Sarebbe potuto accadere?
rilasciato 09.09.2012 in categoria sesso raccontoSei più rilassata adesso che è uscito? È un po’ imbarazzante lo so, ma è la prima volta, è ovvio che sia così.
Sei bellissima lo sai? Sei molto più bella che in foto. Non arrossire non ce n’è bisogno, è la verità.
Lasciati accarezzare. Ecco così. Che bei seni che hai, non vedo l’ora di scoprirli. Ti va se ti tocco un po’?
Se ti da fastidio me lo dici e mi fermo.
Quasi non mi sembra vero lo sai, al telefono abbiamo parlato di questo chissà quante volte ed ora sta accadendo davvero. Se è un sogno non svegliarmi.
Accarezzami, accarezza qui, sopra i pantaloni. Lo senti? Mi hai fatto stare così per tutti questi mesi.
Mi piace avere la tua mano li, stringi ancora, non avere paura.
Che ne dici se mi metto davanti a te. Resta seduta, mi alzo in piedi io.
Vorrei fartelo vedere. Ti va?
Giuro che mi sento come un bambino, sono emozionatissimo.
Mio dio non ci credo nemmeno io. Ti piace?…Toccalo.
Bravissima così, brava tesoro mio. Accarezzalo.
È grande vero? Stringilo un po’, si così stringi. Tienilo in mano io mi siedo accanto a te.
Togliti le mutandine. Togli le mutandine e dammele. Grazie. Accarezzami, accarezzalo di nuovo non avere paura.
Ti piace vero? Lo sapevo.
Gli occhi non mentono mai.
Allarga un po’ le gambe voglio toccarti anche io.
Mio Dio sei bagnata.
Hai mai giocato in questa maniera con lui? Non posso crederci veramente è la prima volta? Allora adesso semmai lo rifarai ti ricorderai di me.
Ti va di baciarmi?…..
Che labbra morbide che hai. Le mie ti piacciono? Sai da quanto tempo è che desideravo farlo? Da quando mi mandasti la tua prima foto in cui si vedeva il volto.
L’ho stampata, è in una cornice nel il mio studio. Un cliente vedendola mi ha chiesto se fossi mia figlia.
La tua bocca ha un sapore dolce. Lasciami baciarti ancora….
Ti va se mi metto in piedi come prima?
Prendilo di nuovo, continua a toccarlo come prima.
Sei comoda? Vieni in avanti, vieni più vicina a me.
Te lo immaginavi così. Oppure ti ha fatto lo tesso effetto che mi hai fatto tu guardandoti dal vivo.
Dai di la verità, dici così solo per lusingarmi….
Ti va di dargli un bacio. Un piccolo bacio nulla di più va bene?
Scoprilo tutto. La mano, tirala indietro e scoprilo tutto. Così brava. Bacialo.
Che c’è ti da fastidio il suo odore? È normale quando lo liberi.
Provaci solo un secondo, avvicinati, tra un pochino non lo sentirai più.
Vogliamo fermarci un attimo?
Ok prendo le sigarette.
Se non ti spiace porto avanti questa poltrona, voglio sedermi di fronte a te.
Metti i piedi sulle mie gambe.
Che meraviglia queste scarpe, sei molto sensuale.
Ti da fastidio se lo tengo così? Tra i tuoi piedi?
Mi piace il contatto tra il pene e i piedi. È un massaggio eccitante. Se vuoi che smetto dimmelo.
Se tra noi funzionerà un giorno me li farai baciare. Lo sai quanto mi piacciono, te l’ho detto al telefono.
Vuoi qualcos’altro?…vuoi riprovare?…allora mia alzo in piedi.
Avvicinati mettiti come stavi prima.
Senti che l’odore è svanito? ….
Lo baci adesso?
Mio Dio che meraviglia…continua…apri la bocca, leccalo un po’.
Oh mio Dio…
Sei un angelo. Sei il mio piccolo angelo.
