Le mie occasioni feticiste e non solo 1-2-3 PARTE

Le mie occasioni feticiste e non solo…

Premessa

Scrivo questo racconto per condividere pensieri, sensazioni, commenti con persone che provano il mio stesso piacere, vale a dire, la passione verso l’abbigliamento femminile, in particolare con ordine di importanza, le calze di nylon possibilmente in seta con reggicalze, collant, mutandine, reggiseni, scarpe rigorosamente con tacco, guepiere, body in nylon o rete, calze a rete, guaine con ganci da reggicalze, culotte, ecc. Questa passione la provo quando una donna indossa quei capi, ma anche quando sono io ad indossarli, e mi eccita ancor di più quando sono a conoscenza di chi, persona femminile, ha indossato quei capi.

Ho 47 anni sono nato nel 1964, sono eterosessuale, sposato con figli. Negli anni 60-70 molte erano ancora le donne che portavano il reggicalze e le calze di nylon, gli anni 80-90 hanno fatto si che il collant fosse più comodo e fosse preferito alle calze con reggicalze, gli anni 2000 addirittura la maggior parte delle donne porta i pantaloni, che peccato !!!
Tanto per capirci, trovo quasi molto più eccitante uno spacco di una gonna con delle belle gambe fasciate da una calza, un decoltè che lascia trasparire il pizzo di un reggiseno che una donna completamente nuda, con questo non voglio dire che disdegno una donna nuda, assolutamente, ma voglio far capire la dipendenza che ho con l’intimo femminile in generale.

Ora vorrei raccontarvi quando e come, mi sono accorto di avere questa stupenda passione, per fare ciò devo partire da qualche anno addietro.

Prima parte

Ho scoperto la masturbazione verso i 5 anni, strofinando il pisellino sul cuscino, avvertendo degli s**tti di piacere. A 6 anni abitavo in affitto con i miei in un condominio con il cortile comune ad altri condomini, una ragazza li vicino, più vecchia di me, un giorno mi fece entrate nella sua portina, dal lato cortile, si tirò su la gonna, giù le mutandine e mi chiese di farle vedere il pisello, io lo feci con molta timidezza e dopo avermi chiesto di mettere il pisello dentro il buchetto della sua farfallina, scappai terrorizzato.

Ci pensò un mio amico 2 anni dopo, a farmi capire il vero movimento del piacere, questo lo potè fare grazie all'esperienza carpita dai due fratelli maggiori.
Praticamente tutti i giorni ci masturbavamo parecchie volte al giorno, senza l'aiuto dell'altro, cioè ognuno masturbava se stesso, in un qualsiasi posto appartato che trovavamo, in cantina, in garage, in solaio, Ci scambiavamo alcuni giornaletti come “Jacula” “Messalina” “Lando” ecc. trovati nei parchi e nelle zone dove le coppiette andavano a scopare.

Allora dal pisellino usciva una sola e piccola goccia di liquido bianco trasparente e basta, il tutto era accompagnato da 3 o 4 s**tti di piacere.
Un giorno questo mio amico venne a casa mia per giocare, i miei non erano in casa, ed ad un certo punto mi chiese cosa indossava mia madre sotto la gonna oltre alle mutandine, vale a dire se i collant o le calze con reggicalze, io che sinceramente non mi ero mai posto quella domanda, lo portai al comò dove mia madre riponeva l'intimo.

Con stupore, ammirazione, eccitazione, il mio amico, dopo aver visto tutta una serie di calze di nylon di tutte le tonalità del marrone dalla più chiara alla più scura, più altre di color grigio e un paio nere, guaine con i ganci da reggicalze bianche, nere, color carne, mutande in pizzo, reggiseni ecc. , mi chiese se poteva masturbarsi toccando l'intimo sedendosi su una poltrona li vicino. Tutto subito non fui molto d'accordo su questa cosa, ma poi mi convinsi a lasciarlo fare, così avrei potuto di conseguenza ,farlo anche io, con l'intimo di sua madre.

