Un compito impegnativo -parte3-

”Allora bello mio, ti interessa la cosa?”.
La risposta era naturale e scontata, perciò aggiunsi se la cosa poteva andare avanti anche dopo il fine settimana: “Sai, la prima volta che ti ho visto mi sei subito piaciuto; dopo averti conosciuto meglio qualche volta ti ho anche desiderato” – proseguì dandoci il tempo di rifiatare.
“Una donna giovane come me non può rimanere tanto tempo senza fare sesso; come vedi mio marito per lavoro, in pratica, non c’è mai .. A volte rimane fuori anche per diverse settimane”.

“E inoltre avete una differenza notevole di anni” – aggiunsi io perché immaginai dove voleva arrivare – “se non sbaglio quindici anni”.
“Diciotto per la precisione. Ci siamo sposati quando ero poco più che ventenne, un matrimonio di comodo più che altro; avevo avuto Maurizio da un mio coetaneo, ero solo sedicenne all’epoca”.
Rimasi stupito nel sentirle raccontare cose così personali, e continuai ad ascoltarla in silenzio.
“Quando mio padre mi costrinse a sposare un suo amico di lavoro, insieme con lui ci siamo prima trasferiti a Vicenza, dove nel frattempo nacque Sara, poi per lavoro dopo dieci anni ci siamo trasferiti qui; in realtà sono di Enna”.

“Allora, cosa facciamo adesso, continuiamo a scopare da dove siamo stati interrotti?” – le chiesi con enfasi.
“Beh, non abbiamo fretta, vero? E poi fammi un attimo riprendere …. ci sai fare per essere solo un sedicenne, hai avuto altre ragazze scommetto!”.
In realtà non era la prima volta per me, mi era già capitato l’anno precedente nei bagni della scuola con una tipa che la dava a tutti, non fu una esperienza esaltante; mentii per circostanza: “No, per me è la prima volta! Però ho visto tante volte film e riviste porno ..”.

Mi alzai dal divano mentre Sonia aprì per un po’ la finestra del salone per cambiare aria.
Le cinque del pomeriggio sull’orologio a parete, così telefonai a casa e convinsi i miei a rimanere per la notte, spiegando che il lavoro era più difficile del previsto.
Quando riagganciai, la vidi tornare con uno zainetto rosa; si fermò davanti al tavolino della sala e vi rovesciò il contenuto.
Rimasi a bocca aperta: dildo e vibratori di varie fogge e dimensioni, lubrificanti dai sapori esotici, cinghie e ammennicoli vari.

“Ecco vedi, questi sono i miei ‘amichetti’ nelle notti solitarie; e poi ho altre cose interessanti di la …. Mi piacerebbe provarle insieme, piaceranno sicuramente anche a te” – scoppiando in una grassa risata.
“Sono molto perversa sai, sogno sempre di essere dominata in ogni mio orifizio fino allo sfinimento. Amo la trasgressione, ma come vedi, sono sempre sola soletta ..”.
“Mi sa tanto che avevi già pianificato tutto, vero?” – le dissi rivelandole i miei sospetti iniziali.

“Eh già!” – mi disse serafica – “Maurizio mi aveva avvertito che dovevate fare un progetto per scuola, perciò mi offrii di avvertirti che oggi non sarebbe potuto venire perché lui non era in casa”.
“.. e prima al telefono ?” – le domandai divertito.
“Sai preferisco di gran lunga la tua presenza piuttosto che un uomo sulla quarantina .. Un ex-collega di mio marito che prova a corteggiarmi da molto tempo, ed oggi avrei ceduto alle sue richieste, per solitudine e disperazione .. e adesso eccoti qui!”.

“Cazzo, che sfortuna sto’ tizio!” – le dissi trattenendomi a fatica dal ridere.
“Ma adesso basta parlare ..”, si posizionò sopra la poltrona adiacente al divano, spalancando le cosce e sgrillettandosi il clitoride con la mano – “prendi quello nero” – indicando un vibratore in lattice nero con un filo che usciva dalla base.
Diligentemente lo presi, attaccai la spina e lo accesi; incominciò a vibrare tutto e a roteare la parte centrale del corpo, presi una bottiglia di lubrificante alla fragola e ne feci scendere una piccola quantità sulla punta dell’aggeggio.

