LA NINFETTA E QUEL BUCO NEL MURO… (IL MIO PRIMO
rilasciato 06.08.2013 in categoria sesso raccontoINTRODUZIONE:
Sono Italiano, di madre americana, sono del '69, 1,84 x 85 kg, atletico, molto dotato come vedete da foto, in lunghezza e larghezza, e completamente circonciso (nato a Detroit, Michigan).
Nella vita ho sempre fatto lavori e attività che mi mettevano al centro dell'attenzione, specialmente femminile, come il bagnino, l'istruttore di sci e di sub, il gestore di un karaoke, e via dicendo.
Ho avuto quasi 1000 donne nella vita, tra storie serie e donne per 1 sera; e di alcune racconterò la storia, sperando vi piaccia.
Graditi commenti, sono tutte storie vere.
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– PRIMA PARTE –
Questa è una storia vera, come del resto tutte le mie che ho postato e che posterò.
Risale agli ultimi anni dell'80, quando 19enne facevo il bagnino in uno stabilimento di Viareggio di cui però non farò il nome, ovviamente.
Avevo fatto il bagnino in quel posto anche l'anno precedente, mi ero molto divertito e la mia mente sempre a caccia di sesso e divertimento, aveva notato qualcosa di molto interessante: la stanzona dei bagnini, dove dormivo la notte facendo la “guardia” allo stabilimento, e dove c'era stipata molta attrezzatura d'uso quotidiano, confinava con la lunga fila di cabine che venivano annualmente affittate ai clienti.
Avevo notato questa cosa negli ultimi giorni di agosto del 1988 e non c'era stato tempo per sfruttare a pieno le potenzialità di questa scoperta.
Mi ero riproposto l'anno successivo di farmi assumere di nuovo li e cercare di inventarmi qualcosa di altamente erotico.
L'anno successivo cambiò la gestione e i nuovi proprietari, non avendo figli maschi, cercavano un ragazzo di fiducia che potesse restare anche a dormire, e io ovviamente mi proposi e con un pò di moine da bravo ragazzo e da persona affidabile e già esperta dello stabilimento in questione, non faticai ad avere il posto.
Inoltre, a dispetto dell'anno precedente, ero solo a dormire in quella stanza, perchè i vecchi proprietari avevano un figlio, Tommaso, che lavorava li e dormiva con me.
Stavolta no. C'ero solo io.
La mattina la signora alle 6 mi veniva a svegliare, mi allestiva una sontuosa colazione e io aprivo lo stabilimento. Poi arrivava il marito che però stava solo al bar (loro ne avevano gestito 1 per 20 anni poi avevano scelto di fare il passo dello stabilimento).
Infine in tarda mattinata veniva Aurora la figlia di 18 anni appena diplomata in ragioneria che cercava di tenere i conti e aiutare l'azienda di famiglia. Bella ragazza, molto bella, che appena vidi pensai di battezzare, ma questa è un'altra storia e ve la racconterò in un'altra occasione.
Gli ultimi giorni di maggio si aprì la stagione.
Dopo alcuni giorni, elaborai un bel piano: avrei praticato un foro nel muro di cemento tra la stanzona dove dormivo e la prima cabina e avrei dato in noleggio la cabina solo ai clienti giornalieri, così da poter sempre cambiare.
Non era difficile, bastava staccare la mattina la chiave relativa e mettermela in tasca, poi la sera la rimettevo a posto. Così la cabina ?” sarebbe sempre stata pronta ad accogliere qualche bella ragazza da guardare…
Altro problema era celare il buchetto fatto.
Decisi di installare un vecchio specchio sul muro in questione, dentro la cabina, cosicchè il buchetto sporgesse appena dal lato dello specchio, in basso, e fosse qualcosa di veramente difficile da notare.
Molto meglio si sarebbe notato il buchetto sulla parete liscia vuota.
Inoltre, mettendo lo specchio, avrei indotto la gente a mettersi proprio in riga davanti al buchetto, per specchiarsi e quindi ero certo di poter godere di ottime visuali.