Paolo iniziò a prendere le calze di mia madre, infilando il pisello dentro, prima in una, poi in un'altra, si masturbava con una eccitazione incredibile, l’affanno si faceva sempre più sentire, prendeva le guaine, le toccava, prendeva le mutande, le odorava, leccava le calze ecc. Questo suo crescere di eccitazione mi fece a mia volta diventare il pisello duro come l'acciaio e mi portò a masturbarmi. Quando Paolo scegliendo una calza di color nero con la riga, che lo faceva impazzire, mi chiese se poteva venirgli dentro, prima di potergli dire di si, mi ero già bagnato la mano con quelle tre o quattro gocce di liquido bianco.

Ero venuto nel giro di pochi secondi.
Passarono diversi giorni prima che potessi trovarmi a casa del mio amico e poter usufruire io, dell'intimo di sua madre. Finalmente arrivò quel giorno, avevamo a disposizione la casa per tutto il pomeriggio. Ricordo l'eccitazione che mi saliva fino in gola, quando vidi l'armadio, con all'interno i cassetti, che contenevano quelle favolose cose intime. Iniziai a toccare le calze, odorarle, leccare le mutandine, ecc. e fu proprio in quel momento che Paolo mi chiese: hai mai indossato l'intimo di tua mamma?…rimasi per un attimo titubante…quasi non avevo a pieno capito la domanda…poi il mio amico togliendosi i jeans e le mutante si infilò quelle della mamma, prese un reggicalze nero, delle calze color carne e le indossò…dicendomi di fare altrettanto.

Mi ricordo come se fosse ora, scelsi delle mutandine bianche trasparenti, un reggicalze bianco e delle calze nere a rete e le indossai. Ci sdraiammo, sul letto matrimoniale dei suoi genitori ed a quel punto Paolo mi disse: chiudi gli occhi… e prendendomi la mano la posò sulla sua coscia fasciata dalla calza, cazzo…cazzo…sembrava quasi di toccare una vera donna…lui fece lo stesso, socchiuse gli occhi e con la mano mi toccò il pisello, io di conseguenza, eccitato come un toro, feci lo stesso.

Ci masturbammo a vicenda, prima venne lui che girandosi verso di me mi bagnò la coscia con le sue gocce calde di sborra, poi a mia volta feci lo stesso, venni sulla sua coscia e precisamente sul bordo della calza della mamma con una intensità stratosferica.
Da quella esperienza, avevo scoperto che mi dava un piacere immenso, indossare un capo intimo femminile. Riuscimmo altre volte a ripetere una situazione analoga, sia a sua casa, sia a casa mia.

Fu molto interessante. Pensate che condivisi con lui anche un paio di mutandine cadute sul mio balcone, dalla signora del piano di sopra, erano lavate a mano ma ancora odorose di figa e di sangue. Siamo riusciti a leccare tutto.
Ricordo ancora, la sua contentezza, quando mi fece vedere, in un sacco di plastica, quattro paia di scarpe da donna, qualcuno le aveva buttate, ma lasciate vicino al cassonetto dell’immondizia, una paio color verde smeraldo con tacco da 12 cm, un paio color bianco con tacco da 8 cm, un paio di stivaletti e delle ballerine nere che vi assicuro avevano un bel profumino.

Nel periodo invernale andammo molte volte verso le 18. 00 di sera, quindi con il buio, a spiare le coppiette che scopavano in macchina…anche li ci facemmo tante di quelle seghe…che non vi dico.
Un altro episodio singolare fu quello di aver scoperto che le chiavi della cantina di mio padre aprivano altre cantine del condominio ed in particolare, in una di queste, oltre ad un plastico favoloso di trenini elettrici della Lima, trovammo in uno s**tolone una raccolta di svariati anni di Playboy e in una scarpiera tante paia di scarpe da donna che individuammo subito essere della signora dell’ultimo piano, appassionata di scarpe.

La visione di tutte queste bellissime scarpe, inizialmente, ci indusse alla tentazione di rubarle e nasconderle mettendole in un nostro posto segreto, ma poi capimmo che non saremo più riusciti a utilizzare altre nuove scarpe che la signora andava a deporre in cartina, probabilmente per liberarsi le scarpiere in casa.
Quante volte provammo a camminare con i tacchi, quante volte ci siamo masturbati odorando le scarpe della signora, ( avevano un odore favoloso), quante sborrate facemmo su quelle scarpe e sugli stivali ecc.

