primo incontro
rilasciato 24.04.2014 in categoria sesso raccontoPrimo incontro
Gwendy parcheggiò la vettura e tremante percorse i pochi metri che la separavano dal luogo dell’appuntamento ; come da ordini ricevuti indossava reggicalze nero di raso e calze di nylon con la riga , mutandine nere a perizoma in lycra. Una gonna stretta al ginocchio in lycra rossa ed una camicetta in raso rossa con guanti in raso lunghi al gomito. Ai piedi aveva messo un paio di decoltè di vernice rossa con cinghietto alla caviglia ; per coprire gli abiti che la facevano sembrare una vera puttana Gwendy aveva indossato un’impermeabile nero lucido di vinile ed un foulard annodato al collo , ma il risultato era quello di accentuare l’aspetto da troia.
In una borsa da viaggio erano riposti molti dei foulards della sua collezione che aveva portato per ordine del Padrone.
Per fortuna quasi nessuno a quell’ora del mattino passava per la strada ; traballante sui tacchi 12 cm. Gwendy salì le scale fino all’interno indicatole dal Padrone ; la porta era aperta e sul tavolo al centro della stanza Gwendy trovò un paio di manette , dei tappi per le orecchie ed un foglio di istruzioni.
In piedi vicino al tavolo , come da istruzioni Gwendy si infilò i tappi nelle orecchie ; poi prese dalla borsa un foulard nero 40 x 40 e appallottolato lo infilò profondamente dentro alla bocca riuscendo a fatica a contenerlo.
Con un altro foulard si imbavagliò stretta in modo da non poter espellere il tappo di seta :
quindi strinse ad un polso una delle manette prima di procedere con il resto della preparazione.
Con un foulard si bendò gli occhi e quindi un altro lo mise sul capo fissandolo strettamente sotto il mento.
Spostando un lembo della benda fece uno squillo al Master che attendeva il segnale , poi mise i polsi dietro la schiena e fece shittare le manette.
Immersa nel silenzio totale e nel buio profondo , Gwendy era in piedi nel mezzo della stanza.
Il tempo passava e niente accadeva ; non potendo ne sentire ne vedere la schiava cominciò ad avere problemi di equilibrio.
Tra l’altro le manette cominciavano a segare i polsi della schiava che iniziò ad agitarsi : oramai senza equilibrio Gwendy cade rovinosamente sul pavimento.
E li rimase a lungo agitandosi inutilmente per tentare di allentare la morsa delle manette ai polsi e mugolando inutilmente in cerca di aiuto.
Gwendy si muoveva scompostamente sul pavimento della stanza da oramai lungo tempo e la disperazione prendeva corpo nella mente della schiava ; stava per scoppiare in lacrime quando avvertì sul volto il tocco morbido della seta di un foulard : il Padrone era li accanto a lei che la osservava.
Gwendy si sentì tranquillizzata dalla presenza del Master : il Padrone la rialzò dal pavimento.
La schiava venne condotta dal Master in un luogo non molto distante , probabilmente un altro appartamento limitrofo e li le caviglie vennero incatenate e legate ai polsi.
Ora era in piedi , incatenata , sempre in equilibrio precario mentre il Master provvedeva a legarle
le braccia all’altezza dei gomiti.
Per la prima volta nella sua vita Gwendy si sentiva totalmente nelle mani di un estraneo che poteva disporre di lei come avrebbe voluto …… e si sentì spaventata ma eccitata al contempo.
Le mani abili del Padrone sostituirono le manette e le catene alle caviglie e ai polsi con altrettanti foulard abilmente e strettamente legati : ora Gwendy era seduta su di una panca in attesa di ulteriori eventi.
Fine prima parte.
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