il mio primo cazzo gay
rilasciato 03.12.2012 in categoria sesso raccontoDurante quel periodo della mia vita mi sentivo bene, etero, maschio e in salute. Avevo 16 anni ed ero il più grande dei ragazzi che frequentavano il campo di calcetto. Vedevo i miei compagni come amici, non li avevo mai visti come possibili amanti. Un giorno d'inverno rimanemmo io e Michele negli spogliatoi, infatti ci eravamo trattenuti per gli allenamenti da portiere. Eravamo nelle docce, nudi, non c'era alcun problema infatti avevo un bel cazzo, non lungo ma grosso e con una cappella ben definita.
Il nostro discorso ricadde sul sesso infatti avevo avuto la mia prima esperienza etero poche settimane prima con la mi attuale ragazza:
Lei si chiama Lucia ed è molto bella oltre che simpatica, non è Marylin Mornoe ma era comunque molto bella. Quella sera ci appartammo nella mia casa, lei mi era venuta a trovare quel giorno perché io studiavo da pendolare avevo una bella stanza, la spogliai piano. Lei fece lo stesso con me, mi guardava era eccitata, ci baciavamo mi concentravo sul collo, sapevo che le piacevano da impazzire, ma in quel contesto, io e lei eravamo a troso nudo, la baciavo sul collo e sentivo le sue unghiate sulla mia schiena.
Ci trasferimmo sul letto, finii di spogliarla e le leccai la figa per un buon 5 minuti. Infilai il preservativo e la penetrai piano e con difficoltà, era vergine la scopai prima piano per la lubrificazione poi più veloce e più forte, venne dopo 15 minuti io ci misi più tempo dato che mi ero fatto una sega una mezz ora prima. Si accasciò su di me ma io continuai, urlava e gemeva, uscì poco prima e le sborrai nel culo.
Si accasciò dopo un po' di coccole e tv. Dormimmo insieme.
Dopo aver raccontato questo i nostri cazzi erano ritti e duri soprattutto il mio. Ma io rimasi ipnotizzato davanti al suo cazzo, molto lungo e fine, ma come poi mi insegnò l'esperienza poco dolore e tanto piacere. La sua doccia a gettoni si inceppò, non finiva più di uscire acqua, quando la mia fini mi infilai nella sua cabina stretta con lui, l'acqua calda era una droga d'inverno.
A un certo punto iniziò a farsi una sega, una serie di circostanze mi portò. A fargli un bel segone, che sfocio in un pompino, mi avvicinai, lo presi con die mani, poi lo baciai, lo ingoiai e lo su chiavi, lo stavo scopa di con la bocca. Poi mi accorsi staccandomi per pochi secondi che Michele aveva un dito in culo.. Che cazzo fai, gli chiesi ma con un gemito mi inondo la faccia di sperma, lo asaaggiai.
Era buono, molto. Lo raccolsi dalla mia faccia e lo leccai avido, poi ripulì il suo cazzo con una lunga succhiata partendo dalla base per poi arrivare sulla grossa cappella. Passarono pochi minuti prima che Michele tornò duro. Mi fece girare. Mi chinai in quel poco spazio che c'era. Mi disse che voleva farmi vedere cosa era il piacere anale di un ditalino. Si abbasso anche lui e mi lecco il culo. Avevo dei fremiti di piacere e il cazzo duro.
Mi poggio un dito sullo sfintere, descriveva Piccoli cerchi l'acqua calda mi rilassava, poi mi punto e me lo infilò di colpo ero rilassato e lubrificato, non provai il minimo dolore. Iniziò a muoversi, non come se mi stesse scopando, ma descriveva dei cerchi velocemente nel mio culo, godevo molto e gemevo poi infilò anche il suo anulare insieme al medio senza nessuna difficoltà. Inizio a sditalinarmi poi tolse le dita e si chinò sul mio culo e lo leccò, poi appoggiò la sua grossa cappella su di me.
Muoveva il cazzo tra lo spacco delle mie chiappe poi puntò la cappella e iniziò a spingere al ritmo del mio respiro. Stavolta il dolore c'era, era poco data la modesta circonferenza, ma la lunghezza si sentiva, spingeva e spingeva iniziò ad uscire poi rientrò. La sensazione era indescrivibile, era qualcosa di non mio che allargava la mia pancia, lo sentivo tutto, nei minimi particolari, sentivo le vene indurite, sentivo l'asta dura sentivo la cappella fare spazio al cazzo come uno spazzaneve, sentivo il contorno della cappella, sentivo il pulsare veloce del sangue, sentivo questo lungo, caldo pezzo di marmo pulsante muoversi, era dentro di me, era mio.
Mi dava della troia mi stava scopando a pecora, ma dopo un po' chiesi di cambiare posizione le mie braccia non ce la facevano più, mi tolse il cazzo dal culo con un po' di difficoltà e con un sonoro ‘pop' il culo rimase spalancato per una decina di secondi e si riempì di un po' d'acqua che scorreva, che piacere. L'acqua calda forse mi piaceva più dei suoi 23cm. Mi misi in piedi, e Michele mi appoggiò il telefono della doccia sul culo chiuso facendomi godere un sacco.
Mi sedetti su una sedia che prendemmo dagli spogliatoi poggiai le gambe sui portabraccia. Mi leccai 2 dita e me le ficcai nel culo. Michele aggiunse il terzo. Con i due indici spalancai il culo, Michele mi penetrò e dopo un quarto d'ora mi venne nel culo mentre io avevo 2 dita nel suo. La sborrata era copiosa e mi colo dal culo. Raccolsi un po' di sperma mettendomi le dita nel culo e lo leccai avidamente.
Ora però toccava a me, lo penetrai nel voglioso culo e lo scopai molto tempo, gli venni in culo dal quale colo tutto sulla mia pancia. Michele si chino e lecco avidamente, il movimento della lingua mi eccitava da pazzi. Limonnammo per mezz ora e ci salutammo. Da allora Michele per gioia del mio culo essere passivo.
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