Orgia (storia vera)
rilasciato 10.11.2015 in categoria sesso raccontoSabato mattina, ore 12, in un posto appartato sulle rive del Ticino.
L'appuntamento l'ha organizzato uno che avevo già “servito” qualche mese fa. Con lui un suo amico…anche lui habitué della mia bocca.
Scendo dalla macchina quando le portiere delle due auto davanti a me si aprono, e vedo scendere sette uomini. Tutti attempati secondo le mie regole.
Mi avvicino al gruppo accendendomi una sigaretta. Il tizio che conosco da più tempo fa le presentazioni.
Parlo un po' con tutti e domando cosa fanno, se sono sposati, figli, ecc…
Sono un gruppetto eterogeneo: tutti sulla sessantina ed un paio già in pensione. Alti e bassi, magri e panciuti…ce n'è di ogni forma e modello. Qualcuno sembra imbarazzato, mentre altri hanno uno sguardo sarcastico e porcello.
“D'accordo ragazzi…avete superato tutti l'esame”. Dico spegnendo la sigaretta e mettendomi in bocca un paio di mentine forti.
Ho deciso di rompere io il ghiaccio perché l'idea di un'orgia mi eccita molto.
E ho intenzione di farli impazzire tutti questi vecchietti!
“Come vi avranno spiegato loro due” – mi avvicino ai due che conosco dando loro le spalle – “io sono solo passivo e solo di bocca. Quindi dimenticatevi ogni fantasia sulle mie parti basse. Niente baci in bocca o cose del genere”.
Infilo le mani dentro ai pantaloni dei due tizi alla mia destra e sinistra e inizio a ravanarli. Li sento sussultare.
“Per il resto, vi faccio fare quello che volete.
Succhio quello che volete, lecco dove volete, e tranne la sborra…bevo quello che volete”
Ho lasciato volutamente una pausa sull'ultima frase perché avesse il giusto effetto.
“Non dovete chiedere permesso o per favore…ordinatemi e io eseguirò. Alla fine sarebbe bello se mi veniste in faccia tutti insieme, che ne dite?”.
Tutti annuiscono e quello alla mia destra, che ha organizzato tutto, conferma a voce.
Tolgo le mani dai pantaloni e me le porto al naso odorando l'odore di cazzo e sesso che le impregna.
“Siamo d'accordo? Allora andiamo dai!”.
Prendo lo zainetto dalla macchina con dentro il cambio e mi incammino insieme agli altri sette lungo un piccolo sentiero tra piante e arbusti che porta ad una piccola radura. Il fiume è subito al di là di un paio di piccole siepi che sono perfette per schermare il posto.
L'organizzatore dà il buon esempio spogliandosi completamente, seguito a ruota da tutti gli altri.
Anch'io mi spoglio e resto con i miei slip neri.
Mi inginocchio e si fanno tutti vicino. Incomincio a succhiarli.
Uno per uno cercando di portare in vita i loro cazzi mosci. Dopo un primo giro sono più o meno tutti barzotti e mentre riprendo a pomparli, tengo in vita i due ai lati con le mani. Quelli in attesa, invece, vengono segati dai rispettivi padroni.
Mentre sto pensando che se la cosa prosegue il tutto sarà un po' noioso, l'amico dell'organizzatore (che da quando l'ho incontrato mi cerca quasi tutte le settimane) mi prende alle spalle e mi inclina all'indietro.
Arcuo la schiena finché posso appoggiandomi sulle mani e poi rovescio la testa all'indietro.
“Succhia lurida troia, prendilo in gola e succhia” – mi dice spingendomi dentro la gola il suo cazzo pulsante e scopandomi al contrario.
Vedo i suoi coglioni andare e venire dai miei occhi e sul mio naso. Scopa la mia trachea senza pietà e presto inizio a perdere bava dalla bocca. Mi concede un attimo di tregua solo per cavalcarmi sulla faccia e farsi leccale in mezzo alle chiappe glabre e flaccide.
