i****to
rilasciato 08.05.2017 in categoria sesso raccontoFaceva un gran freddo quella mattina.
Il vento, fuori, sembrava non volere più fermare le sue raffiche impetuose.
Dal caldo del mio letto diedi un’ occhiata annoiata al termometro che segnava appena 2 gradi.
“Cacchio che freddo !!” esclamai ancora assonnato, e mi rimboccai le coperte fino al naso beandomi di quella giornata di ferie.
Dopo una ventina di minuti però, la voce imperiosa di mia madre mi costrinse a superare il momento di torpore e ad alzarmi dal letto.
Ancora in stato di semi incoscienza mi diressi verso il bagno per la solita doccia mattutina.
Non accesi la luce (come al solito) e mi iniziai a spogliare.
Non appena abbassai le mutande una voce mi fece sussultare.
“Però … complimenti!”
“Ma…. chi…. ?” – dissi rialzando i boxer con un gesto repentino.
Era mia sorella, impegnata a depilarsi le gambe, che aveva lanciato quell’ apprezzamento nei confronti del mio sesso.
“Ma che dici Linda !! sei impazzita ?!”
“No, ho solo fatto un complimento al mio fratellone ! chissà quante ragazze ti corrono appresso !” disse accennando un sorriso malizioso.
“Dai Linda, finiscila ! scusami piuttosto se sono entrato senza bussare ma di solito a quest’ ora tu sei al lavoro. ”
“Si fratellone, vero, ma dimentichi che da oggi anche io mi godo le mie ferie, e non solo quelle spero!”
“Che intendi dire ?”
“Avvicinati che te lo spiego”
Non feci a tempo ad avvicinarmi che mi aveva abbassato i boxer ed aveva preso in bocca il mio pene.
In un attimo mi resi conto di cosa stava accadendo: mia sorella mi stava facendo un bocchino e per giunta mi piaceva !
L’ ancestrale divieto si fece strada dentro di me fino a fare si che con un gesto velocissimo mi liberai da quella calda accoglienza e scappai nella mia stanza.
Mi gettai sul letto ripensando a quello che era accaduto e notai che la cosa non mi era dispiaciuta affatto anzi il mio pene era ancora dritto e turgido, un senso di eccitazione mi aveva pervaso, ripensavo insistentemente alla bocca di quella che non era più mia sorella ma una donna che mi aveva cominciato un sapiente pompino che io avevo interrotto.
Ripensavo alla sua bocca che scorreva sul mio membro ed ai suoi occhi che mi fissavano languidi.
A quel ricordo mi masturbai venendo sulla mia mano ma appena mi stavo per pulire sentì di nuovo una voce femminile alle mie spalle.
“Che fai ora ? lo sprechi su un fazzolettino di carta ?”
Era ancora lei, mia sorella, era entrata nella mia stanza mentre mi masturbavo.
“Aspetta, dammi la mano, io non sono per sprecare le cose buone ! e poi sono una golosona !”
Mi prese la mano e cominciò a leccarla e succhiarla come fosse stata una caramella, il contatto con quella lingua non fece che accrescere la mia eccitazione e sentivo il pene spingermi sui boxer.
Ci sapeva fare la mia sorellona porca ! Aveva una maestria incredibile, leccava e succhiava le dita, il palmo, fino a ripulirmela completamente.
Appena finito si leccò le labbra, emise un sospirone come se avesse appena bevuto un bicchiere d’ acqua fresca e mi disse: “Buooono!!! Dolce e saporito ! veramente ottimo !” Mi posò il palmo della mano sul pene cominciando a carezzarmelo e dicendo “hai anche un bel pisello, spero che me lo farai assaggiare con più calma la prossima volta, timidone ! mi piacerebbe anche sentirlo dentro prima o poi, devi essere un grande scopatore tu ! le tue donne che dicono delle tue performances ?”
“Bhe, veramente….
io …..”
“Nooooo ! Fratellone sei ancora vergine ?”
“Si !”
“Sei vergine e rifiuti un pompino ? Mica sarai un frocetto ?”
“No !! un pompino mi piacerebbe ma…. ma tu… sei mia sorella !”
“Ma daiii – aggiunse lei – mica ho detto che dobbiamo sposarci o avere figli, ci dobbiamo solo divertire un poco! da piccoli giocavamo agli indiani, ora che siamo cresciuti ci divertiamo in altro modo no ? E’ solo un gioco ! O preferisci ancora gli indiani ? Pensaci e fammi sapere !”.
Rimasi inebetito non sapevo che dire mia sorella era così disinibita ? Cavolo ma fino all’ altro ieri guardava i cartoni !!
Sentì la porta richiudersi e, nel silenzio della mia stanza cominciai a pensare alle parole di mia sorella.
“Solo un gioco” in effetti l’ idea non mi dispiaceva, una 27enne infoiata che mi invitava a scopare, chissà quanti avrebbero voluto essere al posto mio, ripensai alle parole del mio amico Gianni che aveva sempre sostenuto di volere morire affogato dalla quinta di mia sorella, oppure a Filippo che mi diceva sempre che le chiappe di mia sorella lo facevano andare in tiro al solo pensiero e che se fosse stata sua sorella se la sarebbe scopata senza pietà.
Mi convinsi e mi preparai a fare capire a mia sorella che il “giochetto” mi stava bene mi vestì, e scesi, pronto per il pranzo.
Mia madre era in cucina a preparare, mia sorella la stava aiutando io accesi la TV e preparai la tavola quando suonò il telefono, mia madre andò a rispondere ed io ebbi l’ occasione di rimanere solo con mia sorella.
“Allora Linda, io ci avrei pensato, mi sta bene il gioco come lo chiami tu ! ma con mamma come facciamo ? se ci scopre sono cavoli amari per tutti e due !”
“E bravo il mio fratellino, ti sei convinto ! con mamma no problem ci divertiamo solo quando abbiamo via libera ! e poi mica è detto che dobbiamo divertirci solo in casa ! ci sono tanti posti ! Il garage, la macchina, il bagno di un bar e anche se ci scoprisse non credo farebbe dei problemi, mamma è molto all’ avanguardia in questo senso … vedrai, non ti pentirai di avermi scelta come compagna di giochi !” ed abbozzò un sorriso languido.
“Era papà al telefono, ragazzi ! ha detto che non torna a pranzo, quindi tutti a tavola !”
La voce di mia madre mi fece trasalire, presi le portate e mi diressi verso la tavola preceduto da mia sorella la quale cominciò ad ancheggiare sussurrandomi: “che faresti al mio culetto fratellone? Lo vorresti toccare ? lo sai che sono senza mutandine ?
