Il seme del Male
rilasciato 24.06.2016 in categoria sesso raccontoDovresti camminare per strada con un ramo di quercia nel culo e poi incontrare tre balordi neri che dopo averti sgarrato tutti i buchi fino a farti sanguinare, dopo aver bevuto il tuo sangue ed averti lasciata coperta dei loro morsi e dei loro graffi, come belve fameliche, riprendano a scoparti, fino a succhiarti l’anima. Ti hanno lasciato sicuramente qualche profilattico nella fessa, distratti questi neri che sono abituati ad incularsi le scimmie. Ma tu dimentichi che sei stata la loro scimmia, il loro a****le schifoso.
Appena uscita dal supermercato questi tre bingo bongo ti stavano seguendo. Si sono offerti, gentili, per posare le buste della spesa nel vano portabagagli della tua scassata station wagon mentre uno, rapidamente, ti ha preso le chiavi si è messo alla guida e gli altri due ti hanno dato un calcio in culo e ti hanno spinta dentro. Uno dei tre ha preso una sua mutanda sporca e te l’ha messa sugli occhi mentre la macchina sgommava verso un bosco in provincia di Piacenza.
La tua testa scoppiava, i tuoi pensieri frullavano, eri un ruminante, ridotta ad una vacca con una nerchia in culo, una in bocca ed uno streppone in un orecchio. Sì, uno di questi, forse era stato in Sicilia, conosceva la parola streppone, sapeva il significato di quel termine che altro non era che uno dei tanti sinonimi del cazzo.
Ma sei vittima inconsapevole di questi tre a****li che ti stanno inculando a turno.
Forse il profilattico che ha usato il primo ti è rimasto nella pucchiacca…. ha detto quel mostro che ti sarebbero entrati altri.
Che cosa schifosa !
Mentre il primo ti impiastricciava i capelli perchè aveva spruzzato nel tuo orecchio, gli altri stavano entrando nella tua fica usando quello stesso profilattico. Eri ridotta uno schifo. Puzzavi di sesso, eri appiccicosa ed eri l’a****le del piacere di questi tre mangia banane. Mentre ti fottevano a pecorina, ti avevano sbattuta a terra in un cespuglio infatti, tutta la tua vita di brillante quarantenne in carriera ti passava davanti agli occhi.
Il college in Inghilterra, il Master negli Stati Uniti… tutto nel cesso sarebbe andato dopo quell’esperienza, se fossi uscita viva, segnata nell’anima e nel cervello.
Ma a quelle bestie, figli di sciacalli e vigliacchi, non interessava nulla.
Avevano ben altri progetti su di te…. ti avevano studiato, avevano seguito le tue giornate, i tuoi orari, la tua famigliola, tuo marto ed i tuoi tre figli. Erano pronti per ricattarti, ormai sapevano tutto di te.
E tu ? Come hai fatto a non notarli. Le tue preoccupazioni erano la manicure, il parrucchiere, il centro massaggi…e nulla più. Tutto fa parte della vita insulsa di una arredatrice imballata di soldi perchè il marito è direttore amministrativo di una Società di Gestione del risparmio.
Mentre loro scaricavano il loro seme nelle tue viscere, tu morivi.
Ma sono bravi, vogliono ancora giocare con te e le tue amiche.
Le tue lacrime non li commuovono, i tuoi gemiti, le tue grida non li impressionano, anzi.
Tutti e tre iniziano a sputarti in faccia. Sono stanchi. Dimostrano anche loro di avere un briciolo di dignità che viene dai postriboli degli Inferni che frequentano. Ti rinfacciano le volte che ti hanno chiesto l’elemosina e tu non li hai degnati di uno sguardo.
Adesso stai pagando con gli interessi, ti hanno già derubato di quei quattro soldi che hanno trovato nel tuo portafoglio graffato.
Sono molto pochi. Vogliono di più.
Tu, intanto rimani a quattro zampe con la testa nel cespuglio di rovi. Le spine e le ortiche stanno sfregiando il tuo bel volto da bambolina. I tuoi capelli neri, ben acconciati, il trucco e la tua lingerie. Sei smostrata, a questi tre a****li non è bastato strapparti calze e slip per fotterti ben bene. Ti hanno tolto anche gli stivali. Sei scalzi e qusi completamente nuda.
Non puoi vedere cosa succede al di là di quel cespuglio. Forse ti hanno portato in una boscaglia.
Senti la puzza rivoltante dello sterco degli a****li mentre le tre bestie hanno iniziato a mangiare quello che avevi comprato al supermercato.
Qualche tua percezione ti fa presagire che in quel bosco ci saresti rimasta a lungo.
Tenti di parlare con qualcuno di loro ma ti arriva un calcio, con uno dei loro scarponi, dritto nel buco del culo, talmente forte che ti fa mancare il respiro.
