In trasferta con mia madre
rilasciato 12.03.2023 in categoria sesso raccontoSiamo una coppia madre e figlio. Lei Santa (solo di nome), cinquantaquattro anni, alta un metro e sessantaquattro, occhi verdi, una quarta di seno e nonostante l’età un corpo da favola. Io, Mattia, trentatré anni, alto un metro e ottantatrè, corpo nella norma. Sono sempre stato un’amante dell’i****to, ho sempre visto questa cosa come la forma di amore più puro, ho sempre letto racconti che ne parlano e discusso con persone che lo praticano, ma mai e poi mai avrei pensato di esserne un giorno il protagonista.
Ormai e passato quasi un anno da quel giorno, ma lo ricordo come se fossi ieri. 14 Febbraio 2017Mi svegliai come il solito all’ultimo momento, avrei dovuto presentarmi in ufficio da lì a mezz’ora. Mi lavai e vestii di corsa, non trovavo la mia cravatta preferita, mi ricordai che l’avevo prestata a mio padre il giorno prima e pensai che potesse essere in camera sua, la porta era chiusa ma vista l’ora tarda credevo di essere da solo in casa e non bussai, quello che si presentò davanti ai miei occhi fu fantastico, mia madre totalmente nuda sul letto che stava indossando dei collant di color carne, potetti vedere che non aveva indossato le mutande, il suo seno era fantastico.
Quando mi vide, si pietrificò, poi dopo qualche istante mi disse: – Mattia dai non si bussa?- Mamma scusa, credevo di essere da solo in casa. – Cosa vuoi cosa fai ancora a casa? Esci. Aspettami in cucina. Non risposi, chiusi la porta dietro di me e andai in cucina. La mia mente però era rimasta in quella stanza, pensavo a quella visione, e inizia a fantasticare che mia madre mi avesse invitato ad avvicinarmi a lei e mi avesse preso in bocca il cazzo.
Continuavo a fantasticare a occhi chiusi quando sentii toccarmi con una mano sulla spalla, era lei. – Mattia cavolo si bussa prima di entrare. – Mamma scusa ma vista l’ora tarda credevo foste tutti in ufficio, perdonami. – Eh va beh non e successo nulla. Spero almeno tu abbia apprezzato. Rise. – Niente male. – Niente male? Tutto qua? Su dai cambiamo discorso che è meglio. Anzi finiamo di prepararci e andiamo in ufficio, e poiché sei qui, vengo in macchina con te.
Annuii. Mamma era fantastica, come detto aveva indossato dei collant color carne, poi una gonna nera lungo fino al ginocchio e una camicetta attillata che metteva in risalto il suo fantastico seno. Finimmo di vestirci, e salimmo in macchina. Durante il tragitto mamma ricevette una telefonata: – Pronto. Siamo quasi arrivati, perché qual è l’urgenza? Ok, ok, arriviamo. – Chi era? – Era papà, ci sono problemi in ufficio, ha bisogno di noi. Mancavano dieci minuti di macchina.
Arrivammo in ufficio e mio padre ci chiamò subito. – Ci sono problemi con un cliente a Roma, dovrei andarci io ma non posso, domani arriveranno dei clienti cinesi ed io devo essere qui. Ho deciso che andrete voi. – Ok, quando dobbiamo partire? – Subito, vi ho già prenotato il treno e l’albergo, avete giusto il tempo di rientrare a casa e preparare un borsone. – D’accordo. Mio padre ci dette i numeri di prenotazione e ci muovemmo verso casa.
Preparammo un borsone al volo, chiamammo un taxi e ci recammo in stazione. Il treno era in perfetto orario. Durante il viaggio io e mia madre ci scambiammo giusto due parole, ma io non potevo fare a meno di pensare a cosa fosse successo poche ore prima. Il mio desiderio per lei cresceva di minuto in minuto. Dopo tre ore di viaggio arrivammo a Roma. Andammo direttamente dal cliente che aveva urgenza. Dopo quasi sei ore full immersion non eravamo ancora riusciti a risolvere il problema.
Decidemmo di rimandare al giorno dopo e di andare in albergo. Arrivammo, e ci recammo alla reception. – Abbiamo una prenotazione – Si. Una camera con letto matrimoniale. – Deve esserci un errore. Disse mamma. – Dovrebbero essere due singole. – Mi spiace, ma al terminale abbiamo una prenotazione per una matrimoniale. – Possiamo modificare la prenotazione? – Mi spiace signora, ma siamo al completo. Dentro di me ero felice. L’idea di dormire con mia madre nello stesso letto mi eccitava da morire, anche perché sapevo che lei dormiva con indosso solo un Baby Doll nero, senza sotto l’intimo.
