Volevi le corna? Eccoti accontentato!
rilasciato 30.07.2013 in categoria sesso racconto“VOLEVI LE CORNA? ECCOTI SERVITO!”
DEDICATO AD UN CARO AMICO
Finalmente sono riuscito a ritagliarmi una intera giornata di tempo libero.
Ti ho seguito e so dove abiti, mi hai detto che dopo il lavoro andrai in palestra.
Mi presento a casa tua con due bottiglie di prosecco gelato e una vaschetta di gelato.
Sfodero il mio sorriso più accattivante quando lei mi apre la porta di casa e mi guarda un po’ stupita e anche sospettosa.
Mi presento come il tuo nuovo collega, le lascio intendere di essere un tuo superiore, lei è imbarazzata quando le dico che mi hai tanto parlato di lei.
Faccio il galante e le dico che è ancora più bella di come la descrivi.
Arrossisce imbarazzata e mi fa accomodare in sala scusandosi per la tenuta da casa e dicendo che va a cambiarsi.
Le dico di non formalizzarsi per me e che sta benissimo anche così, che vista la confidenza che ho con te non c’è bisogno che si metta in ghingheri.
Non può non accorgersi di come la guardo ammirato, sa perfettamente che il grembiule che indossa non nasconde che non ha il reggiseno, è consapevole che posso vedere in trasparenza sia i suoi capezzoli che le mutandine di cotone bianco.
Mi vedo davanti agli occhi le foto che mi hai mandato, conosco le sue mutande come fossero quelle di mia moglie ormai.
Solo a sentire la sua voce il cazzo mi si è indurito nei calzoni.
Senza far rumore la seguo in cucine e quando si abbassa per mettere il gelato in frigorifero faccio fatica a resistere alla vista del leggero tessuto che si tende attorno alle sue chiappe.
Mi dice che dopo il lavoro non verrai subito a casa e che ti chiama per farti rientrare prima.
Ribatto che non è il caso, dicendole che so che ci tieni molto alla palestra e che fa bene ai tuoi chiletti di troppo.
Mi alzo e le dico che tornerò più tardi, ma lei gentilmente insiste perché ti aspetti lì.
Si siede davanti a me e chiacchieriamo del più e del meno.
Non stacco gli occhi dalla sua scollatura e dalle sue labbra, immaginando di infilare il mio cazzo in mezzo alle sue tette prima di farmelo succhiare.
E’ molto imbarazzata, complice il caldo ha un velo di sudore sul labbro superiore e mi vedo già a leccarlo.
Mi offre una bibita fresca, le propongo di aprire una bottiglia di vino.
Si schernisce dicendo che non è abituata a bere, ma insisto.
Le tremano le mani, si vede benissimo che non è a suo agio sola in casa con me, non riesce a stappare la bottiglia.
Mi avvicino a lei per aiutarla, lei è seduta ed io in piedi accanto a lei. Mi chino e copro le sue mani con le mie.
Con indifferenza appoggio il mio uccello duro al suo braccio e lo lascio lì per qualche secondo.
Arrossisce ancora di più e fa cadere qualche goccia di vino sul tavolo tanto è nervosa.
So di essere stronzo, ma non faccio nulla per tranquillizzarla, anzi, le fisso spudoratamente le tette mentre le parlo.
Dopo soli due bicchieri è già un po’ brilla, ridacchia nervosamente un pochino imbarazzata alle mie battute.
Le chiedo se non le pesa avere tanto tempo libero mentre tu sei al lavoro e quando mi dice che va spesso in spiaggia approfitto per chiederle quanti ragazzi le fanno la corte.
Si schernisce dicendo che ormai è vecchia per queste cose.
La copro di complimenti, e fissandola negli occhi le dico che la trovo estremamente sexy.
“Se non fossi amico e collega di Alex…”
Mi stupisce rispondendo
“Cosa farebbe?”
“Farei esattamente così: mi alzerei, mi avvicinerei a lei, le metterei una mano nella scollatura e la bacerei sulla bocca”
“Meglio di no, mio marito potrebbe tornare da un momento all’altro”
“Non regge come scusa, non rientrerà prima di un’ora.
”
E’ davvero molto agitata adesso, accavalla le gambe e si tocca nervosamente i capelli.
Sorrido tra me e me pensando a quanto poco la conosci, si capisce lontano un chilometro che l’idea la solletica nonostante tutte le sue convinzioni.
“C’è tutto il tempo per fare ciò che ho in mente”
“Sarebbe a dire?”
“Non mi limiterei certo a baciarla, le metterò anche le mani sotto la gonna”
Apro la seconda bottiglia e le verso una dose abbondante di vino.
“Se mi fa bere ancora mi ubriacherò”
“Meglio, così avrà una scusa per lasciarmi fare”
Guarda l’orologio, non capisco se non vede l’ora che tu rientri o stia solo calcolando quanto tempo abbiamo a disposizione.
