pronta per te
rilasciato 03.07.2015 in categoria sesso racconto…stavo già godendo, da non credere… ti sentivo spingere e sbattere da dietro, sentivo la tua carne entrare e uscire da me con impeto e passione, le tue mani mi stringevano i fianchi e mi tiravano a te in sincrono con le tue spinte, c’ era qualcosa di selvaggio in questa “prima volta”, desiderata da tanto ma negata per ovvi motivi, immaginata eppur negata anche come pensiero, proibita.
Sento l’orgasmo che sta per arrivare, lo sento nascere dentro di me e salire, adesso sono io che vengo a cercare il tuo sesso, lo voglio in profondità dentro di me, adesso voglio sentirti tutto, voglio godere e farti godere, le mie dita si muovono veloci sul clitoride, cosi, cosiììì…
…per qualche lungo stremante secondo perdo il contatto con la realtà, è sempre così quanto ho un orgasmo vero, quando trovo qualcuno che mi fa godere veramente, solo ora sento il tuo pulsare dentro me, sento che piano piano escono le ultime gocce di sperma, non è stata una buona idea ma credo ti sia piaciuto così, liberamente, senza pensieri, senza costrizioni…
Ti sento uscire dolcemente, appoggi una mano dove fino a un attimo prima affondavi il tuo membro a impedire che i nostri liquidi colino sulle mie gambe, sulle mie scarpe, sul pavimento.
L’ asciugamani era già pronto, me lo porgi baciandomi sulla spalla, sei sudato, umido, sento il tuo respirare profondo, hai bisogno di riprendere fiato anche tu…
Io non so come sto, mi tremano le gambe e non voglio pensare a niente. Lo so, abbiamo appena scopato, io e te, abbiamo mescolato i nostri corpi e i nostri sensi, e sento qualcosa che non mi era mai capitato di sentire prima, non c’ è il senso di vuoto e appagamento a cui sono abituata.
Una punta d’ ansia forse, un po’ di rimorso, credo…
– Vado a lavarmi un attimo.
– Certo , poi devo andare anche io.
– Faccio in un attimo, una risciacquata e poi sai, devo scappare…
– Anche io sono in ritardo, bisogna che ci sbrighiamo…
Cammini con fare sicuro nonostante la tua nudità, indosso hai solo un paio di calzini e la maglietta, saresti ridicolo se non fosse che sei mio.
Mentre ti allontani ti osservo, hai un sedere bellissimo e gambe forti e muscolose, un uomo vero che piacerebbe a tutte le donne, di certo piaci a me… Di certo attrai me…
Recupero le mutande cadute a terra, mi tolgo le scarpe per prepararmi ad andare in bagno a lavarmi e ti immagino mentre ripulisci ogni traccia del nostro incontro dal tuo corpo, mentre ti scopri il glande per lavarti meglio, visione eccitante e per nulla romantica lo so, ma non possiamo permetterci il romanticismo, niente normalità per noi, solo desiderio, fisicità, solo sesso…
Un attimo fa eri con me, in me, e adesso sei così lontano.
Nel bagno in fondo al corridoio lo so ma già troppo distante… Quante cose dovrei dirti ora che è successo. Quante cose voglio da te adesso che posso chiedertele…
Non aspetto che mi lasci il bagno libero, entro e ti trovo appoggiato al lavandino, il pene in mano e uno sguardo interrogativo che cerca i miei occhi… non ho tempo di spiegarti, mi chino e ti giro a me, prendo in bocca il tuo membro, moscio lo chiamano, morbido è come mi piace definirlo, ne scopro la punta, la succhio dolcemente mentre ti massaggio i testicoli, l’ erezione è quasi immediata, mi riempie la bocca, ti lecco a cercare un po’ del sapore dei nostri sessi, ti masturbo sempre più velocemente, ti accarezzo il sedere e ne cerco il solco, devo farti godere in fretta, ho voglia di berti, di sentire il tuo sapore, sento l’ ansia crescere, non dovremmo essere qui, il tempo passa e diventa pericoloso restare in questa casa a quest’ ora.
La porta potrebbe aprirsi da un momento all’ altro e cosa fare, come spiegare, cosa inventare…
Cerchi il mio seno con una mano, ti chini per toccare meglio
– che tette fantastiche hai…che capezzoli grandi, duri… sei fantastica…
l’ ultima parola ti esce al rallentatore mentre con la prima ondata mi riempi la bocca di sperma ma non mi lasci bere tutto il tuo orgasmo, lo togli dalla mia bocca e ti fermi appena fuori:
– fatti sborare in faccia!
Anche l’ ultimo tabù è caduto, mi maltratti come una donna qualunque, come se fossi la ragazzina rimorchiata la sera in un locale, una da sbattere e dimenticare, sento i tuoi schizzi entrarmi negli occhi bagnarmi i capelli coprirmi la bocca scendere verso i seni sopra la camicia e sulla gonna…dovrò cambiarmi e fare una doccia, inventarmi una scusa per essere a casa a quest’ ora…
…sono uscita dalla doccia e tu non c’ eri già più, mi sono messa la prima cosa che ho trovato nell’ armadio e sono salita in auto… sarà il caldo o sarà l’ età che mi gioca brutti scherzi, non sono abituata a fare queste cose, sarà che per fare la troia con te non ho avuto il tempo di mangiare nemmeno un boccone… la testa mi gira e non so come sarà il pomeriggio di lavoro… forse dovrei tornare a casa e andare a riposare…a pensare…
Meglio di no, meglio distrarsi con gli impegni che mi attendono in ufficio, meglio fare altro.
