DOPO LA FESTA, HO FATTO LA FESTA ALLA MIA AMICA
rilasciato 24.10.2016 in categoria sesso raccontoCiao, il mio vero nome non importa ai fini della storia, mi chiamerò Tito e per lavoro mi muovo nel mondo dello spettacolo.
D’aspetto appaio un po’ di sovrappeso, cioè non sono magro ma neanche una palla sproporzionata, sono alto 1. 78 per 95 Kg non molto allenato.
Questa storia è accaduta … anni fa ha inizio con una festa in maschera 😛
Io e altri amici avevamo fatto gruppo per animare una festa di halloween per bambini, eravamo in nove,
ma ha voi interessano solo 3, Io che ero vestito da spaventa passeri, Ramona che doveva vestirsi da strega e il suo compagno Luca che doveva vestirsi da diavolo (lui non è mai stato simpatico a nessuno della compagnia).
Ci incontrammo direttamente nel luogo della festa in borghese e ci cambiammo nei camerini.
Finito di prepararmi uscì e fuori c’era già Ramona pronta, era uno schianto, ve la descrivo: una donna di 36 anni, alta circa 1. 50 cm, capelli rosso mogano, occhi verdi giada, il vestito di vellutino nero che aveva addosso, pur non essendo trasparente, era abbastanza aderente e non lasciava troppo all’immaginazione e il trucco non lo so descrivere ma era da strega sexy.
Per tutta la festa cercai di stargli alla larga, avendo addosso dei pantaloni fatti di sacco e sotto solo i boxer non volevo che mi venisse una erezione potenzialmente visibile.
Inutile dire che ogni tanto però una occhiata la davo, quasi sempre era chinata per sentire cosa gli dicevano i bambini, perciò le occhiate cadevano nella scollatura che si allargava o sul sedere con il vestito tirato.
Conclusa la festa tornammo hai camerini, uno dopo l’altro andarono tutti, io mi ero attardato a struccarmi, perciò pensavo di essere rimasto da solo nei camerini, ne approfittai per tirarmi una sega pensando al corpo di Ramona stretto nel vestito.
Poco dopo che avevo cominciato senti dei rumori e qualcuno che piangeva nel camerino affianco.
Allora rimisi tutto dentro nei pantaloni e andai a vedere, quello che vidi era una cosa “inaspettata”, Ramona era seduta a terra in intimo e piangeva.
Ora prima di proseguire è di dovere descrivervi cosa avevo d’avanti agli occhi, aveva il viso con il trucco che colava in rigagnoli neri sul viso al naturale, indossava un completo reggiseno e slip coordinato verde petrolio con i bordi in pizzo nero, gli slip erano leggermente trasparenti da cui si intravedeva il triangolino di pelo scuro e a completare il tutto calze nere autoreggenti.
Alla vista di quello spettacolo mi eccitai e iniziai a sentire che quello che prima stava scendendo stava ritornando duro, io cercai di riprendere il controllo e mi diressi verso Ramona chiedendogli “cosa è successo?” e “dové Luca?”.
Lei rispose singhiozzante “Luca se ne è andato senza di me” e aggiunse “dovevamo andare a casa sua, ma abbiamo litigato perché vedendo i bambini ho detto che ne volevo uno anche io e lui ha risposto invece io no!”.
Durante le spiegazioni di Ramona, il mio uccello fregandosene che io volevo resistere, era continuato con il suo decollo, ora era evidentissimo il bozzo, ma Ramona non se ne era accorta evidentemente perché mi abbracciò una gamba e posò il suo viso proprio di fianco al bozzo ed esclamando “Tito tu sei l’unico amico che riesce a farmi uscire dalla tristezza con i suoi scherzi” con un mezzo sorriso aggiunse “ora tira fuori quello che nascondi in tasca e non fare lo scemo”.
Io ribattei istantaneamente “Ramona, io in questi pantaloni non ho tasche” nel mentre diventavo paonazzo mentre io mio uccello diventava sempre più felice.
Ramona rimase senza parlare un attimo è forse capì, mi disse “Tito!!!” “cosa pensavi di fare???”
Io le risposi “non pensavo proprio nulla, sono arrivato da te sentendo singhiozzare e quello che hai sentito è il risultato che sei una bella ragazza in mutande davanti ad un uomo che non è di legno (a parte alcune parti)”.
Lei cambiò di nuovo umore, ora era strana, aveva gli occhi che luccicavano e si mordeva il labbro inferiore, mi disse “vuoi dirmi che il tuo stato non è dovuto a secondi fini, ma è dovuto al fatto che ti piaccio?” detto questo balzò in piedi e disse “da quanto ti faccio questo effetto?”, io gli risposi “Sai è da tanto che non ti vedo solo come una amica, solo che cercavo di controllarmi per non rovinare tutto”.
