Serata A Sorpresa
rilasciato 09.10.2012 in categoria sesso raccontopronto, Serena?”
“ciao tesoro, sei in forma per questa sera? Ti voglio bello carico perchè oggi ho voglia di follie”
“ehmm cara, ci sarebbe un piccolo problema, lo sò che sono una bestia, ma ho per le mani una situazione nuova, di quelle prendere o lasciare non vorrei rinunciare, anzi ho detto di si per questa sera”
“che stronzo, hai anche la faccia tosta di dirmelo, e se anch'io ti dicessi oggi o mai più????”
“spero che non lo farai, questa donna è una vera bomba”
Silenzio, dopo un attimo una risatina tra l'isterico e il trattenuto…
“sappilo… sono molto incazzata”
“grazie, sapevo che avresti capito, chiedimi quello che vuoi, sono pronto a pagare pegno… Smackkkkkkkk, ciao”
” se non fai troppo tardi passa a bere qualcosa, così mi racconti se valeva la pena trascurarmi per una maialona”
“ok ciao”
Serena è come dire, l'amica speciale, intelligente, intrigante, complice, bella, e anche un pò porca.
Ci conosciamo da molti anni, ma non siamo mai stati una coppia, anche quando all'inizio ci vedevamo a casa sua tre quattro volte la settimana per scopare non ci siamo mai legati con una relazione. Se fossimo una coppia saremo una coppia aperta invece siamo molto di più, complici e amanti sapendo di trovare uno nell'altro la risposta ai nostri giochi e desideri erotici.
Castana con occhi marrone scuro, due tette da miss maglietta bagnata e un culo da favola, pompinara ingorda, la sua posizione preferita è la pecorina, ma come prende il cazzo in culo impalandosi da sola a spegni moccolo è qualcosa che mi fa uscire di testa.
Tutto questo solo per dire a cosa ho rinunciato per questa serata novità, ma se le premesse sono quelle che ho intuito ne varrà la pena. Arrivo puntuale, faccio il giro del parcheggio e vedo subito il giallo di una vettura un pò in disparte al limite del parcheggio distante dalle altre auto. Un fremito di eccitazione mi sale dalle palle e attraversa tutto il corpo con un leggero brivido di piacere. Parcheggio dietro di lei che mi guarda dallo specchietto retrovisore, occhiali grandi e scuri le nascondono in parte i lineamenti ma è bella, anzi, di più.
Scendo e mi avvicino al finestrino dalla sua parte, i miei occhi non possono non cadere sulla sua scollatura che mette in mostra le splendide tette, non riesco a distogliere lo sguardo da quella meraviglia.
“beh ti sei incantato… non si usa più togliersi gli occhiali e salutare?” mentre parla vedo con la coda dell'occhio che lei si sfila i suoi, “scusa, se riesco a non guardarti le tue tette ci provo”
Mentre con una mano tolgo gli occhiali con l'altra
avvicino un dito al suo collo e lo faccio scorrere lungo la scollatura fino a sfiorarle il seno.
Sei uno schianto, le dico mentre alzo lo sguardo e fisso i miei occhi nei suoi. Incontrare quegli occhi scurissimi e grandi mi da un altro brivido, so dal suo sguardo che sarò vittima della tigre che è in lei.
“non fare il cretino, possono vederci, chiudi la tua macchina e sali, si và da me” Non mi rendo nemmeno conto di eseguire i suoi ordini come una marionetta, sono seduto vicino a lei e siamo gia fuori dal parcheggio lei parla ma mi sono perso, sento che mi domanda qualcosa, “allora?”
“scusami mi hai ipnotizzato, dimmi” mi guarda con uno sguardo cattivo, ma poi si mette a ridere:
“non sono sicura di aver fatto un grande affare con te, se sei in questo stato adesso dopo cosa fai? mi svieni appena messo piede in casa?”
Mi guarda divertita, guarda la strada, mi passa la mano dietro la testa e tirandomi verso di lei mi bacia leggera sulle labbra.