Mi chiedete come posso saperlo? Semplice, l’ho spesso spiata mentre si preparava per la notte, dal buco della serratura della porta di sua camera. – Dai mamma, va bene cosi, che problema c’è? Dopo qualche secondi di silenzio mia madre rispose:- Hai ragione, siamo mamma e figlio, non c’è nulla di male. Ci consegnano le chiavi e ci accompagnarono nella nostra stanza. Era una suite molto carina. Un letto matrimoniale un po’ più grande del classico, televisore, e un bagno con un box doccia, con getti idromassaggio.
Si erano fatte quasi le dieci di sera. Senza cambiarci uscimmo dall’hotel e cercammo un ristorante, dove cenare. Lo trovammo velocemente. Era un bel posto, il Crispi 19. Ordinammo quasi tutto pesce, dall’antipasto al secondo. Due cilindri di rombo ripieni, due ravioli di Orata profumati al Pesce spada, un filetto di Branzino ed un filetto di Cernia. Non mangiammo il dessert. Il tutto accompagnato da un Ermacora del 2010 ( Pinot Grigio). Alla fine della serata le bottiglie furono due.
Io ero leggermente brillo ma mamma lo era molto più di me. Tornammo in albergo e andammo in stanza. Mi preparai per la notte mentre mamma era in bagno. Mi aspettavo che uscisse già pronta per la notte, mi sbagliavo, era ancora vestita come prima. – Ho dimenticato il vestiario. Ti dispiace se mi vesto qui? Colsi la palla al balzo. – Figurati, fai pure. Mamma iniziò a svestirsi, io ero sotto le coperte e la mia mano si diresse subito sul cazzo, inizia ad accarezzarlo mentre mi gustavo quella visione.
Come pensato, non mi sbagliavo, mamma si tolse reggiseno e mutandine, nel farlo si piegò leggermente in avanti, il che mi permise di intravedere la sua fantastica figa. Non credo che mamma ci facesse caso perché ancora brilla. Purtroppo lo spettacolo finì. Mamma salì sul letto e si mise sotto le coperte. Mi ricomposi. Mamma mi dette un bacio sulla fronte: – Notte tesoro mio. Risposi. – Notte mamma. Si voltò dall’altra parte. Feci lo stesso anch’io.
Mi voltai quasi subito verso di lei, la desideravo e sapevo che non avrei potuto avere un’altra occasione. Mi feci coraggio. Mi avvicinai e la abbracciai. Non si era ancora addormentata, si voltò verso di me e mi sorrise. – Grazie tesoro, sentivo freddo. Detto questo, si rivoltò. Mamma non aveva capito le mie intenzioni. Aspettai qualche minuto con la speranza che si addormentasse. Allungai la mano verso di lei, iniziai lentamente ad accarezzarle la coscia.
Questo gesto era allo stesso tempo frizzante ma mi metteva anche ansia. Ansia perché non sapevo mamma come avrebbe preso quel mio gesto. Non ci fu reazione. Mi feci più intrepido, il mio tocco si fece più sensibile. Anche lì non ci fu reazione. Non sapevo che pensare, o dormiva profondamente o accettava ciò che stavo facendo. Dovevo farmi ancora più coraggio e tentare il tutto per tutto. Dovevo rischiare. O avrei vinto e finalmente fatto sesso con mia madre, o mi sarei preso un bello schiaffo, se non qualcosa di più.
Spostai la mia mano. La misi tra le due cosce. Lentamente e dolcemente scorrevo verso la sua figa. Era il momento decisivo. Non si fece attendere molto e fu totalmente inaspettata. Credevo mi uccidesse, ma non fu cosi. Mamma allargò leggermente le gambe per facilitare la mia risalita. Finalmente arrivai alla sua figa. Iniziai ad accarezzarla dolcemente per poi infilare un dito al suo interno. Iniziai a sentirla ad ansimare piano piano. Strinse forte le gambe mentre il mio dito era ancora dentro la sua figa.
Accese la luce nella stanza e si voltò verso di me. Ci guardavamo intensamente negli occhi. Furono gli istanti per lunghi della mia vita. Poi finalmente mi baciò. Fu un bacio molto intenso e coinvolgente. Fu stupendo. Mentre ci baciavamo, le strinsi il culo con la mano, (il mio dentro era ancora lì, dove l’avevo lasciato), poi finalmente mamma rilassò le gambe e potetti riprendere a masturbarla. Non ci scambiammo neanche due parole. Continuavamo a baciarci ed io a masturbarla.
Smise di baciarmi. Mi aiutò a spogliarmi via maglietta e pantaloni. Mi fissava con quegli occhioni verdi, che emanavano sia molta dolcezza sia passione. Dopo avermi dato un dolce bacio sulle labbra, incominciò a baciarmi sul collo, poi scese lentamente e dolcemente sul mio petto dandomi dei dolci baci con le labbra. Continuava a scendere, si soffermò qualche istante sul mio ombelico per poi riprende la discesa. Con una mano abbassò leggermente il boxer, da dove subito si presentò in tutto il suo vigore, il mio cazzo.
