La moglie del mio migliore amico

La moglie del mio migliore amicoPatrizia, è una donna di 44 anni, veramente bellissima e sensuale ed è lei la moglie del mio migliore amico, Marco. La signora in questione, ha due belle tette sode, una quarta abbondante ma soprattutto completamente naturali. Capelli corti e un culetto niente male, fanno di lei una bomba sexy che certamente non passa mai inosservata. Il mio amico Marco, è un camionista di professione e da molti anni fa lunghissimi viaggi all’estero, rimanendo fuori casa anche per 10 giorni.

Se vi dico che abita nello stesso mio palazzo, potete fare due conti e se vi tornano, capirete che la moglie molto spesso viene a casa mia a trovare la mia compagna per scambiare due chiacchiere, dato che sono molto amiche anche loro. La settimana scorsa, sentii suonare il campanello di casa, erano le 18 circa ed ero solo a casa, la mia compagna era appena uscita a fare la spesa, strana coincidenza vero? Chi poteva essere se non la signora Patrizia? La salutai e la feci entrare! Le chiesi se aveva bisogno di qualcosa, e lei mi disse che aveva finito le uova e se potevo gentilmente prestargliene un paio.

Ero molto felice di vederla, e non riuscivo a nasconderle la cosa, lei mi chiese dove era Marina (la mia compagna) e gli dissi che era a fare la spesa e non sarebbe rientrata non prima di un’ora. Mi sorrise e avvicinandosi a me, mi sussurrò all’orecchio “Perché non ne approfittiamo?!” io gli risposi “vuoi cornificare tuo marito?” e lei “amore, pensi che sia la prima volta?”. Non esitai neanche un secondo e la iniziai a baciare con la lingua, subito quella zozzona mi calò i pantaloni e le mutande, cominciando a farmi i grattini con le sue unghie lunghe sulle palle, poi leccando molto lentamente e dolcemente la cappella del mio pisello.

Avevo un’erezione incredibile, era ormai di marmo, per niente imbarazzato gli chiesi di continuare a farmi i pompini, dato che li faceva benissimo, e lei presa dal momento cominciò a gridare frasi da vera ninfomane, come “sono una puttana” “mio marito è un cornuto” “sborrami in faccia”. Ma io avevo una gran voglia di scoparla, la misi a pecora sul divano di casa e gli cominciai a leccargli il culo e la figa, era già tutta bagnata, quindi era arrivato il momento di penetrarla, prima davanti e poi dietro.

Il sesso anale era stato sempre un mio tabù, la mia compagna non è una grande amante di questa pratica, ma lei si, Patrizia adorava prenderlo nell’ano, e si vedeva, o meglio si sentiva, dalle sue urla. Non facevo altro che tappargli la bocca per non fare sentire niente ai vicini, ma più gli chiudevo la bocca e lei più si agitava e più gridava, la troia si eccitava a fare la stronzetta!Il gioco si faceva duro ed io scesi in campo, l’afferrai con prepotenza e la feci mettere in ginocchio e gli gridai ad alta voce “brutta puttanella” adesso apri la bocca e prenditi tutta la mia sborra nella tua bocca calda, mi masturbai con lei in ginocchio e gli schizzai tutto quello che avevo nelle palle, un’ondata bollente di sperma.

Poi mi dedicai a lei, per farla arrivare all’orgasmo non ci misi molto tempo, una bella leccata sul clitoride e dopo un paio di minuti lei chiuse le gambe con la mia testa dentro, capì che era arrivata al capolinea. Alla fine andai in bagno e con della carta igienica tornai in salotto ad asciugare il pavimento della mia crema e del sudore che aveva lasciato la signora Patrizia sulle piastrelle di casa. Da quella volta diventai l’amante ufficiale della moglie del mio migliore amico e tutt’ora continuo a fotterla, quando lui è fuori per lavoro.

Mi son fatto quella fighetta vogliosaDopo essermi iscritto a lettere, mi sono ben accorto di quante fighette girassero nella facoltà: e tra tutte le tipe abbastanza interessanti, da sondare, la mia attenzione è caduta su Tamara, una bionda che faceva con me il corso di filologia, che mi metteva di buon umore ogni volta che la vedevo arrivare, perché sapevo che si sarebbe seduta vicino a me e, soprattutto, che era davvero piena di passione, sia per come si vestiva sia per come camminava.

Faceva infatti di tutto per mettere sempre in mostra il suo culo e le sue cosce, forse non perfettamente in forma, ma senz’altro capaci di attirare la mia attenzione e di farmi desiderare di potermela trombare: guardandola muoversi attorno al mio banco, con quello sguardo da fighetta vogliosa, ogni volta speravo che fosse il momento giusto per farmi avanti e proporle un pomeriggio di studio insieme, e magari anche qualcosa d’altro. Quell’occasione, finalmente, si è presentata qualche giorno fa, quando dopo il consueto corso di filologia, approfittando del pomeriggio libero, siamo andati nel suo monolocale: tra i libri, le fotocopie e i vestiti, c’era anche spazio per un po’ di svago, tant’è vero che ci siamo soffermati un attimo insieme a parlare del più e del meno, ma un certo punto, la mia voglia di fottere questa splendida bionda mi ha davvero sopraffatto.