Io abbassai la zuppiera con il sugo all’ altezza dell’ inguine per non fare notare l’ erezione che mi avevano procurato quelle parole.
Mi accomodai a tavola e cercai di distrarmi guardando la televisione ma il pensiero di mia sorella seduta di fronte a me senza le mutande in dosso mi faceva sentire un senso strano di ansia allo stomaco, le mani mi tremavano e credo che fossi anche sudato.
Pranzammo senza ulteriori allusioni da parte di mia sorella e alla fine del pranzo mi ero leggermente calmato.
Ci sedemmo tutti e tre sul divano a guardare la Tv e mia madre come al solito si appisolò, mia sorella ne approfittò prendendomi la mano e portandosela su una coscia.
Mi iniziò a guidare la mano lentamente verso la sua figa e sussurrando per non svegliare mia madre disse : “hai visto che ho messo le autoreggenti come piacciono a te ? ti ho visto sai, ti ci avvolgi il pisellone ogni tanto e ci sborri dentro! Sono abbastanza velate, fratellino ? ti piacciono ? dai, dimmelo che ti piacciono !”
Le sue parole non facevano altro che aumentare la mia erezione e appena il mio mignolo raggiunse la sua fessura lei ebbe un sussulto e mi disse : “ed ora puoi continuare anche solo vero ? dai, infila il dito nella fessurina ! la senti com’è bagnata ?”.
Io ero terrorizzato all’ idea che mia madre potesse svegliarsi quindi tenevo un occhio a quelle cosce da sballo fasciate nelle autoreggenti ed un occhio a mia madre che se ci avesse scoperto non l’ avrebbe certamente presa bene, malgrado mia sorella sostenesse il contrario.
Mia sorella cominciò a mugolare “hmmm, mi fai morire, sei bravo con le dita, ci sai fare !”
A quella frase mia madre si cominciò a svegliare passarono pochi decimi di secondo e tutti e due eravamo di nuovo composti a guardare la TV come due bravi bimbetti e non come due fratelli i****tuosi.
Verso le 20. 00 mio padre rientrò a casa raggiante di gioia in quanto era riuscito a concludere un affare piuttosto importante, baciò mia madre, e ci disse di prepararci perchè ci avrebbe portato a cena fuori.
Mentre mi vestivo mia sorella mi chiamò e mi disse di seguirla, mi porto vicino alla porta della camera dei miei genitori e mi disse di ascoltare.
“Non sento niente !” esclamai dopo pochi secondi.
“Appunto – disse lei – secondo te che fanno li dentro in silenzio ?”
“Si staranno preparando ! che domande. ”
“E’ li che sbagli fratellone, guarda dal buco della serratura !”
Mi chinai e vidi una scena degna del migliore film a luci rosse.
Mia madre stava facendo una spagnola a mio padre che ne pareva visibilmente soddisfatto e muoveva il bacino avantri e indietro.
“Ma gli scopa le tette ?!” dissi io
“Si – aggiunse mia sorella – e anche lui ha un bel pisellone ! adesso ho capito da chi hai preso !”
“Cazzo ma sei una vacca ! Quello è tuo padre !”
“Che ci posso fare se mi piace il cazzo ! a me non interessa chi ci sia attaccato dietro, mi piace solo il cazzo di un uomo!”
Mi dovevo rassegnare ad avere una sorella ninfomane che si sarebbe scopata pure il padre pur di avere un pisello tra le mani, devo dire però che la cosa cominciava a piacermi.
Dopo circa un’ oretta mia madre e mio padre ci chiamarono chiedendoci se eravamo pronti e aggiungendo che ci aspettavano in garage.
Mia sorella usci dalla sua stanza vestita e truccata come una vera vacca che gioca a fare la santarellina.
Tailleur nero con gonna poco sopra al ginocchio, calze velatissime color carne, delle scarpe con i tacchi alti con una fibbia alla caviglia ed un trucco che metteva in risalto la sua bocca da pompinara.
“Cazzo che figona !” dissi io “Ti pianteranno gli occhi addosso per tutta la sera”.
“Questo è niente – disse lei – guarda cosa ho fatto !”
Si alzò la gonna mostrandomi che non aveva indossato le mutandine poi abbassò la gonna e sbottonò la giacca del tailleur mettendo in mostra le sue stupende tettone senza reggiseno.
I capezzoli già duri e puntati verso l’ alto, le areole brune e grandi, la sua fica appena vista mi fecero l’ effetto di una intera confezione di viagra ebbi una violenta erezione ma lei mi disse : “Già duro ? trattieniti altrimenti non ci arrivi alla fine della serata ! Ti sborri nei calzoni prima della mezzanotte ! Ho in serbo delle sorpresine per te !”.
L’ idea delle “sorpresine”, come le chiamava lei, mi fece peggiorare la situazione mi sentivo il pene umido, duro e dolorante dentro i calzoni non sapevo come fare per allentare la morsa dell’ eccitazione indossai il cappotto che, data la sua larghezza, riusciva a coprire quell’ imbarazzante bozzo ed uscimmo.
In macchina parlammo del più e del meno, dell’ affare concluso da mio padre e del fatto che se tutto andava come lui sperava mi avrebbe regalato la tanto sospirata macchina.
A quelle parole mia sorella mi guardò e mi disse : “Una macchina tutta tua ?? beneeeee ! Un fratellone guidatore ! Spero mi darai un passaggio qualche volta !”, io risposi che certamente non avrei rifiutato un passaggio a mia sorella e lei mi disse in un orecchio : “Finalmente un posto dove potremo trombare in santa pace !” e si mise a ridere della mia faccia sconvolta.
Arrivammo al ristorante e, come previsto, a partire dai camerieri fino ai clienti, tutti gli occhi dei maschietti erano puntati su quel gran pezzo di fica che era appena entrata nel locale.
“Ti mangiano con gli occhi” dissi io e lei si limitò ad una risatina maliziosa.
Mi andai a lavare le mani e sentì che i camerieri stavano tirando a sorte il “fortunato” che avrebbe servito il tavolo 14.
Tornai al tavolo e, dopo pochi minuti, il vincitore si presentò menu alla mano. Mia sorella si appoggiò al tavolo in maniera tale da fare capire al cameriere che non portava il reggiseno, infatti il malcapitato sgranò gli occhi e cominciò a sudare … potevo ben capirlo una quinta in bella mostra non capita tutti i giorni.
Mangiammo benissimo e, in attesa del dessert, mia sorella disse che andava in bagno a darsi una rinfreshita, si alzò e si diresse verso il bagno scortata dagli sguardi della intera sala.
Mi era parso che vicino alla porta del bagno avesse lanciato un sorriso malizioso a qualcuno ma pensai che non sarebbe arrivata a tanto, che era solo una mia impressione.