Non ho più voglia di giocare con lei, mi alzo e mi avvicino lentamente.
Lei abbassa la testa e non mi guarda.
Le metto una mano sotto il mento e le sollevo il viso verso di me.
Non perdo tempo e le infilo tutta la lingua in bocca.
Lei appoggia le mani sul mio petto per allontanarmi, ma faccio resistenza e le metto una mano nella scollatura.
Le afferro una tetta e la maneggio rudemente, tenendo il grosso capezzolo indurito tra le dita.
Lei finalmente risponde al mio bacio intrecciando la sua lingua con la mia.
Si dimena sulla sedia, ansima.
Sposto la mia mano dalle tette e la infilo senza sotto il vestito che si è sollevato a mostrare le sue belle cosciotte.
Stringe istintivamente le gambe, ma ha aspettato un secondo di troppo, così la mia mano è imprigionata proprio contro la sua fica.
Riesco a muoverla quanto basta per massaggiarla un po’ proprio nel punto giusto e sento il tessuto delle mutande completamente intriso di umori.
Mi stacco dalla sua bocca per vederla in viso: è sudata ed arrossata, ha gli occhi chiusi e sta tremando.
Le bacio il collo coperto da un velo di sudore, ha un buon sapore, leggermente salato.
“Voglio scoparti, adesso, qui e subito”
Lei scuote la testa e sussurra ripetutamente “No, no,no, non posso” mentre cerca di spingermi via.
Arretra la sedia su cui è seduta ma ormai è appoggiata al mobile e non può andare oltre.
Le infilo un ginocchio tra le gambe e le apro con decisione.
Lei offre resistenza per un po’, ma poi cede di schianto e le spalanca.
Posso finalmente infilare due dita sotto le mutandine bianche e le passo su è giù sulla fica bollente.
E’ talmente eccitata che appena le appoggio all’orifizio mi sembra di esserne risucchiato.
Rovescia la testa all’indietro, la bocca è spalancata in una spasmodica ricerca di ossigeno.
La scopo velocemente con due dita e lei dimena i fianchi.
Nonostante stia godendo per bene continua a sussurrare come una litania “No,no,no, basta, fermati, non posso, non voglio”
“No, che non mi fermo, anzi, adesso te lo sbatto dentro e ti faccio godere”
Ricomincio a baciarla in bocca e senza smettere di pasticciarle la fica la faccio alzare per appoggiarla al mobile della cucina.
Cerca di nuovo di spingermi via mettendo entrambe le mani sul mio petto, ma ho troppo voglia di infilarle dentro il mio uccello e non mi fermo di certo.
Impugno una manciata dei lunghi peli neri della sua passera fradicia e tiro.
So che le sto facendo un po’ male, ma voglio che capisca chi sta conducendo il gioco.
La prendo per i fianchi e la sollevo, facendola sedere sul ripiano a fianco del lavello.
Lei ne approfitta per serrare di nuovo le cosce.
Le prendo allora entrambe le tette con le mani e le stringo.
Appoggio il mio uccello duro come un sasso alla sua gamba e ricomincio a limonarla.
Il vestito è risalito e mi mostra tutte le sue belle cosce carnose.
Avevi ragione,quando è eccitata la pelle su tutto il corpo è arrossata, se possibile mi arrapo ancora di più.
A fatica mi slaccio i calzoni , libero il mio uccello e le porto una mano su di esso.
Lei la lascia abbandonata senza fare nulla, allora le chiudo le dita attorno e la costringo a farmi una sega.
Di nuovo cerca di divincolarsi e ne approfitto per infilare un ginocchio tra le sue gambe, divaricandole un poco.
Appoggio le mie mani sulle sue ginocchia e con decisione le spalanco.
Le sue mutande sono talmente bagnate da essere ormai trasparenti e riesco a vedere in mezzo ai peli scuri la sua fica spalancata.
Ai lati spuntano ancora peli, è davvero come me la immaginavo: una ficona pelosa, carnosa e ben bagnata.
Tento di sfilargliele ma lei oppone ancora resistenza, così le afferro saldamente e do uno strappo deciso strappandole.
Adesso è troppo per lei, spalanca le cosce e mi avvolge con le sue gambe tirandomi contro di sé.
Mi mette le braccia al collo e affonda il viso sul mio petto.
Il mio cazzo è appoggiato di piatto sulla sua fica e mi tiene talmente stretto che non riesco a scostarmi per infilarlo.
E’ talmente fradicia che sento i suoi umori scivolarmi lungo l’asta tesa fino a bagnarmi le palle.
La spingo indietro e le porto la mano sul mio uccello:
“Prendilo e mettitelo dentro, voglio che ti chiavi da sola”
Esita solo un momento, poi esegue puntando la mia cappella sulla sua passera spalancata.
