Mia suocera che figa pelosa
rilasciato 16.02.2013 in categoria sesso raccontoCapita spesso di trovarmi da solo a casa di mia suocera ma solo ultimamente mi stà capitando questo…
Sono un pò di giorni che mia suocera stà a casa perchè malata e io quando vado a trovare la mia raga vedo anche lei.
Ultimamente però rimango a casa sua per aspettare la mia raga e la trovo ogni volta sempre più comoda.
L'altro giono stavo in sala e me la vedo in pigiama avvicinarsi per salutarmi.
è una tipa sui 50 grassottella e con un culo e due tette enormi.
Mi avvicino a lei e scopro che da sotto il pigiama spuntano i suoi enormi capezzoli. Duri e gonfi fanno capolino marcando il cotone del pigiama grossi quanto un ditale da sarta. In quel momento mi sono venute immagini di lei in qualsiasi posizione e mentre fantasticavo il cazzo mi si indurì nelle mutande.
A proposito di mutande.
Ultimamente me le trovo praticamente a portata di mano in qualsiasi occasione. Bianche nere con pizzo o trasparenti ma sempre con lo stesso scopo: farmele trovare.
Per esempio, mi capita di andare in bagno e con una scusa o un'altra lei mi anticipa sempre per poi farmi trovare le sue umide mutande nel cestino della biancheria aperto.
Ho resistito varie volte ma poi ho ceduto. La prima volta erano bianche con pizzo a fiori, i suoi umori freschi freschi di giornata riempivano i tessuti e sparsi qua e la i suoi peli neri riccioluti.
Le presi per mano e me le avvicinai per odorarle. Sembrava di sentire la sua figa grondante ma era solo nella mia testa. Mi sentii attizzato come un mulo e non so perchè ma mi fu spontaneo prendermelo in mano e segarmi pensando a lei mentre con la lingua assaggiavo il suo sapore. Prima di venire me le misi vicino alla cappella e le riempii si sperma. Le ripiegai e uscii dal bagno.
Un'altra volta mi disse di andarsi a cambiare e socchiuse la porta ma si vide tutto e la troia si cambiò su di una sedia davanti a me e con lo sguardo cercava il mio e come lo incrociava sorrideva e si toccava la figa. Enorme e larga, nera nera umida ormai di saliva e altro, prese in mano una spazzola si mise il manico della spazzola dentro e poi lo riposò. Io nemmeno ve lo dico come stavo.
Indurito dalle palle fino al buco della cappella. La vidi vestita e con la spazzola in mano la seguii fino allo specchio dove con la stessa spazzola si pettinava. Finito il tutto la riposò nel bagno. Io preso dall'eccitazione ci andai dopo aver visto lei sorridere. Trovai le sue mutandine sul lavandino e sopra di esse la spazzola. Non credetti ai miei occhi. Rimasi a bocca aperta e mentre cercavo di capire cosa stava per succedere mi girai per chiudere la porta.
Me la ritrovai subito dietro e disse: Vuoi scaldartelo da solo ho vuoi una mano? Io ingenuamente facevo finta di non capire ma in mente avevo tutto un'altro film. Me lo ridisse: te lo scaldi da solo o vuoi una mano? Gli risposi: come scusa? e lei: Guarda come faccio io a scaldartelo. Mi strinse al muro mi alzò la maglietta e appoggio la sua pancia alla mia, ero ormai una statua di gesso freddo e indurito ovunque.
Lei senti il cazzo e mi disse: ti faccio diventare la cappella rossa… Con la mano sinistra mi abbassò i pantaloni della tuta e le mutande mentre con la destra si era sganciata il reggiseno. Alzò ancora di più la maglietta e sentii i suo capezzoli duri su di me. Mi prese il cazzo e con un abile mossa me lo scappellò in un modo che me lo fece indurire ancora di più. Mi abbassai di poco e gli presi un seno con le mani,me lo portai in bocca e con i denti stringevo il suo capezzolo.
Lei gemeva come una magliala e diceva: succhialo, succhialo tutto. Apro la bocca e ne presi più che potevo mentre con la lingua ci giravo intorno. Incominciò a agitarsi e a respirare affannosamente. Ora ti faccio vedere come te lo prendo in bocca. Si tirò giù e me lo prese con la mano destra mentre con l'altra mi massaggiava le palle. Leccava la cappella come se fosse bollente, me lo tirava su e incominciava a leccarmi le palle per poi passarmi la lingua per tutto il cazzo fino alla cappella.
