LA DISCOTECA PARTE 1^ (STORIA VISSUTA)
rilasciato 12.03.2016 in categoria sesso raccontoLA DISCOTECA PARTE 1^ (STORIA VISSUTA)
Un sabato sera, mentre eravamo in ferie al mare, decidemmo di andare
a “CACCIA DI UCCELLI IN DISCOTECA”, e per evitare d'incontrare conoscenti
o amici, ci allontanammo parecchio dalla nostra zona raggiungendo un
locale molto famoso e quindi sempre affollato da bella gioventù.
Mia moglie senza slip e reggiseni, come sempre in queste occasioni,
quella sera indossava una gonna a campana in seta nera ed una maglia
azzurra, quest'ultima con scollo a barca, che oltre a mettere in
risalto la sua perfetta abbronzatura lasciava facilmente immaginare
le fattezze del suo MAGNIFICO SENO.
Durante il percorso cominciammo ad ECCITARCI pensando a quello
che andavamo a FARE e Gioia, che era particolarmente su di giri, mi
confidò che quella sera aveva una VOGLIA MATTA di farsi INCHIAPPETTARE.
Il locale dove ci recammo è ubicato lungo una strada statale ed
è costituito da una discoteca posta subito all'ingresso e da uno
stabilimento balneare cui si accede percorrendo un viottolo che
porta al bagnasciuga lungo una parete rocciosa a picco sul mare.
Cominciammo a ballare guardandoci intorno e dopo poco adocchiai
un bellissimo ragazzo, di circa venticinque anni, abbronzatissimo,
che ballava con un gruppo di amici ed amiche.
Notai che NON aveva una ragazza fissa, lo indicai a Gioia chiedendole
se se lo sarebbe SCOPATO.
“L'avevo GIÀ NOTATO ANCH'IO” rispose mia moglie ed aggiunse:
“certo che me lo CHIAVEREI, hai visto che fisico POSSENTE?, proprio
il tipo che stasera VORREI CHE MI SFONDASSE IL CULO”.
“TROIONA sei una BUONGUSTAIA, adesso, ballando ballando avviciniamoci
a lui, a te non mancherà modo di farti NOTARE”.
Il ragazzo, ce lo confermerà poi lui stesso, non fu insensibile allo
sguardo carico di SEDUZIONE che gli rivolse mia moglie ma, un po’ per
la sua timidezza ed un po’ per la mia presenza, fece finta di NIENTE.
Poco dopo, mentre eravamo seduti a bere una bibita, ci passò
vicino, “vuoi bere qualcosa con noi?”, gli dissi tout-court, imbarazzato
biascicò: “se vi fa piacere”, e si sedette al nostro tavolo.
Non mi fu difficile, dopo le presentazioni, fargli intendere le
nostre REALI INTENZIONI.
Mi sembrò un po’ incredulo ma comunque interessatissimo alla nostra
proposta, adesso non toglieva più gli occhi dalla SCOLLATURA di Gioia.
Vinsi ogni sua perplessità assicurandogli di NON essere BISEX.
Decidemmo di continuare la nostra conversazione in un posto più
appartato, quindi ci portammo lungo il viottolo che scendeva alla
spiaggia.
Lì il discorso si fece più CHIARO, gli dissi che la mia signora
era rimasta affascinata dal suo fisico atletico e che avrebbe ben
volentieri, ed anche subito, FATTO L'AMORE con lui. Ne fu entusiasta.
Ci confessò che la cosa più ECCITANTE che aveva mai sognato era quella
di FOTTERE un donna sotto lo sguardo ARRAPATO del marito, che MENANDOSELO,
lo INCITAVA a CHIAVARLA.
Per cominciare a fargli capire lo SPECIFICO DESIDERIO della mia metà gli
raccontai alcune nostre avventure e SPECIFICAMENTE quelle con dei NEGRI
SUPERDOTATI a cui Gioia, NONCURANTE delle ENORMI DIMENSIONI dei loro
CAZZI, aveva OFFERTO IL SUO ACCOGLIENTE DERETANO.
Incredulo, guardò mia moglie come a chiedergliene conferma.
“Dai Gioia, diglielo che è vero e digli pure, a tal proposito,
come ti definiscono gli UOMINI dopo averti FATTO IL CULO”.