La cosa più bella avveniva quando incrociavamo la signora per le scale e guardandole le scarpe vedevamo se quelle scarpe era state sborrate da me o da Paolo.
Poi purtroppo i genitori di Paolo dovettero trasferirsi e non lo vidi mai più.

Parte seconda

L'assenza di Paolo mi lasciò un grande vuoto. Nel frattempo legai con un ragazzo di nome Davide. Con lui però non ci fu la stessa confidenza come con Paolo.

Si parlava di seghe, di figa, di lingerie, ma senza molto affiatamento, l'unica cosa che riuscii ad avere… sono state le calze di sua mamma, color carne, semi usate, riposte nel comodino, che gentilmente mi aveva dato sapendo che mi sarei masturbato con le medesime. Quelle calze diventarono rigide, tante furono le sborrate che gli feci dentro, dopo naturalmente averle annusate al bordo, per percepire l'odore della figa e al tallone per l'odore del piede.

Avevo 11 anni e già mi ero reso conto che dovevo godere con qualcosa di intimo femminile, perché sapevo che ciò mi avrebbe eccitato moltissimo.

Non molto lontano da casa mia, c’era una merceria dove mia madre, andava a comprare. Entrai diverse volte con lei e vi devo confessare che ero eccitatissimo a vedere l’intimo esposto nel negozio, da ogni parte che mi girassi c’erano capi interessanti, sognai di trovarmi all’interno del negozio di sera e man mano aprire tutte quelle s**tole e scoprire il favoloso contenuto.

Questa merceria, aveva all’angolo del negozio, una vetrinetta formata da dei montanti in alluminio, vetro antisfondamento. Erano sempre esposti collant, mutandine, guepiere, ecc. Un giorno passando li, scoprì che un camion facendo retromarcia, aveva in pieno colpito la vetrinetta, accartocciandola da un lato, e lesionando tutti i vetri delle pareti, ma senza infrangerli. Il contenuto era ancora tutto nella vetrinetta. Il mio occhio andò immediatamente a cadere alla base e vedendo che era formato da un semplice piano in legno foderato, pensai di ritornare e fare un bel bottino.

Tornai di sera sul tardi, infilando il braccio, dal sotto il piano in legno rotto in un angolo presi tutto quello che mi interessava. Mi portai a casa una gupiere bianca da sballo, calze da reggicalze in sete, di varie taglie e colori, collants di vari colori e denari, insomma tutte marche di alta categoria.

In estate con i miei si andava in un paesino dell’entroterra in puglia a trovare mia nonna, mamma paterna e ci si soggiornava per circa un mese.

Andavamo in treno con al seguito l'auto. Un anno nel viaggio di andata, gli scompartimenti della 2^ classe erano formati da 6 posti a sedere, si partiva alle 21. 00 di sera e si arrivava al mattino alle 8. 00, ci sistemammo e verso le 22. 00 tirammo in avanti i sedili, uno con l'altro formando una specie di letto dove si potevano distendere i piedi. Nello scompartimento c'ero io, mio padre, mia madre una coppia di anziani e una signora di circa 50 anni, era una signora piacente, vestita semplicemente, una camicetta, una gonna corta, delle calze di nylon marroni.

La sistemazione era la seguente: io mi trovavo verso il finestrino, la signora di fronte, mia madre al mio fianco destro, mio padre di fronte e verso l'uscita la coppia di anziani. Tutti quanti trovammo una posizione comoda per poter affrontare la notte, la signora si allungò e mise i piedi tra me e mia madre. Tutti si addormentarono tranne il sottoscritto, rimasi per parecchio tempo a pensare se provare a toccare le gambe della signora o se solo masturbarmi guardandole nella penombra.

Avevo il pisello duro come l'acciaio. La signora sembrava dormire, ma c'era da fidarsi a toccargli i piedi?…e se si fosse svegliata, che figura di cacca, facevo davanti ai miei? Era la prima possibilità che mi si presentava. Avevo il cuore in gola. Mi feci coraggio e provai a sfiorarle le dita dei piedi fasciate dal talloncino della calza, poi le sfiorai il dorso del piede, il tallone, il polpaccio, peccato non riuscii ad arrivare alla coscia e alla balza della calza.

