fantasie….
rilasciato 12.11.2011 in categoria sesso raccontoÈ avvenuto tutto con particolare naturalezza, la stessa con la quale io ed i miei amici scegliemmo la fila nella quale sederci per vedere il film.
Schierati come soldati avevamo occupato gli ultimi cinque posti delle file più alte, io rispetto agli altri ero il più esterno ed accanto a me, come a fare da jolly a chissà quale spettatore solitario una poltrona libera, una poltrona che venne occupata soltanto dopo l'inizio del secondo tempo.
Li per li non feci caso all'uomo che mi sedette vicino, era certamente molto grande ma non lo guardai nemmeno in faccia, lo capii sbirciando il suo cappotto ed i suoi pantaloni di velluto a costine tipici dei “vecchi” di quegli anni.
Non ho mai capito il perché, ma i signori nati prima del 1950 hanno come idea di lusso e dell'eleganza i pantaloni di velluto ed i maglioni in cachemire con i rombi disegnati sopra.
Il tizio era vestito così, con quel tipico abbigliamento che sembrava superato già nel 1993.
Nemmeno dieci minuti dopo essersi seduto quell'uomo grande e silenzioso cominciò a trafficare con le mani sotto il cappotto, inizialmente credetti che stesse cercando qualcosa da mangiare ma dopo mi resi conto che le sue intenzioni erano ben altre, la mano che nascondeva sotto il tessuto compiva un movimento lento e ondulatorio, il movimento tipico delle pratiche auto erotiche e con addosso uno strano imbarazzato, feci finta di non essermene accorto e continuai a guardare dritto.
In verità quello che stava accadendo mi incuriosì molto, potrei dire che mi incuriosì in modo particolarmente morboso, perché quella sua sfacciataggine aveva di per se un certo fascino, un fascino losco, sporco.
Quando comunque tutto iniziò a diventare paradossalmente normale accadde una cosa che non mi sarei mai aspettato, l'uomo accanto a me poggiò la sua mano sulla mia e senza alcuna veemenza la accompagnò lungo le sue gambe fino a farla sparire sotto il cappotto.
Quel gesto dalle movenze delicate ma allo stesso tempo tremendamente prepotente provocò in me una straziante emozione.
Ricordo perfettamente come mi sentii in quel momento, quando un miscuglio di terrore e di assurdo piacere mi spezzarono letteralmente il fiato.
Pensieri disparati cominciarono ad offuscarmi la vista, in pochi istanti provai un forte senso di angoscia per non aver neanche tentato di opporre resistenza e un immediato terrore di poter essere visto dai miei amici, ma anche un illogico e disordinato piacere per quell'atto così laido e proibito.
Ad un certo punto mi ritrovai con la mano a stringere il cazzo duro dell'estraneo che mi sedeva vicino, quella sensazione di pelle che scivolava via dal palmo della mia mano, piuttosto che darmi fastidio non fece altro che eccitarmi.
Non avrei mai voluto provare piacere per una cosa come quella ma non potei farci nulla, rigido come una barra in acciaio mi abbandonai a quel turbinio di emozioni, alla piacevole sensazione di riempimento che quel pezzo di carne dava alla mia mano, al suo tepore, alla sfacciataggine di quell'individuo ed all'erotismo perverso del proibito e così, sotto l'influsso di queste miriadi di emozioni lasciai che la sua mano mi guidasse, che mi illustrasse il movimento, che stabilisse la cadenza e mi istruisse affinché avessi potuto continuare da solo.
Così fu infatti, quando tolse la mano io non mi fermai, non approfittai della libertà che mi aveva concesso ma piuttosto senza senza muovere un singolo muscolo per non attirare l'attenzione degli altri proseguii a toccarlo, continuai a fare ciò che senza l'ausilio di alcuna parola mi era stato praticamente ordinato di fare.
La sala era illuminata appena, il protagonista del film era agonizzante nel letto ed i miei amici guardavano lo schermo mordendosi le unghie, quattro file sotto la nostra una signora con un fazzoletto si asciugava le lacrime ed io, come fossi in un altra dimensione menavo clandestinamente il cazzo di un uomo maturo senza quasi rendermene conto.
Se qualcuno mezz'ora prima mi avesse detto che avrei fatto una cosa del genere l'avrei considerato un pazzo, prima di quell'istante nulla mi aveva spinto a provare anche solo la minima attrazione nei confronti degli uomini e dei loro genitali e soprattutto di quel tipo di uomini li, quelli con molti più anni di mio padre.
Ammetto che l'ambiguità come concetto mi ha da sempre affascinato, non so perché ma ricordo che le storie di signori più grandi che frequentavano ragazze giovanissime mi incuriosivano enormemente.
Due o tre vicoli dopo il mio abitava un tizio sul quale si raccontavano cose del genere, io non l'avevo mai visto ma la sua misteriosa figura appariva spesso nei miei pensieri ed in quel momento, una delle tante cose che pensai fu proprio quello.
