I DUE CAMIONISTI E MIA MOGLIE
rilasciato 15.01.2023 in categoria sesso raccontoUna delle nostre più belle esperienze l'abbiamo vissuta sull’Autostrada del Sole. Da tempo, durante i nostri amplessi, avevo espresso a Vanessa il desiderio di vederla posseduta da uno di quei rudi camionisti che si incontrano nelle aree di servizio delle autostrade. La cosa eccitava anche lei perché diceva di essere convinta che un tale tipo di uomo le avrebbe spaccato il suo già sfondatissimo culo. Una sera decidemmo di mettere in pratica questo nostro desiderio, quindi raggiungemmo un'area di parcheggio dell'Autostrada del Sole poco dopo Bologna, verso Firenze, dove c'erano diversi camion fermi ma in quasi tutti gli autisti erano a dormire; per nostra fortuna quasi alla fine della perlustrazione vedemmo un autotreno il cui autista, un omaccione in canottiera, era intento a divorare un'enorme pezzo di pane; parcheggiai a pochi metri di distanza.
Per farci notare, cominciai a baciare mia moglie, quindi reclinai gli schienali e cominciai a leccarle la fica. Come speravo la cosa non passò inosservata all’amico camionista il quale, con fare disinvolto, scese dalla cabina, fece un largo giro, e si avvicinò alla nostra auto quindi, credendo di non esser visto, cominciò a sbirciare dal lunotto posteriore. Bruscamente aprii lo sportello e scesi, lui si allontanò di shitto; lo invitai a fermarsi, imbarazzato chiese scusa; “non ti preoccupare, siamo qui proprio per farci vedere, anzi speravamo che ti avvicinassi”, e senza mezzi termini aggiunsi: “ci siamo fermati vicino al tuo autotreno perché mia moglie vorrebbe farsi scopare da un camionista.
L'imbarazzo si tramutò in stupore ” o mi prendi per il culo o, scusami la franchezza, tua moglie è un cesso, a cinquantacinque anni non credo più a Babbo Natale”, esclamò. “Giudica tu” gli risposi avviandomi verso la macchina. Guardando Vanessa cambiò subito idea, “alla faccia! con una così mi va benissimo, dove lo facciamo, qui in macchina?”. “Mia moglie ha sempre sognato di farlo nella cuccetta di un camion”, gli risposi; ma lui obiettò; “per me andrebbe benissimo, ma nella branda sta riposando il mio secondo, mio cugino, come faccio a dirgli di andar via per lasciarmi scopare tua moglie?”.
“Ma perché mandarlo via, Vanessa sarà felicissima di farsi, in una sola volta, due camionisti”, e rivolto a mia moglie aggiunsi “non ti pare?”. Vanessa annuì con un ammiccante sorriso. L'amico salì sul camion per informare suo cugino, guardai mia moglie, vidi che si era infilata la mano tra le cosce e si stava freneticamente masturbando, “contenta?, due piccioni con una fava”, le dissi; “è più giusto dire due fave con un sol piccione” rispose la mia viziosona ed aggiunse “speriamo che anche l'altro sia bello quanto questo, questo sai mi arrapa molto, ha la faccia del vero chiavatore”.
In quell'istante sopraggiunsero i due amici, “vi presento mio cugino”. “Ed io sono Diego e mia moglie si chiama Vanessa, molto lieto”. Dallo sguardo della mia signora capii che anche l'altro era di suo pieno gradimento. “C'è un problema però”, aggiunsero i due, “siamo in forte ritardo e se ci fermiamo ancora rischiamo di arrivare a destinazione in un orario in cui non ci sarà consentito di scaricare, comunque per non deludere la tua dolce mogliettina potremmo scoparcela mentre viaggiamo, tanto per guidare basta uno solo di noi, vi va l'idea?”.
Non era esattamente quello che avevo sognato, se loro partivano io avrei dovuto seguirli con la macchina perdendomi la visione di mia moglie sbattuta da quei due maschioni, guardai Vanessa, le lessi negli occhi il massimo dell’eccitazione, non volli rompere l'incantesimo, e poi pensai che sarebbe stato favolosamente arrapante seguire un camion su cui la mia troiona, come una puttana da marciapiede, si faceva fottere da due sconosciuti, quindi dissi: “se per la signora non ci sono problemi, io sono d'accordo.