Apro il finestrino mentre guido, lascio che l’ aria mi sbatta in faccia, spero che mi svegli, mi ridia lucidità, devo riprendere il controllo…
Il telefonino fa un trillo, un nuovo sms, “Ho voglia di prenderti dietro”.
– Ma che cazzo… Sono felice che mi stai pensando anche tu solo che non credevo così, diavolo, ti pare qualcosa da scrivere, devo ancora abituarmi all’ idea, devo ancora rendermi conto di cosa è successo pochi minuti fa, di realizzare che è successo veramente… dobbiamo spiegarci, parlare di noi, devo interiorizzare la cosa, altro che darti il mio…culo…
Ecco, adesso che ci penso, adesso che penso a quello che mi hai scritto, a quello che vuoi da me, a come potrebbe essere…sento la pressione salirmi alle stelle, ho caldo, tanto caldo, ho già paura, non era per niente scontato che ci sarebbe stata una prossima volta, e se ci sarà so che farai di me ciò che vorrai.
Cosa mi stai facendo, cosa stai tirando fuori da me, cos’ è questa sensazione sconosciuta, questa follia che ormai non mi permette di essere come sono sempre stata, razionale e pacata, mi sento come una sedicenne alla prima cotta ma non ho sedici anni e proprio non posso innamorarmi di te…
Nessuno mi ha mai infilato niente lì. Nemmeno un dito. Ho paura di quel momento. Ho tanta paura. E ho voglia.
Ho tanta voglia, sono già bagnata, di nuovo, la terza volta in poco più di un’ ora…
Mi eccito al solo pensiero di essere…inculata, sì, è questa la parola giusta, al solo pensiero di essere inculata da te… Sono ferma al semaforo, come un automa registro i movimenti del mio corpo ma non sono movimenti che comando io, è qualcosa dentro me che muove la mia mano, la sento che scende verso la gonna, la solleva e scosta le mutande, cosa diavolo sto facendo in centro, in pieno giorno, tolgo la mano quando il semaforo diventa verde e mi accorgo che il tassista accanto mi guarda strano…
Riparto ma non vado verso l’ ufficio, il park sotterraneo è li a poche centinaia di metri, entro e scendo all’ ultimo livello, mi infilo tra due grosse berline, mi slaccio la cintura di sicurezza e torno al punto di prima…
Sono fradicia, spalanco le gambe più che posso, mi tolgo le scarpe per poter appoggiare i piedi sul cruscotto, devo provare una cosa, non lascerò che l’ imbarazzo o il timore di non saperti soddisfare rovinino ciò che è appena cominciato…
Con le gambe in alto sposto decisamente le mutande verso l’ esterno, vedo le labbra della mia vagina gonfie e lucide, ci passo la mano sopra, bagno per bene tutte le dita e scendo verso il basso… di solito mi tocco dietro casualmente, o mentre mi lavo o mi pulisco, adesso invece voglio sentire se sono capace di usare il mio inviolato sedere anche per quello che tu vuoi…
Mi bagno per bene, mi accarezzo dolcemente, sento la mia carne sotto i polpastrelli, sarà la voglia che mi invade ma ho fretta di sapere, di conoscere questa cosa nuova per me, provo ad entrare un po’ con il dito, non fa male, anzi, sento il mio corpo che chiede più penetrazione, spingo piano, pronta a fermarmi a primo segnale di dolore o altro ma in pochi secondi sono in fondo…
Mi piace.
Mi eccita da morire. Altri umori colano sul mio didietro, sulla mia mano; li uso per bagnare ancora un dito e cerco di infilarlo di fianco all’ altro, ecco, così è gia più simile all’ ingombro del tuo cazzo, così fa un po’ di male ma così mi sento veramente troia, veramente pronta per te. Vorrei tu fossi qui, adesso.
Ti immagino mentre mi guardi e ti ecciti, chissà, forse avresti usato la tua lingua per preparami, al posto delle mie ci sarebbero le tue dita… Le tue dita dentro me, nel mio culo e la tua lingua sul clitoride…che voglia ho addosso…non posso fermarmi, non ci riesco proprio, ho voglia di godere, sì, in questo fottuto parcheggio, da sola.
Pensando a te. Sognando te.
Vorrei telefonarti e raccontarti dove sono, cosa sto facendo…
Vorrei tu mi vedessi mentre mi scopo il culo con due dita, mentre mi masturbo selvaggiamente, mentre tiro e allargo e giro sulla figa, mentre entro ed esco dal mio buco con furia che non credevo di possedere, sento l’ orgasmo arrivare e allora sento il bisogno di due dita anche davanti, se mi vedessi mentre mi chiavo così, in questo merdoso parcheggio, dio quanto vorrei sentirti dentro me…
Godo urlando forte, non mi interessa se qualcuno mi sente, se qualcuno viene a vedere, spingo se possibile ancora più a fondo le dita nelle mie viscere, da là sotto mi esce di tutto, senza dubbio sto macchiando il sedile ma non importa… come mi sento bene, adesso… come mi sento sicura di me stessa, so che posso essere il tuo gioco perfetto.
Sempre pronta a qualsiasi cosa… sempre disponibile, sempre affamata di te…
Fuori c’è il sole. Fa caldo. E’ una bella giornata e io sono ridotta a uno straccio. Ho mille odori addosso, devo assolutamente fare un’ altra doccia, rilassarmi e concentrarmi. Pensare e pianificare. Stasera quando rientrerai io sarò lì, troverò il modo per stare con te qualche minuto, da soli, lontani da tutti. Dietro una porta possono succedere molte cose….
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