Il film continuava a raccontare la storia di un malato terminale con la stessa delicatezza con cui la mia mano si muoveva sotto il cappotto, dosavo lentezza e passione cercando di scoprire con il tatto quello che con gli occhi non mi era stato possibile vedere.
Effettivamente nonostante sentissi un continua ansia di essere scoperto dai miei amici, pensare smettere era un idea incontemplabile, anzi, se avessi potuto decidere io avrei continuato quella pratica per il resto della mia vita, avrei addirittura scoperto il suo asso per toccarlo finalmente alla luce del sole, perché mi piaceva, perché tenerlo in mano e fargli una sega mi piaceva da matti.
Nello stringe il cazzo di un uomo si prova una sensazione molto forte, il cazzo rappresenta la virilità più alta dell'essere umano e toccarlo diventa automaticamente un privilegio per il quale sembra non sentirsi addirittura all'altezza.
Quando venne infatti provai un fortissimo senso di esaltazione.
Probabilmente era da quasi mezz'ora che masturbavo quello sconosciuto di mezza età, avevo pensato a tutto ma l'idea di un suo orgasmo non l'avevo minimamente considerata, infatti quando tra le dita sentii quei secondi di piacere rimasi per un attimo sorpreso.
Istintivamente credetti che stesse sistemando meglio il suo pene ma poi arrivai alla conclusione che quelle pulsazioni con la quale la sua carne si dilatava non potevano essere altro che un coito, un coito che avrebbe anche bagnato la mia mano di sperma.
Neanche un ora prima l'idea di essere a contatto con dello sperma maschile mi avrebbe fatto ribrezzo, ma ormai tutto era diventato il contrario di tutto, lo sperma sembrava essere diventato un premio con il quale consacrare la bravura e premiare il mio lavoro.
Lo camuffai la mia soddisfazione come lui camuffò la forza dirompente di quell'orgasmo, smorzando il più possibile i movimenti del corpo e gli spasmi del respiro.
La maestosità della carne cominciò lentamente a sopire ma la mia mano continuò ad accarezzare la pelle cercando il più possibile di restare intrappolata nei filamenti di sperma, quel liquido mi apparteneva, era un trofeo che di li a poco avrei potuto finalmente portare sotto il mio naso e perché no, nella mia bocca.
L'idea di poterlo assaggiare era così tremendamente emozionante che quando arrivò alle mie labbra lo mandi giù tutto d'un fiato, evitando comunque di essere notato sia dai miei amici che dall'uomo stesso, perché comunque in me un senso di vergogna era rimasto latente per tutta la durata della masturbazione.
Con gli occhi chiusi ricominciai a ragionare su cosa era appena successo.
Tra le gambe l' erezione aveva cominciato ad assopirsi e con lei le mie voglie e la mia passione, rimasi così solo con me stesso e con la mia coscienza di ragazzo normalissimo.
Cominciai a chiedermi se in realtà fossi omosessuale, se veramente avessi voluto che accadesse di nuovo ma erano passati solo pochi secondi per poter capire e chiarire domande alle quali ancora oggi, non sono riuscito a dare una risposta.
Ad un tratto però si accese la luce e quindi tornai definitivamente nella realtà attraverso la quale ero entrato in quel cinema, quando ai primi bagliori delle lampade agli ioduri metallici ombre e sagome cominciarono ad essere sempre più chiare e definite, mi sentii come risvegliato da un c*** e mi voltai istintivamente verso l'uomo che avevo appena masturbato.
Non dissi nulla e lui fece altrettanto, poi, con un gesto che mi paralizzò avvicinò la mano alla mia tasca della camicia e se ne andò per la sua strada.
In quell'attimo il terrore che potesse dire qualcosa ai miei amici alterò addirittura il colore della mia pelle, al punto che quando mi chiamarono per chiedermi cosa avevo non dissi nulla se non che avevo caldo.
Nonostante le poche persone all'interno del cinema di quell'uomo non riuscii ad avere traccia, i miei occhi scorgevano tutti pantaloni di velluto possibili, mio unico ed attendibile indizio, ma egli sembrò svanire nel nulla portandosi dietro gli inconsci sogni di rivederlo ancora.
Quando arrivammo ai motorini parcheggiati fuori la mano urtò involontariamente la tasca della camicia.
Mi ricordai allora del gesto che fece all'ultimo e con grande velocità, curiosità e stupore infilai due dita per prendere il misterioso contenuto.
Quando i miei amici se ne accorsero cominciarono ad inveire simpaticamente contro di me, tra le dita senza neanche saperlo tenevo stese tre banconote da dieci mila lire come compenso per la mia prestazione.
Sono passati tantissimi anni da quella mia prima volta, con il tempo ho potuto provare emozioni di pari intensità, ma il piacere di quell'iniziazione è paragonabile a pochissime altre cose accadute durante la mia vita, quando ancora oggi giro in luoghi ambigui per masturbare uomini maturi come lui sento dentro la speranza di poterlo incontrare per potergli parlare, per poterlo ringraziare, per poterlo ancora una volta masturbare mostrandogli una bravura che forse quella volta non mi aveva permesso di offrire il meglio di me.
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