“Leccami il culo…lecca troia bastarda!!…Ragazzi questa puttana mi sta infilando la lingua nel culo…. “
Ho effettivamente la lingua dentro il suo largo sfintere e la sto mulinando come posso. Non mi preoccupo dell'odore e del sapore perché presto tornerò ad assaggiare quello inconfondibile dell'uccello.
Dopo aver nuovamente scopato le mie tonsille, il tizio mi libera. Appena apro gli occhi trovo una serie di culi protesi che vogliono essere leccati.
Larghi e magri pelosi e lisci li lecco tutti.
Ogni tanto devo togliermi qualche fastidioso pelo dalla lingua
Ad un certo punto mi fanno sdraiare con la testa appoggiata ad un tronco liscissimo. A turno mi montano sopra e mi sbattono in bocca some se stessero scopando. La cosa eccita tutti tantissimo perché si costringono ad interrompere di colpo quasi che stessero per venire.
Dopo parecchi giri in quella posizione mi rimettono in mezzo a spompinarli a turno. Solo che questa volta tutti mugolano e sembrano pronti a sborrare.
Finalmente il primo arriva. Dritto in mezzo alla faccia. Non un gran che in termini di quantità ma certamente perfetto nella mira perché mi ha preso bocca e naso.
Poi gli altri seguono quasi sincronizzati. Tre di loro avevano le palle talmente piene che sembravano sborrate di un adolescente.
Ho la faccia coperta di sperma caldo e viscido che mi cola lentamente verso il basso. Gli occhi sono due fessure e la bocca e impregnata del sapore di quegli uomini.
L'ultimo fatica a venire.
Sono sotto di lui che mi insulto e lo incito a venire
“Dai…sborrami in faccia…riempimi…sborra su questa troia pompinara…. “. Mi metto il dito medio in bocca e lo bagno di saliva.
Lo appoggio al suo buchino e lo massaggio. Poi lo faccio scorrere dentro mentre lui mugola di piacere…
Gli altri approvano
“Dai sborragli in faccia a ‘sta puttana!!” “Si!! Dai vieni…lavala!!”
Mentre gli massaggio la prostata, lui mi guarda.
Riesco ad aprire gli occhi e lo fisso
“Vuoi che ti sborro in faccia? …la vuoi?”
“Si…dai…vieni…”
“Allora togli il dito e mettitelo in bocca!!”
“Si padrone…” gli rispondo per eccitarlo ancora di più
Senza guardare allo stato del mio dito, lo tolgo da dov'era e me lo infilo in bocca. I sapori si mischiano e sono sopportabili.
La sua sborrata arriva improvvisa e mi sorprende un poco.
Sono finalmente venuti tutti.
Mentre mi ripulisco la faccia con le mani, li ringrazio e chiedo se qualcuno vuole il bis.
Ridono ricordandomi che non hanno più vent'anni.
“Però…” – interrompe l'organizzatore – “…tu resta li in ginocchio ancora un po'”
Dopo un paio di minuti circa, mi viene davanti e con l'uccello in mano mi c'entra la faccia con un caldo e violento getto di piscio.
Lo uso per lavarmi la faccia.
Ogni tanto apro la bocca e me la faccio riempire prima di sputare.
Si aggiunge un'altro. Stesso trattamento.
Alla spicciolata arrivano tutti. Non insieme. Uno alla volta. Quasi fossero in fila per un urinatoio allo stadio.
Alla fine mi ritrovo inginocchiato in un lago.
Si rivestono tutti, mentre io vado alla sponda del fiume a lavarmi.
Poi torno e con l'asciugamano dello zaino mi metto in ordine. Mi cambio le mutande e mi rivesto.
Torniamo alla macchina alle 13. 47 e ci salutiamo, decidendo che l'avremmo rifatto. Magari con la bella stagione.
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