Questo è l’inizio – terza parte

Insieme con Carlo ritornammo verso mia madre. Ormai era l’imbrunire ed era quasi ora di tornarcene in albergo per poi andare a cenare. La sorpresa fu che mamma non era sola, ma se ne stava a parlottare tranquillamente con una signora di una certa età. Ai miei occhi sembrava addirittura vecchia.
“questa è Rachele, abbiamo fatto amicizia quando voi siete andati via. ”
“si, l’ho vista da sola ed ho pensato che le avesse fatto piacere un po’ di compagnia”
“avete fatto benissimo”
Le solite presentazioni.

Mamma sembrò molto contenta di rivedere Carlo, ma a dire il vero non sembrava altrettanto sorpresa. Gli adulti continuarono a parlare per un po’ di tempo mentre io li ascoltavo, anzi, più che ascoltare li guardavo. Mamma se ne stava stesa appoggiata sui gomiti e teneva le cosce piuttosto aperte; Rachele se ne stava seduta su di un telo da mare con le gambe incrociate proprio di fronte a mamma, mettendo in risalto una fica molto grossa e aperta.

Papà e Carlo invece stavano stesi sul fianco. La vista della fica di mia madre e di Rachele mi fecero nuovamente eccitare e per evitare brutte figure nei confronti della nuova amica di mamma cercavo di coprirmi il più possibile.
“vedo che vostro figlio si vergogna un po’ a mostrarsi”
“è la prima volta che lo portiamo qui, deve ancora abituarsi”
“già, lo vedo dall’erezione che cerca di nascondere”
Risata generale
“non preoccuparti ragazzino, siamo tutti adulti e vaccinati”
A quel punto non mi preoccupai più di coprirmi
Stemmo un’altra decina di minuti prima di raccattare la roba e ritornare in albergo.

Carlo alloggiava in una pensione vicina mentre avemmo la sorpresa che Rachele aveva la camera proprio sullo stesso nostro piano. Prima di salutare Carlo papà lanciò la proposta di cenare tutti insieme per poi andare a fare due passi. Tutti accettarono di buon grado.
Alle nove ci ritrovammo tutti davanti all’albergo. Rachele doveva essere molto pratica del posto e consigliò di andare in un ristorante che lei conosceva bene. Io, mio padre e Carlo eravamo vestiti in maniera piuttosto vacanziera: pantaloni di lino bianchi e camicia blu papà e Carlo (sembrava che lo avessero fatto apposta a vestirsi uguale) ed io bermuda e maglietta.

Mamma e Rachele invece sembrava dovessero andare ad una cena di gala: mamma con un vestitino a tubino nero che le arrivava sopra il ginocchio, ampia scollatura davanti che a stento le copriva i capezzoli e schiena completamente scoperta; Rachele invece indossava un abito lungo fino alle caviglie, bianco, anch’esso con un’ampissima scollatura (anch’essa senza reggiseno) e piuttosto audace nelle trasparenze. A ristorante mangiammo con gusto, divertiti dal fatto che le due donne erano il bersaglio degli sguardi di tutti i presenti, in modo particolare dei camerieri che sembravano fare a gara per servirci.

Mamma sedeva alla sinistra di Rachele seguita da papà, poi io e Carlo. Ad un certo punto della cena mi accorsi che Rachele aveva la sua mano sinistra sotto il tavolo e istintivamente con la classica scusa del tovagliolo caduto mi chinai a guardare. Il mio istinto aveva ragione: Rachele aveva la sua mano tra le cosce di mamma, la quale per agevolarla aveva fatto risalire il vestito e teneva le gambe aperte. Vedevo chiaramente la mano di Rachele strofinarsi sulla fica di mamma.