Lo infilo in un solo colpo strappandole un ansito violento.
Lo lascio lì piantato a godermi il calore bollente e la stretta della sua fica.
Riesco a malapena a darle un paio di colpi quando sento armeggiare alla porta.
Ci stacchiamo velocemente, a fatica riesco a mettere il mio cazzo nei pantaloni, lei si abbassa il vestito e si siede cercando di ripigliarsi.
Entri un cucina e resti paralizzato sulla soglia.
I tuoi occhi corrono veloci da me a lei e viceversa.
Lei ti farfuglia un saluto.
Io ti sorrido sornione senza dire una parola.
Capisci subito, non potrebbe essere altrimenti, la conosci bene e così sudata e paonazza in volto non può nascondere quello che stavamo facendo.
Nonostante tutto vedo un bozzo nei tuoi calzoni, il tuo sguardo scorre veloce fino a notare le mutandine strappate rimaste per terra.
Con voce rotta ti parla e, cercando di essere disinvolta ti dice che sono appena arrivato.
Tu non parli, io neppure.
Poi lei ci spiazza:
“Dai, non stare lì impalato, abbiamo un ospite e nulla da offrirgli, perché non vai a comprare un gelato?”
Sei quasi uscito quando lei ti richiama indietro:
“Mi raccomando compralo dalla Marisa”
“Ma devo prendere la macchina!”
”Non importa, lì è molto più buono”
“Ma ci metterò almeno mezz’ora!”
“Non discutere, vai e basta!”
Chini il capo docile e prendi le chiavi della macchina mentre ti volti a guardarmi.
Mi spiace un po’ vedere la tua espressione triste e sconsolata, forse non ti piace poi così tanto che le tue fantasie si siano finalmente avverate.
Ma poi penso che te la sei cercata, che in fondo mi hai portato tu fino a qui, che mi hai detto per mesi che volevi sentirti cornuto ed ora lo sei per davvero.
Finalmente potrai capire cosa significa davvero tornare a casa e trovare tua moglie con la fica sfondata e ben riempita da un altro.
Quando siamo soli mi avvicino a lei sorridendo:
“Non ti piace il gelato che ti ho portato? Bella scusa per restare ancora un po’ soli e finire quel che abbiamo iniziato”
“Ma che dici? L’ho mandato via con la prima scusa che mi è venuta in mente, ho bisogno di riprendermi da quello che è successo prima di poterlo guardare ancora in faccia! Che cavolo mi hai costretta a fare?”
“Non ti ho costretta a fare nulla che tu non volessi”
“Non so cosa mi abbia preso, mi hai preso alla sprovvista e non è da me fare certe cose.
Sono assieme a mio marito da quasi trent’anni e non ho mai desiderato e tanto meno avuto un altro uomo”
“Evidentemente i tempi erano maturi perché accadesse!”
Mentre parliamo si aggira nervosa per la cucina sistemando le cose un po’ a caso, sposta tre volte le bottiglie vuote, poi decide di lavare i bicchieri che abbiamo usato.
Solo allora sembra accorgersi delle mutandine strappate e le gambe le tremano al punto di doversi appoggiare al banco della cucina.
Senza voltarsi mi dice:
“Dici che le ha viste? Sono rovinata, che succederà appena torna?”
Mi avvicino piano, le appoggio il cazzo duro al culo, la abbraccio da dietro e le tocco le tette.
“Smettila, vai via, lasciami stare”
“Guarda che tu non conosci tuo marito!”
“Certo che lo conosco!”
“Non credo proprio, pensi che non abbia capito cosa stavamo facendo prima che arrivasse? Ha visto benissimo in che stato eri e certamente ha anche notato le mutandine nel lavandino”
“Come fai a dirlo?”
“Da come mi ha guardato”
“E allora perché non mi ha detto niente e se ne è andato lasciandoci soli?”
Sono molto tentato di raccontarle tutta la verità, su Xhamster, sulle tue fantasie e la tua voglia di farla scopare da un altro, ma poi decido che non sono affari miei e mi limito a dirle:
“Guarda che è abbastanza comune che dopo tanti anni di matrimonio ti vengano certi desideri”
“Quali desideri?”
“A qualcuno viene voglia di provare un nuovo partner, ad altri piace immaginare che qualcuno gli scopi la moglie.
Sai la vecchia storia della minestra riscaldata e di dare pepe ad un rapporto un po’ stanco”
“Guarda che a me va bene così, sono soddisfatta del mio rapporto”
”Mah, da come ti sei appena fatta scopare da me non mi sembra”
E’ paonazza.
“Non mi sono fatta scopare, mi hai costretta!”
“Forse ti ho spinta un pochino, ma non ti ho certo dovuta violentare! E poi, non mi sembra che in questo momento tu stia respingendomi con tutte le tue forze visto che ti sto toccando le tette”
“Lasciami stare! Sei sicuro che lui abbia capito?”