Che sensazione incredibile sentire il nylon fasciare le gambe della signora. Ad un certo punto la signora girandosi da un lato spostò i piedi e li posizionò ancora più vicino, feci un'altra stupenda prova, strusciai il pisello sulla calza, ricordo che bastarono poche volte, per venire in maniera strepitosa, la sporcai con qualche goccia di sperma. Decisi di addormentarmi, ma dopo circa dieci minuti, il mio pisello diventò nuovamente duro, non ne voleva sapere di dormire, mi abbassai piegandomi fino ad arrivare con il mio viso vicino ai piedi della signora.

Baci, leccai, odorai, i piedi della signora, odoravano di cuoio delle scarpe e di sudore…bastarono due annusate e voilà…di nuovo un piacere intenso. Lo feci altre due volte, insomma arrivai a quota 4 seghe mega. Al mattino mia madre mi chiese se ero riuscito a dormire bene, avevo due occhiaie.
Questo periodo fu molto bello, spensierato, e soprattutto molto proficuo per quanto riguarda la mia passione. Come forse tutti non sanno, in questi paesini quando si ha un lutto in famiglia, dalla moglie alle figlie ecc.

era d’obbligo vestirsi di nero. Voglio precisare che allora il colore delle calze e dei collant che preferito era proprio il nero, non facile da trovare in città. Un’altra cosa che va spiegata è la seguente, questo paesino era formato al 70% da vecchie case, quindi su un piano solo o eventualmente due, dandomi la possibilità di reperire roba intima facilmente. Un giorno, andando a messa, per far piacere ai miei, vidi in un banco davanti a me sulla sinistra, una signora giovane, molto elegante e bella, tutta vestita di nero, con calze nere con riga molto trasparenti, così tanto da lasciare intravedere il color carne delle gambe.

Usciti da messa con il cuore in gola la seguii ed individuai dove abitava e dove poteva eventualmente stendere il suo intimo. Per giorni e giorni passai di lì a dare un’occhiata, senza grossi risultati, ma la mia perseveranza un giorno mi ripaghò vedendo uno stendi bagno pieno zeppo di roba nera, era così tanta che dovetti escogitare un piano per poter razziare tutta quella roba, andai velocemente a casa di mia nonna, presi uno zainetto, e ritornai un po’ più tardi in zona, sapevo di rischiare, ma l’eccitazione di possedere quella roba era 10000 volte superiore alla paura.

Lo zainetto era così pieno che sembrava una mongolfiera. Bottino: quattro paia di calze nere in seta di cui un paio con la riga, una guepiere, un body, diverse mutandine in seta e culotte in raso, reggiseni, guaine con ganci da reggicalze, due gonne, una camicetta in seta ed infine una maglia in cotone. Fu una manna per quei tempi avere quella roba. Potei vestirmi quasi completamente con l’abbigliamento di quella stupenda e giovane signora, un sogno che diventò realtà.

Sento ancor ora nelle mie narici l’odore stupendo di quei capi.
In quella stessa vacanza ebbi un amore platonico con una fidanzatina e un incontro ravvicinato del “terzo tipo” da parte di una delle tante cugine, la più porca, che avevo li al paese. Facendola breve, mi trovai con lei, in uno sgabuzzino, nella rimessa molto grande di suo padre, imprenditore edile, con la scusa di doverla aiutare a cercare qualcosa che ora non ricordo cosa fosse.

Mi iniziò a chiedere se avevo la fidanzata, se avevo baciato una ragazza e se lo avevo fatto con la lingua, ecc.
Mi ricordo il vestito a fiori che indossava e sedendosi su un ripiano di fortuna, accavallava le gambe come se fosse una porno-star, lasciandomi intravedere le mutandine bianche. Piano piano si avvicinò sempre di più e prendendo la mia mano se la mise sotto la gonna, sopra le mutandine, all’altezza della figa, sentivo il taglio, ero molto eccitato, ma allo stesso tempo molto ansioso, non sapevo esattamente cosa dovevo fare e allora presi a muovere le dita su e giù per il taglio, lei dopo poco, strinse così forte la mia mano nelle sue cosce, che non riuscivo quasi più a muovere le dita, questo non le creava nessun problema, anzi nel giro di pochi minuti ansimò come…come..non so che cosa…decidete voi…poi, per premiarmi del piacere datole, mi infilò la mano nei pantaloncini corti che indossavo, passando prima da una coscia poi dalla patta, mi masturbò ma non riuscii a venire, non so ancor ora darmi una spiegazione di tutto ciò, so solo che questa mia cugina si incazzò molto e non mi parlò più per tutta l’estate.