I giorni passarono e io la sera lavoravo indisturbato al mio progetto, visto che nessuno sentiva i rumori, pochi in verità, del trapano a mano che bucava lo strato di sabbia e cemento del muro divisorio.
Pochi giorni e il mio foro di osservazione era pronto, così come lo specchio appeso.
Ma non c'era movimento sulla spiaggia…troppo poca gente, troppo lavoro e scuole.
Dal nord arrivò una ragazza, Gabriella. In vacanza in Versilia con la famiglia. Il padre antipaticissimo, la madre tutta lei, un fratello di 23 anni, strano, sempre solitario, che guardava sempre in modo strano, furbetto e di quelli che ti fanno capire che stanno architettando qualcosa di losco.
Infine aveva anche un fratellino rompipalle che gironzolava sempre appresso co' ‘sta cavolo di pistola ad acqua che mi sparava sempre sulla schiena. L'avrei preso a calci…
Lei invece era splendida. Lunghissimi ricci neri, due occhi blu cobalto come il lago alpino di Misurina, corpo da pin-up, 3a di seno perfetto, culo da addormentarcisi sopra come un cuscino morbidissimo. Le sue labbra erano perfette e guardandola parlare vedevo guizzare la sua linguetta tra i denti e mi ritrovavo spesso molto surriscaldato.
Avete presente quando non riesci a guardare negli occhi una persona e la guardi sempre in un punto solo? Ecco, io parlavo con Gabriella e le fissavo le labbra e la lingua.
Lei pareva accorgersene e ridacchiando continuava a parlarmi.
Erano giorni che si sedeva con me sulla postazione di osservazione dove io mi atteggiavo con il binocolo, sempre a far finta di guardare il mare e invece guardavo i culi delle donne in riva al bagnasciuga…
Lei si sedeva con me e chiacchieravamo tutto il giorno.
Aveva 18 anni, fatti da poco, ad aprile, doveva fare l'ultimo anno di Liceo Classico in un paesino vicino il Monte Rosa, Macugnaga.
Un giorno il fratello grande si avvicinò a me, si arrampicò anche lui sulla mia postazione, io gli dissi
“guarda non si può salire…”
“Non mi rompere il cazzo, bagnino… Mia sorella con le tettone ci sale e io no?”
Non era il caso di discutere, aveva ragione…
“Che fai qui sopra, oltre a guardare le tette a mia sorella?”
“Veramente guardo la gente, e poi se proprio devo guardare tua sorella, non le guardo le tette… La guardo in faccia, ci parlo, siamo amici”
“Si, ok… Amici… “
Lo guardai stranito, come a dire “beh?”
“Te la mangi cogli occhi, bagnino… Le guardi la faccia? Beh, non farti illusioni su di lei: ha gli occhi e il visino di un angelo ma non lo è…E' una fottuta zoccola, al mio paese la conoscono tutti, moltissimi se la sono fatta, è una divoracazzi e per questo mio padre è incazzato nero, l'ha voluta portare via dal paese e sta pensando, con mia madre, di trasferirci perchè ormai da noi lo sanno tutti, la conoscono tutti…”
Rimasi in silenzio…
“Ma che mi dici? E anche se fosse, a me non cambia niente, mi piace e basta”
“Ahhh vedi che avevo ragione?! Cazzo, sorellina troia, basta che sorride due minuti a qualcuno e quello se la sposerebbe…!! Che zoccola!”
“Ma scusa, sei il fratello e ne parli così?”
“Si, perchè….
Vabbè, cazzi miei il perchè!”
Non sono mai stato scemo e quindi avevo più o meno subdorato la questione…
“Senti, come ti chiami? Daniele vero? Dimmi la verità: te stai rosicando di brutto perchè alla fine, se fosse vero quello che dici, la tua sorellina se la scopano tutti meno che te…! Ma non sarà che… ” e gli fece un occhiolino.