“Ovviamente per la mia signora non ci furono problemi, quindi concordammo di fermarci alla prossima piazzola di emergenza per far salire la mia metà sul loro autotreno e partimmo. “Capisco che per te sarà una tortura”, disse Vanessa, “ma credo che veramente abbiano fretta, comunque non preoccuparti, dopo ti racconto per filo e per segno cosa mi hanno fatto e cosa avrò fatto loro, per un porcone come te sarà bello lo stesso se non di più, non è vero?”.
“Certo, ma pur immaginando che sarà un supplizio, sarà sicuramente un supplizio arrapante, e penso che più durerà più sarà eccitante, sappi comunque che pensando a quello che starete facendo mi masturberò preparandoti un cazzo duro, che dopo, mentre mi racconterai tutto nei minimi dettagli, ti schianterò nella ficona che sarà fradicia e slabbratissima ed alla fine ti schizzerò in gola non meno di un litro di sborra, ma non pensiamo a me, dimmi tu invece, sono due tipi giusti?hai immaginato che ti faranno e cosa vuoi fare loro?”.
“Indubbiamente lo sono, tanto che non saprei dirti chi mi eccita di più, inoltre sono convinta anche che sono due grandi scopatori; secondo me sono di quelli che non smettono di fottere finché la femmina non è pienamente soddisfatta, e debbono essere anche abbastanza allupati, nei loro sguardi ho letto una grande libidine, ma stasera ci penserò io a svuotargli i coglioni, sono arrapatissima, li voglio leccare dappertutto, voglio succhiare le loro cappelle, voglio farmi sfondare l’utero ed infine spaccare il culo, sarà una magnifica serata, hai notato che si toccavano continuamente la patta mentre parlavamo?, non vedevano l'ora di cominciare a chiavare”.
“Sei sempre la solita viziosona, subito hai guardato tra le loro cosce?, lo sai che questa tua troiaggine mi fa impazzire, guarda come mi si è fatta dura la mazza, mentre arriviamo alla piazzola sbocchinami come poi farai a loro”. Entusiasta della richiesta, la vaccona mi sbottonò i pantaloni, fece uscire dalle mutande la bestia infoiata, si abbassò, mi scappellò e cominciò a leccarmi la cappella con una frenesia incontenibile. Il pompino fu di breve durata, pochi minuti dopo vedemmo accendersi la freccia di destra del camion che entrò in una piazzola di sosta; fummo costretti a smettere ed a ricomporci alla meglio; l'automezzo si fermò ed io parcheggiai dietro.
Gli amici, con un balzo atletico, vennero giù dall'autotreno e si avviarono verso la nostra auto a prelevare la vittima sacrificale. Vanessa, fremente di lussuria, appena li vide, senza il minimo pudore, si precipitò a scendere; scesi anch'io e ci portammo tutti verso la cabina dell'autotreno, camminando dal lato della scarpata. Uno dei due provvide ad aprire lo sportello invitando mia moglie a salire; “è una parola, da sola non ci riuscirò mai” esclamò Vanessa, “datemi una mano altrimenti passiamo la serata qui”.
Uno le consigliò di poggiare un piede sulla staffa più bassa e prendendola per i fianchi la sollevò di peso invitandola a poggiare l'altro piede sulla staffa superiore. Il mio tesoro eseguì alla lettera la manovra consigliatole, ma appena si issò sul gradino più alto, quello sul sedile la bloccò e le sollevò la corta gonna; “Aspetta un attimo, resta ferma così, sei uno spettacolo, fatti guardare”. Vanessa, che è una grande esibizionista, l'accontentò subito ed in più sollevò la gonna in vita facendoci sbavare come tre porconi.
Era vero, quel corpo in quella posizione meritava di essere ammirato, illuminate dai fari della mia auto vedevamo le tornite della mia signora inguainate in un paio di velatissime calze nere sorrette da un seducente reggicalze in pizzo, ed alla fine della seta faceva spicco il bianco della parte alta delle cosce al cui vertice troneggiava il suo splendido culo. Eravamo tutti estasiati, il camionista, che non le aveva mai tolto le mani dai fianchi, prese a carezzare le sode chiappe, “te le mangerei, non resisto più, adesso ti Llecco questo splendido buco, voglio insalivartelo tutto così il mio cazzone ti scivolerà dentro fino alle palle senza dolore”.