Purtroppo non avevo ancora quella malizia che si può avere ad un'età più avanzata. Nel frattempo tornato dalle vacanze mi trasferì in un altro condominio, formato da 12 famiglie.
In due di queste famiglie, si potevano instaurare delle amicizie femminili, vale a dire in una di queste c'erano due sorelle, Monica e Manuela e nell'altra, una ragazza bellissima, della stessa mia età, che si chiamava Antonella.
Devo per forza raccontare due avvenimenti fantastici che mai dimenticherò e precisamente una festa di carnevale nella tavernetta dei genitori di Antonella e un capodanno a casa di Monica e Manuela.

Nella tavernetta di Antonella eravamo circa una dozzina di persone tra ragazzi e ragazze, Antonella mi aveva già eccitato tutto il pomeriggio, con il suo vestito da spagnola, non so se rendo l'idea, vestito nero, calze nere a rete, con copri spalle e scarpe di color rosso. Dopo aver ballato, bevuto, mangiato, giocammo al gioco della bottiglia, dove riuscì per culo a vincere, un bacio da una ragazza, un' altro bacio con lingua da un'altra, ma il mio pensiero era sempre rivolto ad Antonella.

Avevo il cazzo durissimo e quindi decisi di andare al bagno per farmi un gran segone. In quel bagno, piuttosto spartano, scoprì che le ragazze si erano cambiate per indossare i vestiti di carnevale e quindi avevano lasciato delle borse che contenevano, potete immaginare che ben di Dio. Rubai un collant nero molto trasparente, forse un 15 denari, e per la prima volta provai eccitazione per un paio di scarpe di color rosso con un tacco da circa 8 cm.

Strofinai la mia cappella, quelle poche volte che bastano, all'interno di quelle scarpe rosse e fu una sborrata colossale. Pulì alla meno peggio le scarpe e proseguì la festa.
Nel corso del tempo, riuscii a rubare dei collant ad Antonella perché abitava al piano terra. Avevo 13 anni non si parlava più di gocce bianche, ma di due o tre schizzi di sborra bianca ma decisamente più densa.
Un anno dopo, mi trovai, invitato insieme al altre persone, a casa di Monica e Manuela, a festeggiare il capodanno, i genitori a loro volta festeggiavano il capodanno fuori casa, Avevamo la casa a completa disposizione.

Si era deciso di aspettare la mezzanotte guardando la televisione, inizialmente sembrava uno di quei capodanni, pallosi al massimo, dove non vedi l'ora di tornare a casa, fino a quando su un divano andò a sdraiarsi Monica per godersi la visione dello spettacolo televisivo, dopo pochi minuti le si avvicinò una sua amica mi sembra si chiamasse Elena e si sdraiò vicino a lei. Nella mia timidezza, scelsi il posto più indietro di tutti, cosa vuol dire, che davanti a me c'era una schiera di sedie con ragazzi e ragazze imbambolati davanti alla TV in bianco e nero e tra loro e la mia posizione, c'era il divano con le due ragazze sdraiate, la luce proveniva solamente dallo schermo della televisione.

Con la scusa del freddo si misero un plaid addosso…e cominciarono a baciarsi e toccarsi…immaginatevi di che dimensione e durezza poteva essere il mio cazzo in quel momento! Provai a toccarmi il cazzo da fuori i pantaloni ma l'ansia di essere beccato da tutti a toccarmi, mi fece riflettere e abbandonai quella soluzione.
Nel frattempo passata la mezzanotte, qualcuno ebbe la bella idea di giocare a nascondino al buio in casa, tenete presente che il loro alloggio era quasi il doppio di quello dei miei genitori, quindi si prestava benissimo al gioco.