“Io? E' una zoccola di merda! Mi ha beccato nel bagno che mi stavo segando con le sue mutandine in mano con cui l'avevo tutto avvolto e ha fatto una scenata madre, l'ha detto ai miei, non ti dico che storia! Mia madre che piangeva che ero un depravato, mio padre che mi picchiava perchè diceva che in famiglia bastava una malata di sesso e non ne serviva un altro, specie uno che si eccita con la sorella… L'altro mio fratello, Massimiliano, che poverino piangeva a tutto spiano… Una scena da film! E' una zoccola! Quando mio padre ha scoperto che lei a 15 anni prendeva la pillola e aveva già 2 vibratori nascosti in camera, io l'avevo difesa!”
“Uhm…si l'hai difesa, e poi chissà quante seghe immaginandola con i vibratori infilati eh?” e risi…
“hahahah si, vabbè, ammetto…Dai cazzo, è una figa super, non scherziamo!”
“Hahah dai, vabbè, ti capisco non hai torto…”
“Comunque Piero, ti chiami Piero vero?”
Annuì…
“Eh, Piero, sei ti divora cogli occhi ma non ci contare: mio padre non lascia uscire la sera, capirai, con quello che ha combinato al paese! Perciò rassegnati a farti tante belle seghe, come me!” e rise.
Ci trovavo ben poco da ridere a quell'idea, cazzo! Come non potevo???
“Ma non c'è modo?” chiesi?
“No, mio padre la marca come Brio (ex stopper della Juve anni '80, un mastino)”
“Cazzo….. che rabbia…”
“Ciao bello dai ci si sente…” scese e se ne andò…
Rimasi li a riflettere quando dopo un pò si avvicinò Sandrina, una della comitiva del mare, 20 anni, carina ma non certo una figa…
“Ciao Piero, permetti 2 parole…”
“Ciao Sandra, si dai, scendo aspetta…”
Scesi.
“Dimmi pure…” chiesi ma pensavo ad altro…
“Senti…Scusa se ti rompo e prometti di non dire niente…”
“Dai prometto, dimmi…” mi voltai, stavolta ero curioso…
“Guarda mi piace da morire quel ragazzo del nord con cui stavi a parlare, lo conosci? Siete amici?”
“Ma chi, Daniele S. ?”
“Si, dai, quello di poco fa, biondino…”
“Si, lo conosco… Ma ti piace quello Sandra?”
“Da morire…Ci voglio uscire, che posso fare? Ci parli te?”
“Ma…Si, se vuoi..ma è uno strambo eh, te lo devo dire cavolo…”
“Ma chissenefrega Piero! Mica me lo devo sposare! Ci voglio…inciuciare, dai…!”
“Vabbè, dai ci parlo io…”
Cominciai a fare i miei calcoli…..
Passai la sera a spiegare a molti amici della comitiva chi era quella cashita di riccioli neri che mi aveva tenuto compagnia sul mio trespolo, da dove io sì vedevo tutta la spiaggia, ma chiaramente alla stessa maniera mi vedevano tutti…
Cavolo questa piaceva a tutti!
E tutti mi dicevano:
“Eh, beato te che co' sto fisico e la tua “posizione” di bagnino schiocchi le dita e te le tiri dietro tutte!”
In effetti approfittavo parecchio della mia “posizione”…
Intanto, quel pomeriggio, mi era balenata un'idea in testa,un'idea non male direi…
Il giorno dopo lui venne in spiaggia…
“Oh, Daniela, ciao, come stai?”
“Bene te? Che dici?”
“Dopo se hai 5 minuti e mi raggiungi sul “trespolo”, ti vorrei parlare…”
“Mia sorella eh? C'hai l'occhio con gli ormoni dentro te…Pirla!”
E rise…
Si, sicuramente ce l'avevo…
Dopo un pò mi raggiunse…
“Che mi dovevi dire?”
“Senti allora…Parliamo chiaro, ok? Verità per verità…”
“Ok….
“
“Io voglio uscire con tua sorella, e mi serve il tuo aiuto…Da quanto ho capito tuo padre non la fa muovere mai sola…Con te?”
“Con me si…Ovvio…E perchè dovrei aiutarti? Te la vuoi scopare, che poi è quello che mio padre non vuole succeda e per questo nel caso mi dice di controllarla se usciamo, quindi, Piero, dimmi un pò: perchè io dovrei mettermi contro di mio padre di brutto, perchè se mi becca mi trucida, per farti scopare mia sorella?”