Il dubbio mi attanagliava, però, e decisi di controllare con i miei occhi.
“Vado a lavarmi le mani” dissi ai miei e mi diressi anche io in bagno.
Aprì la porta del bagno delle donne e come sospettavo non vi trovai nessuno, idem in quello degli uomini.
Dove cacchio si era cacciata mia sorella ?
Attrasse la mia curiosità una porticina con su scritto “personale di servizio” e mi avvicinai silenziosamente.
Appena fui vicino abbastanza cominciai a sentire dei sospiri e dei gemiti.
Decisi di aprire molto lentamente la porta per farmi uno spiraglio dal quale guardare e, appena mi abituai alla penombra della stanzetta, vidi quello che sospettavo.
Mia sorella era poggiata ad un lavandino con le braccia larghe, la giacca del tailleur completamente abbassata sui fianchi e la gonna alzata in vita, le sue tette ondulavano ritmicamente, lei strabuzzava gli occhi e gemeva leccandosi le labbra con fare voluttuoso.
Aprì ancora di più la porta per vedere il fortunato scopatore e… sorpresa: il cameriere che ci aveva servito a tavola si stava inculando mia sorella.
“Sei una gran troia !” diceva il cameriere e lei rispondeva a tono dicendo “Siiii, hmmm, sono la tua troia …. che bel cazzo hai… sfondami il culo…. mettilo tutto dentro …. ti sento, sei duro come il marmo … hahaaa … mi bruci dentro come il fuoco !”
Ero intento ad osservare il culo di mia sorella sfondato da quel possente membro quando alzando lo sguardo mi accorsi che mia sorella si era accorta della mia presenza e guardava nella mia direzione dicendo : “Ti piace ? dai porco dimmelo che ti piace !” rivolta al cameriere ma guardando me che con un filo di voce sussurrai “Si, mi piaci da morire”.
Richiusi la porta e la senti urlare di godimento, mi infilai nel bagno degli uomini chiusi la porta e mi masturbai per scaricare l’ eccitazione accumulata in un’ intera giornata.
Tornai a tavola che mia sorella era già seduta e, vedendomi arrivare, mi sorrise con sguardo complice.
Il cameriere (con un viso visibilmente soddisfatto) portò il dessert ed il conto mio padre andò a pagare e finito il dolce uscimmo.
In macchina mia sorella mi disse ad un orecchio: “Visto tutto ?” ed io “Si, ho apprezzato lo spettacolino, ma sono un poco geloso!”.
“Lo avevamo detto, era un gioco, non siamo sposati, non devono esistere gelosie, io scopo con chi voglio e quando voglio …. anche con un cameriere se mi va ! e poi era tanto carino, per non parlare del suo cazzo ! lo sai che mi brucia ancora il culetto !?”
“Puttana, mi sto eccitando di nuovo !” questa frase la fece esplodere in un risolino acuto e malizioso.
“Che avete da dirvi di così segreto voi due la dietro??” disse mio padre “Niente papà, Marco mi ha raccontato una barzelletta” disse lei “e noi non possiamo sentirla ?”, “No….
no papà è un poco sporchina e mi vergogno un pò a raccontarla a te e la mamma”, “E la racconti a tua sorella ? con che faccia ?” disse mio padre ridendo, io stavo per rispondere che gli raccontavo le barze zozze con la stessa faccia con cui lei si faceva inculare nei cessi di un ristorante, ma mi trattenni e diedi una evasiva risposta buttando la cosa sul comico.
Mia sorella nel frattempo si stava aggiustando una calza mostrandomi apposta la sua peluria bionda ancora visibilmente umida dalla recente eccitazione ed io tornai in tiro come e più di prima.
“Wow, certo che ne hai avute di erezioni oggi ! devi stare proprio male, vero fratellone ?” mi sussurrò lei.
“Fanculo” – le risposi ad un orecchio.
Arrivammo sotto casa e mio padre disse “Ok, stasera vi faccio un regalo, io e la mamma saliamo a casa ma vi lascio la macchina, potete andare dove volete basta che vi portiate anche il cellulare così vi possiamo rintracciare”.
Mio padre che mi lasciava la macchina ? Cacchio! avrebbe dovuto concluderne più spesso di affari come quello !
“Ok, papi, grazie – disse Linda – ci facciamo un giro e rientriamo, niente di particolare”.
Mi misi alla guida e mia sorella al posto del passeggero dopo le ultime raccomandazioni di fare piano di mia madre partimmo senza una meta precisa.
“Lo sai che hanno trovato il modo di liberarsi di noi per farsi una santa scopata, vero ?” disse Linda.
“Si che lo so, sono imbranato, ma questo lo avevo capito anche io” risposi seccato.
“Allora senti imbranatone, che ne dici di fermare questa macchina in un posto appartato per fottere un poco come si deve la tua cara sorellina maggiore?” A quelle parole rimasi come stordito, non sapevo cosa fare, era una intera giornata che venivo sottoposto a sollecitazioni erotiche di ogni genere, la mia eccitazione era tale che pur di sfogarmi mi sarei scopato un buco in un muro ma sentirmi offrire una fottuta da mia sorella mi bloccava, non riuscivo a dire si e non riuscivo nemmeno ad oppormi.
“Senti Linda, tu sei un gran pezzo di figa, mi ecciti veramente, mi hai provocato per tutto il giorno, solo a pensare che sotto questo vestito non hai nulla mi arrapo da morire, ma… ma sei mia sorella !!! non posso scopare con te !”.
“Lo sapevo, ho il fratello frocio ! Eri d’accordo anche tu a divertirci insieme no ?! Adesso che fai mi lasci la fica in fiamme ?! a saperlo prima dal cameriere mi facevo fare servizio completo ! Glie lo prendevo anche in bocca, mi facevo trapanare anche la fica ! almeno non rimanevo con sta voglia ! Sai che ti dico stronzo mi faccio trapanare dal primo che passa, giuro !”
Nel frattempo mi ero fermato e con la coda dell’ occhio mi accorsi che si stava avvicinando una persona, incominciai a tremare, conoscendo mia sorella e avendo visto come si era fatta scopare da quel cameriere che neanche conosceva, la sapevo capace di fermare un tizio qualsiasi e chiedergli se voleva fare sesso con lei.
Man mano che la figura si avvicinava la mia ansia aumentava poi il tizio svoltò un angolo e la strada rimase deserta.
Cazzo che spavento, pensai !
Riaccesi la macchina e mi diressi verso casa “dove vai ora, imbecille ?” ; “A casa !” risposi.