Glielo infilai delicatamente nella fica fino a metà: la troia era già in fermento e pronta a sbrodolare di nuovo; lei si alzò e puntò il mandrino sul cuscino della poltrona per trovare un punto di appoggio.
La poltrona iniziò a vibrare tanto era potente quell’arnese; mi riprese in mano l’uccello per riportarlo agli antichi fasti e incominciò a ciucciarmelo.
Le fermai la testa con le mani e incominciai ad affondare nella sua gola, cercando in breve tempo di riempirle la bocca con la mia sborra – “Se n’è già venuta una volta, anch’io voglio svuotare le palle oramai gonfie e piene” – pensai.

Sonia cavalcava il ’mostro nero’, mentre mi faceva infilare la cappella oltre le sue tonsille, ansimava e sbuffava all’inverosimile, sbavando l’ormai consueta colla densa sopra le tette.
Iniziò a massaggiarmi sotto le palle assecondando gli affondi, cercando di non soffocare; sentivo la punta del cazzo oltrepassare la lingua e arrivarle fino all’esofago, in una morsa micidiale.
Mi spinse indietro afferrandomi la base dell’uccello e, tirandoselo via, fece un grosso respiro per riprendere fiato – “Adesso me lo infili dentro la fica, capito?”.

“Aspetta che tolgo il …. ” – “No” – mi interruppe lei senza farmi finire la frase, e mi fece inginocchiare davanti a lei.
“Ti ho detto di infilarmelo dentro la fica .. ADESSO!”.
Una doppia vaginale, quindi.
“Ho capito, però adesso stai ferma e non fiatare” – cercando di non subirla completamente; volevo anch’io imporle qualcosa, perché mi eccitava pensare di avere il controllo.
Appoggiai la punta del cazzo tra l’arnese nero e la sua fica bella lubrificata e spinsi con decisione fino a che la cappella entrò seguita da tutto il resto; dapprima pensai di fare piano, però poiché mi era suonata come un’imposizione, la volli punire per questo.

“Oddio …. ” – si lasciò scappare, così la fulminai con lo sguardo e presi a martellarla senza tregua: adesso volevo terminare con la sborrata tanto attesa e decisi che lei non mi avrebbe fermato.
La penetrazione questa volta fu sicuramente diversa; facevo molta più fatica nel portare a termine la stoccata per via dello spazio più esiguo rubato dall’intruso, inoltre essendo di lattice morbido mi si appiccicava a tutta la lunghezza del cazzo.

Sopra invece la punta sfregava con maggior pressione sulle pareti della vagina aumentando notevolmente il nostro piacere; riuscivo a distinguere le irregolarità e le pieghe interne che schiacciavano con più vigore il bordo della cappella.
Mi abbracciò con decisione, quasi con rabbia, allungando le mani sulla schiena e mi conficcò le unghie nella pelle quando aumentai la velocità di penetrazione; sentii un brivido tra piacere e dolore che mi percosse la schiena quando Sonia iniziò a mordermi con forza la sommità delle spalle: non potevo e non volevo fermarmi in quel momento.

Ansimava con respiri cortissimi, le sentivo il cuore battere all’impazzata con grida sommesse di puro piacere, arrancava con le mani sopra la mia schiena per cercare di non farsi travolgere dalla mia furia.
Oramai non sentivo più nulla, il martellamento meccanico del vibratore mi aveva anestetizzato il cazzo, sentivo solamente la sua fica fremere ritmicamente intorno alla cappella, le grida sempre più forti di dolore misto a imprecazioni dalla sua bocca e gli schizzi di urina che mi avevano inondato il pube e bagnato il tappeto sotto la poltrona.

Le tirai i capelli e infilai la lingua dentro la sua bocca per cercare di attenuare le grida altissime.
Sonia mi morse con forza senza rendersene conto, provai un dolore fortissimo e tolsi immediatamente la lingua: mi aveva procurato una leggera ma dolorosa ferita, niente di grave, così le afferrai il collo con la mano e la schiacciai contro lo schienale della poltrona.
Adesso volevo solo spingere dentro fino al massimo il cazzo per procurarle dolore, così tolsi l’uccello e glielo infilai nuovamente dentro di botto, schiantandole la passera; mi guardò quasi con segno di sfida, così mi abbassai verso la sua bocca e iniziai a mordicchiarle il labbro inferiore.

A ogni affondo le facevo sentire l’intera lunghezza del cazzo, senza mai uscire da lei; mi baciò appassionatamente soffocando così i suoi ululati.
Ora si sentiva solamente lo sfregamento del pene nella vagina, perché nel dimenarci con violenza, avevamo strappato la presa dal muro e l’essere infernale si era quietato; rimaneva una presenza ‘ingombrante’ che la faceva venire di continuo.
Sentii che stava per venire di nuovo, così d’impulso tolsi la fava dalla sua bernarda, soprattutto per avere il tempo di riprendermi, e girandomi di spalle rovistai in mezzo ai giocattoli sessuali in cerca di un dildo che avevo visto in precedenza.