Da quel momento in poi ti rendi conto che la tua vita è stata piana di stronzate insignificanti, il tuo brillante lavoro, le serate con tuo marito, le vacanze di lusso con gli amici vip. Tutto scivola giù per il cesso, come un fulmine che ti balena davanti agli occhi adesso vedi un’altra vita. La Vita Nera che questi tre diavoli ti prospettano.
Ti hanno già fatto capire che rimarrai, loro serva e schiava per ogni necessità, in quel bosco per un po’ di giorni.
Ormai sei una loro proprietà. Queste tre bestie, sputate dai cunicoli di qualche Inferno hanno invertito la tratta degli Schiavi.
Adesso sono i negri che fanno i negrieri con i bianchi. Forse la prima sei stata tu.
La forza dei costosi cosmetici che hai usato, Silvia, non ti ha messo su un livello diverso dal loro.
Ognuno ha la propria Anima Nera e tu stai vivendo il tuo personale Inferno.
Ad uno dei bingo bongo, dopo aver farfugliato qualcosa con gli altri due è venuta nuovamente la voglia di slabbrarti quel tuo culetto bianco e profumato.
Gli altri due vanno a prendere delle siringhe usate, erano lì per terra. Poi un altro si stacca e si allontana. Quello che voleva farti il culo, visto che sei già in posizione, inizia a toglierti quel preservativo di colore verde chiaro che fuoriesce appena dlla tua fica. Lo succhia un pochettino ritenendo che quelle fossero tutte vitamine, e così beve anche un po’ di sperma dei suoi amici di bagordi.
Loro in quel pezzo di boscaglia hanno anche un capanno.
Ormai, da quando sono in Italia, venuti chissà da dove, da quale parte dell’Africa o del Sudamerica hanno fatto di tutto. Tutto il male possibile ad ogni tipo di persona, utilizzando tutta la rabbia che avevano in corpo di una generazione, quella dei trentenni e dei quarantenni dei Paesi del Terzo Mondo dimenticati dai Paesi civilizzati.
Si arrogavano il diritto di essere dei Cavalieri della Vendetta, senza macchia e senza paura per i loro conterranei umiliati e offesi da circa due secoli di dominio e di guerre.
Tutte bufale, balle rivestite di zucchero filato e cannella, riempite di miele e marmellata di mirtilli da propinare alle loro vittime.
Avevano fatto truffe, rapine in banca, sequestri di persona e violenze di ogni tipo.
Erano liberi, nascosti come lupi, come predatori tra i più feroci, in quella striscia di bosco.
Erano sicurissimi di farla franca. Le violenze carnali quasi mai, per pudore, venivano denunciate dalle donne, che si limitavano a nascondere dietro qualche lacrima, nelle cucine delle loro case, quanto avevano subito.
Gli uomini violentati venivano poi, dalla banda dei tra Satiri, per compiacere altri riccastri quando erano in fregola di farsi un bel palestrato o di succhiare e accarezzare il petto depilato di un quarantenne in splendida forma. A questi uomini facevano subire ogni tipo di gioco sado-maso, convocando anche dei transessuali brasiliani per far succhiare la fava e incularli di brutto. Adesso le chiamavano T-girls, un modo come un altro per dire che erano uomini travestiti da donna ma con una nerchia dalla dimensione asinina che lacerava il culo fino a farli sanguinare mentre i ricchi avvocati, industriali e viziosi italiani assistevano allo spettacolo.
A questo punto, nessun uomo avrebbe confessato alla propria compagna quello che aveva subito, dopo essere stato assente da casa per due giorni ed essere passato per le fogne di Napoli o di Milano per ricevere quel tipo di trattamento.
Sarebbe stato sufficiente dire alla adorata mogliettina che un improvviso viaggio d’affari lo aveva portato dall’Italia a Bruxelles per incontrare degli investitori e lei, anche senza uno straccio di telefonata, era lì pronta a bersi tutti.
L’alta borghesia vive di falsità e si nutre di continue bugie pur di non perdere i propri privilegi per cui ben venga il viaggio d’affari, anche se estremamente hard e sado-maso, pur di non perdere il proprio collier d’oro che il maritino che le porta in regalo, facendole credere di averlo acquistato pensando a lei.
Così il ricco capitano d’industria da vittima riesce a passare per impegnatissimo uomo d’affari, dopo aver visto passare i topi delle cantine di Napoli, o di qualche altre città italiana rischiando la leptospirosi mentre qualche trans gli rompeva il culo e qualche brutto sgherro gli fracassava la faccia per sfogare le sue frustrazioni da disgraziato che spesso aveva mangiato topi arrostiti perchè non poteva permettersi l’aragaosta a colazione.
Ed essendo schedato dalla Criminalpol era costretto a vivere nelle fogne, nei tempi di magra per evitare qualche ergastolo.
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