E così dicendo affondò il viso tra le natiche della troia, con la lingua cominciò a giocare intorno al buco nero e dopo lunghe leccate ne introdusse parte nel pertugio. La maialona ebbe un fremito che le percorse il corpo; “basta anch'io non ne posso più, prima Diego mi ha leccato la fica, poi ho tenuto in bocca la sua cappella, ora tu mi infili la lingua nel culo, credete che sia di pietra?, forza salite non vedo l’ora di farmi sbattere!”, ed entrò nella cabina.
“Montarono sul camion e Vanessa, prima chiudessero lo sportello, mi strizzò l'occhio e mi inviò un bacio. Salii in macchina e li seguii, avevo il cuore in gola, non ero mai stato così eccitato, subito mi sbottonai i pantaloni e cominciai a menarmelo tentando di immaginare cosa stessero facendo alla mia adorabile mogliettina. Sicuramente dovevano averglielo già messo in bocca, forse anche con una punta di violenza, e ricordando la promessa/minaccia di rompergli il culo, pensai di aver sbagliato a mandarla allo sbaraglio, alla mercé di quei due bisonti arrapati.
Ma mi sentii subito in pace con la mia coscienza quando mi sovvenne il perentorio invito che la mignottona aveva rivolto ai due amici: “forza salite non vedo l’ora di farmi sbattere”, poi dissi a me stesso: “si può usare violenza ad una donna che oppone resistenza, ma Vanessa questa sera si farebbe scopare anche da un intero battaglione dell'esercito, anzi credo che ad un certo punto saranno loro a dire: BASTA!”. Continuando a masturbarmi ritornai a pensare cosa stessero facendo.
Nella mia mente si susseguivano, come in un film, scene da Kamasutra con mia moglie in mille posizioni e con i due camionisti che glielo mettevano dappertutto. Ad un certo punto superai l'autotreno, rallentai al punto tale che lo costrinsi a risuperarmi e durante il sorpasso feci un cenno al guidatore per chiedergli come andavano le cose; lui con un il gesto eloquente della mano mi fece intendere che l’altro stava chiavando Vanessa e che si divertivano alla grande.
Mi eccitai ancor di più perché pensai a Vanessa in quel momento; tutta nuda, stesa sulla brandina con addosso quell’infocato che con la sua dura mazza gli stava rompendo la figa, immaginai che, quasi a non volerlo fare smettere, la maiala gli stringesse le braccia intorno al collo e per non perdersi nemmeno un centimetro di quella favolosa mazza,lo tenesse avvinghiato a se, serrandogli le gambe dietro la schiena per non venire, ogni tanto interrompevo la sega, ma l'aver “quasi visto” quei due corpi avviluppati in un amplesso selvaggio mi provocò una tale libidine che godetti fregandomene di imbrattare slip e pantalone.
Dopo parecchi chilometri vidi il camion rallentare ed entrare in una piazzola di sosta, lo segui, si fermò ed io parcheggiai dietro. Li vidi scendere tutti e tre con il viso stravolto ma raggiante, gli abiti rimessi in sesto alla meno peggio, la più sgualcita ma anche la più in forma mi sembrò Vanessa, la quale corse ad abbracciarmi e languidamente mi baciò infilandomi la lingua nella bocca. Avvertii nettamente l’acre sapore dello sperma, mi sembrò di impazzire, “la mia bocchinara si era fatta sborrare in bocca”, le guardai il viso, era completamente impiastricciato di sborra, le accarezzai le guance, le mie dita si incollavano alla sua pelle, le scostai la camicia, anche le candide tettone mostravano gli inequivocabili segni di una copiosa sborrata, mi sentii di svenire, i due mandrilli le avevano fatto una vera “doccia di Sborra”.
Queste mie considerazioni furono interrotte dalla mia cara mogliettina che mi disse: “tesoro grazie!, è stato stupendo, immagino la tua sofferenza ma non preoccuparti sono ancora in grado di far godere anche te”. “Diego stai attento, tua moglie questa sera ti farà venire un infarto, è sextenata, ci ha distrutti”, e rivolto a Vanessa aggiunse: “penso che, dopo quello che c’è stato tra noi e le cose che ci siamo detti, non ti offenderai se espongo liberamente a tuo marito il mio pensiero sincero”.