“Certo che sì, e sono anche convinto che ci abbia lasciato soli apposta”
“Che stronzo, quando torna mi sente! Dai lasciami stare, vado a sistemarmi”
“Prima dammi un bacio”
“No, dimentica quello che è successo, non dovrà mai più accadere niente del genere”
“Dammi almeno un bacio d’addio!”
“Ti ho detto di no!”
“Dai, piccolo piccolo”
“Smettila!”
“Dai, non fare così, vieni qua”
La faccio girare, lei tiene la testa bassa, le metto una mano sotto il mento e gentilmente le sollevo il viso.
Ci guardiamo negli occhi per un istante, non riesco a decifrare il suo sguardo.
Mi abbasso e le appoggio un lieve bacio a labbra chiuse, poi un altro ed un altro ancora.
Lei non si sposta, ma
lei metto una mano sulla nuca ed al bacio successivo trovo le sue labbra aperte ad accogliermi.
Infilo la mia lingua nella sua bocca e la bacio profondamente.
Lei si appoggia a me, è più bassa e non può non sentire la mia erezione contro la sua pancia.
Le accarezzo la schiena, la sento remissiva, quindi cerco di essere dolce mentre la mia mano scende lenta verso il suo culo.
Le accarezzo le chiappe morbide attraverso la stoffa sottile.
Ha gli occhi chiusi e comincia a diffondersi sul suo viso il rossore che ormai ben conosco.
Abbasso anche l’altra mano a massaggiarle il culo, piano piano faccio risalire il vestito fino a sentire la sua pelle nuda.
Quando insinuo un dito lì in mezzo a raggiungere il suo buchetto la sento trasalire.
Si stacca da me di un centimetro e mi sussurra sulle labbra:
“No, lì no”
Lo prendo come un invito a proseguire, scendo ancora fino ad arrivare ai peli della sua fica.
E’ bagnata fradicia, ancora una volta il mio dito non fa alcuna fatica ad entrare nella sua bella passera.
E’ eccitata e muove i fianchi strusciando la pancia su mio cazzo sempre più duro.
“Voglio mettertelo dentro, voglio fare l’amore con te”
“No, ti prego, sono troppo confusa, non devo, sono sposata, amo mio marito, non so cosa mi prende, non dovrei fare queste cose”
“Sssst, taci, non parlare e baciami”
“No, ti prego, fermati tu, io non posso”
Non smetto di muovere le mie dita dentro di lei, è sempre più bagnata, difficilmente ho visto tanti umori uscire da una fica.
Non parla più adesso e trema tutta, il corpo sembra squassato dai fremiti.
“Fammi vedere la tua fica, voglio vederla da vicino”
“No, ti prego, mi vergogno”
Mi inginocchio in mezzo alle sue gambe, lei le chiude contro le mie orecchie, la mia bocca è appoggiata direttamente in mezzo alla folta peluria.
Muovo la lingua su e giù lungo la sua fessura bevendo la sua crema dolce.
“Smettila ti prego, così mi fai godere e non voglio”
La ignoro e continuo a passare la lingua sul suo clitoride gonfio e proteso mentre le metto prima due e poi tre dita nella fica, più in fondo possibile.
E’ talmente vogliosa da essere letteralmente spalancata, provo a infilarci anche il quarto che entra con poco sforzo. Penso che se avessi un po’ più di tempo potrei infilarci tutta la mano, ma so che presto tornerai e ho troppa voglia di sentire ancora una volta la stretta bollente della sua fica avvolta attorno al mio uccello.
Lei si agita sempre di più, si muove come un’ossessa dice cose che non riesco a capire perché la sua voce è rotta da ansiti e gemiti.
Capisco che sta godendo come una pazza e che sta per venire ma non si decide a lasciarsi andare all’orgasmo.
Accelero i movimenti delle mie dita raccolte a cuneo dentro di lei, ruotandole ed aprendole quando sono all’interno della sua figa, la dilato sempre di più mentre prendo il suo clitoride tra le labbra e lo succhio stringendolo sempre più forte.
“Fermati, ti prego, smettila, non ce la faccio più”
La ignoro e proseguo nella mia opera appassionata fino a quando le sue mani mi prendono la testa schiacciandola forte contro si sé.
Espira violentemente e rumorosamente.
Mentre sento le contrazioni della sua fica sulle mani le scappa un piccolo getto di pipì che mi cola sul mento e sul polso.
Vorrei poterla bere direttamente dalla sua fica, ma non voglio smettere si succhiarla.
Anziché rallentare gli spasmi dell’orgasmo aumentano di intensità e sembra non smettere di godere.
Sono orgoglioso dell’orgasmo che le sto procurando e sorrido tra me e me pensando a quante volte mi hai raccontato che lei con te si tira indietro prima di lasciarsi travolgere in questo modo.