A queste parole mi si lanciò addosso facendomi appoggiare al muro (tra l’altro battendo la testa), ora che mi era addosso il suo pube caldo premeva contro il mio e il suo petto si schiacciava contro il mio e in quel momento lei mi sussurrò “Stupido che pensavi?”, “che aspettando prima o poi io ti sarei saltata addosso?”, “ora sono qui, cosa vogliamo fare???”.
Io risposi “Ramona tu hai qualche cosa in mente?”, lei allungò la mano e sciolse la corda che reggeva i pantaloni e disse “vediamo che tipo di palo ha questo spaventa passeri”, tirò fuori il mio palo dai boxer e iniziò a farmi una sega lenta, riprese a parlare e disse “Tito, questo palo è già tutto lubrificato!” io con uno sforzo riuscì a dire “durante la festa ti ho guardata e mi stavo segando pensando a te prima di trovarti”.
Ribatté “Ma davvero?” “il bravo spaventapasseri non è poi così bravo” e iniziò a segarmi velocemente forse per un minuto, poi con la punta della lingua raccolse le goccioline che uscivano e disse “humm…. Come è buono”, si leccò le labbra e subito lo prese in bocca, io mi contorcevo dal godimento.
Ad un certo punto ho rotto gli indugi e ho preso il comando, gli misi la mano sulla testa e gli spinsi tutto fino in gola, quando si stacco tossendo disse “non pensavo potesse arrivare così in fondo” mentre diceva questo la feci alzare la misi di schiena e scostate le mutande gli infilai il palo dicendo “e ora quanto sta andando affondo?” lei dopo un mugolio rispose “stai facendomi la passera allo spiedo” e via che me la stavo scopando da dietro.
Non so quanti colpi gli diedi, ma lei mi chiese di cambiare posizione, io mi sfilai e lei dopo aver sfilato gli slip prese a strofinarsi contro col il sedere.
Era forse un invito?
L’unico modo era tentare ed indovinai, le presi i fianchi le puntai il palo in mezzo alle natiche, neanche feci a tempo ad infilarlo che lei balzò indietro e si infilò da sola, io dovetti solo fare pochi centimetri per entrare tutto.
Lei esclamò “ora fammi godere nel culo” e sbam via con il ritmo, più spingevo più lei gemeva, mugolava e faceva piccoli strilli, tanto nessuno poteva sentirci, eravamo gli ultimi nella struttura.
Ora ero io a voler cambiare, mi stesi a terra e lei subito capì, saltò in sella come una esperta cowgirl e cavalcava, potevo finalmente smettere di immaginare le sue espressioni di godimento, potevo ammirarle.
Un istante e lei si tolse il reggiseno, si piegò in avanti e mi porse i seni da succhiare, non so dirvi se era la mia immaginazione o se davvero i suoi seni avessero un sapore dolce, ma io li sentivo dolci, succhiavo e le leccavo fino a che non sentì che stavo per mollare.
Cercai di avvertirla, ma lei mi rimise in bocca i suoi capezzoli, mi dissi “se lei non si preoccupa” allora presi le sue natiche e la strinsi a me schizzandole tutto dentro.
Mentre schizzavo lei strillò “nooo, non adesso” ahah “io devo ancora venire!!!”.
Finito di schizzare non rimaneva che mollarla, lei si lascio cadere affianco esclamando “Tito, potevi resistere un po’ di più” io replicai “Ma io non ho ancora finito le mie risorse” e subito gli infilai una mano in mezzo alle gambe e la masturbai furiosamente mentre le leccavo ancora i seni.
A lei non ci volle molto a venire con un tsunami di piacere, tirata via la mano gliela porsi e lei se la leccò tutta ed esclamò “sei pieno di sorprese”, “ad averlo saputo prima non avrei perso anni di questi godimenti”
io le risposi “Ramona ad averlo saputo che eri così le avrei fatto si prima si”.
Mentre ci rivestivamo lei riprese a piangere e io gli chiesi “ora cosa c’è Ramona?”
Lei rispose singhiozzando “ora è cambiato tutto cosa faccio?”, “io non so cosa siamo adesso?”
Io “per il momento direi che Luca è storia passata, tu e io per il momento siamo amici speciali e con calma vedremo cosa proviamo”, dopo un attimo ripresi “Ramona tu sei troppo vulnerabile ora e forse ho sbagliato ad approfittare”.
A questo lei replicò “Tito questo non è stato un errore, anzi una cura” e mi baciò.
Riaccompagnandola a casa (non potevo lasciarla a piedi) mi disse ancora “grazie, sei stato fantastico ti voglio lasciare un ricordo” e tirò fuori dalla borsa le mutandine.
Se ve lo chiedete, dopo quella sera si è capitato ancora che ci dessimo da fare, ma non ci mettemmo assieme.
Se vi chiedete se le mie schizzate abbiano dato vita a qualcuno, no Ramona non è mai rimasta in cinta.
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