“Te lo spiego ma te devi essere sincero con me come io con te, ok?”
“Spara…”
“Perchè se tu mi aiuti io ti faccio scopare tua sorella, finalmente…”
“Cazzo dici?”
“Si si…”
“E come faresti?”
“Cazzi miei…”
“Non ci credo, bleffi solo per trombarla…”
“No, e se mi aiuti ti dico come faremo…”
Passarono secondi che parvero ore…Lui era la mia unica chance…
“Diciamo che voglio sentire come fai e poi decido”
Avevo 20 anni ma già sapevo bene che quando qualcuno dice “NI” è già “SI”…
“Vieni con me…”
Scendemmo, lo portai al mio stanzone…
“Guarda…”
Spostai la pila di lettini da mare e scoprii il buchetto nella parete.
“Ecco come…”
“Cioè?”
“Non capisci? Guarda…”
Lui si chinò e guardò dentro…
“Ma si vede l'altra cabina…E allora? Io non la voglio vedere nuda, cazzo, l'ho già vista, me la sogno, la voglio scopare!”
“Eh… Hai poca fantasia…”
Lui scosse la testa e le spalle, come a dire: non ti seguo…
“Ok, ascolta… Dici che lei è una gran troia e le piace il cazzo, vero?”
Lui annuuì…
“Ok, se è vero che io le piaccio come dici te, nel fare sesso le farò confessare questa cosa e se lei me lo confesserà, io mi farò vedere ancora più eccitato e le dirò che diventerei matto nel vederla fare una pompa a uno sconosciuto al di là del muro, uno che lei non potrà mai vedere, uno che non potrà mai sapere chi è lei…Se lei si lascia andare e ci sta al progetto, indovina di chi sarà il cazzo al di là del muro?”
Gli occhi di Daniele si illuminarono e seppi di aver vinto.
“E per scoparla?”
“Beh, basterà lasciar andare il gioco avanti un pò di volte, finchè non è tranquilla e magari si spinge oltre…Certo non posso garantirtelo ma posso provarci. Male che va farti fare una pompa sarà meglio che la tua sega solitaria con le sue mutande no?”
Ci pensò. Annuì.
“Siamo d'accordo. Ma se esce una sola virgola di questa cosa, ti spacco le gambe di netto…”
Lo guardai, era viola in viso, arrapato come un bue, eccitato all'idea di realizzare il suo sogno e di trasgredire, e allo stesso tempo terrorizzato che il padre lo scoprisse…
“Non ti preoccupare… E' mio interesse che non si sappia mai…”
Quel pomeriggio parlai con Gabriella, le dissi che il fratello e io eravamo così amici che lui si prestava a coprirci…
Lei era incredula e mi disse che forse aveva da sempre mal giudicato il fratello, che forse era proprio una brava persona e un bravo fratello.
Se, vattela a pesca, pensai!
La sera la invitai a uscire, il fratello la portò fuori dicendo a tutti che uscivano per il gelato e vedere un film al cinema all'aperto.
Invece si divisero, non prima che lui facendomi l'occhiolino mi dicesse
“Mi raccomando…”
E quella sera tra rif e raf la baciai.
I suoi baci erano caldissimi, ardenti, mi spingeva la lingua fin giù nella mia e poi mi succhiava la mia nella sua bocca, succhiando forte tanto da farmi immediatamente pensare a farmi succhiare altro…
D'altronde eravamo sul bagnasciuga e non si poteva.
Chiunque poteva vederci illuminati dal faro che dall'alto dello stabilimento illuminava l'intera aree degli ombrelloni fino al mare…
La invitai ad entrare nello stanzone dove dormivo, li saremmo stati tranquilli.
Non ci pensò 2 volte e accettò subito.
E io da questo entusiasmo suo capii che stavo per battezzarla per bene e che non mi avrebbe negato quel sesso che ormai il mio obelisco reclamava da dentro i jeans.
Una volta dentro si guardò intorno incuriosita, io mi buttai sul lettino, lei guardava, toccava tutto, chiedeva, giocava con il megafono (le dissi di piantarla che ci avrebbero sentiti!) e poi si buttò sul letto.