Mi fotteva come una vera troiaLe sono saltato addosso all’improvviso, buttandola sul letto, e sbaciucchiandola: lei si lasciava fare, dicendomi che dovevo fotterla, che aveva voglia di cazzo, e che dovevamo trombare per bene prima di iniziare a fare qualunque altra cosa, e in modo particolare, prima di iniziare a studiare. Andai più a fondo, e in poco tempo, mi ritrovai con il mio cazzo succhiato da questa splendida bionda troia, che andava sempre più a fondo con la sua bocca.

Spompinava e leccava come una troia impazzita, come se non ci fosse un domani, e quello potesse essere l’ultimo cazzo della sua vita: mi faceva eccitare di brutto vederla così vogliosa e incapace di trattenersi, e soprattutto, il momento in cui si levò i leggings neri e le mutande, fu quello della massima ispirazione. Vidi quella fighetta bagnata, un po’ pelosa, e la volli subito toccare e masturbare a dovere, perché mi piaceva di brutto.

Subito dopo, mi saltò sopra, e iniziò a trombarmi come una grinta che non mi era mai capitato di vedere prima: spingeva il suo bacino fino in fondo, cavalava come una troia vogliosa, e a un certo punto, si lasciò anche andare tirando la testa all’indietro, mentre continuava a montare il mio cazzo senza sosta, come se fosse impalata e non volesse perdersi nemmeno un istante di quel piacere intenso che iniziava a farla godere ed ansimare parecchio.

Quindi Tamara si alzò e cambiò posizione, stavolta montandomi sopra al contrario: con le mie mani, spingevo il suo culo su di me, e lei, per tutta risposta saliva in punta al mio cazzo e lo fotteva tutto fino a coglioni, soffermandosi e facendo oscillare le sue chiappe una volta arrivata in fondo, quasi come se volesse essere certa che entrasse tutto e non ne perdesse nemmeno un millimetro, e poi riprendeva a fotterlo, quindi scendeva e saliva.

Il suo gemere ed ansimare si fece sempre più incontrollato e intenso, quasi come se da un momento all’altro lei fosse pronta a venire, e in effetti, poco dopo la sentii godere come una troia con il mio cazzo infilato per la sua figa: e siccome io non ero ancora riuscito a venire, mi disse che era tempo di passare alle sensazioni forti, vale a dire, di metterglielo tutto nel culo e di fotterla per bene fino a sborrarle dentro.

Si lavorò per qualche istante l’ano, quindi, pian piano si fece scivolare dentro il cazzo: il colpo fu indimenticabile, considerando quanto godevo io mentre lo infilavo e, al contrario, come gemeva – intrappolata tra dolore e godimento – quella troia di Tamara. Mi scopò per circa un paio di minuti e, quindi, mi fece venire dentro di lei, in quel culo magnifico, continuando a montarmi finché non uscì l’ultima goccia della mia sborra. Si alzò, venne a sdraiarsi sopra di me, e quindi, si infilò di nuovo il cazzo nella figa: aveva voglia di fottere di nuovo, e riprese a farlo muovendosi come una farfalla.

Nello scoparmi, però, di tanto in tanto si adagiava per bene su di me con il suo bacino, e mi faceva sentire trombato perfettamente, mentre il suo esercizio di godimento continuava anche in quella posizione, e io, mi prestavo a farla godere con il mio cazzo ancora abbastanza duro. Andammo avanti a scopare così per un buon dieci minuti: le ebbe finalmente un altro orgasmo e, io, poco dopo le scaricai ancora un po’ di sborra pure in figa, guardandola finalmente soddisfatta.

Tamara si lasciò andare sopra di me, e respirando affannosamente, mi disse che le era piaciuto farsi una bella trombata così intensa con me: e tutto questo piacere ci avrebbe sicuramente aiutato a studiare meglio, in un pomeriggio che diventò di fuoco…. Una fighetta stretta da sbattere per tutta la mattinaÈ passato ormai un mese da quando quella strafighetta di Laura – che tra l’altro è anche molto in gamba nel suo lavoro – lavora nel mio studio, dandomi un gran numero di soddisfazioni (in tutti i sensi).

Dopo quell’incredibile ed indimenticabile colloquio, durante il quale questa fighetta non si è preoccupata tanto prima di buttarsi sul mio cazzo, la gnocchetta si è data da fare per aiutarmi a far crescere lo studio, oltre a regalarmi incredibili scopate dopo ogni nostro successo con i clienti. Due settimane fa, per esempio, dopo aver ottenuto un importante contratto con una grossa società, alla fine della lunga giornata in ufficio, dopo aver salutato i nostri clienti soddisfatti, ci siamo lasciati andare bene.