“Non voglio che veda dove stiamo andando, sei ancora in tempo a tirarti indietro”. Mi porge due batuffoli di cotone del tipo che le donne usawno per struccarsi:
“non posso bendarti, daremmo troppo nell'occhio, quando te lo dico li metti dietro le lenti degli occhiali in modo che ti facciano tenere gli occhi chiusi, ovviamente se non vuoi torno indietro e ti riporto alla macchina”
“no, no, sei pazza non scendo da questa macchina per tutto l'oro del mondo figurati se faccio storie per una benda”
Ride, si diverte, sarò il suo schiavo e lo sà, sta mettendo i paletti e io non ne scavalco neppure uno, la seguirei fino all'inferno anche se spero, di ritrovarmi in paradiso.
Sono bendato da un paio di minuti, alla prima svolta già non sò più in che direzione andiamo, ancora un paio di svolte e capisco che stiamo parcheggiando.
Si sporge su di me, mi sfiora il collo con le labbra, contemporaneamente con un tocco da maestra stringe il mio cazzo semi turgido tra le dita lunghe, è il suo primo contato col mio uccello: “ah però… Non credo che mi deluderai, sembra che quello che sento corrisponda alle foto” Il suo alito caldo, la sua mano che mi palpeggia, ho un'erezione istantanea, le sue dita si aprono e si richiudono un paio di volte sul cazzo duro: “andiamo, non sprechiamo altro tempo” mi sussurra all'orecchio.
Attaccato al suo braccio facciamo pochi passi, sento che non usa le chiavi per aprire, suona al citofono e senza che alcuno risponda sento lo s**tto del portone che si apre.
“che scherzo è questo? Non mi avevi detto che non saremo stati soli?”
“hai ragione, ma ti ho detto che ci sarebbe stata una sorpresa e che in qualsiasi momento puoi rinunciare e io ti riaccompagno, tranquillo, non faccio brutte sorprese, però se vuoi ce ne andiamo”.
Un attimo di silenzio in attesa della mia risposta, ma lei continua a guidarmi verso l'ascensore, sa che non rinuncierò, anzi questo imprevisto mi eccita e mi attira, che mi frega se il marito è un guardone e gode nel vedere un altro che sbatte la moglie.
Appena le porte dell'ascensore si chiudono schiaccio il mio corpo contro il suo, le mani sulle sue tette sode, il cazzo che preme sul suo inguine, lei mi prende il volto tra le mani e mi guida verso la sua bocca, mi infila la lingua in bocca, si incolla come una ventosa, sembra volermi risucchiare anche l'anima in quel bacio che mi lascia senza respiro.
Siamo al piano, mi guida ancora per un paio di passi, faccio il gesto di togliermi gli occhiali, mi ferma:
“ancora un attimo, appena siamo dentro”.
La porta è accostata, entriamo in silenzio, lo s**tto della serratura mi dice che siamo dentro.
Ancora cinque passi, si ferma, la sento davanti a me, mi sfila gli occhiali, si allontana di un paio di passi, vuole godersi lo spettacolo della mia faccia stupita, incredula, sbigottita.
Non capisco… riconosco quel salotto, ma non capisco perchè dovrebbe es****rne uno uguale in casa di una donna che non conosco.
Lei sorride, mi guarda con la consapevolezza di conoscere i miei pensieri, il mio stupore, non parla ma l'ironia della sua espressione mi dice che il gioco è gia cominciato.
Mi gira intorno, adesso è alle mie spalle, si stringe a me premendo con il seno caldo sulla mia schiena, si stringe al mio petto con un braccio mentre con l'altra mano mi carezza, scende sulla pancia, non si ferma, ha di nuovo in mano il mio cazzo duro, si stacca di nuovo, prende da una sedia un foulard e mi benda di nuovo, mi conduce in un altro ambiente, mi aiuta a distendermi sul letto.
La lascio fare, sono passivamente nelle sue mani, ho paura che mi leghi al letto ma allo stesso tempo lo spero, essere indifeso tra le sue mani è tanto pericoloso quanto eccitante.