Sembra indemoniata e scuote la testa violentemente.
Quando sento che sta scemando la sua goduta mi alzo in piedi e le sbatto dentro il mio cazzo che sta per esplodere.
La prendo per i fianchi e la tiro con decisione verso di me appoggiando le sue gambe sulle mie spalle senza smettere di fotterla con profondi e violenti colpi di uccello.
“Mio marito potrebbe rientrare da un momento all’altro”
“Vuoi che smetta di fotterti?”
“Sì, smettila, anzi no, continua ti prego, non fermarti”
La sbatto per bene per almeno dieci minuti, facendole ballare le sue belle tette morbide.
Lei ricomincia a godere rumorosamente e quando mi sembra stia per venire di nuovo la incito.
“Dai, godi, fammi sentire come godi, voglio godere insieme a te”
Le mie parole la eccitano e comincia di nuovo a mugolare e a dimenarsi.
“Dimmelo che stai godendo, voglio che me lo dici”
Lei scuote la testa, si sta mordendo un labbro, capisco che vorrebbe gridare ma si trattiene.
Sento che la sua fica si sta contraendo per l’orgasmo, così affondo il mio cazzo dentro di lei fin dove riesco ad arrivare e lo tengo fermo appoggiato alla bocca del suo utero.
Non ce la faccio più e comincio a sborrare con lunghi e abbondanti fiotti.
“Ti sto sborrando dentro, la senti com’è calda? Senti come ti sto inondando?”
“Sì, lo sento, continua non smettere, la sento calda dentro di me”
Il mio orgasmo sembra non finire mai, così come il suo.
Finalmente mi abbandono stremato contro di lei, che appoggia il viso sul mio collo.
Restiamo fermi qualche minuto, poi mi scosto e la bacio dolcemente sulla bocca.
Risponde teneramente al mio bacio. Ma presto mi spinge via.
“Che abbiamo combinato? Non doveva accadere, perché non ti sei fermato? Ma ti rendi conto che sono sposata?”
“Non abbiamo combinato nulla di grave, abbiamo solo dato corso alla natura, l’attrazione fisica era troppo forte per potere resistere!”
Il mio cazzo è ancora saldamente piantato dentro di lei e sembra non avere intenzione di ammosciarsi.
“Lo senti che è ancora duro? Non mi capita spesso che lo resti dopo che sono venuto! Sei una gran donna e mi ecciti da morire, se solo potessimo avere più tempo! Vedrai la prossima volta, ti farò godere cento volte di più”
“Non ci sarà una prossima volta, non so come sia potuto accadere, ma non accadrà mai più, ti prego di sparire dalla mia vita e non tornare più a casa mia.
”
“Non so se riuscirai a resistermi, scommetto che ci saranno ancora molte occasioni per rifarlo!”
“”No di sicuro, come potrò guardare in faccia mio marito dopo quello che ho combinato? Se solo lo sapesse”
“Guarda che lo sa benissimo!”
“Ma che dici?”
“Ha capito benissimo quello che stavamo facendo, eppure ha accettato di andare a comprare il gelato ed è fuori da almeno quaranta minuti…secondo te perché?”
L’orologio preoccupata.
“Mio Dio, è tardissimo, arriverà da un momento all’altro”
“Non credo proprio, scommetto che se guardi dalla finestra lo vedrai qua sotto in macchina ad aspettare che abbiamo finito.
“Non ci credo, è impossibile!”
“Facciamo una scommessa: arriverà cinque minuti dopo che avrà visto accendersi la luce del bagno”
Mi guarda sospettosa:
“Come fai a dirlo?”
“Te lo dico con certezza, sono assolutamente sicuro che non vedeva l’ora che ti facessi scopare da un altro, me lo immagino seduto in macchina mentre si tocca il cazzo duro pensando a noi due”
”Non ci credo, lui non è certo il tipo, è sempre così geloso”
“Sarà, ma fino a che non saprà con certezza che abbiamo finito non rientrerà, a costo di far sciogliere il gelato!”
Mi fissa negli occhi con uno sguardo indagatore:
“Non mi stai dicendo tutta le verità, giusto?”
“No, se vorrà sarà lui stesso a dirtela, per ora fidati di me.
A proposito, se perdi la scommessa mi dovrai fare un pompino”
Arrossisce fino alle orecchie.
“Ma se la perdi?”
“Sono talmente sicuro di avere ragione che se dovessi perdere ti prometto che non mi vedrai mai più”
E’ curiosa, adesso e la vedo concentrata sulle mie parole.
“Dai fammi andare a sistemarmi prima che arrivi davvero”
Mi allontana da lei, il mio cazzo esce da lei con un rumore vischioso e solo allora lei sembra realizzare che le ho sborrato dentro
“Mamma mia, che disastro ma che hai combinato? Guarda che roba! Per fortuna ho appena finito il ciclo, altrimenti sarebbe stato un disastro, non prendo la pillola!”