Dopo aver stappato una bella bottiglia, infatti, mi ha tirato due pompini di fila, mentre io le sditalinavo la figa e le infilavo il collo della bottiglia nel culo, per prepararla ad un’indimenticabile avventura di sesso, che di lì a poco l’ha consacrata come la migliore delle tipe mai avute. Dopo avermi svuotato i coglioni due volte con quella bocca magnifica ed instancabile, infatti, Laura si è preparata anche a fottermi con quella sua fighetta stretta, prima a pecorina, facendomi arrivare fino al suo utero con il cazzo, poi, mi è saltata sopra da davanti e da dietro, e quindi mi ha sistemato sul tavolo e si è seduta su di me al contrario, sbattendo quelle sue belle cosce su di me, facendo scricchiolare la scrivania per quanta energia ci ha messo mentre scopava, facendomi venire per la terza volta.

∞La riunione e poi… una vera scopatonaDopo quell’indimenticabile successo di lavoro e di sesso, per un paio di giorni, non ho più potuto fare a meno di seguire ogni suo movimento in ufficio, guardandole il culo e le cosce, immaginando un nuovo round di piacere con lei. Laura lo sapeva che ormai mi aveva in pugno e, in effetti, scherzando ad ogni giro tra le scrivanie, mi diceva “dai, adesso riprendiamo dall’altro giorno, non siamo andati fino in fondo, lo sai che ti avrei scopato anche con il mio culetto adorabile?” sorridendomi.

Quando mi è passata abbastanza vicino la scrivania, le ho dato una netta sculacciata su quelle belle chiappe, rumorosa, e le ho detto “anche dopo dobbiamo divertirci, dai, dopo la nostra riunione per i progetti è il caso che godiamo di nuovo, ne abbiamo bisogno” e lei mi ha detto “ok, iniziamo subito ad esaminare le carte” e cosî, una volta al tavolo, mentre lei osservava i dati e mi raccontava delle ultime cose fatte, io già ne avevo piene le palle perché volevo far sesso con lei.

La guardavo, le fissavo le tettine e poi le cosce, e quando finalmente finì il momento delle discussioni di lavoro, quella stragnocca di Laura mi disse “dai, lo so che non ne puoi più, adesso ci divertiamo un po’, su, tiralo fuori che ti faccio vedere io come si gode” e nel giro di un paio di secondi, il mio cazzo bello gonfio e voglioso era già pronto alle sue attenzioni: la sua lingua vogliosa e le sue labbra da troia mi stimolavano sempre di più, soprattutto perché la sentivo appassionata.

Mi spompinava con grande soddisfazione, e sapeva che non ci avrei messo molto a venire con quegli stimoli: ma prima di sborrarle in bocca, mi fece davvero trasalire per il piacere, leccandomi la cappella in modo unico, torturandomela con quei suoi movimenti meravigliosi. Quando schizzai la sua bocca con la mia sborra, la vidi prepararsi ad ingoiare tutto e, in effetti, deglutì guardandomi con quella faccia da vera troia “mmmm, lo so che ti piace quando ingoio tutto, sono la tua troia…”E poco dopo si sollevò da me, e tornò alla carica con quel suo sguardo da vera puttanella, e mi disse “dai, fammi godere con il tuo bel cazzo, sfondami la figa” e si mise a pecorina sul pavimento, mentre io già le schiaffeggiavo il culo con la mia cappella in fiamme, che non vedevo l’ora di mettere dentro.

Glielo feci scivolare tutto dentro, e lei iniziò ad eccitarsi “ahhh, mi piace il tuo cazzo, ma come mi piace…” e io lo spingevo dentro, sempre più forte, perché volevo proprio possederla del tutto. Nel frattempo il mio pollice si stava avvicinando di nuovo al suo ano, e Laura si eccitò subito “si, dai, mettimi il dito in culo mentre mi scopi così, ohhh, quanto mi piace, ohhhhsiiiii” e io le dissi “dimmi che lo vuoi in culo, dimmi che vuoi il mio cazzo in culo” e lei disse “siii, ma prima fammi venire con il tuo cazzo in figa, mi piace troppo” e sotto le spinte del mio uccello duro, Laura continuava a lasciarsi andare, senza tregua, al piacere, ansimando e gemendo, desiderando sempre più il mio cazzo.

“Dai, sfondami, dai fammi venire tutta come una troia” ripeteva la gnocca vogliosa di sperimentare il miglior piacere, mentre io continuavo a scoparla, e poi, finalmente, la piegai con un bell’orgasmo “uhhhh, siiii, uhhhhh che bellooooo, uhhhh, dentro tutto, dai, uhhhhhhh spingilo dentroooooooooo, ohhhhhhhhhhhhhhhhhhgooooodooooo, siiiii, veennnngooooooohhhuuuhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” ululava come una troia davvero vogliosa in preda al più intenso orgasmo. Quindi le tirai fuori il mio cazzo dalla figa, e lo spinsi già in culo, sapendo che l’avrebbe voluto, e Laura a quel punto disse “ohh, dai, godi e sborrami in culo, lo so che non durerai tanto, mi eccita sapere che ti faccio venire subito con il culo” e quindi glielo infilai dentro, e prese a muoversi un po’, mentre godevo tantissimo e le dissi “ohh, piano, piano se no vengo subito, mi piace troppo” e lei disse “dai, vieni, dai, sborraaaaa” mentre riprese a muoversi in fretta.