Questo dialogo è frutto della mia immaginazione. Io non ero con loro o per meglio dire non in quel momento.
Ero uscito dalla stanza perché mia moglie si vergognava, si sentiva in imbarazzo a stare con me vicino.
Nonostante avessimo giocato assieme fino a quel giorno, l’idea di essere realmente vista la inibiva troppo, per questo motivo decisi di uscire.
Quando sbadatamente aprii la porta mi apparvero come li ho descritti. Lui in piedi e lei seduta di fronte con il suo pene in bocca.
Inizialmente quell’immagine mi destabilizzò. Desideravo che accadesse da sempre, ma l’avevo immaginato diversamente. Tutti l’avevamo immaginato diversamente.
Dopo un anno di telefonate erotiche e scambi di fotografie avevamo deciso di incontrarci, di dare una forma più reale a quell’amicizia così particolare ma anche così stuzzicante e divertente.
Ci accordammo con la dovuta cautela, pensando e ripensando se quell’incontro avrebbe potuto rendere per ciò che ci aspettavamo realmente, o avrebbe causato l’effetto opposto. La curiosità ed il desiderio erano forti, ma anche la paura che tutto potesse finire aveva un ruolo importante.
Alla fine decidemmo per un si all’unanimità. Alfredo sarebbe venuto ospite da noi per un fine settimana. Segna impegno, senza l’obbligo di dover per forza far finire quei due giorni come speravamo finissero.
L’imbarazzo di mia moglie era palpabile. Giocare con una voce è diverso dal giocare con una persona in carne ed ossa, soprattutto se quella persona è molto più grande di chi aveva scelto come marito.
A trovare Alfredo ero stato io, pubblicando foto di mia moglie su un sito internet un po’ particolare. Allegato alle foto avevo messo un annuncio in cui richiedevo commenti piccanti da uomini maturi. Lui aveva risposto come avevano fatto in molti altri, ma con quel qualcosa in più che mi portò a contattarlo.
Non ricordo esattamente cosa scrisse ma suscitò in me delle intense emozioni.
Dopo un po’ di tempo condivisi questa mio gioco con la protagonista dei miei sogni, mia moglie. Per lei quel mondo fu una scoperta. Da un lato provava una sorta di disgusto per questo genere di cose ma dall’altro, le lusinghe dei commenti che le facevo leggere la sera in qualche maniera la eccitavano. A volte correggevo i messaggi. Se le avessi fatto leggere ciò che realmente alcuni erano capaci di scrivere avrei rischiato di continuare a giocare da solo.
Poco a poco la cosa la coinvolse e così le parlai di Alfredo, di un uomo maturo e garbato al quale non era mai stato necessario correggere alcun commento. Cominciarono a scriversi tra loro, poi un giorno parlarono al telefono.
Con il tempo si instaurò una vera e propria amicizia. Tra giochi telefonici all’insegna dell’erotismo e lettere con racconti piccanti arrivammo all’incontro di quella sera. L’incontro che mi vide aprire la porta trovandoli in pieno rapporto orale.
Il sangue per un momento sembrò gelarsi, il cuore smettere di battere.
Presi ciò che dovevo prendere ed uscii immediatamente dal salone. Anche loro sembrarono turbati, lei spalancò gli occhi e lui si voltò quasi di s**tto. Non se l’aspettavano. Nessuno se l’aspettava.
Dietro quella porta la mia bellissima e giovanissima moglie lo stava prendendo in bocca ad un uomo di sessantaquattro anni. Non era più una fantasia, non era più un sogno ma la verità.
In quel momento l’eccitazione si mischiò al fastidio in una sensazione completamente nuova e difficilissima da decifrare, un miscuglio, un piacevole malessere che a volte suscitava emozione ma immediatamente dopo un odio profondo e viscerale.
Perché avevano iniziato senza di me, perché non mi avevano coinvolto.
Li avevo lasciati soli per sciogliere il ghiaccio, per prendere confidenza non per fare sesso.