Lo stà facendo, mi lega i polsi con qualcosa di morbido, stà attenta a non stringere troppo, a non farmi male, adesso mi lega i polsi al letto… ecco ora sono suo prigioniero, cosa saprà inventarsi per sorprendermi ancora. La sento spogliarsi, viene sul letto, le sue cosce calde si poggiano sulle mie gambe, il cazzo sembra debba scoppiare, sento i suoi capelli sfiorare la mia pancia, un attimo dopo la punta della sua lingua percorre il glande con una lentezza esasperante, vorrei che imboccasse il cazzo duro che lo spingesse fino in gola, Invece continua col suo lento lavorio in punta di lingua, adesso scende lungo la mia asta tesa, scivola piano con tutta la lingua, arriva alla palle e comincia un lavoro di lingua alternato a piccoli succhiotti che portano le mie palle ora una poi l'altra dentro la sua bocca, risale e finalmente ingoia il mio cazzo ormai esasperato dalla lentezza del gioco, ogni fibra del mio corpo in tensione comincia ad assaporare il nuovo ritmo, il suo su e giù con la bocca è sempre lento, quando arriva in fondo all'asta si ferma un attimo e poi risale con altrettanta lentezza, è fantastico il suo modo di succhiarmi, solo una cosa mi manca.
Vorrei avere le mani libere per prenderle la testa ed essere io a darle il ritmo, ma anche per giocare con le sue tette.
Le chiedo di liberarmi, non risponde e continua, adesso forse per punirmi della richiesta comincia a mordicchiare la cappella… morde con decisione ma molla la presa un attimo prima che sia davvero doloroso, sono in bilico tra la paura che possa stringere troppo e l'eccitazione per la novità che comunque mi da un fremito ad ogni nuovo morso.
Bendato, eccitato e preda di una che dispone di me a suo piacimento ho perso la nozione del tempo, non può esserne passato tanto ma io ne ho perso la misura.
Si è fermata, sento il suo peso sulle mie gambe e le sue mani che mi percorrono il corpo, pancia, petto, spalle, braccia, le sue mani sul viso, penso adesso mi toglie la benda… invece no, si muove, si tira più sù, sento la sua figa umida poggiata sul mio cazzo duro, i capezzoli duri sul mio petto, la sua bocca calda sulle mie labbra, la sua lingua cerca la mia, le lingue si intrecciano, si inseguono, ruotano una intorno all'altra.
Anche questo è un espediente per non farmi fare domande.
La mia bocca piena della sua lingua, la mia lingua avvolta alla sua per non poter chiedere:
“cosa succede, se le tue mani sono sul mio viso, di chi sono le mani che stringono il mio cazzo e lo strofinano sulla tua clitoride?” Nell'eccitazione e nella voglia di vivermela tutta questa avventura non mi sono accorto che c'era qualcun altro nella stanza, il mio cervello comincia a risvegliarsi dalla febbre erotica che mi ha travolto, comincio a pensare di aver fato una cazzata a fidarmi ciecamente di una sconosciuta.
Una leggera paura si insinua nella mia mente, il pensiero che un gioco fantastico possa trasformarsi in una tortura si fà strada, eppure continuo ad essere eccitato da questa situazione, finora a parte le continue sorprese è stato tutto fantastico. Perchè dovrei avere paura, và tutto a meraviglia.
Mi concentro sulle mani che giocano sul mio pene, sono piccole da donna, è già un buon segno. Adesso non sento più le mani ma una bocca che avvolge delicatamente il glande, un paio di succhiotti, un affondo, una succhiata potente e prolungata, la risalita e poi ancora la lingua che gioca sulla cappella, una strofinata sulla figa umida e di nuovo una spompinata.
Non posso res****re ancora per molto, sento che lo sperma comincia a premere per schizzare prepotente e se sarà dentro una bocca aperta o sulle labbra di una figa umida non sarò io a deciderlo.
Invece no, all'improvviso tutto si ferma, sono solo sul letto, la mia sborrata è rimasta in canna, il pensiero della tortura erotica torna ancora alla mia mente: “dai slegatemi cazzo, finora tutto bene ma non esagerate” Sento rumori intorno a me, anche un risolino che segue alle mie esortazioni.
Dei gemiti di piacere, qualcuno continua a fare sesso dimenticandosi di me. “no cazzo così non ci stò, Liberatemi o faccio un casino”. la mia voce alterata comincia a tradire la mia irritazione. Solo mugolii di piacere rispondono alle mie richieste, mi agito e cerco di liberarmi ma non ci riesco.
“porca troia, cazzo, mi sto rompendo i coglioni”
Ho alzato la voce non so se è panico o rabbia.
“Serena che cazzo stai combinando”
Mi fermo a pensare a ciò che ho appena detto, “perchè ho nominato Serena? cosa c'entra Serena?”