“oohhhsiiii, però mi piace quando fai più in fretta, vai, non ti fermare, ti prego, sto venendooooo” e a quel punto quella gnocca di Laura mi scopò ancor più in fretta, perché sapeva che avrei avuto un orgasmo unico, e in effetti sborrai abbondantemente dentro il suo culo, trattenendo il mio piacere in un lungo sospiro di piacere. Poi Laura mi guardò, mentre stavo riprendendo fiato, e mi disse “ti piace come ti scopo, eh?! Dillo che sono da sposare….

” e io le dissi “per me sei già la mia lei…”Bionda con una voglia infinita di cazzoQuando la incrociavo in giro, mi domandavo sempre come potesse chiamarsi: aveva sempre uno sguardo così dolce e piacevole, e poi, non perdeva mai un’occasione per salutare, perché si ricordava di ogni nostro precedente incontro, che probabilmente per lei doveva essere motivo di orgoglio e di soddisfazione, considerando come la sua espressione si faceva ancor più allegra e positiva, quasi come per lei la vita fosse uno scorrere piacevole di momenti ricchi di felicità.

Laura mi incuriosiva sempre, perché poi aveva sempre qualche borsa con sé, quasi come se ogni giorno avesse qualche nuovo compito da portare a termine, qualcosa che io non potevo immaginare, come se fosse mutevole in continuazione: ma quando una sera mi soffermai a parlarle un po’, mi accorsi come oltre ad essere piacevolmente dolce nel viso, lo era pure con il suo modo di parlarmi, come se le piacesse attutire ogni suono troppo forte attorno a sé.

Donna dai modi così delicati e gentili, Laura mi affascinava sempre di più, e quando potemmo andare finalmente a sederci insieme per bere un caffè, mi accorsi proprio di quella che era la sua natura, di donna che amava la semplicità e, allo stesso tempo, che adorava la serenità: mi guardò con uno sguardo piacevole, poi abbassò gli occhi, e quando le chiesi se era fidanzata, mi rispose “no, al momento non ho nessuno” e in quell’istante ebbi come un brivido pensando che la volevo per me.

∞Poi quando trombava era pure meglioLei si accorse di quel brivido e, chiedendomi se fosse tutto ok, le risposi che era soltanto la leggera corrente fredda: la guardai in quegli occhi dolci, e in quel volto così delicato, poi la presi per mano, e le chiesi di andare a fare una passeggiata insieme, perché era troppo bello per andarsene in un qualche posto chiuso. Laura annuì, e poi, facendosi prendere per mano, mi guardò di nuovo, e poi mi chiese “conosci un posto bello dove andare a guardare le stelle?” e io le risposi “si, uno lo conosco.

”Per mano camminavamo insieme su quel tratto di mare, e poi, trovammo finalmente quel sentierino che conoscevo alla perfezione, e poco dopo, ci ritrovammo su una panchina in cui avevo già portato tante ragazze prima di quel momento. Laura era già praticamente ipnotizzata dalla bellezza del posto, e dopo esserci seduti, mi si accovacciò e mi disse “che posto splendido, solo gli uomini più poetici possono conoscere questi angoli meravigliosi” e io le dissi “grazie Laura”.

Non esitai a lungo primo di sfiorarle le labbra, e poi, di nuovo sfiorandole le labbra, avvicinandomi sempre di più alla sua lingua, e poi finimmo davvero per baciarci in modo appassionato: e poi, senza dire nemmeno una parola, lei mi sollevò la maglietta, e io a quel punto feci altrettanto con lei, e diedi una bella palpeggiata a quei meravigliosi seni, mentre Laura si eccitava e mi diceva “dai, facciamolo qui, dimmi che lo vuoi” e io le dissi “si, ti voglio tutta, voglio davvero farlo con te qui.

”E poi mi inginocchiai davanti a lei, che era su quella panchina: le divaricai le gambe, e poi, scostandole le mutandine da sotto, finalmente potei mettere la mia lingua in quella bella figa vogliosa. Era davvero troppo eccitante perché non mi fermassi a godermela tutta, leccandogliela con passione, sentendola eccitarsi sempre di più, perché le piaceva, e forse per quanto era da tanto tempo che non godeva, Laura non ci mise tanto a venire, bagnandosi tutta e facendo anche una squirtata.

Mi eccitò da morire quell’istante, e infatti glielo dissi “non pensavo squirtassi, che figata, sei proprio una gnocca stratosferica Laura” e lei mi disse “dai, fammi vedere il tuo uccello ora, fammelo prendere in mano” e io lo tirai fuori e glielo diedi, sedendomi su quella panchina. Il contatto con quelle labbra delicate e morbide fu davvero divino, e poi lei succhiava leggermente, con un tocco davvero angelico, esattamente come ogni altra cosa che faceva, che mi sembrava sempre delicatissima.