Vanessa sorrise come a dire: “figurati”. “E' mortificante per me dirlo ma penso che la tua dolce metà non sia ancora sazia, eppure, come ti potrà testimoniare lei stessa, da quando siamo partiti non abbiamo smesso di fotterla neanche per un attimo, l'abbiamo montata in tutti i modi possibili per oltre due ore ma non ha mai detto basta, anzi non faceva altro che ripetere: ancora, ancora, ci ha letteralmente prosciugato i coglioni, è meravigliosa ma è inutile che te lo dica io, come pure è inutile dirti che è un'artista del pompino, una femmina da letto eccezionale, ha un culo sfondatissimo, un figone morbidissimo che è stato la delizia dei nostri cazzi, d'altro canto chi sa quante volte pure tu hai goduto dei buchi di questa troia che hai sposato!, lasciatelo dire: hai un gran culo ad avere una moglie così”.
“Mai avrei pensato che dietro quel sorriso pudico si nascondesse la più grande delle troie!”“E’ stupendo vorrei avere anch'io una donna come Vanessa”. “Basta con tutti questi complimenti, altrimenti mi fate diventare più rossa di quanto abbiamo scopato, sappiate che anche voi siete bravissimi, sapete come eccitare una donna in modo che si dia completamente e senza riserve”, intervenne Vanessa. Guardando l’orologio ebbero un sobbalzo, “accidenti come si è fatto tardi, noi dobbiamo affrettarci altrimenti addio consegna, Diego questo è il mio numero di cellulare, puoi chiamarci quando vuoi, noi saremmo felicissimi di rincontrarvi, adesso scusateci ma dobbiamo proprio andare, speriamo di rivederci presto”, si avvicinarono a Vanessa e la baciarono entrambi sulla bocca e ritornarono sul camion.
Ripartimmo anche noi, tirai fuori l’uccello e cominciai a menarmelo “adesso devi raccontarmi tutto per filo e per segno”“le cose sono andate così, all’inizio ho cominciato a fare all’amore sulla brandina con il più giovane, più tardi ti dico che cosa non mi combinato quel mandrillo, ad un certo punto mentre stavamo chiavando alla pecorina l’altro mi ha detto che era una tortura sentirci fottere quindi mi ha implorato di andargli a leccare la mazza mentre guidava.
Con il giovane appiccicato al mio culo che continuava a chiavarmi ci sono andata ed ho scoperto che anche il cuginone aveva un cazzo di notevoli dimensioni che si menava oscenamente, gli ho leccato subito la cappella e poi mi sono infilata in bocca, fino alla gola, quel durissimo cazzone cominciando a fargli uno dei miei famosi bocchini che tanto piacciono a te e, come puoi testimoniare, sono sempre piaciuti a quelli da cui mi hai fatto fottere.
Eccitato dal pompino che facevo al cugino, il più giovane mi ha sfilato il cazzo dalla figa ed ha detto “sei un grandissima bocchinara, adesso ti voglio spaccare il culo!” ed ha appoggiato il suo glande al mio buco nero, “è no!!!”, ha quasi urlato quello che guidava, il culo glielo devo sfondare io, tu già ti sei divertito abbastanza nella figa, il culo a questa troia debbo farglielo io per prima, comunque stai tranquillo io penso che dopo, ma solo dopo, alla signora non dispiacerà di darlo anche a te, e rivolta a me ha detto, non è vero tesoro?”, non potevo che rispondere affermativamente.
Ha spostato un po’ indietro il sedile di guida e mi ha invitata ad andare a sedermi in braccio a lui, invitandomi a mettermi tra le chiappe la sua superba minchia. Mi sono andata a sedere sul suo ventre, ho indirizzato la sua cappella all’imbocco del mio buco nero e mi sono lasciata andare, a peso morto, infilandomi tutta la sua mazza in culo. Quasi svenivo dal piacere, mi sono messa ad andare su e giù ma lui mi ha bloccato dicendomi che doveva incularmi lui, mi ha fatto leggermente sollevare mi ha inclinato sul volante, “adesso guida tu” mi ha detto ed alzandosi ed abbassandosi sul sedile ha cominciato a darmi delle profonde spinte nel culo.