Da un lato però il pensiero di essere stato tradito mi eccitava enormemente.
Non parlo di mia moglie, sognavo di vederla tra le braccia di un altro uomo da sempre, da quando eravamo ancora due giovani fidanzati che facevano progetti. Parlo di lui, di Alfredo.
Aveva conquistato la mia fiducia eccitandomi con le sue idee ed i suoi modi, ed ora mi aveva voltato le spalle pugnalandomi.
E pensare che gli avevo offerto tutto su di un piatto d’argento.
Mi tornarono alla mente le mail e le nostre telefonate, l’insistenza con la quale all’inizio dei nostri giochi mi chiedeva di rendere partecipe mia moglie.
Mi chiedeva di parlarle di lui, di farlo quando facevamo sesso lasciandole pensare di non essere con me, ma con quest’uomo grande e desideroso di conoscerla.
Ricordo cosa dovetti fare per farle dire quattro parole al telefono la prima volta, la fatica che feci per farli conoscere realmente e non più virtualmente. Ad un tratto tutto mi sembrò un macchinoso piano con il quale voleva solo arrivare a lei.
Questi pensieri che da un lato mi dannavano dall’altro mi eccitavano.
Nell’antro più profondo dell’anima l’essere preso in giro per poter arrivare al suo scopo mi emozionava.
Non so il perché ma gli uomini senza scrupoli mi hanno sempre affascinato. Non parlo degli arrivisti o dei carrieristi, parlo di quegli uomini che chiedono sesso in cambio di favori, parlo di quegli imprenditori che ogni tanto si leggono sui giornali, quelli che offrono lavoro solo se le ragazze sono disponibili a scendere a compromessi, oppure di quei fotografi che per un semplice servizio fanno spogliare nude ingenue giovani in cerca di fortuna.
Queste persone, questi maschi senza scrupoli che si approfittano delle difficoltà altrui mi hanno sempre incantato.
Alfredo aveva fatto questo, si era approfittato di me e della mia ingenuità.
Avevo reso disponibile mia moglie ad una cosa che lei stessa qualche tempo fa avrebbe considerato come contro natura.
Se non fosse stato per me non si sarebbe mai lasciata convincere da un uomo dell’età di suo padre, non avrebbe mai affrontato una prova del genere, si sarebbe rifiutata senza neanche provare a considerarla.
Invece adesso era nel salone con lui, imbarazzata certo, ma disponibile a guardagli il cazzo ed a farselo mettere in bocca, perché Alfredo era una brava persona, non un porco come tutti gli altri.
Avrei dato qualsiasi cosa per sapere cosa stava succedendo li dentro. Si erano fermati? Avevano smesso? Avevano deciso di aspettare e di ricominciare in mia presenza?
Quando capitano certe cose si tende a pensare alle ipotesi che ci sembrano più comode, lo facciamo inconsciamente.
Invece da li non usciva nessuno, nessuno aveva pronunciato il mio nome o mi aveva chiamato per farmi ass****re come avrebbe dovuto essere.
Erano passati quindici minuti. Cosa facevano?
Stava continuando a succhiarglielo? Oppure la stava addirittura scopando.
Cosa avranno fatto dopo che sono uscito. Non avranno mica ricominciato immediatamente come se nulla fosse.
Mille domande senza alcuna risposta. Pensavo a lei come ad un troia traditrice. Cominciai a provare nei suoi confronti la stessa sensazione di odio e di passione che provavo per lui.
Fino ad un anno fa era una ragazza senza grilli per la testa. Io la convinsi a fare certi giochi, io l’ho plasmata, io le ho tolto quelle stupide inibizioni moralistiche, ed ora se ne sta li dentro con un vecchio a guardargli il cazzo.
Non potevo pensarci. Più mi veniva in mente la scena che avevo visto, più quello stesso fastidio mi riempiva involontariamente i vasi erettili di sangue. Mi eccitava.