Si guarda tra le gambe, la mia sborra sta fluendo copiosa da lei, ha già formato una piccola pozza sul ripiano della cucina.
“Passami un pezzo di Scottex”
“No, voglio che te la tenga dentro tutta quanta!”
“Smettila, scemo, mica posso restare così”
La bacio dolcemente sulle labbra e lei mi ricambia con un sorriso.
Scende dal ripiano della cucina tenendo una mano a coppa sulla sua fica e si allontana svelta verso il bagno.
Sta per accendere la luce ma poi si gira a guardarmi e la lascia spenta.
Seduta sul bidet lascia scorrere l’acqua mentre sono seduto al suo fianco, il cazzo mezzo duro e coperto dei nostri umori ancora fuori dai calzoni.
“Ma quanta ne fai? Lui ne farà un quinto!”
“Beh, ha anche il cazzo più piccolo del mio!”
“Come fai a saperlo?”
“Boh, lo immagino”
Me lo guarda un po’ soprappensiero, penso stia facendo il confronto.
“Mettilo via”
”Perché, ti fa venire brutti pensieri?”
Non risponde e si concentra sul lavaggio della sua fica da cui continuano a uscire lunghi filamenti bianchi.
La voglio mettere alla prova, così mi alzo e mi avvicino a lei.
“Non posso metterlo via in queste condizioni”
Lei non alza la testa e mi guarda con la coda dell’occhio.
“Cosa intendi dire?”
”Che prima di metterlo via dovrei dargli una ripulita,no?”
“Ho quasi finito,ti lascio il posto”
”Avrei in mente qualcosa d’altro!”
Le prendo la testa e la giro verso il mio cazzo.
“Dai, prendimelo in bocca, a lui piacerebbe lo facessi e sarebbe deluso se sapessi che non l’hai neppure assaggiato”
Mi guarda perplessa.
“Non mi racconti tutta la verità”
”Fidati di me, avrai tutto il tempo di chiedere conferma a lui”
La tiro deciso verso il cazzo, ma lei tiene la bocca chiusa, così lo sfrego sulle sue labbra, lasciandole una striscia biancastra su labbra e mento.
“No, basta, mi sento già abbastanza sporca così, ti prego, finiscila”
“Come vuoi, tanto perderai la scommessa e me lo succhierai per benino la prossima volta”
”Non ci sarà una prossima volta!”
”Fossi in te non ne sarei così sicura!”
“Dai, vai un cucina ad aspettarmi mentre mi rivesto.
”
Non le tolgo gli occhi di dosso mentre platealmente mi pulisco l’uccello sul tuo accappatoio appeso lì vicino.
Lei sta per dire qualcosa, ma poi scuote la testa e si avvia verso la camera da letto.
La seguo e resto a guardarla restando sulla soglia.
“Vai via, non mi guardare mentre mi cambio”
“Non mi muovo, voglio vedere quel poco di te che non ho ancora visto per bene dal vivo”
Si ferma immobile e si gira verso di me
“Che vorresti dire?”
“Scusa?”
“Che vorresti dire con ciò che non hai ancora visto ‘ dal vivo ‘ ??”
“Niente, sbrigati che così possiamo far rientrare il tuo maritino che non starà nella pelle per tornare ed avere la certezza di essere cornuto”
“Non parlare così di mio marito”
E’ scocciata al punto da fregarsene di me, si toglie il vestito dalla testa restando nuda davanti a me.
Mi godo la vista del suo corpo pieno e morbido, la sua pancetta, le cosce carnose, le morbide tette coi capezzoli ancora eretti.
Avevi ragione, il suo corpo ha un alone rossastro e sulle chiappe ha ancora i segni di dove era appoggiata sul mobile della cucina.
Mi avvicino a lei e le do un lieve bacio.
“Sei bellissima, sei così attraente, sei una donna splendida”
Arrossisce ancora di più.
“Smettila, dai, non vedi che sono un disastro!”
“Direi di no, mi piaci da morire, guarda qua che effetto mi fai”
Le mostro il mio cazzo duro nei calzoni.
“Sei eccitante e splendida, opulenta e sexy”
La abbraccio da dietro e tenendole le mani a coppa sulle tette la giro verso il vostro lettone, facendole sentire la mia erezione appoggiandomi al suo bel culone.
“Guarda, pensa alla prossima volta, quando avremo tutto il tempo che vorremo e ti scoperò su questo letto fino a farti svenire.
”
Sento il suo corpo fremere tra le mie braccia.
Le do un lieve bacio sul collo e le sussurro in un orecchio:
“Sarà ancora più bello di oggi, e sarà ancora più eccitante sapere che tuo marito ci lascerà soli un intero pomeriggio e si masturberà pensando a noi due proprio sul vostro letto!”
