Le mie storie (44)
rilasciato 25.11.2016 in categoria sesso raccontoLa settimana scorsa ero intenta a raccogliere delle brevi storie di miei amici (ed anche qualche mia amica) circa l'inizio delle proprie pulsioni sessuali ed i rapporti con i propri parenti prossimi. Infatti più di 1 volta in questo sito mi sono ritrovata a leggere di racconti sulle sorelle oppure sulle madri. Così incuriosita ho chiesto alle persone che frequento normalmente se avessero mai avuto attrazione del genere. Ma questa sorta di sondaggio lo leggerete prossimamente.
Infatti, come spesso è successo nella mia vita, mi ritrovo in avventure assolutamente non programmate, o meglio inizialmente non programmate. Ma partiamo dall'inizio, cioè quando 1 ventina di giorni fa circa, inserita quasi a mia insaputa in 1 di questi gruppi che si formano sui cellulari, vengo coinvolta in 1 cena con i compagni delle scuole medie. Inizialmente ero restia ad andare anche perché sarebbero venuti quasi tutti accoppiati visto che la maggior parte è sposata.
Poi invogliata da 1 amica con la quale mi sento da sempre, e devo dire anche incuriosita dal vedere la trasformazione di ragazzini che non vedevo da circa trent'anni, mi sono preparata di tutto punto e sono ritornata nel quartiere dove ho abitato per tutta la mia infanzia ed inizio adolescenza. Non camminavo per quelle strade da alcuni anni. Mi capita di passarci con la macchina, qualche volta, ma i portici, i negozi e le strade che percorrevo da ragazzina, non le calcavo da anni.
Devo dire che è stato alquanto emozionante uscire dalla metropolitana e ritrovarmi catapultata nel passato. Mi ero vestita piuttosto in tiro, consapevole che i miei compagni non si aspettassero niente di che dalla sottoscritta visto che all'epoca delle medie non ero granché. Adesso con l'età sono sicuramente migliorata, e poi ero sicura (così come è successo) che di me si ricordassero soprattutto le tettone con le quali mi presentai tra lo stupore generale in terza media.
C'erano praticamente tutti, la classe tranne qualche defezione era clamorosamente al completo. Mi sono anche 1 poco emozionata a rivedere persone che sinceramente non avrei mai riconosciuto per strada. Le ragazze più dei ragazzi si sono mantenute bene, infatti alcuni maschietti hanno perso i capelli, altri si sono ingrassati, ma comunque sono rimasti simpatici come lo erano allora. Ho rivisto addirittura il ragazzino con il quale proprio in terza media cominciammo a sperimentare entrambi il sesso con risultati disastrosi che sarebbe meglio dimenticare.
Poi dopo i classici saluti di rito, sono cominciate le presentazioni delle varie mogli e mariti. Tra questi, subito ho notato 1 di loro al quale evidentemente non era indifferente. Nonostante per la milionesima volta ribadisca la mia innata imbranataggine, a quarant'anni passati ho imparato a capire quando 1 uomo mi guarda in maniera diversa. Ed infatti quando ci siamo dovuti accomodare nell'enorme tavolata di più di 30 persone, come per incanto me lo sono ritrovato di fianco.
Era in mezzo tra sua moglie e la sottoscritta. Lei (la moglie) era 1 di quelle che a scuola studiava soltanto, piuttosto introversa, non è che avesse mai avuto particolari contatti con me. Al contrario il suo gentile consorte subito si è mostrato galante con la sottoscritta, ha cercato di porsi al centro dell'attenzione. In genere devo dire che questo tipo di uomini sono proprio quelli che detesto, anche se sincerità per sincerità, era oggettivamente simpatico oltre che piuttosto carino rispetto alla media dei presenti.
Per tutta la serata mi ha fissato il decolletè, tanto che ad 1 certo punto non ho potuto esimermi dal chiedergli se per caso stesse aspettando che uscissero fuori da sole. Tra le risate generali (anche quelle della moglie), si è difeso dicendo che non era il solo che guardava (effettivamente anche di fronte a noi, la mia ex compagna di banco non era messa affatto male). Insomma la serata è filata via tranquilla e serena.