Si fecero varie conte, in una di queste, mi trovai nella camera di Manuela, aveva qualche anno in più di me ed era una bella tipetta, non persi tempo e cercai la roba intima, provai nel comò, niente, provai nell'armadio, niente, al buio completo, naturalmente non era facile trovare quello che cercavo, poi ebbi la fortuna di scorgere in un angolo una cassettiera molto alta, con circa otto cassetti, li trovai il paradiso.

Rubai un paio di mutandine (bianche) e due collant (uno marrone e uno blu) e feci la stessa cosa nella stanza di Monica, rubando due collant (uno nero ed uno marrone). Verso le 4 tornammo a casa, io, giuro con 4 collant e un paio di mutandine nascoste nelle mie mutante. Incredibile, ma vero. Indossai più volte quei collant e quelle mutandine…quante mega seghe. L'eccitazione era sempre più grande, perché sapevo che quell'intimo era di Manuela e di Monica.

Parte terza

Ho sempre praticato molti sport, ma mi voglio soffermare sul nuoto e sul tennis, perché in ambedue le circostanze sono entrato nello spogliatoio femminile sapendo di non incontrare nessuno, e con una velocità incredibile, portar via dalle borse, mutandine, collant, anche gambaletti usati. La curiosità di odorare i gambaletti mi ha portato a capire che ogni piede femminile ha un suo proprio odore. Questo è bellissimo.
In questo periodo mi ricordo accadde un episodio molto buffo, di fronte al nostro condominio si era sposata una giovane coppia, che dopo circa una settimana, aveva steso, allo stendi bagno, fuori dal balcone al piano terra, precisamente un reggiseno, uno slip, un reggicalze, un paio di calze tutto di color bianco e un reggiseno, uno slip, un reggicalze, un paio di calze tutto di color nero (le calze erano in seta…mmmm).

Sapete dove sono andate a finire? Immaginatevelo!
I miei genitori ogni tanto, andavamo a trovare dei loro amici e portandomi con loro, scoprì che la moglie di questo amico di mio padre usava il reggicalze, perché quando si sedeva sul divano in sala, le calze si raggrinzivano e si vedeva il rilievo del gancio del reggicalze, aveva delle gambe bellissime e lunghissime tanto da farmi eccitare tantissimo. Una sera mi feci coraggio e chiesi di andare al bagno, fui molto fortunato, perché in una cesta in vimini, trovai delle calze usate color grigio fumé.

Mi feci una sega galattica, odorai il bordo delle calze che sapevano tantissimo di figa e sborrai lasciando solo qualche goccia nelle calze. L'esperienza riscontrata é quella che in casa altrui, andando in bagno, nella cesta dei panni sporchi, si può trovare qualcosa di molto interessante.
L'unica volta che trovai la cesta dei panni sporchi non nel bagno, ma nello studiolo, fu quando presi alcune ripetizioni di inglese da una bella professoressa bionda.

Usava molto i kilts, riuscii a rubare un collant blu ed uno bordeaux. Questa professoressa, prendeva il pullman per andare a scuola, aspettando alla fermata, mi dava il tempo, passando dal retro di un condominio di salire le scale e dalle vetrate del piano rialzato, vedendola, di segarmi varie volte, una di queste, lei indossava una minigonna grigia con collant grigi e stivali neri, giuro, feci una sborrata con il cazzo molle, vale a dire ero così eccitato che mi sono bastate 5 o 6 stantuffate con la mano ed il mio cazzo non ebbe nemmeno avuto il tempo di diventare duro che già avevo sborrato.

Le altre ripetizioni, che dovetti prendere, sono state di matematica, la professoressa non era molto bella, anzi era persino un po' cicciottella, ma aveva due grosse tette e indossava sempre una gonna sopra il ginocchio e con collant generalmente di color marrone. Questa professoressa mi si sedeva di fronte ad un tavolo molto stretto e mentre mi dava degli esercizi da svolgere, correggeva i compiti in classe dei suoi allievi, quindi molto concentrata nella correzione, mi dava la possibilità di piegare la schiena indietro, abbassare lo sguardo, riuscendo a vederle le gambe, mi toccavo il cazzo da fuori i pantaloni, feci un sacco di sborrate nelle mutande!