La lascio sola così che possa ben digerire quello che le ho appena sussurrato e torno in cucina ad aspettare il tuo ritorno….
ma non prima di avere acceso la luce del bagno!
L’aspetto seduto al tavolo della cucina e torna dopo pochi minuti.
Ha indossato un paio di fuseaux viola e sopra una semplice maglietta bianca che lascia intravedere il reggiseno, anche lui bianco.
Ha un paio di ciabattine aperte e solo ora mi accorgo che ha davvero dei bei piedi, ben curati con le unghie dipinte di rosso.
Si è data una rinfreshita veloce e si è pettinata alla meglio, ma tu che la conosci non puoi non capire che è ancora sottosopra.
Si siede di fronte a me e non riesce a guardarmi in faccia.
Ha la voce rotta quando mi dice:
“Credo tu abbia perso la scommessa, ho visto che hai acceso la luce del bagno ma non si vede. Credo abbia trovato qualche conoscente”
Le sorrido sornione:
“Forse sta solo aspettando che si spenga la luce, vado e te lo dimostro”
Per andare a spegnere la luce passo dietro di lei e non posso fare a meno di buttare l’occhio nella sua scollatura.
Mi fermo e mi chino a baciarle il collo.
“Sei bellissima, anche così al naturale sei una donna splendidamente conturbante”
Arrossisce un poco e non risponde.
Torno a sedermi di fronte a lei:
“Hai dei piedi magnifici”
Lei imbarazzata cerca di nasconderli.
“Abbiamo un paio di minuti, fammeli vedere per bene”
“Smettila, dai”
Mi inginocchio davanti a lei, le prendo delicatamente una caviglia tra le mani, le levo la ciabatta e le bacio il collo del piede.
Le accarezzo la caviglia e risalgo fino al bordo del fuseaux.
Le si appoggia allo schienale del divano rassegnata.
Le bacio tutte le dita uno per uno e prendo in bocca il suo alluce succhiandolo piano.
“Basta, per favore” La sua voce è un sussurro.
Sento armeggiare alla porta e le schiaccio l’occhio:
“Credo proprio tu abbia perso la scommessa, ragazza mia!”
Ti guardiamo entrare col sacchetto della gelateria.
Ti affacci alla porta della sala dicendo di aver trovato un sacco di traffico e che porti il gelato in frigo.
Le dico sottovoce:
“Hai visto il bozzo che aveva nei calzoni?”
“Smettila, adesso basta, guai a te se dici una sola parola”
Torni in fretta, le dai un rapido bacio sulla guancia e ti siedi in modo di poter vedere entrambi.
“C’è stato un incidente e tutto il traffico era bloccato, mi spiace avervi fatto aspettare.
”
“Vai tranquillo, tua moglie mi ha intrattenuto da brava donna di casa, stavamo appunto parlando di te”
Sgrani gli occhi e deglutisci rumorosamente, poi le chiedi di servirci il gelato.
Appena soli mi sussurri:
“Come è andata? Sei riuscito a scoparla? Dai racconta”
Hai gli occhi sgranati e sei visibilmente eccitato, ma la vedo che mentre prepara il gelato ha l’orecchio teso verso di noi e mi limito a sorriderti sornione.
Aspetti che lei torni e la fissi cercando di scoprire qualcosa dai suoi movimenti.
E’ tesa e nervosa, non ti guarda in faccia.
La conosci bene e capisci che l’ha fatto davvero.
“Scusate, devo andare in bagno”
Appena rimasti soli la afferro per un braccio e me la tiro vicina.
Sottovoce mi dice di smetterla ma non cedo.
La bacio sulla bocca e le sussurro sulle labbra:
“Che ti avevo detto? Ha capito benissimo e adesso è andato a masturbarsi”
“Ma che dici, mica si masturba lui!”
“Mah, fossi in te non ne sarei così sicura! Mi dà l’idea di una che le seghe se le fa eccome!”
“Ma è sposato!”
“Beata donna, proprio gli sposati sono i peggio segaioli”
Le rimetto le labbra sopra le sue e lei mi apre la bocca.
Le nostre lingue serpeggiano un poco, poi lei si scosta
“Basta, te l’ho detto non deve più succedere. Anzi, finito il gelato te ne vai immediatamente”
Torni dal bagno dopo cinque minuti, sei arrossato in volto, io le sorrido e lei ti guarda con una strana luce negli occhi.
Siete entrambi nervosi e decido di andarmene appena ne ho l’occasione.
Mi alzo e scusandomi vi dico che è ora che vada.
Tu vorresti che rimanga ancora un po’, ma sono deciso ad andarmene davvero, siete troppo tesi e l’ambiente non mi piace.