Il suo modo intrigante di leccare e succhiare il mio cazzo, era davvero da ricercare nella delicatezza dei suoi movimenti, che sottolineava ancora una volta la passione incredibile che aveva per il sesso orale: continuava così, leggermente, come se non ci dovesse mai essere una fine a quel momento di piacere travolgente, se non quando finalmente il mio cazzo, pronto a fotterla per bene, sarebbe passato a scopare quella figa divina che si trovava in mezzo a quelle gambe provocanti.

Laura quindi mi disse “vuoi scoparmi la figa?” e io le dissi “sì, la voglio, dammela tutta ti prego” e lei mi disse “dai mettiti sulla panchina, ti vengo sopra al contrario” e io le dissi “così mi fai dimenticare tutte le sofferenze della vita” e lei disse “addirittura?” e poi quando mi venne sopra mi lasciai andare “ahhhhsiiiii, che figa meravigliosa, sei davvero divina, continua così” e lei ansimò di piacere “che bel cazzo, ohhhh me lo voglio scopare tutto” e gemeva sopra di me spingendosi tutta sopra.

Vedere quel bel culo davanti a me, così perfettamente in forma e rotondo al punto giusto, e ancora, quella stratosferica fighetta che si stringeva dentro il mio cazzo voglioso, mi regala delle sensazioni davvero incredibili, che non potevo in alcun modo controllare, perché si muoveva in maniera divina, come una che sapeva davvero cosa volesse dire godere, considerando come muoveva perfettamente i suoi fianchi su di me, con quel bacino davvero divino da ballerina.

Andò avanti così per qualche minuto, finché lei si lasciò andare godendo “ohhhhhhsiiiii, veeengooo, mi piaacee, ohhhh fammi godere, ohhhhhhhhsiiiiiisiiiiisiiiiiiiiiiiii” e poi Laura si lasciò andare in un gemito abbastanza forte, ansimando, mentre continuava a montarmi sul cazzo in maniera decisa, scopandomi il cazzo in modo sempre più intenso, dicendomi “dai vieni, vienimi dentro la figa, fammi vedere che mi sborri nella figa” e io le schiaffeggiai quelle belle chiappe, guidandola su di me.

Continuava a fottermi, si muoveva su e giù, finché io avevo la sborra pronta a spruzzare dal cazzo, e le dissi “vengo dentro?” e lei “dai sborrammi dentro” e finalmente scaricai le mie palle dentro quella meravigliosa figa da sogno, quella splendida gnocca tutta per il mio cazzo voglioso. Poi restò per qualche altro istante su di me, in quella posizione, dicendomi che era stato splendido trombare in quel modo, di fronte al mare…Quella porca di mia sorellaAvevo 23 anni e nonostante fossi così giovane già pensavo che le nuove generazioni fossero delle canaglie.

Infatti curiosando di tanto in tanto negli oggetti di mia sorella vedevo preservativi (che senz’altro usava con i suoi periodici fidanzati), cazzi di plastica e manette pelose nascosti nel fondo di un cassetto. Ciò che più stupiva era che mia sorella aveva 16. Non posso certo biasimare che era e lo è tutt’ora una ragazza meravigliosa: magra ma non troppo, fianchi stretti, gambe lunghe e un seno molto abbondante, caratterizzata da un'indole solare e sempre con il suo sorriso sul suo volto angelico e illuminato dai sui capelli biondo chiaro e gli occhi azzurri come il mare e profondi come il cielo.

La stimavo molto ma non per questo, anche se ero convinto del fatto che fosse una piccola troia, avrei desiderato che un giorno avrei potuto assaporare il gusto dei suoi ormoni. Nel giorno del compleanno di mia madre, mio padre portò la festeggiata a cena fuori e prenotato una stanza sulla costa per passare una notte romantica e mi chiesero di tornare a casa in quanto studiavo lontano dalla città paterna per tener compagnia a mia sorella Gloria approfittando della pausa week end.

Dopo aver ordinato una pizza a domicilio e consumata insieme a Gloria decidemmo che io avrei visto la partita in salone e lei avrebbe fatto i suoi comodi nella sua stanza. A partita mi accinsi ad andare a dormire nella mia stanza da letto ma vedendo una luce filtrare dalla porta di quella di mia sorella mi incuriosii perché molto tardi e lei ancora sveglia. Posai dunque l’orecchio sulla porta per cercare di captare qualcosa.

Sentivo mia sorella gemere e preoccupandomi non pensando ad altro che mi sorella si stesse sentendo male aprii la porta di colpo. Una visione che avevo immaginato nella mia mente ma che non avrei ma ideato nella realtà. Mia sorella era seduta sulla sedia senza pantaloni ne intimo e soltanto con la maglia del pigiama; con le gambe divaricate si stava infilando un dei suoi cazzi finti della vagina leggermente peloso e evidentemente bagnata.