“Ma bravo, lascia almeno scopare loro, no ?! Se arriviamo adesso li troviamo in pieni preliminari, la mamma non ha nemmeno cominciato a succhiarlo che arriviamo noi a rompere ….
i coglioni !”
“Hai ragione, che facciamo allora ?”, “io l’ alternativa te la avevo data ! ma siccome sei un imbecille puritano adesso facciamo quello che dico io !”
“Va bene, dove si va allora ?”
“A casa di Gianni, è un mese che ci invita a casa sua e stasera è il suo compleanno”
“Ma non abbiamo neanche un regalo, che figura facciamo ?!”
A queste parole lei mi guardò con sfida e mi disse : “Il regalo per Gianni….. sono io ! Sbaglio o ti ha sempre detto che avrebbe tanto desiderato morire tra le mie tette !?”
“Cazzo Linda ! non puoi farmi questo ! scoparti il mio migliore amico no ! se si sparge la voce che ho una sorella ninfomane sono fottuto !”
“No bello, casomai ad essere fottuta sono io ! ma nel mio caso non mi dispiace per niente.
”
Ero in una situazione difficile mia sorella aveva una gran voglia di fottere, io ero eccitatissimo per tutti quei discorsi sul sesso, i miei erano a casa che si godevano la loro scopata, e avrei dovuto portare mia sorella in regalo al mio migliore amico !
“No Linda ! a costo di scoparti io per tutta la notte, ma a casa di Gianni non ti porto !”
“Ma allora … che aspetti cretino ! fermati in quel vicoletto ! aspettavo queste parole ! dai, scopiamo ! non me ne è mai fottuto un emerito cazzo di quel mollaccione di Gianni !”
Non avevo ancora fermato la macchina che il mio cazzo era già fuori dai pantaloni e preda della sua sapiente lingua, mi leccava la cappella in maniera incredibile e con una mano mi massaggiava le palle.
“Uhmfhm …. fratellone che pisello magnifico hai … voglio provare tutto stasera”
Io non riuscivo a parlare ma presi coraggio e cominciai a massaggiarle il culo sodo cominciando a tirare su la gonna.
Le scoprì le tette e lei mi disse : “Che te ne pare ? Ti piacciono ? aspetta te le faccio provare !”
Mi strinse il pene in mezzo alle tette e cominciò a fare su e giù con quel seno poderoso.
Sborrai quasi subito tra la sua faccia e le sue tette in fiotti lunghi e potenti.
“Wow, che esuberanza ! mica avrai finito vero ?”
“Non lo so Linda, ti ripeto che per me è la prima volta, non so quante ne posso fare !”
“Non ti preoccupare sono sicura che adesso durerai un sacco, anche perchè lo voglio nella fica che stasera è ancora rimasta a secco !”.
Mi abbassò la spalliera del sedile, si alzò la gonna mettendo in mostra le sue meravigliose cosce fasciate da quelle strepitose autoreggenti e incomincio a menarmelo, poi lo prese nuovamente in bocca succhiando più forte di prima ed il mio pisello tornò di nuovo dritto.
“Benone ! – disse cominciando a salire su di me – adesso tocca alla mia … hmmm … fichetta” e si impalò sul mio pene.
Provai una sensazione strana, un misto di dolore e piacere insieme, ma era quest’ ultimo a prevalere.
Linda cominciò a muoversi disegnando un otto col bacino e mi sussurrava parole del tipo : “ti piace la tua sorellona porcella ? Senti come è calda la mia fica ? pompa, maiale, pompami ! Spaccami !”
Parole che non facevano altro che eccitarmi ancora di più allora presi coraggio e con un gesto sincronizzato al suo movimento le piantai un dito nel culo.
Lei con un urlo soffocato dal piacere urlò “HAHAAAA … Siiiiiiiiii, che belloooo !” e mi inondò il cazzo dei suoi umori, io venni poco dopo in un’ altra sborrata che non mi sarei aspettato (era la quarta della giornata).
Ci ricomponemmo, mia sorella mentre si rivestiva mi baciò in un bacio lungo ed infoiato, con la lingua e mi disse : “Sei un amante da urlo ! Ti amo ! spero che vorrai ancora scopare con me ci sono tante cose che non abbiamo fatto ! e poi il mio culetto lo devo anche a te … almeno solo perché sei mio fratello !”.
Rientrammo a casa abbastanza stanchi, i miei dormivano, e mia sorella dopo avermi salutato con un bacio profondo mi disse : “Riposati bene, saranno giorni faticosi questi ! mi sono venute alcune ideuzze … e siccome papà parte per Londra domani, tu rimani l’ unico pisello in giro per casa …. lo dovrai sostituire”. Non capì questa sua deduzione ma ero troppo stanco per analizzarla e mi andai a coricare.
La mattina dopo mi alzai molto tardi, ancora stravolto dalla “esuberanza” di mia sorella.
Andai in bagno cercando di trovare refrigerio sotto la doccia, ma il ricordo degli avvenimenti della sera prima mi portava un senso di eccitazione incredibile che neanche la doccia riusciva a sopire.
Il gioco mi piaceva e adesso volevo vedere dove sarebbe arrivata la fantasia erotica di mia sorella Linda.
“Ragazzi, sveglia, tra poco arriva lo zio” urlò mia madre dal piano di sotto.
Vidi uscire mia sorella dalla sua stanza, perfettamente vestita e truccata, sapeva di buono ed il suo odore mi inebriò.
“Ciao, scopone ! Come va ?”
“Dai Linda, non chiamarmi a quel modo !”
“Cavolo ! e come allora ?! Sei il migliore amante che abbia mai avuto !”
La sua affermazione mi fece piacere, ero un grande scopatore, e pensare che fino a dieci ore fa ero vergine !
“Dai, scendiamo di sotto !”. Mi si piantò davanti lungo tutto il percorso che portava dalle stanze da letto al piano di sotto e la vista di quel sedere tondo e sodo mi estasiava (credo anche che il mio sguardo non doveva essere dei più intelligenti).
Scendemmo ad attendere lo zio e a dare una mano a mia madre.
Dopo circa una decina di minuti suonarono alla porta.
“Ciao zione !” – disse mia sorella abbracciando zio Carlo con una prorompente carica di affetto.
“Wow, che affetto sconsiderato che ha mia nipote nei miei confronti !”
Dopo i soliti saluti ed un buon aperitivo ci sedemmo a tavola; io e mia sorella uno accanto all’ altra e di fronte a noi mia madre e mio zio (mio padre, come già detto, era partito la mattina stessa molto presto).
Mentre mangiavamo mia sorella fece cadere il tovagliolo e si chinò per raccoglierlo, appena rialzatasi mi fece un cenno lasciandomi intendere di fare lo stesso.