Avrei dovuto odiarla ma dentro mi eccitava.
E se lui non avesse agito così?
Se ciò che le ha detto è solo la trasposizione del mio desiderio?
Ho immaginato un ipotetico dialogo, un approccio lieve e garbato, ma se avessi soltanto idealizzato ciò che avrei voluto che fosse? Sono sicuro adesso di cosa è veramente quell’uomo?
Magari ha insistito. Ha iniziato a toccarla, le ha messo le mani sui seni, tra le cosce.
Si sarà tirato fuori il cazzo subito? Glie lo avrà sbattuto davanti dicendole di guardare quanto era grosso?
Chissà se ha fatto proprio come diceva quando inventava storie in cui facevano sesso. A me piaceva sentire la sua veemenza, mi piaceva sentirgli dire che glie l’avrebbe messo in bocca, che glie l’avrebbe messo in mano dicendole di masturbarlo, ma sapeva che quel modo era solo un mio personale pensiero, che se pur molto eccitante secondo il mio punto di vista non doveva essere il modo in cui avrebbe dovuto approcciarsi a lei.
E semmai se ne fosse fregato? Con me aveva fatto così, mi aveva spinto a dargliela e poi mi aveva escluso.
Per un momento mia moglie tornò ad essere l’innocente creatura che avevo conosciuto da ragazzo. La ragazza vergine che non aveva mai avuto un rapporto orale con nessuno.
Mi venne voglia di entrare. Pensai che sarei dovuto rientrare e fermarli ma non lo feci.
Se veramente a lei avesse fatto paura avrebbe gridato, mi avrebbe chiamato.
E quindi?
Cosa starà facendo. Possibile che glie lo stia succhiando ancora adesso?
L’orecchio attraverso la porta non percepiva alcun suono. Se stessero facendo sesso dovrei sentirli, dovrei sentire i loro gemiti.
Sono passati quaranta minuti da quando sono entrato. Non sento nessun mormorio. Possibile che si siano fermati? Possibile che il mio ingresso li abbia portati a fermarsi, a ragionare sul fatto che io avrei dovuto essere li con loro?
In fondo non è poi così male Alfredo.
Se fossi al suo posto mi comporterei alla stessa maniera, c’è da capirlo.
A sessantaquattro anni non si ha più tutta la vita davanti, non si guarda ad una ragazza di trentaquattro anni più giovane come ad una delle tante ragazze che si potrebbero avere alla mia età.
Per lui mia moglie è una grande occasione e poi è una conquista. In fondo se ha accettato di incontrarlo è perché deve essergli piaciuto.
Pensavo a tutto quello come ad un ovvia conseguenza. Forse ero stato io ad essere esagerato, ad aver interpretato tutto secondo un ottica sbagliata. È vero. Li avevo visti, ma magari era solo un primo approccio, poi avremmo iniziato tutti assieme.
Immaginandoli a parlare pensai di entrare, pensai di bussare ed entrare. Li avrei trovati seduti uno di fianco all’altra ad aspettare che arrivassi per poi potersi toccare.
Mi feci coraggio e posai la mano sulla maniglia della porta.
Riempii i miei polmoni d’aria e contai fino a tre.
Uno…
Due…
Ad un tratto un rumore cupo e prolungato sembrò provenire proprio da dietro la porta. Era un rumore domestico, il classico rumore della domenica, quando facendo le pulizie si spostano mobili e divani per arrivare dove solitamente non è possibile pulire.
Cominciai a chiedermi cosa stesse succedendo. Cosa facevano, perché stavano spostando il divano.
Da come percepii il suono dovevano essere a pochi metri dalla porta, uno forse due, sicuramente non erano dall’altra parte del salone e così decisi almeno di capire cosa stesse succedendo.
Mi inginocchiai e guardai dal buco della serratura.
La visuale era ridotta, vedevo il tavolo, la piantana ma stranamente anche lo schienale della poltrona che solitamente restava di fronte al divano.