Mio malgrado mi rialzai guardando mamma in viso. Il suo rossore ed il suo sorriso mi fecero capire che la cosa era da lei molto gradita. Finito di cenare andammo a fare due passi. Io, papà e Carlo stavamo dietro alle due signore, le quali camminavano a braccetto ad un paio di metri di distanza da noi. Carlo ci fece notare come mamma sculettava in modo particolare e come la mano di Rachele era scesa fino alle chiappe palpeggiandole chiaramente.

All’improvviso mamma si girò verso di noi e lanciò una proposta:
“ragazzi, cosa ne dite se andiamo sulla spiaggia?”
“ma tesoro, non ti sembra un pochino tardi?”
“ma no, anzi il mare di sera è magnifico”
Accettammo la proposta di mamma. Papà andò a prendere la macchina e dopo circa venti minuti ci trovavamo sulla spiaggia. C’era pochissima gente logicamente, solo una coppia in lontananza che faceva chiaramente sesso ed un paio di uomini che si mantenevano a distanza, ma con il chiaro intento di guardare.

In un attimo mamma e Rachele furono completamente nude e noi le imitammo immediatamente. L’intento non era certo quello di goderci il chiaro di luna sulla spiaggia. Infatti mamma subito abbracciò Rachele, stampandole un bacio sulla bocca. Le loro mani immediatamente presero a stringere le rispettive tette mentre le lingue, vistosamente fuori, scambiavano saliva. Noi 3 maschietti rimanemmo a guardarle presi da quello spettacolo lesbo neanche troppo imprevisto. Mamma s’inginocchiò e ficcò la testa tra le cosce spalancate di Rachele iniziando a leccarle la fica.

Iniziammo a toccarci i cazzi già durissimi. All’improvviso vidi che mamma mentre leccava la fica ficcò due dita nel culo di Rachele la quale emise un gridolino di gioia. Pensai che doveva essere ben larga anche perché un attimo dopo le dita erano diventate quattro.
“mmmm, vedi che buco di culo aperto che ha”
“vero, ma credo che il tuo lo sia ancora di più Antonio”
“piace anche a te papà?”
“si figliolo, è una cosa bellissima”
“vorrei provare anche io”
“dici veramente? Potrebbe non piacerti”
“sono sicuro che se lo fai tu mi piacerà senz’altro”
Guardai il cazzo di mio padre che a quelle parole ebbe un guizzo.

Arrapato come non mai mi misi vicino a mamma e Rachele che nel frattempo si erano messe a 69 sulla sabbia, posizionandomi a quattro zampe. Mamma capì subito cosa volevo.
“dai Antonio, fagli capire cosa significa prenderlo nel culo, fallo godere”
Sentii chiaramente il cazzo di mio padre iniziare ad accarezzarmi il buco del culo, poi lo sentii sputare. Quando iniziò a spingere lentamente mi disse di stare rilassato e di non opporre resistenza altrimenti mi sarei fatto troppo male.

“figliolo, all’iniziò sentirai che ti farà un po’ male, ma se resisti vedrai che il dolore sparirà e ti piacerà molto”
Cercai di rilassarmi il più possibile. Avvertivo la sua spinta, poi un bruciore e la sua cappella decisamente dentro. A dire il vero il dolore non era molto, anzi era piuttosto accettabile, così mi rilassai ancora di più e gli dissi di continuare. Pochi colpi e mi fu tutto dentro. Ora il dolore era forte, ma cercai di resistere il più possibile e alla fine il piacere prese il sopravvento.

Mi sentivo il culo completamente pieno, ma l’andirivieni del cazzo di mio padre mi procurava una sensazione fantastica.
“dai papà, continua, mi piace”
“dai Antonio, continua così, sfonda tuo figlio, riempigli il culo”
“piccolo mio, aspettavo da tanto poterti inculare”
“mmmmmm siiiii papà, dai è bellissimo”
“dai Carlo, faglielo assaggiare, fagli assaporare il tuo cazzo”
“come vuoi Antonio”
Carlo mi si posizionò davanti offrendo alla mia bocca il suo cazzo. Senza pensarci su neanche una volta lo presi e iniziai a succhiarlo.