Un giorno, andando a trovare un mio compagno di classe, salii su un pullman di linea, c’era solo l’autista, io, e una ragazza più o meno della mia età, con giubbotto e gonna in pelle nera, calze a rete e stivali, aveva i capelli tinti di un bel rosso ramato e con degli orecchini ad anello da zingara.

Mi eccitò così tanto vederla che aspettai a scendere alla sua fermata e seguendola a meno di 10 metri di distanza, imboccata una stradina secondaria, mi tirai fuori l’uccello durissimo e mi masturbai avvicinandomi alla ragazza…aveva un culo da favola…lei non si accorse di nulla…a distanza di quasi un metro…giuro…venni facendo colare tutto per terra.
In questo periodo iniziai ad avere le prime fidanzate, purtroppo, a quel tempo uscendo con una ragazza, se eri fortunato si arrivava alla masturbazione reciproca, ma non di più, solo con una certa Cristiana che ancor oggi, incrocio per la città (sempre molto distinta, sempre vestita in maniera impeccabile, sempre ancora una bella tipetta) le cose furono molto diverse.

Alle superiori nell’intervallo le ragazze stavano da una parte del corridoio ed i maschi dall’altra, ero amico con un compagno ( Ezio ), molto figo, ed ero abituato a vedere le ragazze guardare lui e mai me, Cristiana nell’intervallo incrociò il mio sguardo diverse volte e di li a poco tempo, andai a prenderla sotto casa per andare a fare una passeggiata. Davanti ad una merceria si fermò di s**tto e mi disse: hai voglia di aspettarmi 10 minuti, devo comprare due cosette…naturalmente dissi di si…ero molto curioso di sapere di che cosa si trattasse…ma non ebbi il coraggio di chiederglielo…poco dopo andammo in un bar, a prendere una cioccolata, fu proprio lei, a farmi vedere gli acquisti…erano due paia di collant uno nero con delle foglie disegnate (era ottobre, classico collant autunnale) ed uno bianco ricamato…rimasi attonito per qualche secondo…rispondendole…da inebetito…eh…belli.

Nella mia testa frullava un solo pensiero: forse ho incontrato la ragazza giusta a cui piace indossare i capi intimi. Ci frequentammo per vari mesi e dopo i soliti approcci, cercai di farle conoscer meglio la mia passione. Non fu per niente difficile, anzi sentivo nel suo parlare, un piacere interiore intenso se indossava della lussuosa lingerie. Per farla breve, una delle cose più belle, fu vedere il mio uccello infilato in un suo collant 15 denari, la sua bocca andare su e giù, le sue mani affusolate con le unghie smaltate di color rosso torcere lo scroto e intravede il mio sperma uscire dal taglio del glande inondando il suo collant, le sue labbra e la bocca.

Riuscii anche a realizzare un altro piccolo sogno quello di sborrarle addosso sui suoi collant, alla pecorina sulle sue favolose mutandine in raso a fiori, e infilando l’uccello tra la calza nera e la sua coscia, venire vicino al gancio del reggicalze.

Devo ringraziare Ezio, per tutte le volte che mi ha fatto spiare la sorella (Lorella, veramente una gran figa), dal buco della serratura, mentre si accingeva a fare il bagno, questo, stimolò parecchie volte la mia fantasia, facendola colmare con dei piaceri incredibili.

I miei possedevano una casetta in montagna, nel periodo estivo quando il tempo si prestava, trascorrevamo i fine settimana. Mi annoiavo a morte, il paese vicino era squallido, solo le montagne offrivano una panorama piacevole. L’unica giornata che mi piacque, fu quella volta, dove aiutai a spostare dei mobili in casa di una signora di circa 60 anni, abitava li vicino, scesa al piano di sotto per prepararmi una bevanda, trovandomi nella camera da letto, aprì l’armadio, i cassetti, nel primo trovai calze in nylon da reggicalze quasi tutte grigie e solo qualcuna marrone, nel secondo guaine e bustini con ganci da reggicalze, nel terzo reggiseni di taglia grande (la signora aveva le tette grandi) e mutande.