Cerco di calmarmi, ripasso con la mente gli ultimi avvenimenti, le piccole mani sul mio cazzo, quel modo particolare di spompinarmi, quel risolino che avrei dovuto riconoscere, e adesso perfino il profumo nell'aria mi dice quanto sono pirla, una parte di me aveva capito, ma io ero prima troppo preso e poi spaventato per realizzare la situazione.
Sono di nuovo calmo, tiro un sospiro di sollievo, perfino il mio cazzo è moscio, sorrido:
“dai Serena, finalmente ci sono arrivato, slegami e concludiamo in bellezza la serata”
nessuna risposta ma un peso sul letto mi dice che qualcosa stà per succedere,
“mmmmmm cosa è successo a questo pisellino moscio”, una mano comincia leggera il lavoro per risvegliarlo, una carezza, un lento su e giù, una bocca che lo ingoia per intero, un bel risucchio e già riprende vigore, non è Serena che me lo lavora, è Giovanna, pochi attimi e torna duro pronto per il nuovo corso dei giochi,
“liberami, ho voglia di toccarti, di partecipare a questo banchetto, Voglio la mia parte di figa, siete due troie due maiale, liberami che ti faccio vedere, ci divertiamo sul serio”
Mi sta infilando un profilattico, si impala sul mio randello di nuovo in tiro, si cala lentamente fino a sentire le palle che le toccano le natiche, è così bagnata che il cazzo le scivola dentro fino in fondo in un unico movimento.
Non mi slega ma mi toglie la benda, davanti agli occhi i suoi capezzoli a portata della mia bocca mi nascondono il resto della camera ma continuo a sentire gemiti e mugolii che non posso più confondere, è Serena che se la gode, ma con chi?
I capezzoli sono troppo vicini ed invitanti, con la punta della lingua comincio a titillarli, ne succhio uno mordicchio l'altro, i suoi movimenti ora più veloci mi portano velocemente alla soglia di un orgasmo che aspetto da troppo tempo, di nuovo dimentico che non siamo soli, mi libera le mani tra una spinta e l'altra, prendo le fantastiche tette, le stringo le massaggio, me ne riempio la bocca, non resisto più.
Comincio a spingere cercando il tempo con il bacino di Giovanna, le afferro le natiche, i miei colpi verso l'alto la fanno danzare sul mio cazzo, si butta in avanti sul mio petto per lasciare che il mio movimento sia il più lungo e profondo possibile, spigo, spingo, stò godendo, sento la sborra che esplode prepotente, uno schizzo, un altro, uno ancora, finalmente anche Giovanna comincia a tremare sento la sua figa stringere il mio cazzo nelle contrazioni dell'orgasmo, i suoi gridolini di piacere riempiono la stanza, mi incita a non fermarmi: “se ti fermi adesso ti uccido”
sembra non finire mai, non mi fermo continuo a spingere, ma adesso lentamente, sono esausto, è lei che muove il bacino per sentire ancora fino in fondo l'asta che lentamente perde turgidità, stringe forte con le cosce, non vuole ancora lasciarmi uscire, si abbassa su di me, mi morde i capezzoli, mi succhia il lobo delle orecchie, cerca in ogni modo di risvegliare la mia eccitazione ma io non reagisco, per il momento non ne ho più.
Apro gli occhi, chiusi per il piacere e per la stanchezza, il suo viso sul mio è sorridente, temevo non avesse gradito l'attimo in cui mi sono arreso, il suo sorriso dice tutt'altro, è soddisfata e si vede, mi bacia, si sdraia su un fianco col cazzo ormai quasi moscio ancora dentro di se.
Liberata la visuale dallo schermo del corpo di Giovanna finalmente vedo il resto della camera, stupito ma a questo punto non sorpreso, vedo Serena che in ginocchio sta succhiando con grande goduria il cazzone di tizio a me sconosciuto.
Come ci da dentro la troia, conosco bene con quale passione si attacca al cazzo e non lo molla fino a che non ottiene la crema che ama spalmare sulle splendide tette. 5?
Quasi avesse sentito il mio pensiero, si volta, fissa un attimo lo sguardo nei miei occhi, interrompe un attimo la pompa e con un sorriso beffardo ma con la sua solita allegria mi chiede: “piaciuta la sorpresa?”
solo un attimo per godersi la risposta del mio sguardo e del mio sorriso ebete che è già di nuovo tornata al suo appassionato pompino…
…… CONTINUA……….
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