Ne vedevo solo una parte. Era messa di profilo e riuscivo a cogliere solo il bordo dello schienale ed un piccolo accenno di bracciolo.
Ad un tratto Alfredo comparve davanti ad i miei occhi. Piuttosto che spingerla fece il giro tirandola ancora un poco in dietro, mostrandomi appena qualche centimetro in più di quanti non ne avessi a disposizione quell’angolazione.
Nel muoversi di fronte a quell’improvvisato spioncino mi accorsi con un tonfo allo stomaco che Alfredo stava con il cazzo di fuori.
Era dritto e scappellato proprio come quando entrando lo vidi nella bocca di mia moglie.
Le gambe tremarono. Non si erano fermati per niente, altro che buoni propositi e buone intenzioni. Avevano continuato e forse erano andati anche abbondantemente oltre.
Li sentii mormorare di qualcosa, poi mi sembrò di percepire mia moglie sorridere.
Toglievo l’occhio dalla serratura ed avvicinavo l’orecchio cercando di capire meglio. Il rumore che usciva da li dentro pareva lo stesso di una conchiglia, era offus**to, le parole si percepivano male ma sicuramente li dentro parlavano. A bassa voce ma comunque parlavano.
Probabilmente avevano sempre parlato. Quei silenzi erano intervalli ad un parlare altrettanto silenzioso. Cosa si erano detti? Avevano parlato di me? Erano d’accordo già da prima?
Possibile che entrambi si erano serviti di me per riuscire ad andare a letto assieme? Pensavo a mille cose ed al contrario di esse.
Avevano ognuno il numero dell’altro, se avessero voluto farlo per conto loro l’avrebbero potuto fare senza che nemmeno me ne accorgessi.
Eppure la realtà sembrava dimostrare proprio ciò che pensavo, che chissà da quanto tempo avevano organizzato tutto, per restare da soli, per godersi reciprocamente. Possibile che mia moglie abbia escogitato tutto questo per andare con un sessantenne, per farsi scopare da quel tipo d’uomo che da sempre considerava viscido e riluttante?
Ad un tratto la fortuna sembrò guardarmi da dentro lo spioncino.
Su quella porzione di poltrona che riuscivo a vedere apparve mia moglie inginocchiata sulla seduta. Si era messa in quella posizione per dare evidentemente le spalle a lui.
Il suo viso si vedeva benissimo, vedevo i lunghi capelli neri e lisci scendere liberi verso il basso, le sue mani piantarsi sullo schienale ed infine la sua bocca sorridere ed i suoi occhi strizzarsi leggermente.
Non so bene cosa le stesse facendo, dove la stesse penetrando ma certamente di li a poco vidi il suo volto trasformarsi.
Con un espressione mista tra il piacere ed un piccolo dolore la vidi rispondere “si”. non ho idea di cosa le avesse chiesto, ma da quel momento il suo corpo cominciò a ricevere piccole spinte che la spostavano leggermente in avanti. La cadenza era scandita e la velocità molto limitata. Mia moglie cominciò a metabolizzare il piacere. Era evidente che le stesse penetrando la vagina ed era evidente che a lei piaceva farsela penetrare.
Si sta scopando mia moglie, la sta fottendo, se la sta scopando.
Nella mia testa rimbalzava solo questo concetto. Le parole fottere e scopare venivano continuamente ripetute e riciclate.
Chiavare, chiavare e poi ancora fottere e per l’ennesima volta scopare.
Colpo dopo colpo l’espressione di mia moglie diventava sempre più bella ed angelica.
Libera e senza alcune inibizioni stava godendo dal cazzo di un altro uomo, un uomo maturo, un uomo vero chele stava dando un cazzo vero.
Non credevo ai miei occhi. Nessun fastidio, nessun dolore, nessuna contorsione dello stomaco, solo un immensa voglia che tutto rimanesse così per sempre, che il tempo si fermasse, che Alfredo la scopasse per il resto della vita e che le schizzasse dentro, che la fecondasse e le farcisse il grembo con tutto il suo sperma.