Vincendo la sua naturale RITROSIA la signora, “PUDICISSIMA” nella vita
quotidiana, confermò che ciò che avevo raccontato lo avevamo veramente
vissuto e dopo aver tentennato, dietro mia insistenza, sibilò: “mi
definiscono una ROTTINCULO”.
Finalmente “LA MIA BELLA MIGNOTTONA” si era SBLOCCATA ed il discorso
cominciava a diventare come piace a me, OSCENO e SBOCCATO.
Carlo, questo era il nome del nostro amico, ormai ECCITATISSIMO si
fece più AUDACE e senza mezzi termini disse di volerla CHIAVARE per ore,
di DESIDERARE DI LECCARLE ZIZZE e FICA fino a farla IMPAZZIRE, inoltre,
si dichiarò un GRANDE ESTIMATORE DEL SECONDO CANALE FEMMINILE; al che
la mia consorte, ormai senza più REMORE, gli confessò che pur non
disdegnando niente del SESSO, tra tutti GLI ATTI SESSUALI prediligeva
L'INCULATA e che amava PRENDERLO DIETRO in TUTTI I MODI POSSIBILI ma la
POSIZIONE che più L'APPAGAVA era quella alla PECORINA sul bordo del letto,
SPOMPINANDO me steso sotto di lei a leccarle la FIGA e con l'amico di turno in piedi che le SFONDAVA L'ANO con dei COLPI POSSENTI INFILANDOGLIELO fino ai COGLIONI.
A quel punto mi ricordai di aver lasciato sul tavolo, in discoteca,
la borsa di Gioia contenente il mio portafoglio, le chiavi di casa e
della macchina, “continuate ad ARRAPARVI, dissi, vado a prendere la
borsa e torno subito”.
Fui fortunato, la borsa era al suo posto la presi con me e felice
ritornai da loro.
Giunto però dove li avevo lasciati, ebbi la sorpresa di non trovarli
più, ma mentre con lo sguardo li cercavo in giro dalle mie spalle giunse
la voce di mia moglie che mi chiamava, mi girai e la vidi SEMINASCOSTA
dietro un cespuglio con la gonna alzata a GAMBE APERTE mentre l'amico,
con i pantaloni alle caviglie, la CHIAVAVA VIBRANDOLE DEI TREMENDI
COLPI NELLA PANCIA che la SCHIACCIAVANO letteralmente contro la roccia
facendola RANTOLARE DI PIACERE, “ma siete diventati matti?, vi rendete
conto che se qualcuno scende dalla discoteca può vedervi, ricomponetevi
e cerchiamo un posto più tranquillo”, dissi con voce bassa ma perentoria.
Carlo AFFONDO' le ultime VARRATE arrivando certamente allo STOMACO di
Gioia e quindi, visibilmente a malincuore, estrasse la sua LUNGA e NODOSA
MAZZA dalla FICA della mia IMPUDICA mogliettina la quale, anch'essa
rammaricatissima, dopo avergli ACCAREZZATO VOLUTTUOSAMENTE CAZZO e PALLE
lo aiutò a ricomporsi incontrando non poche difficoltà a fargli rientrare
nelle mutande la BESTIA INFOIATA.
“Andiamo a casa vostra?” ci chiese Carlo.
Gli spiegai la nostra impossibilità chiedendogli se invece, fosse
possibile andare da lui.
Ci disse che viveva ancora con i genitori e che quindi non si
poteva, ma che in mancanza d'altro, potevamo appartarci in macchina
lungo la statale.
La “LUSSURIOSA” storse il naso, ed io ne capii subito il motivo.
Lei non AMA FOTTERE in auto perché dopo la prima SCOPATA l'impossibilità
di lavarci non ci consente di continuare; può andar BENE per un'AVVENTURA
PASSEGGERA, ma quella sera era chiaro che aveva intenzione di farsi
SBATTERE in TUTTI i MODI POSSIBILI.
Chiesi a Carlo se qualcuno degli amici con cui era venuto in discoteca
viveva da solo, mi rispose di si, allora lo invitai a chiedergli la
cortesia di prestarci per qualche ora, le chiavi del suo appartamento,
in modo da poter completare in santa pace e senza timori, quella che
prometteva di essere una splendida serata.
(… continua).
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