“Aspetta, ti accompagno, ho una cosa in garage da mostrarti, prima però vado a lavarmi le mani”
Ci lasci ancora una volta da soli e ne approfitto per salutare bene tua moglie, la bacio e mentre le palpo le belle tettone sento i capezzoli che si inturgidiscono.
“Ci rivedremo, sei in debito con me!”
Non mi dice di no e sono ora sicuro che ci sarà una prossima volta.
Ci metti un po’ a tornare e lo faccio notare a lei
“Hai visto quanto ci mette a lavare le mani? Cosa significa se non che è d’accordo a lasciarti in mano mia?”
La saluto con una stretta di mano e un innocente bacio sulla guancia e ti seguo in garage.
Appena dentro chiudi la porta e mi chiedi ansioso:”Dai racconta, l’hai scopata? Sei venuto dentro? Te lo sei fatto succhiare? Raccontami tutto”
Parto dall’inizio e subito la tua mano va a massaggiare il cazzo duro nei calzoni.
Quando ti racconto che le strappato le mutandine sembra tu stia per collassate.
”Guarda che se vuoi puoi tranquillamente masturbarti, non mi da certo fastidio. L’hai fatto anche prima in bagno vero?”
Annuisci in silenzio mentre ti abbassi i calzoncini e impugni il tuo cazzo già bello duro.
“Vai avanti ti prego”
Assorbi ogni parola del mio racconto e quando ti dico che l’ho riempita con la mia sborra godi schizzando sul pavimento.
Le gambe ti cedono e ti devi appoggiare al muro.
Continuo e ti racconto di lei che corre in bagno trattenendo a stento la mia crema che le cola tra le dita.
L’hai di nuovo duro e ricominci a menartelo.
“Continua dai, mi fai morire”
Terminato il mio racconto inizi a farmi delle domande:
“Ha goduto? L’hai fatta venire? Ha gridato? Cosa ti diceva mentre la scopavi? Ma è successo davvero o mi stai prendendo in giro?”
“Sapevo che me l’avresti chiesto! Puoi andare in bagno e guardare il tuo accappatoio dove ho ripulito il mio uccello, di sicuro ci trovi delle belle tracce di umori! Ma se vuoi puoi sentire adesso che il mio uccello sa ancora della fica di tua moglie, non l’ho lavato apposta”
“Sul serio non l’hai lavato? Me lo faresti davvero vedere?”
Senza dire una parola faccio scendere i calzoni a mezza gamba e te lo mostro.
“Mmmm, che bell’uccello ci credo che me l’hai fatta godere per bene! Posso avvicinarmi?”
Ti inginocchi davanti a me e con gli occhi socchiusi lo annusi inspirando profondamente.
La tua mano scorre sempre più veloce sul tuo cazzo.
“Mi spiace solo di non avere avuto il tempo di sborrarle in bocca ma la prossima volta lo farò di certo”
“La scoperai ancora? Ti è piaciuto così tanto?”
“Certo, lei è una gran fica e non vedo l’ora di averla tra le mie mani per tutto un pomeriggio.
Te la sbatterò per bene sul tuo lettone e le farò anche il culo”
“Mmmmm, e la riempirai di sborra per me? Le verrai dentro?”
“Certamente, la chiaverò a sangue e poi la sborrerò ovunque, adesso però me l’hai fatto venire duro, vedi di porre rimedio, succhiamelo tu visto che per colpa tua lei non ha potuto farlo, non ci hai lasciato abbastanza tempo!”
“Ma…. ”
Ti prendo per la testa e ti appoggio la cappella alle labbra:
“Taci e succhia”
Esiti ancora un secondo poi spalanchi la bocca ad accogliere il mio cazzo.
“Cazzo, piano con quei denti”
Con gran foga ti dedichi al mio uccello senza smettere di menartelo.
“Bravo, succhia così, pensa a come me lo succhierà tua moglie la prossima volta e ringraziami per aver realizzato il tuo sogno, volevi essere cornuto finalmente lo sei”
Mi eccita l’idea di fare un po’ lo stronzo con te, so che in fondo ti piace.
E’ la prima volta che lo metto in bocca ad un uomo e la cosa mi agita un po’, ma in fondo una bocca è sempre una bocca.
Penso a lei, alla sua fica bagnata e pelosa davanti al mio viso, alle sue belle tette che mi sono goduto per bene, a come ha appoggiato le sue gambe sulle mie reni mentre la fottevo con gusto appoggiata al mobile della cucina e presto sento montarmi un orgasmo.
Quando il mio primo schizzo ti scende in gola stai per ritrarti ma ti prendo per la testa e ti tengo fermo fino a che non finisco di sborrare.
Presto sborri anche tu in terra.
Ti faccio rialzare, ripongo il mio uccello ancora mezzo duro e ti tendo la mano:
“Grazie per la splendida serata, ci rivedremo presto, te l’assicuro!”.
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