Il respiro cominciò a farsi sentire affannoso. Nonostante non stessi origliando i suoi gemiti andavano aumentando di pari passo alla frequenza dei colpi che le perpetrava.
Quando al telefono giocavano toccandosi ognuno il proprio, sesso usavano venire nello stesso identico istante, come se fossero uno di fianco all’altra.
Mi divertivo a prenderli in giro, li chiamavo i due fidanzatini.
Adesso però erano veramente insieme, erano veramente uno dentro l’altra e per come stavano andando le cose sembravano veramente una coppia di amanti intenti a consumare il loro amore.
Se pur lontano anni luce dai loro pensieri, se pur assente sia fisicamente che mentalmente da quel loro momento, provai una profonda sensazione di benessere nel vederli fare sesso.
Soltanto mezz’ora prima li avevo odiati come poche cose si odiano veramente nella vita, uno alla volta li avevo insultati, detestati, disprezzati ma in quel momento no. In quel momento pensai a quanto grandioso fosse stato lui, con il suo interessamento, il suo impegno, con la perseveranza tipica di chi ha una grande esperienza, di chi la vita la conosce sul serio.
Avrei voluto che i suoi amici lo vedessero, che vedessero cosa era stato capace di fare un uomo della loro stessa età.
Sono sicuro che nessuno sarebbe riuscito ad arrivare a tanto, a convincere un giovane marito a concedergli la moglie, ha carpire la sua fiducia, ha farlo impegnare perché questo potesse accadere ed ancora di più a far si che lei accettasse, che lo apprezzasse al punto di desiderarlo, di volerlo come maschio, come maschio tra le sue cosce.
Alfredo aveva colto nel segno. Il destino gli aveva messo davanti un opportunità e lui l’aveva saputa cogliere alla prima occasione.
Quella giovane donna poggiata sulla poltrona che offriva il suo corpo era li per lui, non per un altro uomo, non per il marito, ma per lui.
Con il cazzo avvolto dalle sue grandi labbra continuava a penetrarla spingendo sempre più velocemente. Assistevo a quella scena toccandomi come un ragazzino davanti ad un film vietato ai minori di diciotto anni.
Mia moglie ansimava, le piaceva farsi prendere da dietro, sentire le mani grandi di Alfredo che le tenevano fermi i fianchi.
Offrite vostra moglie ad un uomo e sentirà cosa significa essere una femmina.
Per quanto trasporto possa esserci in una coppia andare con un estraneo è provare un coinvolgimento che verte verso bisogni completamente diversi. Fare sesso con uno sconosciuto per il semplice bisogno di appagare il proprio corpo è una sensazione istintiva, primordiale, è sentirsi spinti da una necessità carnale che prende il sopravvento su ogni cosa.
L’amore, la dolcezza e l’affetto sono stimoli meravigliosi, sono quello che ci fa svegliare e che ci manda a dormire pensando a quanto sia meraviglioso avere quella persona accano, ma offrono sensazioni completamente diverse da quelle che si provano in momenti come questi.
Non voglio dire che uno sia migliore dell’altro, che lei goda di più quando è con un altro piuttosto che con me, affermo soltanto che per quanto simili possiamo pensare che siano, sono emozioni completamente diverse.
Guardavo il suo viso mostrarsi appagato, felice, coinvolto. A pochi istanti dall’orgasmo la vidi come non l’avevo mai vista, persa in un piacere che prima di quel momento non si era mai realmente mostrato.
Quando venne Alfredo eiaculò assieme a lei.
Sentii quei loro respiri e quei loro gemiti mescolarsi assieme come quando al telefono giocavano a toccarsi. Io li ascoltavo con l’auricolare. Non di nascosto, sapevano che ero in mezzo ai loro giochi e forse anche adesso sapevano che ero li dietro a guardare ciò che mi era stato proibito di vedere prima.