Poi la moglie prima di lui si offerta di darmi 1 passaggio a casa visto che comunque abitano non lontanissimo da casa mia. Mentre facevamo la strada del ritorno abbiamo scoperto che mi ero iscritta (novità dell'ultimo mese) alla stessa palestra di lui, che subito mi ha chiesto a che ora andassi. Naturalmente gli ho risposto che in genere ci vado la sera oppure il tardo pomeriggio. Poi i soliti ringraziamenti, i saluti ed ognuno a casa sua.
Un paio di giorni dopo me lo ritrovo in palestra molto disponibile ad aiutarmi negli esercizi vicino le macchine. Una mano sui fianchi, un braccio sotto il seno, insomma capisco sempre di più che anche se in maniera molto educata, ci prova. Intanto con parte delle amiche presenti alla cena, avevamo organizzato un altro incontro a casa mia. Il giorno prima, dopo il solito incontro in palestra, salutandomi mi dice “allora ci vediamo domani sera, noi portiamo i dolci”.
Io per fortuna gli rispondo “va bene”, ma allo stesso tempo mi chiedo come abbia fatto a sapere. Poi Anna (la mia amica) mi fa presente che Ada seppur silenziosa è presente nel gruppetto telefonico che sarebbe dovuto venire a casa mia. Quella sera, eravamo una decina, come al solito siamo stati bene, tra battute, ricordi del passato e stupidaggini varie. Ad un certo punto lui (il marito di Ada) mi chiede dove sia il bagno, ed io naturalmente lo accompagno; arrivati davanti alla porta, mi da una pacca sul culo, mi dice “grazie” ed entra chiudendo la porta.
Io ho appena il tempo di dire “oh” che lui è già sparito. Per il resto della serata, mentre io ripenso al suo gesto malandrino, lui quasi mi ignora, come se nulla fosse stato. Alla fine, quando tutti sono andati via, rimango sola a sparecchiare e mettere a posto. Saranno state l'una di notte, forse più, ma sento il rumore di una notifica sul cellulare. Guardo ed è lui che scrive “comunque complimenti per il sedere”.
Io in genere con la tecnologia ci faccio letteralmente a botte, non mi piace scrivere messaggini eccetera, ma incuriosita dal momento e dalla frase, mi stendo sul letto e cominciamo a scriverci. Il discorso è sempre al limite, mai volgare, ma sempre sul filo del doppio senso. Questo, devo dire la verità, a me piace tanto. Sono affascinata dagli uomini che sanno giocare con le parole e con il pensiero, anche in maniera parecchio audace.
Ci salutiamo che è notte inoltrata (a detta sua, la moglie ogni notte prende una pillola che la manda letteralmente in catalessi) dandoci appuntamento in palestra il giorno dopo. Così ci incontriamo di nuovo, per la prima volta in maniera voluta, almeno da parte mia. Non so perché ma, il fatto che lui sia sposato, non mi fa alcun effetto. Eppure soltanto il mese scorso mi sono involontariamente intromessa nella vita del ragazzino. Ma già quando chiacchieriamo in palestra dopo la nottata al cellulare, la sensazione è completamente diversa.
Dopo la fatica, andiamo a prendere una cosa ad un bar vicino e poi ci salutiamo. A mezzanotte però puntuale come un orologio svizzero, ricevo nuovamente un suo messaggio che dà inizio all'ennesima chiacchierata notturna sul filo del rasoio. Sappiamo entrambi che sta per succedere qualcosa, ma nello stesso tempo abbiamo entrambi una remora a far sì che accada. Venerdì ci diamo appuntamento alle sei della mattina per correre un po' insieme, o meglio fare una camminata veloce.