Mio zio e mia madre guardavano la tv e ci davano il profilo, io feci cadere una posata e mi calai per raccoglierla.
Sotto al tavolo, tra la penombra ed i riflessi azzurrati che la tv emanava, mi si presentò una scena incredibile: mio zio aveva il cazzo fuori dai pantaloni e mia madre lo stava masturbando lentamente.
La mia eccitazione era cresciuta, mi stava cominciando una erezione (in effetti stavo rischiando di vivere il resto dei miei giorni in perenne erezione, se le cose fossero continuate così).
Vedevo mio zio che socchiudeva gli occhi fissando lo schermo della tv e mia madre che, di tanto in tanto, si passava, voluttuosa, la lingua sulle labbra.
Guardai mia sorella che era visibilmente eccitata e si era messa una mano tra le gambe.
Incominciai ad avere fastidio per la prepotente erezione che spingeva dentro i pantaloni e speravo in una mossa risolutoria da parte di mia sorella, forse si sarebbe alzata per andare in bagno a masturbarsi, io l’ avrei seguita e avrei potuto ……. cavolo ! stavo diventando un maiale !
Non si mosse, mi guardò, mi sorrise provocante ma rimase seduta.
“Stronza !” pensai “Fino a ieri avresti pagato per scoparmi e ora che ne ho bisogno io stai ferma come un ciocco !”
Dopo una decina di minuti mio zio venne (me ne accorsi dall’ espressione che prese in volto) e mi incuriosì pensando a come mia madre avrebbe eliminato le tracce della sborrata, ma non mi ci volle molto a capirlo.
Si portò il fazzoletto alla bocca, coprì la mano e leccò tutto con cura.
Il gesto mi richiamò alla mente la mattina precedente, quando mia sorella mi scoprì mentre mi masturbavo.
“Ma guarda, madre e figlia hanno gli stessi modi … sarà colpa del DNA ?” pensai
La scena mi aveva veramente eccitato al massimo e mia sorella continuava a rimanere seduta.
Chi si alzò per prima fu mia madre che si diresse verso la cucina, solo allora mia sorella si alzò dicendo: “Ti do una mano a sparecchiare mamma” e mi lanciò un’ occhiata come per dirmi “Ti ho fregato !”; mio zio si alzò in un secondo momento per andare al bagno.
Mi alzai anche io portando in cucina le ultime cose che erano rimaste in tavola e mentre mi avvicinavo sentì mia sorella e mia madre che parlavano.
“Mamma, sbaglio o stavi masturbando lo zio prima ?” disse mia sorella.
“Bhè, si, è da quando siamo ragazzi che facciamo questo giochetto: lui si siede a fianco a me, mi struscia un ginocchio contro la gamba ed io capisco che vuole una pugnetta.
”
“Però ! ma dovunque siate ?”
“Si, lo accontento sempre …. una volta lo abbiamo fatto al teatro, un’ altra in un taxi, anche ad una mostra, ed una volta in treno. ”
“Cavoli ! ma, con papà come fai ?”
Papà non ha mai sospettato nulla e poi mica lo cornifico, mi limito solo ad un divertimento ogni tanto; anche se il pene dello zio mi piacerebbe sentirlo dentro ogni tanto, ha un bell’ arnese sai ?”
“Ho apprezzato mamma, mentre glie lo menavi ho sbirciato sotto al tavolo, è vero ha un bel pisello.
”
Ma che cazzo di discorsi erano tra una madre ed una figlia ! La cosa mi spiazzava definitivamente: avevo una madre ed una sorella ninfomani che parlavano di cazzi, seghe, voglia di scopare, ritenevano il sesso un divertimento, un gioco.
“Sai mamma, anche Roby ha un pisello niente male, e lo usa anche benino per essere alle prime armi !”
“Come ? ti sei scopata tuo fratello ?!”
“Mi sono divertita !… tutto qui ! mi faceva un sacco di tenerezza: 26 anni e ancora vergine ! mi dava fastidio vederlo masturbarsi davanti ai film porno o in bagno, non ti pare che fosse ora di fargli sapere cosa era una sana scopata ?”
“In effetti, meglio con te che con una puttana ! Mi ero accorta delle sue seghe mattutine e mi ero riproposta di insegnargli qualche giochino per iniziarlo alle gioie del sesso”.
Mia madre non era per niente sconvolta dalla notizia che io e mia sorella ce la spassavamo e per di più mi avrebbe voluto fare scoprire di persona cosa significasse scopare !
Ero realmente sconvolto, sapevo delle voci che correvano su mia madre, ma non gli avevo dato molto peso “La gente appena vede una bella donna che si abbiglia in maniera sexy, la etichetta subito come puttana” avevo sempre sostenuto.
Mi feci coraggio ed entrai in cucina con i piatti in mano, mia madre e mia sorella si guardarono e si scambiarono un risolino di complicità, Sistemammo la cucina, poi mia madre si allontanò dicendo che andava a fare un risposino.
“Hai sentito vero ?” mi disse Linda
“Si che ho sentito ! sono sconvolto”
“Ora che siamo soli ti posso confessare un segreto: la prima scopata l’ ho fatta con mamma, lei mi ha insegnato a farlo, ecco perché siamo così in confidenza da quel punto di vista. ”
Cazzo che notizia, Mia madre aveva insegnato a scopare a mia sorella ?!
“Ma … ?!”
“Si ! Mi ha spiegato cosa accadeva e poi mi ha rimorchiato un collega di papà … ancora oggi ci divertiamo tra noi femminucce !! ma credo che anche tu comincerai a fare parte integrante delle nostre feste! Prometti mooolto bene!”.
Avevo bisogno di riflettere mi misi il cappotto ed uscì, non sapevo cosa fare, ero eccitato e confuso al tempo stesso, vagavo senza una meta precisa, avevo anche pensato di pagare una prostituta ma non ebbi il coraggio, decisi di rientrare a casa.
Mia sorella era nella sua camera intenta a leggere un libro, di mio zio e mia madre nessuna traccia.
Andai in cucina a prepararmi una cioccolata calda quando sentì dei rumori provenire dal garage, mi avvicinai alla porta ed aprii lo spioncino.
Nel garage c’era mio zio intento a sistemare un vecchio frullatore che non usavamo più da anni.
Entrai per comunicargli l’ inutilità della sua premura.
“Ciao zio, non ci sprecare tempo ed energie, lo dobbiamo buttare quel ferro vecchio”
Mio zio saltò per aria appena mi vide.
“Mi hai spaventato ! a dirti la verità non avevo alcuna intenzione di ripararlo, stavo solo cercando di ammazzare il tempo in cerca di vecchi ricordi.
