto in questa posizione per un tempo indeterminato, sono spossata e non ho la forza di muovermi, fortunatamente nessuno passa. Devo alzarmi, ma non ce la faccio, son troppo felice di essere stata posseduta come una donna, come una vera femmina troia e puttana nata per godere.

Ma non posso farmi scoprire, ho osato anche troppo. Mi sforzo di alzarmi. Le gambe mi dolgono ma riesco a mettermi in piedi e subito sento il liquido ancora caldo e vischioso che ancora mi cola dal buco del culo che solo ora si sta richiudendo. Corro in macchina, stringendo le gambe e chiudo la portiera con la sicura. Nessuno mi ha visto, respiro di sollievo. Mi tolgo la parrucca, sono completamente bagnata di sudore dal forte odore di ormoni, mi metto la felpa e con tristezza levo le scarpe con il tacco, infilo i pantaloni della tuta e mi metto delle vecchie scarpe larghe da ginnastica.

La serata è finita, non mi resta che tornare a casa, cosa che faccio a malincuore. Il culo mi provoca ancore bellissime sensazioni, avrebbe voluto essere riempito ancora di più.

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