Sollevò lo sguardo verso di me e in un attimo arrestò la sua masturbazione: – Stefano vattene subito e chiudi la porta – gridò Gloria mentre copriva il suo sesso. Me ne andai immediatamente anche perché ero molto sconvolto ma non dovetti aspettare molto che bussò alla mia stanza mia sorella piangendo: -Ti prego Ste’ non dire niente a mamma e papà… sono una porca lo so ma mi piace troppo- Tranquillizzai mia sorella e facemmo una lunga chiacchierata circa sesso.

Era ormai passata l’una di notte e la caloria estiva non cessava nemmeno nelle ore più fredde del giorno. Dissi a mia sorella se voleva dormire affianco a me quella notte per non pensarci più e dopo essermi messo in slip e lei in intimo ci coricammo augurandoci buonanotte. Vidi l’orologio: le 2. 33 e non riuscivo ancora a prendere sonno ma sentivo Gloria dormire profondamente. Pensavo a ciò che avevo visto e a quanto mia sorella fosse effettivamente una porca.

Pensavo al suo corpo che spesso avevo visto anche nudo e corsi in bagno a segarmi con la speranza che dopo mi sarei addormentato. Tornai e stanza e vidi mia sorella che si era scoperta dalle lenzuola e metteva in mostra il suo stupendo corpo esile e bellissimo. Non resistevo, dovevo toccarlo. Mi avvicinai cautamente e accarezzai delicatamente i capelli e scendendo con la mano sul seno. Non mi accorsi che stava facendo finta di dormire e mi afferrò il cullo con il braccio portando le mie labbra a contatto con le sue baciandomi calorosamente con la lingua.

Capii cosa desiderava e gli feci capire che ci stavo slacciandogli il reggiseno e cominciandolo a palpeggiare. Sentivo i capezzoli indurirsi e staccai la bocca dalla sua, la fissai negli occhi per un attimo e poi leccai il suo seno, baciai il suo collo e accarezzavo il suo corpo. In attimo si tolse gli slip e feci altrettanto io sfilando i miei 18 cm di cazzo già in tiro. La stesi bene sul letto matrimoniale e gli allargai le gambe, infilai le lingua del buco della vagina e le stuzzicavo il clitoride.

Sapevo già che altri ragazzi l’avevano sverginata e non mi preoccupai di chiedergli se la potesse sverginare. Dopo parecchie leccate di fica decisi che era il momento di infilargli la mia mazza nella fica. Prima delicatamente e poi più prontamente. Lei urlava e mi incitava a fare più veloce, a farla godere e poi mi chiese se gli potessi sfondare anche il culo. Così feci. La misi a pecora e me la scopai tutta.

Quando mia accorsi che stavo per venire mi misi in piedi sul letto e lei in ginocchio davanti a me. Deglutì tutta la mia sborra: – Mmmm fratellone e calda… dai leccami ancora la fica -Continuammo a fare sesso fino a tarda nottata quando cademmo esausti in un sonno profondo. Da quella notte così intesa ne susseguirono altre sempre più focose dove intervenne anche la mia cara cugina Gloria… ma questa è un'altra storia.

La scopata in quella cantinaLa casa in cui abitavo da tempo era assai piccola, solo 6 inquilini, e ci conoscevamo un po’ tutti. Di recente, l’inquilino del piano terra si era trasferito per lavoro ed era arrivato un’altra donna, molto affascinante e davvero intrigante. Quest’ultimo, di nome Alessandra, si era fatta conoscere alle assemblee per il suo abbigliamento un po’ alternativo, contraddistinto soprattutto da capi in pelle e latex in alcuni casi. Nessuno si era mai immaginato che potesse essere chissà che donna, ma in realtà, nella sua cantina aveva un vero e proprio tesoro che ho scoperto solo per caso, recandovi nell’area delle cantine condominiali.

Difatti, tra me ed Alessandra non c’era niente, anzi eravamo in buon rapporti, ci si salutava semplicemente e, di tanto in tanto, scambiavamo pure due chiacchiere, giusto per educazione ed intrattenerci dopo una lunga giornata di lavoro. Un giorno, però – come ho già detto – sono entrato nell’area cantina per cercare in paio di vecchi libri che avevo riposto li, perché inutilizzati e mentre mi avviavo verso la mia stanza, ho intravisto aperta la cantina di Alessandra.

Pensando che vi fosse lei, buttai la testa dentro e ad alta voce dissi:-“Che cosa ci fai a quest’ora in cantina”? (Erano le 24:10…tenete conto che io non dormo tanto e a volte ho bisogno di un libro per addormentarmi)Non rispose nessuno, ma nel mentre vidi che all’interno di quella stanza era stato allestito un vero e proprio studio bondage, dove erano presenti corde, lettini e tanti mobili e sex toy per giochi di sesso spinti.