”
“Hai visto la mamma ?”, gli chiesi
“E’ andata a comprare …. il caffè, si era accorta che era finito. ” Lessi nella sua voce un certo nervosismo.
“Capito, buon divertimento col ferro vecchio allora, io mi vado a gustare la cioccolata. ”
Me ne tornai in cucina e mi versai il cioccolato nella tazza e mi misi a ciondolare per la stanza con la tazza in mano quando sentì la voce di mia madre che rientrava nel garage.
“Eccomi, li ho trovati, ma in una tabaccheria, sono dovuta andare in un quartiere dove non mi conoscessero. ” , le sentì dire.
“Perché tutte queste precauzioni ?”
“Nel quartiere tutti sanno che mio marito non c’è, e se mi vedono comprare dei profilattici ….. insomma ci vuole poco a capire … no ? Soprattutto con le voci che girano su di me. ”
“Hai ragione, ma adesso cominciamo ! è da quando siamo ragazzini che aspetto !”
Cazzo ! mia madre aveva concesso a mio zio la fica ?!
Corsi in camera a dirlo a Linda la quale non si fece pregare e scese con me in cucina di gran lena.
Appena arrivati ci mettemmo ad ascoltare.
“Io, veramente, Carlo … non saprei se facciamo bene !”
“Adesso che fai la santarellina ? Ti sei fatta inculare da mezzo paese quando eravamo ragazzi ! Che hai ora ? Ti sei dimenticata come si fa ? O sei fuori allenamento e ti si è stretto il buco ?”
Cacchio, allora non gli dava la fica ma il culo ! Lo spettacolo sarebbe stato unico !
Mia sorella si stava già accarezzando i seni ed i capezzoli spingevano imperiosi contro il maglioncino ! Ci guardammo per un attimo, complici e voyeur.
Io avevo iniziato un lentissimo massaggio al mio pene, che ormai era duro come la roccia e mi faceva addirittura male per l’ erezione.
“Dai, mettimi il preservativo come sai fare tu !” disse mio zio tirando fuori dai pantaloni un bigolo incredibile: lungo e grosso che strappò un “wow” di apprezzamento a mia sorella (ci avreste giurato, vero ?).
Mia madre scartò un profilattico e se lo portò alla bocca, poi si inginocchiò e cominciò a srotolarlo con le labbra sul pene dello zio.
Mentre eseguiva l’ acrobatica inguainatura cominciò lentamente ad alzarsi la gonna, scoprendo un paio di cosce ancora ben fatte e fasciate da un paio di collant neri che riflettevano la luce come fa la seta.
Mio zio la alzò prendendola dalle spalle, la fece girare poggiandola al cofano della macchina che era parcheggiata in garage e cominciò ad abbassarle sia le mutandine che i collant fino a metà coscia.
“Hai visto che bel culo che ha la mamma ?” mi disse mia sorella che nel frattempo aveva cominciato lentamente a masturbarsi.
“E’ vero, ha un culo da favola !” dissi io.
Nel frattempo mio zio aveva poggiato la punta del pene sul buchino della mamma e cominciava a spingere tra gli urli ed i gemiti di quest’ ultima visibilmente eccitata.
Dopo un paio di spinte, il pisello dello zio penetrò completamente nel sedere di mia madre la quale cominciò a muoversi come solo la migliore delle puttane sa fare.
“Guarda che brava la mamma !” disse Linda “dimmi la verità, ti piacerebbe farle il servizietto come sta facendo adesso lo zio vero ?”
Io ormai avevo tirato fuori il pene e mi stavo masturbando molto lentamente, quasi seguendo il ritmo dell’ inculata che si stava proponendo ai miei occhi.
“Si, si Linda, mi piacerebbe, vorrei tanto sfondare il culo a mamma ! Mi piace il suo culo !”
Ormai non connettevo più, i miei ormoni erano in un tale subbuglio che il grado di parentela era annullato dallo stato emotivo in cui mi trovavo.
Presi mia sorella per i fianchi, le alzai la gonna e le piantai il pene nella fica che era un vero lago di umori.
La mamma urlava, lo zio rantolava di piacere.
“Che bel culo caldo che hai ! Quanti te lo hanno messo qui dentro ? dai dimmelo quanti !”
“Tanti Carlo, tanti, anche il garzone del bar, se ti interessa, quando mi porta il caffè vuole sempre come mancia il mio culo ! E adesso anche mio fratello ! Spaccami, porco, sbattilo dentro più forte ! Fammi sentire le palle sulla fica !”.
“Senti com’è porca la mamma Linda ! ecco perché il ragazzo del bar viene sempre con piacere a casa ! E’ la mancia che gli interessa.
” Dicendo questo sentì delle contrazioni fortissime e venni nella passera di Linda che ormai non si reggeva più sulle gambe.
Mio zio venne dopo un paio di minuti tra urli e incitamenti di mia madre che sbrodolò dalla fica una quantità di umori da non credersi.
Io e Linda ci ricomponemmo ed andammo verso le nostre camere (eravamo troppo sconvolti dall’ eccitazione per nasconderlo).
Quando scesi al piano di sotto mia madre era sola ed io mi misi a sedere accanto a lei.
“Senti mamma, io avrei da dirti una cosa”
“Dimmi piccolo, cosa c’è ?”
“Sai, dopo pranzo io mi sono preparato una cioccolata”
“Si, ho visto la tazza sporca in cucina …. tutto qui ? Hai quella faccia seria solo perché hai bevuto della cioccolata ? Alla tua età mica ti devo dire io cosa devi o non devi bere, mi pare che sei grande abbastanza per decidere da solo !”
“No ! no, mamma, non è questo, è che mi sarei trattenuto a bere mentre…hem… si mentre … insomma…”
“Haaa, hai visto me e lo zio che ci divertivamo in garage ?”
“S..ss…si ! E me lo dici così ?”
“E come dovrei dirtelo ? Ci stavamo solo divertendo un poco, mica abbiamo ucciso nessuno !”
Quelle parole mi spiazzarono, in quella casa il sesso era considerato un “passatempo” con chiunque fosse fatto.
“In effetti non hai tutti i torti mamma, vi siete divertiti parecchio però”
“Hmm …. si lo zio è proprio bravo! Tu piuttosto che facevi mentre io e lo zio ci divertivamo?”
“Hem… ero eccitato e anche Linda lo era”
“Anche Linda era li con te ? ma siete due impiccioni, non si può neanche prenderlo in culo in pace che voi siete li a spiare !” e scoppiò in una fragorosa risata che io assecondai (in effetti in quel clima la battuta non era male).