Ci baciamo intensamente, quelle sue labbra erano morbidissime, incredibile potervi poggiare sopra le mie, succhiergliele e poi infilare la mia lingua nella sua bocca.
Andammo avanti un pò così e piano piano le scivolai sopra e in men che non si dica il suo corpo stava subendo dal mio tre penetrazioni: la mia lingua che la scavava nella bocca, si annodava alla sua, e lei che la succhiava, poi la mia mano che era entrata
da sotto la maglietta e si era impossessata di uno dei suoi bellissimi seni e che giocava con il suo durissimo capezzolo con le dita e poi il mio grosso cazzo, che da sotto i pantaloni
si strusciava frenetico sui suoi, cercando di trovare un varco per entrare dentro di lei.
Eravamo tutti e due bollenti, carichissimi.
Le sollevai la maglietta e cominciai a succhiarle il seno con cui giocavo, leccando, succhiando il capezzolo, facendo vortici con la lingua e cercando di prendere in bocca
più possibile di quella delizia di seno.
Dopo un pò mi voltai e mi stesi di schiena, lei era sopra di me, di lato, le presi una mano e me la misi sulla patta e la strusciai su e giù, per tutta la lunghezza del cazzo, facendole sentire quanto era duro.
Allora lei si staccò da me, di shitto, mi guardò negli occhi e mi disse:
“Paolo, ma…Cazzo! Com'è grosso! Ma sei un cavallo!”
“Ma no, dai…”
“Ma si, invece…. Ti giuro… Non me lo immagino neanche!”
“A questo posso pensarci io…” e così dicendo cominciai a sbottonarmi i 501 e uscì fuori un bozzo enorme, nei miei slip stretti…
Lei si morse il labbro e si piego, dicendomi
“fermo…fermo così”
Poi lentissimamente tirò fuori la linguetta e allargandola tutta la poggiò sullo slip, partendo dalla base del mio cazzo e salendo piano verso l'alto.
Sembrava non arrivare mai, lenta, calma, mi spingeva l'alito caldo e pesante di eccitazione sul pacco, che se possibile, crebbe a dismisura.
Morivo nella trepidazione che lo prendesse in bocca, finalmente!
Ma lei, calma, mi fermò la mano che stava già scoprendolo.
“Con calma…”
Mi rassegnai…
Riprese a leccarlo da sopra lo slip, fermandosi all'attaccatura della cappella e indugiando li con colpetti di lingua veloci che mi fecero
impazzire…
“Se continui così ti faccio lo shampoo…Sei unica” le dissi…
“Mi vengono bene le cose che mi piace fare, tutto qui… E te hai un cazzo stupendo, mai visto nè sognato così, e voglio che duri…”
Andò avanti ancora qualche minuto con quella meravigliosa tortura, finchè non alzo lievemente l'elastico basso delle mutande, quello sulla coscia sinistra,
e infilò dentro la linguetta.
“Oh cazzo…” fu davvero l'unica cosa che dissi…
Cominciò a saettarla sull'asta, dovunque arrivasse… E andò avanti un pò così…
“Basta, tiralo fuori adesso, non resisto più nemmeno io…” mi disse alla fine.
In un attimo calai gli slip e lei finalmente lo vide.
“Cazzo… Paolo… Bellissimo… Non so neanche se mi ci sta tutto in bocca…”
“Prova…. ” le dissi…
Si chinò lentissima, aprì la bocca, tirò di nuovo fuori tutta la lingua e la aprì a ventaglio e di nuovo ripercorse tutta
la lunghezza del mio cazzo, dalle palle rasate, fino su, lungo il condotto spermatico che era già gonfio e pieno.
Arrivò alla cappella, la leccò, fece dei giri di lingua intorno, ci lasciò colare sopra la saliva e poi si mise in bocca più cazzo che riuscì,
arrivavo quasi a toccarle la gola, le tonsille quasi, ma un pezzo restava fuori.