Non appena misi il piede dentro arrivò proprio Alessandra che mi prese di sorpresa dicendo:-“Ti piace il mio piccolo studio bondage?”∞Mi ha trascinato nella sua cantinaVi volsi di shitto, spaventato, perché comparve quasi come un fantasma – senza neppure farsi sentire – ed a quel punto mi aveva beccato! Non sapevo che cosa dire e fare, perché fino a quel momento non mi ero mai trovato a tu per tu con una donna dominatrice, ma soprattutto amante delle pratiche BDSM.

Intanto lei entrò e chiuse la porta dietro di sé a chiave, dall’interno, così da non poter esser disturbati da nessuno, men che meno dai vicini, dato che lei aveva rigorosamente isolato la stanza con pareti in legno. -“Alessandra, scusa, non volevo entrare, pensavo fossi dentro e ti volevo salutare!”-“Non preoccuparti Roberto, se vuoi ti insegno qualche gioco!”-“Mah, non saprei, forse non è il caso…sai non conosco questo mondo…”-“Non ti preoccupare, ci penso io, tu dovrai fare solo quello che ti dico io!”Così, preso dalla curiosità e un po’ eccitato dal suo abbigliamento succinto con una tutina davvero molto aderente che gli faceva quasi scoppiare il seno, dissi di sì.

Alessandra mi iniziò a spogliare di quello che ero vestito e mi lasciò completamente nudo, dopodiché dall’armadio prese un paio di corde e mi fece mettere contro il muro. In seguito, poi mi fissò le braccia a due polsini fissati al muro e poi mi legò le gambe le gambe con la corda. A quel punto, poi, mi mise pure una benda per non far vedere che cosa stava facendo e così io chiesi ad alta voce se andava tutto bene.

Lei mi tranquillizzò dicendomi che non era la prima volta che giocava con questi giocattoli e che sapeva benissimo che cosa stava facendo. A quel punto prese anche una sorta di ghiottina che mi mise intorno al cazzo: sentivo il legno freddo che mi stringeva il cazzo e le palle e poi arrivarono subito le sue labbra a giocare con la mia cappella. Iniziò a leccarmi il cazzo con una tale maestria che subito mi divenne duro.

Lei, accorgendosene, mi disse di andare piano, che avevamo iniziato solo da poco a giocare!Subito dopo passò alle maniere forti ed iniziò a frustarmi le natiche con un remo assai grande. Alessandra ci dava duro, ma io non provavo molto dolore, anzi, quel dolore era camuffato dal mio cazzo che esplodeva di voglia di scopare. Oramai non ce la facevo più a stare lì fermo, tutto legato,e così lei passò ad un altro gioco stuzzicante per entrambi.

Mi liberò mani e piedi, ma lasciò la benda. Mi fece stendere su un lettino e poi mi legò nuovamente, questa volta più saldamente. Lei poi montò sopra al lettino e mi mise la figa sopra la mia faccia…in realtà la sua tuta in latex non era completamente ermetica, ma in realtà aveva un buco posto proprio nella zona della figa e del culo. Così, iniziai a leccarle la figa e lei si muoveva sopra alla mia faccia, come per farsi scopare la figa dalla mia lingua.

Intanto, poi, con un frustino mi torturava il cazzo ancora in tirò e mi mozzicava di tanto in tanto l’addome e le gambe. Dopo qualche minuto trascorso in questo modo, scese dal lettino, afferrò un vibratore e me lo mise tra le gambe ed iniziò a torturarmi i coglioni, il cazzo ed il culo con quel vibratore a forma di pene. Sentivo sempre di più l’eccitazione che saliva alle stelle, ma non sapevo se poi avrei finalmente potuto scoparla come si deve e così, mentre lei continuava a giocare con il suo vibratore elettrico, mi chiese se desideravo scoparla proprio da uomo del bondage.

A quel punto, oramai, trovandomi lì non potevo certamente tirarmi indietro e li dissi di sì, di raccontarmi che cosa fanno gli uomini che amano questa pratica. Dopo aver sentito la sua spiegazione, la legai e le misi in bocca uno di quei così per non farla parlare e, finalmente, potevo anche io divertirmi. Iniziai a trombarla avidamente e come un matto in figa, spingevo così forte da poterla far volare nonostante fosse legata e fissata al soffitto.

Sentivo il mio cazzo avvolto alla sua figa e vedevo le sue tette ballare avanti ed indietro. A quella vista non ho potuto far altro che afferrarle pure il collo e tirarla verso di me, per angolare ancora meglio la penetrazione del mio pisello nella sua figa. Quanto godevo in quella posizione e quanto godeva lei…la bava le grondava dalla bocca con il gioco-museruola ed oramai le sue chiappe erano completamente rosse, dopo tutti gli schiaffi che gli avevo tirato.

Non contento, però, tolsi il cazzo e glielo ficcai tutto in una volta di nuovo nella figa, tolsi e rimisi, tolsi e rimisi, volevo che le andasse fino in fondo per farle capire che il mio cazzo poteva sbatterla come una vacca. Andai avanti ancora per qualche minuto e poi girandola velocemente verso di me le sborrai tutto il mio cazzo sulla sua faccia da donna domata. Finalmente avevo capito che cosa volesse dire scopare con una donna davvero speciale!Sete d’amoreMia mamma era in ferie, mia sorella a fare lo stage.