Mi misi immediatamente nelle mie mutande a contatto con il cazzo, due paia di calze grigie, mi eccitava molto il colore e poi erano molto trasparenti, 10 o 15 denari e un reggiseno bianco. Finito il lavoro, la signora mi chiese ancora, se potevo fissare con un gancio robusto un quadro con raffigurata una madonna, che le piaceva molto, le dissi: domani mi procuro il trapano e un tassello e ci vediamo nel pomeriggio.

Trafficavo col trapano, quando la signora mi disse che sarebbe andata in giardino a curare i suoi fiori, il mio cazzo divenne durissimo, quasi da uscire di forza dalla zip dei pantaloni, aspettai qualche istante e dalla finestra la vidi chinata nell’aiuola, andai nell’armadio, aprì il secondo cassetto e prendendo un bustino color carne, mi riavvicinai alla stessa finestra, infilando il cazzo nel morbido bustino e guardando le gambe della signora, mi toccai freneticamente.

Portavo sempre un fazzoletto in tasca dei pantaloni, proprio perché se avessi dovuto sborrare senza sporcare da qualche parte, lo avrei potuto fare nel fazzoletto…ero quasi li per venire, ero così eccitato che decisi di sgocciolare tutto il mio sperma nel bustino, fu favoloso.
Avevo 17 anni, non uscendo da vari mesi con nessuna ragazza, avevo voglia di godere, e facendomi forza decisi di cercare di entrare in un cinema vietato ai minori di anni 18.

Il controllore mi fece passare senza chiedere un documento, wuaoo…che figo…entro in galleria e quasi immediatamente vedo una metà della sala, formata da coppie e l’altra metà, formata solo da uomini. Vado a posizionarmi dietro una coppia, lei era una mora trentenne, molto carina. Allora, non esisteva Xhamster, i cd, i dvd, le videocassette porno, quindi potete immaginare come fossi eccitato a vedere quelle scene. Tirai fuori l’uccello duro, ma lo nascosi sotto il giubbotto, poggiato sulle gambe, mentre mi godevo le sequenze del film, osservai il fervore della coppietta seduta nella fila davanti a me, che con discrezione a loro volta sotto i loro cappotti si toccavano.

Col cuore in gola, il respiro affaticato, poco prima di venire spostai il giubbotto e cercando di direzionare i getti di sperma verso il basso, decisi di dedicare gli ultimi tre alla mora trentenne, sul maglione nero in lana, altezza schiena.
Questa operazione…vi giuro…lo feci per 4 o 5 volte nel corso di tutta la proiezione del film. Tornai a casa con il cazzo viola.
Fu un’altra esperienza sensazionale. Ritornai altre volte, in una di queste decisi di sedermi dalla parte dei soli uomini, all’inizio del film ero da solo, poco dopo, davanti a me, ma verso destra, si sedette un uomo di circa 50 anni, nella mia stessa fila alla mia destra lasciando un posto libero, si sedette un uomo di 30 anni circa.

Feci la solita mossa del giubbotto sulle gambe, mentre l’uomo sulla destra davanti a me non facendosi nessun problema tirò fuori l’uccello dai pantaloni e si masturbò con le due dita, aveva un membro decisamente grosso. Anche alla mia destra l’omino tirò fuori l’uccello e si toccò con disinvoltura. Le scene del film erano sempre più arrapanti e nella foga, anch’io tolsi il giubbotto, così potei muovermi meglio, il trentenne si spostò di posto e si affiancò alla mia destra, poco dopo con la sua mano sinistra mi toccò la coscia, io feci finta di niente e pian piano arrivò a toccarmi il cazzo, non dissi niente.

Mi stava masturbando mentre a sua volta si toccava. Nella penombra riuscivo a vedere il film, il grosso uccello di quel signore davanti a me, la mano di uno sconosciuto che mi toccava, il suo cazzo. Ero lì quasi per venire, mi tenevo a fatica, il colpo di grazia me lo diedero le schizzate di sperma del grosso membro davanti, questo mi portò a prendere in mano l’uccello del mio vicino e a stantuffarlo a dovere, era caldo, duro, quando sentii i primi s**tti rallentai, poi ripresi, alla seconda serie di s**tti lo vidi sborrare, in contemporanea volarono alti i miei schizzi, non mi fermai, accarezzandogli con le dita la liscia cappella, continuai fino a sentire il suo sperma caldo colare nelle mani.

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