Era magnifico sentirmi il cazzo di papà nel buco del culo e quello di Carlo in bocca. Dopo neanche un minuto papà mi avvisò che stava per sborrare, ma io gli chiesi di non sfilarmi il cazzo dal culo. Anche Carlo stava per arrivare, ma non era mia intenzione lasciarlo andare e così dopo pochissimo mi sentii contemporaneamente il culo riempito dalla sborra di papà e la bocca piena dello sperma di Carlo. Continuai a succhiare fino a ripulirlo completamente per poi ingoiare tutto.

Mamma allora lasciò Rachele e mi si avvicinò ficcandomi la lingua in bocca:
“che bravo bambino, ha capito subito come si gode veramente”
Avevo il cazzo durissimo e una voglia matta di sborrare.
“ora ti aiuta la tua mamma”
Si mise sotto di me e mi prese il cazzo in bocca. Ma la mia resistenza era ormai al limite perché dopo neanche due secondi le riversai in bocca tutto il mio sperma. Non so quanto ne cacciai, ma dal volto sorpreso di mamma ne doveva essere stato molto.

Mi accasciai sulla sabbia esausto e leggermente dolorante. Anche papà e Carlo sembravano esausti, ma per niente intenzionati a fermarsi. Infatti si buttarono anche loro due sulla sabbia in un 69. Vedevo i loro cazzoni nelle loro bocche e sentivo il risucchio che facevano.
“ora il mio piccolo fa godere la sua mammina”
Steso a terra mi vidi mamma che si accovacciava sulla mia faccia offrendo la sua fessa alla mia bocca. Iniziai a leccarla e immediatamente avvertii una nuova erezione.

Ma contemporaneamente avvertii anche un’altra bocca che afferrava il mio cazzo: era Rachele che anche lei voleva la sua parte ed io ero ben felice di accontentarla. Era qualcosa di magnifico: Carlo e mio padre che si abocchinavano a vicenda, mamma che si faceva leccare la fessa da me e Rachele che mi spompinava alla grande. Quando sborrai Rachele trattenne il mio sperma, si avvicinò a mia madre e glielo riversò in bocca. Nello stesso preciso istante mamma mi riversò il suo nettare in faccia.

Papà e Carlo si alzarono e vennero verso di me e masturbandosi sul mio viso mi riversarono una notevole quantità di sborra in faccia.
Ci accasciammo tutti esausti. Tutti tranne Rachele che in effetti non aveva ancora goduto. Mamma allora le si avvicinò e la fece mettere a pecora iniziandola a leccarla da dietro. Dopo un po’ mamma staccò la sua bocca dalla fica per iniziare a masturbarla con le dita. Ma lo scopo non era quello.

Infatti iniziai a vedere che mamma prima le infilò un paio di dita, poi tre, poi quattro. La fica di Rachele era enorme. Vidi chiaramente che mamma iniziò a farsi strada anche con il pollice. Rachele urlava dal piacere:
“siii, troia, spaccamela tutta. Infila questa cazzo di mano nella mia fessa”
Dopo un attimo la mano di mia madre scomparve in quella fica che sembrava la caverna di Polifemo. Un urlo agghiacciante uscì dalla bocca della donna, ma non era di dolore bensì di godimento estremo.

Vedevo chiaramente l’andirivieni della mano, fino ad arrivare quasi al gomito. Poi mamma con estrema rapidità sfilò la sua mano. Sentii quasi come un tappo di spumante che saltava e contemporaneamente dalla fessa di Rachele uscì uno zampillo di quello che pensavo piscio. Mamma si tuffò a leccare quel liquido, anzi, praticamente aveva la testa nella fica di Rachele. Avevamo goduto tutti.
Solo dopo qualche minuto ci rendemmo conto che c’erano alcune persone che si erano goduti lo spettacolo agevolati dal faro di un lido vicino.

Ma la cosa non ci turbò minimamente, anzi.

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