“Ma dimmi una cosa, non facciamo che per caso data la comune eccitazione ti è scappato il pisello dai pantaloni e per sbaglio si è infilato nella fichetta di tua sorella e lei abbia anche gradito?”
“bhè, insomma…io…io…veramente…. un poco” dissi imbarazzatissimo.
“Solo un poco ? Mi deludi ! Guarda che non gli fai mica male ! Tua sorella è una troietta niente male ! Lo sa prendere bene e poi ha una certa esperienza, tutta merito mio modestamente.
” Aggiunse con fierezza.
“Lo so, Linda mi ha detto che tu ….. ”
“Le ho fatto fare un bel po’ di pratica”
“Ma come ?”
“E va bene curiosone, per esempio la prima volta io e Linda andammo a prendere papà in ufficio, erano quasi le due ed erano rimasti in pochi al lavoro. A Linda è sempre piaciuto un collega di papà che ha circa quarant’ anni, ed in effetti ha un bel fisico ed è un bell’ uomo, non ti nascondo che anche io un paio di volte ci ho fatto un pensierino.
Comunque, eravamo nell’ ufficio di papà sedute sul divano ad aspettare che papà finisse una riunione, vidi che tua sorella aveva lo sguardo puntato su quell’ uomo, allora le consigliai di scoprire un po’ di più le gambe per mostrare il pizzo delle calze se voleva attrarre la sua attenzione e dopo chiamai il collega di papà. Lo intrattenni un poco parlando del più e del meno notando che il suo sguardo si posava con insistenza sulle cosce di tua sorella.
Dopo un paio di minuti mi allontanai con la scusa di andare in bagno. Per farla breve tua sorella si è fatta scopare da quel maschione nell’ ufficio di papà. ”
La storia mi aveva eccitato parecchio e la mamma se ne accorse.
“Ma, Roberto, ti sei eccitato ? Povero piccolo, forse non dovevo raccontarti questa storia mi devo fare perdonare ! Cosa vorresti che ti facesse la mamma ? Sono brava sai, so fare un sacco di cose! Vediamo te lo prendo in mano ? o preferisci la bocca ? Non ti offro il sederino perché ancora mi brucia, ma in compenso ho una passerina niente male ! Ti va di provare ?” e dicendo questo cominciò ad alzarsi la gonna.
La cosa mi sconvolgeva, mia madre si stava offrendo, le avrei potuto dire qualsiasi cosa in quel momento, avrei potuto persino scoparla ma mi alzai e me ne andai in camera mia.
La lasciai sul divano e notai nei suoi occhi uno sguardo che mi sembrò di delusione.
Ripensai tutto il giorno a quello sguardo, cercavo di capire cosa volesse dirmi con quegli occhi azzurro mare, ma non riuscivo a capirlo.
Uscì dalla mia stanza pronto a chiederlo direttamente a lei e mi diressi verso la sua camera, bussai alla porta e lei mi disse di entrare.
Si stava vestendo, aveva in dosso un vestito rosso che la fasciava in maniera divina mettendo in risalto tutte le sue curve, la scollatura era molto ampia e mi permetteva di notare l’ assenza del reggiseno e lo notai ancora di più quando si chinò in avanti per cercare nel portagioie una spilla.
Aveva dei seni magnifici, con le areole larghe ed i capezzoli tondi e grossi.
“Che cosa guardi !? porcellino ! Le tette della mamma ?”
“No!… no mamma scusami ! è che … niente lascia perdere !”
“Mettiamo fine a questo strazio per il tuo povero pisello ! Mi metto una spilla per chiudere la scollatura, anche per evitare che qualcuno, al cinema, mi violenti … no?”
“Si, infatti è meglio ! Ma, ma, quale cinema ?” aggiunsi io ancora inebetito.
“Ha, già, dimenticavo, andiamo al cinema, io e te ! Ma tu cosa volevi dalla mamma ? Dovevi chiedermi qualcosa ?”
“No, no mamma nulla, vado a prepararmi !”
“Aspetta un attimo solo, dammi un consiglio, che calze metto con questo vestito ?”
Dicendo questo aprì un cassetto pieno di calze di ogni tipo ne prese tre modelli e li posò sul letto come per mostrarmi un campionario e mi rifece la domanda.
“Allora ?! Quali metto?”
Indicai un paio di autoreggenti talmente velate da sembrare quasi invisibili; lei le prese e cominciò ad indossarle con fare malizioso.
“Però, sei un buongustaio in fatto di calze ! Hai scelto le più costose sai ? Devo portarti con me la prossima volta che le vado a comprare, sono sicura che ti divertirai”.
Mi richiusi la porta alle spalle e mi andai a vestire.
Uscì dalla mia stanza vestito e profumato, mia madre era già giù che mi aspettava.
“Hei, tiratardi che non sei altro, se non ti sbrighi perdiamo anche l’ ultimo spettacolo. ”
“Eccomi mamma, sono pronto, possiamo andare, ciao Linda ci vediamo più tardi”
Mia sorella mi spiazzo completamente dandomi un bacio con la lingua che mi lasciò senza fiato.
“E a me niente ?” disse la mamma mentre si avvicinava a mia sorella.
Si sorrisero e cominciarono a limonare come due vacche, mia sorella allungò una mano sotto la gonna e la mise tra le cosce di mia madre che emise un sospiro di godimento.
“Wow, mi devo rimettere il rossetto adesso” disse la mamma.
Io ormai ero in totale stato di catalessi e la mia erezione era terribile, le gambe mi cedevano, avevo capito che quella non sarebbe stata una serata normale.
Arrivammo al cinema e, pagati i biglietti, ci accomodammo in sala, non c’era molta gente: un signore sulla cinquantina nella terza fila, una coppia di ragazzi nella stessa fila in cui eravamo io e mia madre e una anziana signora in prima fila.
“La crisi del cinema !” disse mia madre ridendo ed io insieme a lei.
“Perché non mi vai a prendere qualcosa da bere Robertino ?”
“Vado subito mamma”
Le presi un chinotto che sapevo tra le sue bibite preferite.
Tornai in sala mi accomodai sulla poltrona alla sua sinistra e le porsi il chinotto ma notai che il signore della terza fila si girava spesso a guardarla.
Capì solo dopo qualche istante il motivo di quegli sguardi insistenti: mia madre aveva tolto la spilla dal vestito e quindi la sua scollatura concedeva un vasto panorama e pergiunta aveva preso a succhiare quella cannuccia simulando un bocchino; stava sbocchinando un chinotto ! era il massimo !
Si spensero le luci e la proiezione cominciò.
Durante il primo tempo mia madre mi si avvicinò e mi sussurrò all’ orecchio: “Roby, c’è uno che mi ha messo una mano tra le cosce”.
