IL MIO PRIMO ORGASMO
rilasciato 10.03.2017 in categoria sesso raccontoLa vita per me è stata sempre molto monotona, sono nata in un paesino del centro della Sardegna, dove il profumo del mosto si mischiava quello delle capre, dove i sapori erano buoni e i tramonti sempre mozzafiato.
Nei viottoli del mio paese si affacciavano case dipinte di colori pastello gialle, verdi, rosa, dicevano che questi colori allontanavano gli spiriti. Io avevo paura dei demoni, guardavo sempre con sospetto quelle case che mi sembravano spettrali.
Avevo 16 anni ricordo ancora, e la paura non mi era ancora passata, era mia abitudine quando rientravo dalla piazza verso casa, di passare al centro del viottolo, fatto di pietre e di piscio.
Per andare in piazza quella sera avevo messo una gonnellina corta appena sopra le ginocchia , rossa, ero senza calze, c'era ancora caldo, a settembre i miei amici facevano ancora il bagno nel laghetto.
Quella tardo pomeriggio osai, e mi avvicinai alla casetta rosa, la toccai per la prima volta, il muro era già freddo, mi guardai la mano era diventata rosa anche lei.
Sorrisi.
Avevo vinto la paura!
So chi abitava in quella casa, in via Sassari, abitava il postino, Marieddu lo storpio, cosi lo chiamavano.
Era un uomo sulla trentina, ma non capivo perché lo chiamassero lo storpio, camminava bene, ci sentiva bene, e non aveva l'occhio finto come il becca morto.
Un istante dopo fui colta dalla paura, senti delle urla, che provenivano dalla casa.
La finestra era semi aperta e una luce fioca proveniva dal salotto buono.
Mi affacciai, ero determinata, dovevo vincere la paura, mi misi in punta di piedi, ma non riuscivo a vedere nulla, sentivo solo dei gemiti più forti. pensai..
Presi il blocchetto che Marieddu usava per fermare la porta quando c'era il maestrale e lo avvicinai alla finestra, poggiai le mie mani sul muro rosa, e in punta di piedi e ci sbirciai dentro
Come misi a fuoco la scena, presa dalla paura, scesi immediatamente dal blocchetto, e mi misi spalle al muro, il mio cuore batteva cosi forte, che sembrava volesse uscire dal mio petto.
Mi rimase impressa quella scena.
Cercando di mantenere la calma, fui vinta non dalla paura ma dall'eccitazione.
Sali sul blocchetto, e guardai dentro.
Adesso avevo capito perché lo chiamavano Marieddu lo storpio, e che sorpresa fu vedere Benedetta e Maria Laura le figlie grandi della lattaia in compagnia del postino.
Lui era comodamente seduto sul sofà, con i pantaloni di velluto nero scesi sino alle scarpe ancora indossate, e le due si mettevano a turno in bocca quell'arnese, che mi sembrava più un bastone che un cazzo.
Era quasi nero, era grosso, nerboruto,
Benedetta lo teneva con due mani, vicino alle palle, e la sorella tutta contenta si ingoiava il resto, con un
sali e scendi che procurava gemiti e occhi in bianco a Marieddu.
Maria Laura, mentre leccava il cazzo di Marieddu, aveva il culo di fuori, era inginocchiata di fronte a Lui , e con una mano si toccava la figa pelosa e metteva un dito o anche due nel buco del culo.
Per quello che urlava.
Presa da questa scenda torbida, fui sconvolta, ma coinvolta allo stesso tempo. Non mi accorsi che la mia mano finì in mezzo alle mie cosce, pensai, la mano è sporca, ma questo pensiero puro scomparve all'istante, quando il mio dito medio senti tutta l'umidità della mia passerina bagnata.
Continuai a guardare, e a toccarmi, Marieddu, tolse la testa di Benedetta dal suo cazzo, un po' come si sposta una pecora che hai appena smesso di mungere.
Si alzo, e rimasi sbalordita, vedendo quel cazzo che quasi arrivava all'altezza del suo petto.
Disse alle due sorelline vogliose “mettetevi cosi tutt'e due” ” come l'altra volta” le due ubbidirono, servizievoli pronte, e vogliose.
Si misero con il culo per aria e le mani appoggiate al sofà. Marieddu si sputo due volte il cazzo, chiese in tono volgare alle due
“sputate anche voi che ora vi faccio vedere e sentire”
e rise “hahahaha”
Il postino, puntò il culo di Benedetta, la quale implorò
“nooo la no ti prego ”
Non volle sentire ragioni, un colpo di reni ed era dentro di lei.
Pianse Benedetta, o mi sembrava almeno, forse no,
Iniziò una danza tribale, feroce, a****lesca.
Si sentiva l'odore acre del sesso che usciva da quella finestra e inondava le mie narici, riempendo la mia voglia che cresceva sempre più
Tolse quel coso dal buco del culo di Benedetta e lo porse alla sorella, che pronta succhio e lecco con voracità quel bastone.
Lui iniziò ad urlare sempre di più e disse, bevete troie.
Dal suo cazzo usci un liquido biancastro che sporco la bocca e la faccia e le tette bianche e ancora sode delle due lattaie.
La mia mano era ancora la, le mie dita frugavano la mia femminilità, c'era caldo, molto caldo, non capivo, ero frastornata, fremevo, mi agitavo, continuavo in maniera spasmodica a toccarmi pensando a quella scena, chiusi gli occhi, e ecco, ad un certo punto senti un brivido un altro ancora, ancora un altro.
ERA IL MO PRIMO ORGASMO.
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