Succhiò forte, muoveva la testa, prima pianissimo, poi più veloce, su e giù, poi lo tirava fuori e lo leccava di nuovo come prima, da sotto a sopra, poi se lo
metteva di lato tra le labbra e mi faceva una sega con le labbra, muovendole semi-aperte su e giù.
Mai visto prima…
E mentre lo faceva saettava la linguetta ovunque.
Poi di shitto se lo ricacciava in gola, e lo succhiava che quasi salivano le palle.
Uno spettacolo unico, una pompa mai vista, nemmeno nei films.
Nella vita ho scopato quasi 1000 donne e forse 1 o 2 sono state all'altezza di Gabriella, e pensare che aveva 18 anni!
“Così ti sborro in gola in due secondi, Gabri…Fermati, anche se non te lo direi mai…”
Rise e quasi si strozzò perchè ce l'aveva dritto in gola…Si fermò, lo estrasse, sorrise e aveva gli occhi pieni di voglia di sesso…
“No, non venire ora…” disse passandosi il dorso della mano sulla bocca bagnata, in modo molto erotico.
“Certo che no…” le dissi…
La presi, le aprii i pantaloni e glieli sfilai. Aveva delle mutandine carinissime, che mai scorderò. Erano semplici, 2 laccetti laterali, un grosso
triangolo davanti e larghe dietro (in quei tempi perizomi e tanga erano fantascienza). Erano a righe orizzontali bianche e blu…
Bellissime, carinissime, perfettamente in stile con lei, non le dimenticherò mai…
Le tolsi la maglietta e il reggiseno. Il suo seno era qualcosa che nemmeno Mirone, o Fidia, avrebbero mai potuto scolpire.
Glielo leccai da un lato, mentre con la mano carezzavo l'altro, e non pensavo che a metterci dentro il cazzo e stringerli forte, magari riempendole
i ricci folti neri con qualche mio schizzo bianco.
Decisi di farla morire come aveva fatto lei…
Percorsi il suo corpo con la lingua e la leccai, la pancia, l'ombellico, fino ad arrivare allo slip.
Non lo tolsi. Scesi giù e sentendo con la lingua un folto bozzo di peli che riempiva la stoffa, cercai con la lingua il suo punto più debole.
Trovai il clitoride e da sopra gli slip cominciai a martellarlo a colpi di lingua, veloci, larghi, poi scendevo e la leccavo nell'interno coscie,
poi di nuovo sulle labbra e poi salendo al clitoride. Sempre da sopra gli slip. Erano letteralmente fradici. Intrisi della mia saliva e del suo
succo, e da li sotto veniva un calore da alto-forno e un odore piacevolissimo di pulito, di fiori, boh, forse il sapone intimo che usava, un odore
comunque dolcissimo.
Poi insinuai anche io la lingua sotto, e scoprii che quell'odore dolce appartenenva a un liquido davvero smielato, dolcissimo, di cui mi beai
a lungo.
Tolsi lo slip, vidi un folto cespuglio di peli neri, ricci. L'amai quel cespuglio. Da sempre amo nelle donne che ci sia quel cespuglio di peli, non
ho particolare passione per le donne rasate, anche se ovviamente non ne faccio un tarlo.
Mi buttai nel cespuglio, allargai con le mani le coscie e le labbra e trovai un fiore rosa, da odorare, da leccare voracemente.
Le leccai il clitoride, sei si inarcava nella schiena, mandava mugolii, respirava forte.
Leccai le grandi labbra, me le presi in bocca, le succhiai forte come facevo con il clitoride.
Potevo andare avanti per ore.
Poi le infilai la lingua nel buco della vagina, e la spinsi dentro.
“Cazzo…. ” fu l'unica parola che riconobbi tra le tante che a dentri stretti stava mugugnando…
La scopavo con la lingua e il naso le tormentava il clitoride.
Respirava affannosamente, si muoveva, si inarcava, ansimava, farfugliava qualcosa, e si aggrappava con le unghie al lenzuolo tirandolo.
La voltai a pancia in sotto. Da dietro le allargai le gambe e mi tuffai di nuovo dentro.
Potevo così arrivare ad altri posti inesplorati, dove prima non potevo.
