spettacolo
rilasciato 16.03.2015 in categoria sesso raccontoAlcuni anni fa, all’età di 19 anni, andai con i miei genitori ad uno spettacolo teatrale.
I posti a sedere erano tutti prenotati e, dato che mia sorella non doveva venire ma essere lasciata dalla nonna, avevamo soltanto tre biglietti.
Una improvvisa indisposizione di mia nonna costrinse però i miei genitori a portare con noi anche mia sorella che non voleva essere lasciata sola a casa.
Dopo qualche lamentela l’addetto alla biglietteria ci fece entrare dicendoci però che la ragazzina non doveva occupare posti prenotati ma ci dovevamo arrangiare da soli.
Era una serata calda di luglio ed io portavo un paio di pantaloni di cotone ed una maglietta, mia sorella una gonnellina leggera ed una maglietta di cotone, che metteva in mostra il suo acerbo corpo sedicenne.
Il teatro era pieno, e i nostri posti non erano molto buoni. Ci ritrovammo infatti nelle ultime poltrone di sinistra dell'ultima fila. Io naturalmente, oltre alla lontananza ebbi anche il problema di dover dividere la poltroncina con mia sorella.
Provammo quindi a sederci fianco a fianco, ma non fu una scelta felice, in quanto stavamo entrambi molto stretti.
Si spensero le luci e, data la posizione estremamente scomoda, le feci cenno di sedersi sulle mie gambe.
Non passò molto tempo che cominciassi ad avere i formicolii alle gambe per il peso che portavo ma anche per l’impossibilità di muovermi.
Chiesi quindi a mia sorella di arretrare un po’ in modo da sgranchirmi le gambe.
Nel buio totale lei si alzò e arretrò, ma nel far questo mise una mano sui miei genitali provocandomi un dolore enorme.
Si scusò subito e con un mezzo sorriso arretrò fino quasi a sfiorare il mio pisello che era disteso da una parte nei miei boxer.
Questo movimento mi fece rabbrividire, sentivo quel bel culetto sodo vicino al mio membro che cominciava a gonfiarsi.
Sperando di non essere visto spostai con un gesto il membro da una parte all’altra dei pantaloni lontano dal culetto di mia sorella.
Compiuta l’operazione mi calmai e continuai a guardare lo spettacolo.
Dopo qualche minuto non so se perché anche lei aveva le gambe indolenzite si alzò leggermente, si sistemò la gonna e si sedette sull'altra gamba proprio sopra il mio membro. Appena lo toccò con il sedere ebbe un sussulto e si fermò, ma poi, dopo qualche secondo, continuò ad aggiustarsi finchè il mio membro non venne a trovarsi in mezzo alle sue gambe.
Naturalmente esso rimaneva separato da lei dalla sua gonna, le sue mutande, i miei pantaloni e i miei boxer, ma quel contatto mi provocò una reazione esplosiva. Sentivo il membro indurirsi a dismisura ed ero terrorizzato che anche lei sentisse il suo irrigidimento in mezzo alle sue natiche.
Lei si voltò e mi sorrise come per dirmi che adesso stava meglio, ed io mi tranquillizzai. Pensai che attraverso tutti quei tessuti lo avrebbe sentito poco e cominciai a rilassarmi nuovamente quando d'un tratto, non contenta della posizione presa, si alzò e allargando la gonna con un gesto apparentemente naturale si risedette nella stessa posizione di prima.
Non capì immediatamente cos'era successo, ma avvertì un leggero calore all'altezza della coscia. Solo allora mi avvidi del fatto che quel movimento aveva fatto in modo che le sue mutande fossero a contatto diretto con i miei pantaloni.
Ero imbambolato, incapace di reagire. Pensavo a come fosse possibile quella situazione, se il suo gesto fosse voluto, cercato. Mi chiesi se era possibile che una ragazzina di 16 anni volesse giocare a fare eccitare suo fratello in un teatro, con affianco i genitori che, concentrati sulla scena, non si erano accorti di quello che stava succedendo…
Volli capire se fossi io ad immaginarmi quella situazione o se le cose stessero effettivamente come pensavo.
Mi distesi quindi con le gambe lunghe in modo da far alzare il mio membro il più possibile e mi rilasciai sullo schienale della poltrona.