Lo prese con una mano e iniziò una fantastica sega, dapprima molto dolce, poi molto vigorosa. Dopo pochi minuti si chinò, si fermò a pochi millimetri dalla mia cappella e mi guardò come per chiedermi il consenso, cosa che gli detti subito appoggiando la mia mano sulla sua testa e invitandola con essa ad abbassarsi ancora. Gli diede un bacio e poi aprì le labbra per farlo entrare interamente nella sua bocca. Partì cosi con il farmi il più grande pompino che avessi provato.
Era fantastico. Le sue labbra meravigliose. La sua lingua dolce. Il suo sguardo aumentava l’eccitazione. Non resistivo più, volevo farla mia. La presi con forza e la misi sotto di me. La baciai. La baciai sul collo e poi volevo il suo seno, abbassai le spalline del Baby Doll e le scoprii. Mi fiondai su di esse. Ne presi una in bocca e la succhiavo con veemenza, ogni tanto prendevo il capezzolo tra i denti e la cosa la faceva impazzire.
Mi spostai e mi misi ai piedi del letto. Inizia a baciargli le dita dei piedi e li leccavo. Salii continuando a baciare fino l’interno coscia e li mi soffermai. Baciavo prima uno e poi l’altro. E finalmente fu il momento della figa mi ci fiondai e iniziai a leccarla. Mamma urlava di piacere. Non voleva che smettessi, mi teneva la testa tra le sue cosce. Infilai prima una poi due dita e infine tre e mentre leccavo, la masturbavo.
Le sue grida di piacere si fecero più forti, tantoché io avevo paura che qualcuno nelle altre stanze potesse sentirle. Allungai una mano verso la sua bocca e glie la tappai. Lei tolse una mano della mia testa e sposto la mia dalla sua bocca e presse a leccarmi le dita. Non resistevo più dovevo penetrarla. Le allargai le gambe e mi avvicinai con il bacino. Lei prese il mio cazzo con la mano e lo accompagnò all’imbocco del paradiso.
Dolcemente la penetrai. Era sempre mia madre e non volevo fargli male. Incominciai con movimenti lenti per poi aumentarli d’intensità. Mamma aveva messo le sue mani sul mio sedere e mi accompagnava nei movimenti. Finalmente mi parlò: – Dio mio Mattia. Figlio mio è fantastico, non smettere, scopami. – Dio mamma, sei meravigliosa. Non ci penso neanche a fermarmi, non desideravo altro. Mi fermai un istante e la baciai, poi ripresi a scoparla. Ci soffermammo in quella posizione per un poco, poi mamma m’invitò a sdraiarmi.
Dopo avermi dato un bacio sulla cappella, si mise sopra di me. S’infilò il cazzo dentro e incominciò a muoversi, alternando movimenti circolari con quelli verticali. Mi alzai verso di lei per prendere in bocca il suo seno. (Dio ragazzi non potete capire che sensazioni meravigliose e inspiegabili stavamo provando). Era il momento di possederla da dietro. La feci spostare. Mi misi ai piedi del letto e la tirai verso di me. La girai.
Puntai la cappella sulla sua figa, e con un colpo deciso la ripenetrai. Stavolta i movimenti furono sin da subito molto decisi e forti. Mamma apprezzava. La sua calda figa diventò anche molto bagnata. Iniziai a vedere il liquido vaginale. Mi fermai per assaporarlo. Mmm che ottimo sapore. Ripresi a scoparla. Mamma voleva cambiare posizione. Si spostò. Scese dal letto e si mise sopra il tavolo che era dall’altra parte della stanza. Allargò le gambe e disse: – Vieni amore mio.
Mi avvicinai e ripresi a scoparla. Urlava che era una meraviglia. Non m’importava più che ci sentissero. Volevo solo che godesse come mai in vita sua. Ormai era più di mezz’ora che scopavamo ed io stavo quasi venendo. Glie lo dissi: – Mamma sto per venire. – Amore non venirmi dentro. Aspetta. Mi fece spostare e s’inginocchiò sul pavimento mettendosi davanti a me. – Voglio che mi vieni in bocca. Iniziai a segarmi per venire, e non ci misi molto.
Uno schizzo copioso di sborra gli finì sulla bocca e sulla faccia. Poi mamma prese a leccarlo per pulirlo bene, per poi prendere con le dita lo sperma sul viso e leccarlo. Eravamo entrambi sfiniti. Mamma si alzò da terra, mi baciò e mi disse: – Mio dio è stato stupefacente. Poi mi prese la mano e mi accompagnò al letto. – Ora amore riposiamo, domattina voglio rifarlo. – Ok mamma non vedo l’ora. Ci sdraiammo e ci addormentammo.
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