Lo fece per più volte e poi mi disse: tienimi per i capelli e scopami la bocca. Dio mio che bello, la presi e glielo infilai tutto. Si ritrasse per un attimo ma poi incominciò a dare il ritmo. Non ce la facevo più e gli dissi: vuoi che vengo? e lei: dopo che mi hai scopato… Dai non resisto… Si alzò e mi prese per mano accompagnandomi in cucina; io mentre camminavo cercavo di togliermi le scarpe e la tuta.
Si avvicinò al tavolo e si abbasso i jeans e le mutande ormai ridotte a straccio si tolse le scarpe e si sdraiò sul tavolo. LEI: lecca e mettimi le dita dentro. I suoi respiri si fecero più forti, gli apro la fregna con le dita e gli dò di lingua, aveva la fregna più gustosa di un gelato alla crema, rossa rossa gonfia con due labbra che sembravano spicchi di melone e tutto intorno peli neri ricci e duri che me li ritrovavo in bocca.
Continuai sul vago, Lei: su su vacci deciso. Mi sentii un porco ma anche un pò impaurito, era sempre mia suocera, ma era un gran troione. Presi con le labbra il clitoride e feci lo stesso servizio fatto con i capezzoli, una mano stringeva i suoi seni e l'altra si faceva strada con un dito, poi un'altro e un'altro; alla fine ne entrarono quattro. IO: fatti scopare mi esplode il cazzo; LEI: sbrigati. Andai in camera della mia raga e presi un preservativo, me lo misi in due secondi.
Si tirò su e allargò le gambe, aveva la fregna ormai aperta a libro bagnata fracida, come entrai lei fece un gemito e disse: tutto e forte dai fammi sentire. Incominciai a scoparla forte, lei appoggiò le braccia sul tavolo, le sue enormi tette si muovevano a onda, i capezzoli sempre più duri raggrinzivano le aureole, io la presi sui fianchi e la pompavo, poi la sdraiai e mi misi una gamba sulla spalla, davanti a me avevo il suo corpo bianco e morbido che si muoveva a ritmo dei miei colpi, lei con una mano si teneva i seni e con l'altra si apriva la fregna, io vedevo il suo godere dal viso, afferrai la gamba sulla spalla e con la mano gli massaggiavo il clitoride.
LEI: dai dai ancora ma non venire che me lo devi mettere nel culo. Io: girati allora che non ce la faccio più, mi scosto e me la ritrovo a pecorina sul tavolo, cerco di incularmela ma non riesco gli prendo la testa e faccio forza su di essa per fargli capire che si deve sdraiare. Riesce a capirlo, si draia e le sue tette si schiacciano al tavolo sbordando sui lati del suo corpo.
Le sue mani allargano le chiappe e riesco a vedere il suo buco del culo. è scuro già allargato e voglioso di me, sembra che respiri perchè si apre e chiude. LEI: dai su prova ma piano e una volta dentro fatti strada con il cazzo. Appoggio la cappella che talmente è diventata dura che non fa una piega. Faccio un pò di sforzo ma di colpo entra fino alla corona risucchiata dal culo.
LEI: ora spingi con calma ma mi raccomando deve entrare tutto. Detto fatto pian piano guadagno centimetri fino ad arrivare alla base, la prendo per i fianchi e la scopo in culo. Le sue chiappe sbattono sulla mia pancia facendo rumore, ogni tanto gli dò due sberle sul culo croccanti, lei da come geme sembra gradire fino a quando mi dice: stò per venire guai a te se ti fermi, non ho mai goduto con il culo.
Capisco la situazione e cerco di governare la mia voglia. Lei ormai sembra gemere a qualsiasi cosa fino a quando la sento diversa e fare versi strani. IO: che succede qualcosa che non vaa? LEI : “respiro affannato” stò a veni stò a veni fallo anche tu e vienimi in culo. Quelle parole mi presero da dentro e incominciai a sbatterla sembre più veloce che ormai il tavolo si era spostato di una metrata.
LEI: SU SU SU DAI NON TI FERMARE; IO: ECCO ECCO STò A VENI ECCO ECCO ECCO, esplosi come un palloncino d'acqua gemendo come non avessi mai fatto prima. Mi accasciai sulla sua schiena per riposarmi e dopo un pò mi tolsi. Lei si girò e disse: CAZZO CHE BELLO TU SCOPI CON L'ANIMA, LA PROSSIMA VOLTA PERò NON PERDERE TEMPO DIMMELO E SCOPIAMO SENZA GIRI DI PAROLE. Mi presi dell'acqua mi attaccai alla bottiglia e lei con le mani mi tolse il preservativo e disse: QUANDO MI SCOPI IL CULO VOGLIO SENTIRE IL TUO SPERMA RICORDATELO.
Questa è stata la prima e ultima volta ma già da ieri lei ha ricominciato a ronzarmi intorno. Vi aggiornerò
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