“Sei cattivo, perché ti sei fermato adesso che stavo per venire?” – piagnucolò con modo quasi supplichevole di continuare con la scopata; io però stavo molto scomodo, mi facevano male le gambe per la posizione precedente, così appoggiai il cazzo di gomma da venti centimetri trovato tra i pezzi sul tavolinetto basso.
La ventosa alla base lo fissò in maniera stabile, la presi e la feci ‘sedere’ sopra di esso, e insieme con questo nuovo ci infilai anche il mio pene; adesso era molto più comodo batterle la passera e il mio uccello non si appiccicava al dildo, perciò non mi tirava la cappella e potevo affondare con tutta la forza che avevo.

Riprendemmo il ritmo precedente con l’intento di raggiungere l’orgasmo; per aiutarmi sollevò le gambe spalancate appoggiandole sul tavolinetto e spingendo in alto con tutta la forza.
Le urla di piacere si sostituirono a quelle di dolore, il tavolinetto scricchiolava in maniera pericolosa per la potenza degli affondi e man mano che la pompavo, sentivo che la sensibilità del mio cazzo stava diminuendo: ero prossimo a inondarla di sborra.
Cercai disperatamente con le residue energie rimaste di strapparle le ultime grida, affondai nella passera oramai in fibrillazione e sentii tutta la violenza dello sperma uscire cercando una via d’uscita dalla punta del cazzo; continuai a chiavarla e a sborrare nella fica finché non ne fu completamente inondata.

Incominciai a diminuire gli affondi fino a fermarmi completamente esausto; le tolsi l’uccello dalla sua fica completamente ripiena per portarlo alla sua bocca avida di succhiarlo.
Incominciò a succhiarmelo come se fosse una cannuccia, per ingoiare gli ultimi residui di sborra; mi chiese di passarle il bicchiere usato per bere il succo, se lo posizionò tra le gambe e spingendosi sopra il pube dall’alto verso il basso ne fece colare lo sperma intrappolato dentro di lei.

Ne ricavò più di un dito di spessore, abbastanza liquido da farlo roteare con movimenti circolari del bicchiere; lo annusò e quindi lo bevve tutto quanto, leccando anche i residui sul bordo.
La guardai stanco ma soddisfatto, mentre lei mi sorrideva felice come non mai: “E’ stata la scopata più bella della mia vita! Ho realizzato un sogno, farmi un ragazzo più giovane di me ..” – le sue pupille brillavano di una gioia incontenibile.

Si annusò le ascelle dicendo che puzzava come una scrofa; l’odore acre di urina e sborra mischiata al sudore del suo corpo – “Dovrò rifarmi la doccia, vieni insieme a me?” – porgendomi la mano.
“No, aspetta, non farti la doccia, voglio sentire l’odore del tuo corpo al naturale, senza profumi o oli” e le proposi di farci domani un bel bagno rilassante.
Sonia quindi prese il dildo dal tavolinetto e lo pulì con la lingua, lo appoggiò insieme con gli altri della serie e guardò l’orologio per un attimo – “Dobbiamo preparare qualcosa per cena, non ho nulla in frigo, forse è il caso di andare fuori a mangiare che dici?”.

“Ti posso aiutare a preparare qualcosa da mangiare, non voglio uscire stasera; ho in previsione per te un dopocena favoloso” – le proposi e continuai – “Rimaniamo così come siamo, senza rivestirci; voglio in ogni momento guardarti nuda e scoparti …. Per tutta la notte!”.
“Certo, come no! Voi uomini vi accoccolate davanti alla tv dopo che vi siete riempiti lo stomaco, un classico e credo che tu farai lo stesso” – mi provocò con tono canzonatorio.

Si diresse in cucina sbirciandomi con la coda nell’occhio e aprì il frigo per esaminarne il contenuto.
Rimasi li pensando come ribattere alle sue provocazioni, finché non trovai l’illuminazione; ridendo tra me e me mi diressi verso di lei per sorprenderla nuovamente.

FINE TERZA PARTE.

Keine Kommentare vorhanden


Deine E-Mail-Adresse wird nicht veröffentlicht. Erforderliche Felder sind markiert *

*
*

(c) 2023 sexracconto.com