Mi alzo dal letto, una rapida sciacquata, indosso un leggins attillato e sopra naturalmente un pantaloncino corto, reggiseno contenitivo maglietta ed esco fuori al palazzo dove lui sta parcheggiando la moto. Ci mettiamo in marcia, facciamo un giro lungo una quarantina di minuti, poi tornati al punto di partenza lo invito a casa a prendere un caffè. Entriamo, vado in bagno a sciacquarmi la faccia, dopodiché lui mi chiede di poterlo utilizzare per una pipì.
Io vado in cucina e comincio a preparare la macchinetta. Ad un certo punto sento da dietro l'elastico dei pantaloncini allargarsi e la sua mano infilarsi in mezzo sopra ai leggins. Comincia a palparmi il culo, mentre io faccio finta di niente e metto il caffè sul fuoco. Dopo un po' la sua mano si infila all'interno dove trova la mia mutanda di cotone (non il massimo della sensualità mi rendo conto); supera anche quella e finalmente si imbatte nel mio grosso culo.
Gli dà una bella ravanata e poi dal mio fianco si posizione dietro. Il tempo di togliere la mano da dentro che sento le sue dita prendere i lati di tutti e tre gli indumenti e tirarli giù contemporaneamente. Si appoggia a me e sotto la sua tuta sento spingere il suo membro tra le mie natiche. Allora mi giro gli sorrido e mi piego leggermente in avanti. Lui lo tira fuori, lo struscia tra le mie chiappe si abbassa un po' e piano piano me lo infila dentro la micia.
Comincia a spingere, io comincio ad ansimare, le sue mani vanno sotto la maglietta, sollevano il reggiseno e lasciano debordare le mie tettone che devo dire stavano davvero strette lì sotto. Io spingo verso di lui, lui verso di me mentre impugna il mio seno sinistro. Poi lo sento respirare sempre più velocemente, quasi come me, dopo un po' mi sussurra “prendilo in bocca”. Io mi giro, mi abbasso appoggio un attimo le labbra e lui mi viene in faccia.
Un attimo di imbarazzo e poi scoppiamo entrambi a ridere. Gli faccio “mamma mia, potevi stare più attento, la doccia volevo farmela nel bagno” lui ridendo mi risponde “Francesca non facevo sesso da non so quanto tempo, scusami”. Mi rialzo, non ho goduto ma mi sono divertita. Prendo un tovagliolo di carta per pulirmi poi ne do uno anche a lui per pulirsi l'uccello. Vado al lavoro contenta e felice, poi passo il sabato con delle amiche ma torno presto a casa per la chattata notturna al telefonino.
Lui è stato a casa in famiglia, mi dà appuntamento per l'indomani alle sei per il giro del quartiere. Questa volta però mi faccio più intraprendente, metto soltanto il leggins senza niente sopra e con il perizoma sotto. Certo il culo è sempre grosso, ma da come me lo ha toccato non doveva essergli dispiaciuto affatto.
Mi squilla che è vicino casa mia, metto la giacca sopra la parte superiore della tuta ed esco.
Lui nota subito le chiappe più visibili, le saluta con la mano a cucchiaino e partiamo. Dopo una ventina di minuti conditi da uno strano imbarazzo reciproco che entrambi cerchiamo di superare con le classiche battutine, lui mi fa “andiamo a casa tua?” Io non gli rispondo neanche e mi avvio. Sento il suo respiro dietro il mio collo, apro il portone e lui mi bacia dietro le orecchie, arrivo alla porta di casa e la mia calzamaglia si abbassa lasciando mezzo culo all'aria coperto solo dal perizoma.
Non sono neanche le sette del mattino, il palazzo è completamente silenziose, entriamo mi tolgo la giacca della tuta il tutto con le sue mani che continuano ad esplorare minuziosamente il mio mappamondo. Poi per un attimo mi libera, si toglie il giaccone mentre io mi avvio in camera da letto. Mi viene dietro, mi abbraccia prendendomi un seno sopra la maglia, poi mi gira e mi bacia calorosamente. Io con la mano gli allargo l'elastico della tuta e comincio a toccargli l'uccello su e giù.
