Le mie notti arabe…
rilasciato 13.02.2017 in categoria sesso raccontoLa prima volta che ti ho visto ho subito avuto un fremito, ti sei avvicinato a me, mi hai detto: “piacere, Ahmed”, con quel meraviglioso accento tipico del nord africa, il tuo profumo mi inebriava, la tua pelle scura, i tuoi tratti così rudi e maschi, da quel momento ho sentito che mi stavo bagnando veramente.
Io timidamente ho risposto: “Chiara, piacere mio!”
Non mi riconoscevo, io che di solito parlo sempre e ho una voce così squillante che abbassa la testa e parla con un filo di voce, questo è l'effetto che mi fai, Ahmed.
“Da dove vieni?”
“Tunisia, mai stata?”
“Mai, però immagino sia bella!”
Continuiamo a parlare, a passeggio per Bologna e la tua mano piano, piano fa capolino sul mio culetto tondo e sodo, la gente ci guarda: chi sorpreso, chi con ilarità, chi con sospetto e addirittura con disprezzo, ma non me ne frega niente e davanti alle due torri prendiamo coraggio, ci avviciniamo e ci baciamo…
Poi mi dici: “Andiamo a casa tua?”
Come facevo a dirti di no? mi sarei fatta possedere da te anche in strada se me lo chiedevi, tale era la mia eccitazione e tale era la voglia di essere scopata da te.
Appena arrivati ti porto in camera mia, ci baciamo, ci spogliamo, poi, scendo ai tuoi piedi, mi metto in ginocchio e mi dici:”succhiamelo, dai!”
Ti slacci la zip, lo tiri fuori e… mi appare una meraviglia: un cazzo possente, perfettamente circonciso, che pulsava.
Non capisco più niente e mi butto a capofitto su di lui, lo succhio con amore e rispetto, mi prendi la testa e con decisione spingi il tuo cazzo fin dentro la mia gola… faccio fatica a respirare, sono costretta a stringerti le natiche per fartelo capire, tu me lo tiri via e mi dai uno piccolo schiaffo in faccia e mi dici: “Adesso fai tutto quello che voglio, sei mia!”
“Si, amore.
” rispondo, mentre ti lecco le palle.
Mi butta sul letto, sono un lago di umori, mi penetra con vigore.
“Si Ahmed, siii sbattimi!” ti urlo, tu non dici niente, non fai una piega, continui a picchiare duro la mia povera fica, abituata ai grossi calibri.
“Siii mmm siii ahh ahhh, scopami ti prego!!” continuo a ripetere, ad un certo punto ti avvicini e mi sussurri: “Girati. “
Era quello che aspettavo, la parte che più adoro, girarmi, offrire il mio culo come pegno, farmi prendere e sottomettere ai tuoi voleri ed essere usata.
Mi punti il tuo cazzo e lo fai entrare, dentro di me, io urlo dal dolore, mi parli nella tua lingua, sicuramente mi stai dicendo sconcezze e insulti, ma non mi importa, mi fai impazzire, mi facevi male, tanto e quando te lo dicevo mi lasciavi andare una sculacciata e mi dicevi: “Tu ora sei mia, zitta troia italiana, zitta e fatti scopare da cazzo tunisino!” io obbedisco, godo e soffro allo stesso tempo, ad ogni tuo colpo dentro di me cresceva la mia passione per te, sei un fuoco che mi incendia tutta ” Si, ahmed, continua, sfondami il culo!!” ti ripeto fino allo spasmo, mi stavi sfondando ogni mia difesa, stavi lasciando un segno indelebile dentro di me, ero completamente sottomessa a te e al tuo cazzo, il fuoco dentro di me continuava, avevo raggiunto almeno 3 volte l'estasi, fino a quando non hai emesso un urlo e ho sentito il tuo seme, la tua sborra calda che si posava con forza sulle mie natiche, sei venuto da me e mi hai detto: “puliscimi il cazzo, troia!”
Assaggiavo il tuo nettare dal sapore forte e deciso, con un intenso aroma, insomma, odoravi di Africa, dopo qualche minuto mi dai un altra sculacciata sul mio sedere rosso per l'eccitazione, umiliato e ricoperto di sperma, il tuo sperma e mi dici:
“Piaciuto puttanella italiana?”
Ed io con un filo di voce ti dico: “Si, Ahmed.
“.
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