Mi girai leggermente, giusto per osservare cosa stesse accadendo con la coda dell’ occhio, e vidi che il signore della terza fila si era spostato ed adesso sedeva accanto a mia madre, muovendogli la mano in mezzo alle gambe.
La cosa più strana e che mia madre cominciava ad emettere dei soffocati mugolii di piacere.
Stavo cominciando a sentire il solito turbamento e la solita prepotente erezione.
Mia mamma era li, accanto a me, e tra le cosce aveva la mano di un prefetto sconosciuto, provandone piacere.
”Cavoli se ci sa fare !” mi disse “Mi sta facendo sbrodolare la passera” e dicendo questo mi afferrò con prepotenza il pene attraverso i pantaloni.
Ebbi un sussulto misto ad un immenso piacere, soprattutto quando gli sentì dire: “Quasi, quasi me lo porto in bagno!” ma non si riferiva al tizio seduto accanto a lei, ma al mio pene.
Infatti richiuse le gambe, allontanò con fermezza il suo occasionale vicino e, presami la mano, mi tirò verso il bagno del cinema.
Richiuse la porta alle sue spalle e la bloccò con il fermo di sicurezza, mi appoggiò spalle al muro e mi disse : “ Ti piace la tua mammina troia ? Adesso la mamma te lo prende in bocca e se sarai bravo ci faremo una scopata memorabile … forza, tiralo fuori, fai vedere alla mamma come sei cresciuto!”.
Ero in un tale stato di eccitazione che non mi resi conto dell’ imminente atto i****tuoso che stavamo per compiere.
Tirai fuori il mio pisello, ormai dolorante e gonfio, lei non disse una parola, lo guardò con gli stessi occhi che può avere chi vede una pietanza dopo un mese di digiuno, si inginocchiò e lo prese con la bocca cominciando uno dei pompini più belli della mia vita.
Le uniche cose che sentivo in quel bagno erano i suoi risucchi osceni ed i mugolii di piacere che emetteva ogni volta che si rialzava per prendere fiato (cosa che accadeva molto raramente), sentivo lo sperma salire dalle palle con insistenza e credo che lei se ne accorse, infatti mi strinse il pene alla base e diede un risucchio più forte degli altri.
Proruppi in una interminabile serie di schizzi nella sua gola e ad ogni schizzo corrispondeva un suo gemito di piacere.
Non sprecò una goccia del mio seme ingoiando tutto e dicendo: “Sa di buono, hai un cazzo magnifico, ti ho fatto proprio bene, ma ti voglio sentire dentro, ho la passera in fiamme ! Perché non spegni il fuoco col tuo idrante ?!” e dicendo questo cominciò ad alzare in vita il vestito e ad abbassare gli slip alle caviglie.
Si appoggiò con le mani ad un cesso pensile, divaricò oscenamente le cosce, si allargò la fica con due dita e mi disse : “Ti piace la passera della mamma ?”
“Si, si mamma, è stupenda, sembra di velluto!”
“E allora che aspetti ? Sei o no un maschietto ?”
Ero bloccato, le gambe non rispondevano ai comandi del mio cervello, avevo davanti a me una passera aperta eppure non riuscivo a muovere un passo, sapevo che era la fica di mia mamma, non di una donna qualsiasi e questo mi bloccava.
“Hei, piccolino, che hai ? Sei spaventato perché sono la mamma ? Magari se fossi una troietta qualsiasi mi avresti già sfondata ! Dico bene ?”
“Si mamma, io … io … ecco, non ci riesco ! Porca puttana, sei mia madre !”
La mamma si ricompose, tirò su gli slip e mi abbracciò, potevo sentire il calore del suo corpo, un calore non di madre ma di femmina. Aveva le guance arrossate ed il rossetto sbavato dal bocchino che mi aveva appena fatto, con un dito le tolsi una sbavatura dal labbro inferiore, lei capì, si abbasso la gonna e si diete una ritoccata al trucco.
“Non mi hai voluta scopare, mi rendo conto delle tue paure (che ti farò superare) ma non puoi lasciarmi in queste condizioni”.
Si mise una mano sotto la gonna, armeggiò un poco con gli slip e tirò fuori le dita completamente grondanti di umori profumati.
“La mamma sta scolando, mi sono eccitata da matti e adesso devo fare qualcosa per farmi passare la voglia che mi hai fatto venire con quel pompino”.
Ero terrorizzato dall’ idea che potesse scoparsi chiunque avesse incontrato (ne era capace a freddo, figuriamoci con quella smania che aveva adesso).
“Va bene mamma, allora io me ne torno a casa, ti lascio sola. ” Mi fermò per un braccio con una forza incredibile e, con tono quasi incazzato, mi disse:
“Cosa fai ora ? Torni a casa ? E appena tua sorella ti vede solo cosa le dici ? Che hai lasciato mamma in un cinema a scoparsi lo scopabile perché non hai avuto il coraggio di trobaglierla? Eh no roby, tu ora rimani con me e mi guardi agire, se è il caso e se incontriamo la persona giusta !”.
Era decisamente infoiata alla grande, non conoscevo questo lato della mamma ma avevo come la strana sensazione che mi ci sarei dovuto abituare.
Tornammo a sederci, ma in un’ altra fila, ormai nel cinema non c’era più nessuno, tranne la coppietta che presa da una pomiciata ai limiti dell’ osceno non si era neanche accorta che il film era finito e le luci si erano riaccese.
“Cosa aspettiamo mamma ?”
“Che ti si sgonfi il pisello ! Vorrai mica uscire in strada in quelle condizioni ?!”
Effettivamente ero in uno stato pietoso avevo, ben visibile attraverso i pantaloni, una prepotente erezione in atto che non accennava a smettere.
“Figlio mio ! ma sei incredibile ! Ti ho appena fatto un pompino ed hai ancora il cazzo così in tiro che potresti fotterti dieci donne di fila !”
Dicendo questo mi posò una mano sul pene ed esclamò: “Porc…. ma è durissimo !”
Mi alterai un poco di quelle continue provocazioni le tolsi la mano dalla patta con tanta di quella decisione che credo di averle fatto anche male.
“Cazzo mamma, smettila ! Se continui a fare la troia, come credi che mi passerà questa erezione !”
Mi guardò dritto negli occhi, quasi con odio, si alzò di shitto, mi porse il cappotto e con una freddezza inaudita mi ordinò : “Andiamo !”
Uscimmo dal cinema lei fermò un taxi e tornammo a casa.
Rimase fredda per tutta la sera, la notte la sentii masturbarsi in modo violentissimo mentre sussurrava il mio nome.
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