Le aprii le chiappe e le leccai avidamente il buchetto del culo, cosa per la quale ancora oggi nutro una passione unica.
Sospirò forte…
“Cazzo, li non sono mai stata leccata…Mamma mia com'è bello…Continua Paolo, leccami..leccami…leccami il culo”
Spinsi la lingua dentro, nel profondo. Buonissimo, l'odore di pulito, il sapore un pò amarognolo tipico, e lei si contorceva.
Spinsi forte, più dentro, più veloce.
“Cazzo mi stai inculando di lingua Paolo…Ma che sei? Ma dove stavi prima?”
Tiravo fuori di shitto la lingua dal culo e gliela sparavo davanti, la spingevo, la chiavavo davanti con la lingua, poi la
toglievo e gliela rimettevo nel culo.
E via così, per un bel pò…
Ansimava fortissimo…
Stava per venire, lo vedevo.
La rigirai di nuovo sulla sua schiena.
Aumentai la spinta e la velocità della lingua, raccoglievo più succo che potevo e me lo ingurgitavo. Aveva il potere di 100 viagra, ce l'avevo
così duro che avrei potuto partecipare ai lavori di scavo del tunnel franco-inglese sotto la Manica.
“Cazzo Paolo, guai a te se ti fermi ora, sto venendo…cazzo, sto venendo…”
Altro che fermarmi! Spinsi la lingua più giù che potevo e approfittando della quantità industriale di saliva e liquido suo che le era colato infilai
senza sforzo 2 dita nel suo culetto, arrivando fino alle nocchie senza problemi, tanto sia il culo che le dita erano bagnatissime.
“Oddio…come vengo..come vengo…come vengo…..non ti fermare, cazzo, spingi ste dita e sta linguaaaaaa”
Cominciò a tremare, come in preda alle convulsioni, mi afferrò la testa con tutte e due le mani e la muoveva su e giù come se usasse la mia
testa e la mia lingua dentro di lei come un vibratore.
“Aahahahahahah ecco…. ahhahahahah… oddio…..ahhahahahha”
Le ci vollero alcuni minuti di silenzio, di scuotimenti, di tremolii e sospiri prima che le passasse.
Io godevo come un matto a vedere quella scena, quel piacere immenso di cui solo io ero l'arteficie…
“Cazzo Paolo, come lecchi bene…sei un Dio…ma stata leccata così, ma dove hai imparato?”
“Nessun maestro, solo tanta voglia di sentire il tuo sapore amore…”
“Cazzo…. mai avuto un orgasmo del genere…”
Mi tirò su di lei…
Mi accarezzo le palle con una mano e mi disse
“Sono piene eh?”
“Eh si…occhio che ti faccio la doccia…”
“Uhm…prometti?”
Cazzo, momenti le vengo addosso per quanto ero eccitato…
“Mettimelo dentro ora, tutto, arrivami fino in gola, stallone…”
Puntellai la cappella sulla sua apertura, avevo paura di farle male perchè ce l'avevo grosso come una gamba del tavolino, così penetrai
lentamente, piano piano, ma senza fermarmi finchè le palle gonfie non sbatterono sul suo corpo.
“Ahhhhh mamma mia…cazzo…Paolo…che cazzone…Duro da morire… mi fai male ma anche tanto bene…Mai sentita così piena…com'è grosso!”
Preso da quelle parole comincia a fotterla, lento, lento, sennò venivo subito.
Ero carico da morire… La scopai un pò, lentamente, facendole sentire quanto era grosso tirando quasi fuori tutto, fino alla punta della cappella
e poi rimettendolo dentro di shitto, fino alle palle…
Lei gemeva, si contorceva, mi unghiava la schiena, mi prendeva la testa tra le mani e mi ficcava la sua lingua fino in fondo dentro.
La voltai e la misi a 4 zampe, le leccai ancora il buchetto del culo, che amavo ormai, poi le ficcai il cazzo dentro, di nuovo.
La scopai, lento, lento, ancora, e forte e forte e lei si piegava in avanti ficcando la testa nei cuscini, da cui sentivo solo mugugnii indistinti.
Poi si mise sopra, scendendo lentamente su di me.