Poi mi siedo sui bordi del letto, glielo tiro fuori e lo prendo in bocca. È bello, duro, nerboruto, piano piano riesco ad arrivare fino in fondo, mentre lui ansima e dice che sono brava. Poi mi appoggio sul materasso, lui mi viene sopra io ho ancora il leggins sceso, mi sposta di lato il perizoma e comincia a scoparmi. Poggio le mie gambe sulle sue spalle, quasi non lo vedo in faccia coperto da miei indumenti.
Poi mentre lo spinge dentro con le mani me li toglie entrambe. Adesso sono più libera, apro bene le cosce e lui mi state letteralmente sopra. Ha un fisico che non avevo notato bene, mi solleva la maglietta e con una mano fa uscire una delle tette fuori dal reggiseno. Poi mentre mi succhia il capezzolo comincio a venire come non avevo fatto due giorni prima. Mentre ansimo un poco stanca, lui mi anticipa il suo orgasmo di qualche secondo, giusto il tempo di venirmi sulla pancia.
Siamo stesi sul letto contenti entrambi ma non appagati ancora. Mi prende il braccio lo poggia sul suo petto e mi fa “guarda come mi batte il cuore, comincio ad essere vecchietto”. Io sorrido mentre lui allunga il suo braccio sulla mia tetta sinistra e dice “non ti sento affannata” ed intanto comincia a giocare con il capezzolo. Gli faccio presente che ogni scusa è buona per toccarmi, mi risponde che a casa sua è uno stress continuo.
Gli ribatto che non voglio sapere niente di ciò che succede al di fuori delle quattro mura in cui siamo in quel momento. Vado in bagno a fare pipì ed intanto mi finisco di togliere la maglietta ed il reggiseno. Lui mi guarda camminare e mi dice che sono davvero “bona”. So benissimo di non esserlo, ma in quel momento ci credo anch'io, anche perché,da quel che ho capito, quello che stava succedendo tra noi per lui era grasso che colava abbondantemente.
Al ritorno in camera lo guardo che fissa il soffitto “sono le sette passate, che facciamo?” Mi chiama a sé, io mi siedo di fianco e lui comincia a accarezzarmi l'interno coscia. Arriva ben presto alla fica, mi guarda e mette un dito dentro; io lo guardo , mi metto a cavalcioni su di lui e lo lascio fare. Mentre comincio a bagnarmi, vedo il suo uccello che piano piano comincia a tornare in erezione.
Lo sego un poco e poi mi sollevo quel tanto per metterlo dentro. Sono di nuovo eccitata, mi muovo su di lui mentre lui mi prende ai fianchi ed asseconda i miei movimenti. Le mie tettone ballano parecchio, lui ne prende una con la mano, mi tira verso la sua faccia e cominciamo a baciarci. Dopo un po' mi ritrovo io sdraiata e più comoda, lui continua a spingere poi all'improvviso capisco che sta venendo, mi sale sopra e cerca di sfregarlo in mezzo ai seni ma viene praticamente subito.
Lo lascio godere fino alla fine, poi gli dico che tocca a me e gli spingo la testa verso le mie cosce. Lui inizia a leccarmela, non è tanto bravo, ma io sono già tanto eccitata; infila due dita dentro, le muove un po' ed io vengo di nuovo.
Comincia la domenica, ci salutiamo, lui mi dice che durante il giorno è meglio non scriversi. Io naturalmente convengo con lui, anzi lo tranquillizzo dicendo che non mi aspetto nulla così come deve fare lui.
Si veste, lo accompagno alla porta dopo aver indossato la mia vestaglietta da casalinga disperata. Rimasta sola, per un istante un solo istante mi chiedo se sono una stronza. Per una volta non mi sento tale, non so il perché, ma sto imparando a capire che alla mia età determinati problemi possono accollarseli anche gli altri.
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