Era bellissimo, sentivo il suo duro palo di carne scivolarmi nelle viscere fino alla palle, sai quanto mi piace farmi fare il culo ma questa volta era più ancora più bello perché guardavo il cugino che si era seduto sul sedile a fianco e arrapatissimo si masturbava oscenamente promettendomi di infilarmi in culo anche le palle, di spaccarmi la figa e di pisciarmi in gola un litro di densa sborra che avrei dovuto bere fino all’ultima goccia.
Io mi sgrillettavo furiosamente. Il cuginone è stato bravissimo, si spostava col bacino infilzandomi da posizioni sempre diverse, mi strizzava le tettone e mi titillava i capezzoli facendomi impazzire, si è trattenuto per un tempo lunghissimo e poi mi hascaricato nello sfintere una quantità enorme di sperma. Quando ho sentito i primi schizzi inondarmi il culo non ho resistito più, ho dato un urlo ed ho goduto anch’io andandomi a sedere, sfinita, in grembo al mio stupendo inculatore”.
“Adesso tocca a me” ha detto l’altro. “No!, adesso devi guidare tu” gli ha risposto il più vecchio. “Ok non ci sono problemi, la chiaverò mentre guido, spostati e fammi sedere”. Prima di spostarsi mi leccò dietro l’orecchio e mi sussurrò “puttanona sei la fine del mondo, sai come si ar****rà tuo marito quando gli racconterai cosa hai fatto con noi”. “In generale lui si è sempre arrapato in diretta perché è sempre stato presente, ma sono convinta che questa nuova esperienza lo ecciterà forse anche di più, d’altro canto ho un metodo facile per vedere se è veramente infoiato, devi sapere che lui quando mi vede fare la porca con gli altri, specialmente quando godo mentre mi stanno inculando, e raggiunge il massimo dell’eccitazione mi viene vicino, mi blocca la testa, mi infila lil suo cazzo in bocca fino alle palle e mi scarica in gola tutta la sua sborra, sono sicura che farà lo stesso stasera, adesso, però dovete darmi un asciugamani per pulirmi”, avevo le chiappe completamente insozzate di sperma sentivo chiaramente la sbarra scendermi lungo le cosce.
“Tu pensa a guidare, te lo asciugo io questo bel culone” ha detto il più giovane. Subito dopo si è seduto alla guida e mi ha infilato nella figa la sua nodosa mazza e mi ha detto:“A me, invece, piace che sia la femmina a chiavarmi, dai pensaci tu!. ”“Ho cominciato una furiosa cavalcata, muovendomi per farmelo entrare da diverse posizioni”. “Troia vedo che ti sta piacendo? sei una buongustaia ti piace il cazzo grosso nella fica, il mio come lo trovi, ti soddisfa?”.
“Altro che, è meraviglioso, è grosso, durissimo e mi arriva allo stomaco, mi stai facendo impazzire”. “Dimmi la verità, tuo marito ti fa scopare con gli altri perché penso che lui da solo non riesca a soddisfare una grandissima troia come te, piena di voglia di cazzi, dimmi dove ti piace di più la mazza?”. “Per me è uguale, il cazzo mi piace dappertutto, tra le mani, in bocca, nella fica, in culo, tra le tette ed adoro bere la sborra”.
“Te lo dice mai tuo marito che sei una zoccola?”. “Si ma a lui piaccio così, ed a dire il vero è stato lui a volermi far fare queste cose, io non ci avevo mai pensato e mai ci avrei pensato. “Sarà” è stato il commento dei due porconi”. “A quel punto mi sono fermata, poi, muovendo solo i muscoli della figa ho cominciato a fargli, come dici tu, un pompino con la figa.
“Ma è pazzesco, questa zoccola mi sta facendo un bocchino col culo, è meraviglioso, io la riempio subito di sperma. ” e mi è venuto nella figa scaricandoci dentro un fiume di sborra. “Non ho resistito più e sono venuta anche io, poco dopo ci siamo fermati e ci hai raggiunto tu, questo è tutto”. “Sei sempre più una viziosa puttanona e lo sai che questo mi fa impazzire, ti amo sempre di più, sei sempre di più la mia adorabile zoccola”.
“E’ vero che sei stato tu a propormi di fare cose da zoccola, io forse non ci avrei pensato mai, ma adesso che l’ho provato ti debbo confessare che mi piace da morire, mi piace in modo viscerale, ho scoperto di essere puttana nell’anima, adesso andiamo a casa voglio essere solo la tua troia, stanotte ti debbo far morire Diego”. E così fu.
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