“Aho, cazzo… trattieniti eh? Dimmelo non mi venire dentro!”
“Mai pensato… Ho altri programmi…”
Sorrise e disse
“…porco…!” e nel dirlo si calò violentemente impalandosi tutta.
Mi scopò lenta, sapeva che ero vicinissimo e mi stavo trattenendo.
Si scopò lenta lenta, saliva e scendeva.
La tirai a me. Era il momento di fare il test che avevo in mente.
Le misi di nuovo 2 dita nel culetto e la scopai nel culo con la mano, mentre la scopavo da sotto.
“Sei un maialino…li l'ho fatto solo 1 volta ma mica ce l'aveva come il tuo…Te mi apri in due se ci proviamo…”
“Ti piace però?”
“Cazzo, si…magari…”
“Pensa se io ne avessi due di cazzi…uno te lo metterei in culo e l'altro in fica…ci pensi?”
“Due? Ohhhhh… mai provato con 2…ma mi piacerebbe…da morire..si, ammetto…in culo non saprei, però pensare di succhiarne uno
bene, fino alle palle, mentre un altro mi impala…oh…si si… mi piacerebbe tantissimo….
“
Era quello che volevo sentire…
Aumentai il ritmo di mani e cazzo…
“Oddio, non ci posso credere…dai…dai..sto venendo di nuovo..oddio…oddio…eccoooo…eccomiiiiii…ahhahhahaha…ahhahahahah…
cazzo…. ahhahahahahahhaahha sei il mio stallone…ahahahahha ahhahahah”
E mi inondò di umori, le palle e le coscie…
Ora potevo anche venire…
“Dai, sto venendo Gabri, posso venirti sulle tette?”
“Si, dai..vieni pure”
Si mise in ginocchio di lato al letto, io seduto sul letto le piazzai un cazzo enorme ormai pieno di seme pronto a esplodere tra le tette, lei le strinse
e cominciò a muoversi su e giù, stavo per venire, lei si piegò e cominciò a leccarmi il capezzolo sinistro e da quel giorno scoprii quanto
è bello fare questo e tutte le donne che sono seguite mi hanno fatto venire, almeno 1 volta, leccandomi il capezzolo sinistro (non mi chiedete
perchè solo il sinistro, il destro mi fa meno effetto!).
“Ahhhh che mi fai, sei una diavoletta…ahhahaha ecco…ecco…sborro, cazzo, sborro…”
Gli spruzzi tanto repressi partirono a mitraglia, volarono a vuoto nell'aria ricadendo dietro di lei, altri sui suoi capelli, lei piegò
lievemente la testa all'indietro per lasciarli esplodere in totalità senza reprimerli, altri sulla guancia sinistra, lei aveva la bocca
socchiusa e un pezzo di lingua di fuori…
Finito di sborrare me lo stirai e lei lo mosse un pò, su e giù, facendo circoli con la lingua sulla cappella e andando alla ricerca delle
ultime goccioline…
Poi si staccò, si guardò zuppa di umori e sperma…
“Cazzo Paolo, hai un idrante.
Sono completamente zuppa di roba mia e tua…”
“Sei tremenda Gabri, stavo per morire…”
“Mi è piaciuto tantissimo farlo, sei un porcellino… e io anche… Ora possiamo dire che stiamo insieme?”
“Si, e ti voglio bene…”
“Si, ho sentito prima, mi hai chiamata ‘amore' e in quell'attimo tutto era perfetto, Paolo…”
Ci siamo stretti, baciati, sentivo il mio sperma sulla sua lingua dentro la mia bocca…
“Ora però devo ritornare da Daniele…Non so come l'hai convinto quel mezzo pervertito, ma è meglio non esagerare…”
“Si, dai facciamoci una doccia qui da me e poi andiamo”
Ci facemmo una tenerissima doccia insieme, insaponandoci e di nuovo arrapati e felici…
Ci vestimmo, uscimmo, chiusi la porta alle mie spalle ma prima buttai dentro un occhio verso quel foro nel muro: il mio piano stava per shittare…
– FINE PRIMA PARTE – (come sempre una storia vera).
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