Lei sentendo il mio movimento si girò, mi sorrise, e si chinò in avanti mettendo le braccia sullo schienale davanti come se fosse intenta a guardare lo spettacolo.
Era il momento ideale! Adesso avrei provato io a solleticarla, quindi cominciai a muovere piano la mano sinistra finchè arrivai alla gonna e con un movimento lesto riuscì a porla al di sotto della stessa potendo così accarezzare la pelle nuda sotto il fianco.
Quella noia del posto in angolo si rivelò una fortuna: non ci vedeva nessuno, nè dietro nè affianco.
Cominciai quindi ad accarezzarle parti dalla coscia e arrivai presto al sedere.
Sembrava gradire ed infatti comincio ad allargare le gambe in segno di incoraggiamento.
Io continuai ad accarezzarla molto piano finchè, arrivato all’orlo delle mutandine, misi un dito all’interno a comincia con un dito ad accarezzale le natiche.
Lei cominciò un movimento leggero sul mio pene avanti ed indietro che mi lasciava senza fiato, stavo impazzendo…
Osai di più e portai il dito davanti cominciando a toccarle la leggera peluria mentre lei continuava il suo movimento basculante allargando ulteriormente le gambe.
Era una situazione eccitante, ero in un teatro al buio con mia sorella che si stava strofinando su di me, io avevo un dito nelle sue mutande ed i miei genitori erano di fianco ignari di tutto.
Osai ancora e portai la mano sotto la sua gamba cominciando a toccare le labbra della vagina di mia sorella, era bagnatissima e il dito scorreva leggero bagnato di umori nel solco senza mai penetrarla.
Stavo esplodendo volevo liberare il mio membro oramai paonazzo e voglioso da quella morsa dei pantaloni, sollevai leggermente il sedere di mia sorella con il polso sinistro e con l’altra mano tirai giù il più silenziosamente possibile la zip dei pantaloni ed estrassi il membro da un lato dei boxer.
Sentivo che oramai il più era fatto, volevo godere ma avevo paura di far scoppiare uno scandalo se solo i miei si fossero accorti di qualcosa.
Sentendo il contatto adesso della carne colle sue gambe ebbe un attimo di esitazione ma io prontamente ricomincia a toccarle le labbra oramai semi aperte e bagnatissime,lei prese coraggio e comincio di nuovo a strusciarsi.
Non ero contento, volevo di più, volevo sentire il calore della sua vagina.
Mi venne un idea, la risollevai leggermente sempre col polso sinistro e con il dito spostai le mutande tutte da una parte ,cosi da lasciare scoperta la sua vagina.
Lei timorosa avanzò lasciando il bozzo del mio cazzo quasi in vista sotto la gonna, con un movimento fulmineo la presi per i fianchi e la tirai indietro, portai le mie labbra all’orecchio e le dissi bisbigliando “tu hai cominciato il gioco e adesso lo finiamo”.
Allora lei arretrò lentamente e mise il solco della sua vagina proprio sopra il mio glande.
Quel contatto mi fece andare in paradiso… Pensavo di non farcela, che avrei goduto in 2 secondi, ma mi trattenni per assaporare quel momento il più a lungo possibile.
Ricominciò il suo movimento ondulatorio ed io mi stesi ulteriormente sullo schienale ed inarcai la schiena in avanti in modo da tenerlo il più teso possibile.
Sentivo l’orgasmo ormai prossimo, bastarono un altro paio di colpetti e sentì lo sperma arrivare.
Fulmineo portai la mano a stringere il pene tappando il glande con la pelle, come spesso faccio dopo la masturbazione per evitare di sporcare ovunque, e lo misi nei boxer dentro i pantaloni.
Ebbi un eiaculazione enorme che mi stremò. Lei si girò, mi sorrise, si alzò e si diresse verso il bagno.
Io controllai che nessuna macchia fosse in evidenza sui miei pantaloni.
Lo spettacolo finì di lì a poco e i miei genitori, entusiasti, chiesero se ci era piaciuto.
Noi felici gli dicemmo che il teatro era un posto magnifico e che ci sarebbe piaciuto tornare più spesso….
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