La casa era libera, tutto solo mi alzai la mattina con un erezione notevole e placai i miei bollenti spiriti prendendo un babydoll di mia sorella e masturbandomi. La sete di “sesso” non mi si placava ed allora chiesi ad un mio amico se aveva voglia di venire a trovarmi nel pomeriggio. La mia idea era di fare qualche cosa di soft in quanto sapevo che pure lui era bisex. Puntuale suona. Apro e sale al quarto piano, lo attendo sulla porta.

Notevolmente provocante in quanto indossava un paio di pantaloni grigi da jogging, leggerissimi ed attillati che mettevano in risalto il suo bel cazzo. Entra e non perdiamo tempo. Io gli metto subito una mano tra le cosce e lui mi dice: cosi non mi piaci, mettiti qualcosa di carino. Io propongo: pure te allora. Ok, cosa hai?Facciamo un gioco, te cerchi qualcosa tra le cose di mia sorella e io tra quelle di mia mamma.

Molto volentieri. Lo accompagno in camera di mia sorella e lo lascio solo, dicendo di farmi una sorpresa. Io mi porto in stanza di mia madre e inizio a frugare cosa mettermi. Allora, nel cassetto dell’ intimo trovo un perizoma nero in raso, con i contorni dorati. Lo metto. Un reggiseno in coordinato non lo trovo, allora rimedio su uno nero soffice, in materiale tipo calza, lo riempio con due canottierine in maniera da mostrare un po’ di seno.

Cassetto delle calze…ho l’imbarazzo della scelta. Ovviamente autoreggenti, rosa tenue con decorazioni leggere. Armadio dei vestiti, lungo o corto?Scelgo un abitino scollato a “u”in lycra, colore grigio sfumato, che scende soffice a meta coscia. Ora la scarpa…. So che al mia amico piacciono molto le ballerine, allora cerchiamola. Quante…. prendo quelle a punta lucide nere!Mi piaccio. Esco in soggiorno e lui deve ancora uscire. Domando a che punto è e mi dice di entrare in camera.

Entro lentamente dalla porta e spettacolo!Sandalo con zeppa in sughero con laccetti fini, leggings gialli con inserto in pizzo trasparente sui lati, maglia nera a manica lunga cadente a metà natica con “taglio” sul seno. Mi avvicino e iniziamo ad accarezzarci nei punti piu erotici, non ci baciamo (non mi piace), ci palpeggiamo e sento il suo cazzo che si gonfia esageratamente. Normalmente io facevo la parte della donna con lui, ma stavolta mi toglie il vestito e fa uscire il mio cazzo dal morbido perizoma.

Me lo succhia e in un attimo mi fa venire sulla maglia di mia sorella!Rimango un attimo “esausto” e sbalordito, ma subito mi riprendo in quanto mi prende la mano e la mette sul suo cazzo. E’ leggermente moscio e mi dice di fare la troia! Abbasso la microscopica cerniera dei legging e a fatica glielo tiro fuori. Inizio di mano, poi di bocca. Si siede sulla sedia e io in ginocchio davanti a lui.

Proseguo col pompino, lui controlla il ritmo. Ad un tratto mi ferma, e mi dice: voglio venirti sulle scarpe! Allora mi siedo sulla scrivania e appoggio i piedi sulla sedia davanti al suo cazzo. Fiotti caldi mi riempiono le caviglie e la punta delle scarpe. È veramente tanta, sono pieno. Dai, togli il piede e giocaci un po. Obbedisco. Mi piace giocare con il suo sperma, imbratto per bene le calze e strofino tutte le scarpe, lui è eccitato e ha nuovamente un erezione.

Ti voglio…Si alza in piedi, mi gira e mi appoggia col torace alla scrivania, mi scosta il perizoma e me lo appoggia al buchino. Era la prima volta che ci spingevamo oltre. Io chiedo cosa volesse fare e lui in quel mentre mi scivola dolcemente dentro, senza fare male. Era tutto lubrificato dallo sperma di prima. Io mi sento strano, un cazzo vero non lo avevo mai preso dentro. Inizia a sbattermi piano piano, mi dice che gli piace.

Ogni tanto mi fa male. Il ritmo aumenta e sento che sta per venire!Lo faccio uscire e mi viene contro le palle, mi cola tutta nell’ interno gamba, e mi piace da morire, me la spalmo con la mano. Si siede sulla sedia e mi guarda chiedendomi quanti giorni fossero rimasti fuori casa i miei famigiari. Voleva rifarlo nei giorni successivi, pure io. Si toglie l’ abbigliamento femminile, rimette il suo e mi saluta.

Io rimango “en femme”, quando se ne va mi masturbo e sporco per bene i leggings, già pieni della sua sborra.

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