La poltrona era stata messa li a posta. L’avevo capito finalmente.
Certamente il fatto che io non fossi presenti non li aveva affatto preoccupati, anzi, probabilmente per loro era stato un bene, ma d’altronde me ne feci una ragione.
In fondo sarebbe stato tutto più complicato se fossi rimasto dentro e poi quello era il loro momento.
Si è vero che avevo iniziato io, se non avessi insistito con lei e non avessi volontariamente assecondato i desideri di Alfredo non sarebbero mai potuti arrivare a tanto, ma è anche vero che in questo gioco i protagonisti erano loro. Era grazie a loro che potevo godere di alcune sensazione, erano le loro telefonate che mi facevano stare in un angolo a godere dell’intimità che li aveva poco a poco avvicinati.
Pretendere di partecipare a quell’incontro era ingiusto ed egoistico.
Aspettai che mia moglie scendesse dalla poltrona. Vidi il vestito svolazzare e capii che si era ragionevolmente ricomposta ed allora bussai.
Entrai nel salone che erano già seduti uno accanto all’altra. Non so cosa avessero nella testa in quel momento.
Gli occhi di mia moglie sembrarono lucidi, credo sinceramente che una volta passato il calore che l’aveva portata a concedersi era tornata a pensare a cosa avesse fatto.
Era intimidita, impaurita direi.
Alfredo invece era molto più tranquillo. Aveva il viso di chi doveva delle spiegazioni ma anche quello di chi aveva appena toccato il cielo con un dito.
Mi avvicinai a lei e le baciai le labbra. Il vestito era sporco di sperma così come i pantaloni di Alfredo attorno alla cerniera.
C’era silenzio, un grande silenzio.
Avvicinai la poltrona al divano dove erano seduti loro e guardandoli gli dissi: “non penserete mica di cavarvela così, io assieme voglio vedervi”.
Questo mio modo pacato e simpatico tolse in un istante quella sottile tensione che sembrava più o meno avvolgere la stanza.
Alfredo si voltò verso mia moglie e ridendo disse che era venuto per due giorni, che certamente avrebbe voluto sfruttarli a pieno, poi guardò me ed aggiunse: “come turista intendo”.
Ci venne da ridere a tutti ed a quel punto con il volto sereno mia moglie si alzò in piedi per andare a prepara un caffè.
Rimasi con Alfredo per dieci o quindici minuti.
“Hai visto che ce l’abbiamo fatta?” mi disse.
“So cosa hai pensato all’inizio, l’avrei fatto anche io. Però ho dovuto, se non mi fossi mosso subito non ci saremmo mossi più”.
“Non sai cosa ho pensato“ risposi, “non puoi nemmeno immaginarlo cosa ho pensato. Forse se avessi avuto una minima idea di ciò che ho passato in quei momenti non saresti nemmeno venuto da noi, però poi ho capito.
Ho visto la poltrona, ho visto dove l’hai messa ed ho capito. ”
“Ci stringiamo la mano allora?” disse guardandomi negli occhi
“Certo! Certo che ci stringiamo la mano”.
Ci abbracciammo veramente, poi lo guardai e gli dissi: “Una cosa Alfredo, ancora una cosa prima che torni lei. Mi racconterai tutto?”
Alfredo mi guardò sorridendo: “si che ti racconterò tutto. Facciamo passare questi giorni come abbiamo sempre sognato e quando tornerò ti racconterò tutto.
”
“Spero che tu le sia venuto dentro” aggiunsi.
“Te lo dirò quando sarà tutto finito”.
Mia moglie tornò con i caffè, l’atmosfera si fece quella che c’era prima del loro incontro, serena, gioviale, divertente.
Cenammo in casa, ordinammo tutto ad un ristorante che consegnò a domicilio e poi ce ne andammo insieme in camera da letto, avevo molto da osservare.
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